Aenea: “Trailer dal paradiso? La mia carezza senza filtri”

Intervista al talentuoso giovane cantautore, al suo esordio discografico con “Trailer del paradiso”

Aenea: "La mia carezza senza filtri"
Aenea si racconta ai lettori di Musica361 © foto di Linda Ludovisi

Si intitola Trailer dal paradiso il singolo che sancisce il debutto discografico di Aenea, disponibile in radio e negli store digitali a partire dallo scorso 15 dicembre. Un brano che convince sin dal primo ascolto, dunque un ottimo biglietto da visita.

Più che una semplice canzone, la tua è una carezza, un’emozione senza filtri. In un momento particolare come questo, quanto è importante per te esordire con un pezzo così autentico e onesto?

Sono felice sia arrivata come una carezza senza filtri, non era importante, era imprescindibile. Non potevo fare altrimenti e non lo farò neanche in futuro. Ogni canzone che scrivo vive nella sua purezza incontaminata, se così non fosse non esisterebbe Aenea.

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La copertina di “Trailer del paradiso”

Dal punto di vista musicale, “Trailer del paradiso” è un brano suonato, un approccio forse meno utilizzato negli ultimi anni. Qual è il tuo pensiero a riguardo?

Sono fiero di questa scelta, siamo circondati da musica di plastica che a volte è segno di avanguardia e spesso è sintomo di superficialità. Io amo la musica e mi piace sentirla suonata sia dal vivo sia nei dischi. Ho avuto la fortuna di lavorare con Leopoldo Lanzoni, Matteo Gabbianelli, Walter Pandolfi, Gianmarco Cannone e Fabio Garzia, professionisti incredibili ed è stata un’esperienza meravigliosa, sarebbe una follia perdersela per qualche suono in digitale. Aenea è cuore, passione e verità. Che ci sia verità anche nella musica.

Qual è l’aspetto che più ti affascina nella fase di composizione di una canzone?

È un miracolo ogni volta che nasce una canzone. Mi piace il flusso d’incoscienza che mi accompagna mentre la scrivo, vado quasi in trance e quando torno a terra è ancora più bello. Mi affascina anche lavorare con Leopoldo, mio fido compagno di viaggio, spesso viviamo insieme la fase creativa ed è bello vedere quando i nostri occhi brillano perché sentono di aver fatto una cosa bella. Io voglio vivere così.

Hai dei modelli di riferimento? Artisti a cui ti ispiri?

L’unico modello che sento di avere è Morgan, mio idolo dell’adolescenza. Sono milioni gli artisti a cui mi ispiro, però se dovessi dire 3 nomi ti direi Elton John, Vasco Rossi e Lucio Dalla.

Venendo all’attualità, pensi che da questa complicata situazione la stiamo imparando qualcosa?

Spero che si sia appreso il ruolo fondamentale della musica nella nostra società e spero che quando ripartirà tutto venga rispettata e incentivata maggiormente.

A proposito di insegnamenti, qual è la lezione più importante che pensi di aver appreso, fino ad oggi, dalla musica?

Non saprei però una cosa che ho capito ancora di più è che dobbiamo essere grati molto di più di quanto lo siamo alla musica. È la forma d’arte più trascendente che c’è. Dovremmo venerarla e rispettarla tutti di più.

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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