Acinorev: “Amore per me significa cooperare per il benessere comune”

Quattro chiacchiere con Acinorev, per approfondire la sua ispirata visione musicale a 360 gradi

Acinorev
Acinorev si racconta ai lettori di Musica361, in occasione dell’uscita del brano “Libera”

Si intitola “Libera” il singolo che segna l’esordio discografico di Acinorev, catanese di nascita e milanese d’adozione. Un brano che prende spunto dalla sua vita, un racconto intimo, la storia di un rapporto nato per caso diventato indissolubile.

Che sapore ha per te questo brano?

Il sapore dell’amore che è il sentimento più importante di cui oggi si sta perdendo il valore perché la società tende a un modello sociale sempre più improntato all’egoismo. Amore per me significa cooperare per il benessere comune.

Dal punto del sound, che tipo di lavoro è stato insieme ai producer Stefano Ferrari e Ale Porro?

Stefano e Ale mi hanno inizialmente fatto incidere la linea melodica senza le parole e attraverso questa spinta iniziale hanno indirizzato il singolo verso un sound accurato tra etnicità ed elettronica.

Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano?

Il canto per me è fonte di benessere ed equilibrio. Cantare per me è come dissetarmi, non potrei vivere senza. Fossi stata la Sirenetta della Disney non sarei stata in grado di patteggiare con Ursula mettendo in gioco la mia voce. Canto dalla mattina alla sera in modo spontaneo e naturale da quando sono piccola. E ascolto tanta musica, soprattutto del passato.

Eppure non ti definisci una cantante e nemmeno una cantautrice, bensì un’art singer. Come mai?

Lo faccio perché non riesco a etichettarmi solo con la musica. Essere una cantautrice per me non significa solo scrivere e cantare ciò che sento intensamente facendomi aiutare dalla recitazione, ispirandomi alla poesia e alla storia dell’arte, ma pensare anche al videoclip, ai costumi, alla scenografia, stile di inquadratura etc.

A livello di ascolti, tendi a cibarti di un genere in particolare oppure ti consideri piuttosto onnivora?

Ci sono dei generi che preferisco, l’r&b, il jazz e il rock. Onestamente il genere che non è molto nelle mie corde è il trap, ma da musicoterapeuta ascolto un po’ di tutto perché ritengo sia molto interessante capire cosa c’è dietro un brano, il sound, la linea melodica, tutto in musica deve essere ben calibrato come in una ricetta di cucina e ha un suo perché, anche con riferimento al contesto storico in cui viviamo.

Qual è la lezione più importante che senti di aver imparato dalla musica fino a oggi?

Che la musica mi rende libera di esprimermi e di essere me stessa. 

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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