Achille Lauro, Noemi, Le Vibrazioni: i veterani di Sanremo 2022

Cosa vuol dire essere veterani: la lezione di Achille Lauro e gli altri

Sanremo 2021, la terza serata. Ancora Ermal, emozione Orietta 2
Achille Lauro, Emma Marrone alla terza serata del 71 Festival di Sanremo. Foto di Marco Piraccini

Achille Lauro non è il solo: anche Noemi e Le Vibrazioni, ormai, sono nomi che quando arriva febbraio sentiamo spesso circolare nell’aria sanremese. Il Festival, d’altra parte, ha sempre avuto i suoi habitué, quelli che amano l’adrenalina della gara e che talvolta non si sentono per undici mesi all’anno. Non è questo il caso di Achille Lauro che, sebbene sia di fatto alla quarta partecipazione di fila e a Sanremo debba molto, non ha ormai certo bisogno del Festival per acquisire popolarità. Andare a Sanremo, però, è una filosofia di vita. Inevitabilmente questa si interseca con al voglia di superare ogni record di partecipazione, ma prima di tutto a guidare i veterani verso la gara è l’emozione della sfida con se stessi.

Continuiamo allora il nostro viaggio verso Sanremo 2022 analizzandone i Big in gara.

Questa settimana ci dedichiamo proprio ad Achille Lauro & co, ossia agli habitué.

Quelli che potremmo ormai chiamare anche i “veterani”. Tanto rock e spregiudicati in certi casi, quanto timidi nel privato, per cui la musica li aiuta a superare ogni paura.

Dicevamo in effetti che Achille Lauro è al quarto Festival di fila, considerando anche l’edizione 2021 in cui è stato guest star fuori concorso. Ecco, forse questo ruolo lo rende un po’ meno simpatico. È davanti agli occhi di tutti l’ammirazione di Amadeus nei suoi confronti. Lo si è evinto anche dalla serata de L’anno che verrà: Achille Lauro può cantare qualunque cosa che ormai è considerato oltremodo un modello musicale italiano. E pensare che la sua storia sanremese era iniziata in un modo decisamente lontano dal poter essere un esempio per i giovani. Ancora era poca la sua popolarità, quindi chiunque si permetteva di sentenziare sparando a zero. La sua Rolls Royce, infatti, fu accusata (non solo da Striscia la notizia) di essere un inno alla droga pieno di allusioni nemmeno troppo metaforiche. In effetti non era il massimo dell’eleganza esasperare così il concetto di denaro e ricchezza, ma da lì a interpretarlo come sostegno alla droga è francamente troppo. Anche perché i suoi testi raccontano realtà, anche crude talvolta, ma di sicuro non incitano a niente di tutto ciò.

Non arrivò sul podio e non lo fece nemmeno l’anno successivo quando era a quel punto tra i favoriti con Me ne frego. A questo punto, se non altro per scaramanzia, fossimo in lui non conteremmo più di tanto in un successo di classifica.

Le prime due partecipazioni a Sanremo hanno significato moltissimo per la carriera di Achille Lauro, che quest’anno canterà Domenica.


Sarà accompagnato dall’Harlem Gospel Choir.

Provocatore e sorprendente nella scelta di stili musicali ogni volta sempre diversi, Achille Lauro è ormai una garanzia per Sanremo come il Festival è una certezza nel suo percorso. Del resto se dal punk rock della periferia romana e dai litigi con Antonella Elia a Pechino Express è arrivato a essere uno degli artisti più quotati, molto è merito dell’Ariston.

Settima partecipazione in tredici anni per Noemi, quest’anno in gara con Ti amo non lo so dire.

Ogni volta è accreditata come una possibile vincitrice, eppure a podio ci andò solo nel 2012, quando gareggiò con Sono solo parole.

Voce graffiante, calda, avvolgente e coinvolgente: Noemi è la veterana rassicurante per chiunque.

Accendi la tv in qualunque momento dell’anno, vedi Noemi e ti chiedi se sia già arrivato il momento di Sanremo.

La cantante romana tiene davvero tanto al Festival e non lo ha mai nascosto. Una vera botta di adrenalina ogni volta che non smette di emozionarla. Ma lei, più forte di ogni ansia, ha sempre saputo mascherare bene ogni agitazione, che non si sarebbe mai saputa se non fosse stata raccontata da lei stessa dopo le esibizioni.

L’esordio sul palco dell’Ariston fu nel 2010 con Per tutta la vita. Nel 2014, anno di doppia esecuzione, portò Un uomo è un albero e Bagnati dal sole. Con questa si classificò quinta. Nel 2016 commosse con La borsa di una donna, scritta per lei da Masini. Nel 2018 arrivò solo quattordicesima con Non smettere mai di cercarmi. Lo scorso anno ci riprovò con Glicine, ma clamorosamente arrivò ancora lontana dal podio. Sarà questo finalmente l’anno buono? Per gli amanti della statistica, va detto che una donna solista non vince dal 2014. Non è ancora un record, ma è un tempo abbastanza lungo per poter credere che prima o poi la ruota possa girare. Magari a favore di questo straordinario talento dai capelli rossi.

Anche Le Vibrazioni, ormai, sono da considerarsi veterani a Sanremo.

Certo le loro tre partecipazioni precedenti (quattro se si considera quella da solista di Sarcina nel 2014) sono pochissimo rispetto a quelle di altri Big in gara. Tuttavia, dopo la prima volta nel 2005 (Ovunque andrò), la band milanese sembra avere cambiato atteggiamento dopo la reunion. Da quel momento sono arrivate Così sbagliato nel 2017 e Dov’è, nel 2020. Con questa struggente poesia personale arrivarono quarti sfiorando di pochissimo il successo, vista la popolarità ottenuta al televoto, poi decisivo nella tripletta finale. Quest’anno saranno in gara con Tantissimo.

Insomma anche per loro il Festival è diventato un appuntamento fondamentale. Sono finiti i tempi in cui i gruppi snobbavano il Festival. Merito anche di Conti, Baglioni e Amadeus che, negli ultimi sette anni hanno saputo creare format e quindi cast all’altezza della storia sanremese. Oggi essere al Festival è ancora un onore, dove tutti vogliono ovviamente vincere. Un modo per esprimersi completamente, superando le proprie insicurezze. Lo sanno bene Achille Lauro, Noemi e Le Vibrazioni, che hanno ottenuto un podio in undici partecipazioni totali. Ma chissà cosa accadrà quest’anno…

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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