Viaggio tra arte e musica: Sandro Scarmiglia

L’Arte semplice ed essenziale di Sandro Scarmiglia

L’arte da sempre è stata oggetto di trasformazione ed evoluzione. Ogni artista, in tutte le epoche ha plasmato le proprie rappresentazioni artistiche a immagine e somiglianza di un contesto e un’epoca in cui viveva.  Ma vorrei soffermarmi in particolare sull’arte essenziale. Un’estasi della materia, dove nell’opera la materia esce fuori di sé per essere quello che è. L’arte essenziale pone ogni individuo alla radicalità delle questioni fondamentali dell’arte, del pensiero e della vita stessa.

Tratti caratteristici sono una sobrietà del gesto, una distanza dalle modalità spettacolari e comunicazionali a favore di un silenzio creativo, seppur contornato da un brusio di un racconto e della storia. Conta solo l’essenza di un gesto e di un contorno che si crea dietro al gesto stesso e all’opera.

Viaggio tra arte e musica: Sandro Scaramiglia
Sandro Scarmiglia con l’opera Germocavo

Musica e arte hanno lo stesso obiettivo cioè quello di trasmettere un’essenza celata dietro due formule di linguaggio differenti. Prendiamo ad esempio il jazz con l’arte essenziale, entrambe sono composte da pochi elementi ma che portano con sè un mondo di emozioni.  I più bei brani jazz spesso sono stati composti solo con poche note, ma proprio perché erano le note giuste hanno dato vita a brani formidabili. Ho avuto il piacere di entrare nell’affascinante mondo dell’artista Sandro Scarmiglia. Artista romano, ha conseguito gli studi di pittura all’Accademia delle Belle Arti di Brera.

Sempre alla continua ricerca di nuove sperimentazioni di una pittura materica, focalizzando la sua materia d’indagine di uno spazio tattile e visivo che lo spinge verso forme semplici ed essenziali.

Le tue opere richiamano molto un mondo musicale? Le forme delle tue opere si rifanno a strumenti musicali Cosa rappresenta per te la musica?

La musica è importante. La musica è quell’elemento che ognuno di noi porta dentro, è più metafisico che tangibile, l’arte plastica puoi toccarla, mentre la musica entri in contatto attraverso l’udito ed è un qualcosa di puramente trascendente ed emozionale.

Quanto influisce la musica nei tuoi processi creativi?

La componente musicale nel mio lavoro è preziosa, non solo perché quando lavoro ascolto musica, ma perché all’interno della composizione, in qualsiasi circostanza sia nella pittura che nelle sculture, mi pongo in termini musicali, ossia, ho uno spazio come se fosse uno spartito, vado ad aggiungere degli elementi ritmici e delle note che sono i punti di colore. Mi piace lavorare su forme molto semplici, la parte che mi interessa di più non è la scultura o l’oggetto in sé, ma l’allestimento che vado a creare e l’atmosfera che nasce intorno ad essa. È bello vedere quanto un opera può cambiare a seconda delle diverse ambientazioni e composizioni. Ogni elemento è come se fosse una particella della composizione.

Hai un genere musicale a cui sei legato?

Si, non ho una grande cultura musicale, ma cerco di ascoltare musica di qualità. Quella che prediligo è la musica jazz che riesce ad abbracciare tantissimi altri generi. Il jazz è fondamentale per creare nuovi stimoli musicali perché racchiude dentro tante componenti

Osservando alcune delle tue sculture alcune richiamano le forme di alcuni strumenti musicali come ad esempio la tua opera “la chiacchiera” potrebbe rievocare la canna di un organo…

L’idea della musica c’è sempre nel mio lavoro. E adesso sto cercando di introdurla come parte integrante delle mie opere, come parte di un insieme. Vorrei che fosse composta una musica dove il musicista si ritrova a creare proprio mentre guarda le mie opere, nella suggestione delle forme.

Viaggio tra arte e musica: Sandro Scaramiglia 1
Sandro Scarmiglia opera: Comari (La chiacchiera)

Come definisci la tua arte?

Pura, semplice ed essenziale

Hai un’ambizione per la tua arte?

Mi piacerebbe riuscire a trovare nella mia arte quegli elementi che trascendono un po’ quello che è la circostanza temporale, ecco perché la chiamo essenziale, cerco quel filo conduttore che appartiene a tutti, un’essenza di quei momenti che con sè porta la storia dell’arte. Io lo faccio con le mie forme molto elementari e semplici. Perché ogni momento storico ha i suoi modi i suoi archetipi, mi piacerebbe togliere tutto questo e rimanere sulla struttura e sull’osso che perdura. È una mia ambizione lo so!

Articolo a cura di Melissa Brucculeri 

 

Condividi su:
Redazione
Redazione
La Redazione di Musica361 è composta da giornalisti, scrittori, copywriter ed esperti di comunicazione tutti con il comune denominatore della professionalità, dell'entusiasmo e della passione per la musica.
Top