Vedere la Musica: Rita Cigolini

La “pasionaria”: la fotografa che vuole stare in mezzo alla gente

Vedere la Musica: Rita Cigolini
Leena Conquest artista musicale (Foto © Rita Cigolini)

Rita Cigolini, artigiana della fotografia, non ama che si dica che è “arrivata” perché il viaggio non finisce mai, dice lei. Trentacinque anni di carriera in cui ha collezionato moltissime e disparate esperienze, che l’hanno arricchita e forgiata, nel fare quello che ama. Rita è una vera “pasionaria” della fotografia che fa di ogni incontro, un’opportunità.

Crede nel gruppo e nello scambio, dove non conta l’età, ma la voglia di rimettersi in gioco, di confrontarsi e imparare qualcosa di nuovo. Rita è una vera professionista, instancabile, divertente e ironica che sa guardare all’altro con il rispetto dovuto, con la consapevolezza di avere il privilegio di indagarne l’anima.

Perché la fotografia è diventata il tuo mestiere?

Avevo vent’anni, facevo la commessa e, a un certo punto, ho avuto una crisi esistenziale. Mi sono chiesta che cosa volessi fare della mia vita, realizzando che in qualche modo “ero solo parcheggiata”, ma non stavo andando da nessuna parte. Nella confusione, decisi di fare quello che mi rendeva felice e che amavo: la fotografa. Sono trascorsi trentacinque anni, era una vita fa. Erano gli anni d’oro a Milano, quelli degli studi prestigiosi, delle grandi occasioni e gli ambienti elitari, nei quali cercavo di entrare a seguito dei grandi, facendo l’assistente. Volevo imparare il più possibile e orientarmi per capire quale fosse il mio preferito, affamata di esperienze che ricercavo con determinazione. Bisognava cogliere al volo l’attimo, accettando di essere pagata con pacche sulla spalla, o al massimo, con rimborsi: il vero “guadagno” era l’occasione, che non volevo perdere, mai. Capii da subito che mi attirava il life style, che non volevo fare moda e che amavo, perdutamente, le persone. Il mio ideale era stare in mezzo alla gente e ancora oggi quello che preferisco, è il ritratto.

Hai fotografato la musica?

L’incontro con la musica è stato casuale, grazie a un amico che si occupa di Free Jazz, genere musicale, che non conoscevo per niente. Andai al Blue Note per lavoro e ne uscii stordita. Non credo di avere apprezzato il concerto veramente, ma mi ero innamorata completamente dei musicisti. Ricordo in particolar modo una giapponese che esile e delicata, quando suonava, si trasformava in pura energia. Ho capito, che la musica non chiedeva di essere capita, ma di travolgermi. Ovviamente per me che non sono un musicista, l’unica possibilità per quella forma d’arte era di lasciarmi prendere e trascinare nel suo mondo utilizzando le mie immagini per “fissare” attimi intensi e unici. Un incontro tra la musica e la fotografia, fluido e scambievole, perché l’arte non conosce separazioni ma contaminazioni. In seguito ho scattato fotografie di questo genere, soprattutto con artisti stranieri e se capiterà ancora, ne sarò ben contenta!

Vedere la Musica: Rita Cigolini

Vedere la Musica
Hamid Drake percussionista (Foto © Rita Cigolini)

Ogni fotografo firma in modo inequivocabile i suoi scatti, invitandoci, idealmente, a un “viaggio” che lo racconta. Che tipo di viaggio si fa con Rita Cigolini?

Un viaggio senza fine e senza meta, un viaggio che sorprende che non è mai definito ma quel che conta succede lì e ora, senza chiedersi domani cosa accadrà. Un cammino dove ci si lascia sorprendere, dall’imprevisto, dal non immaginato… Un bagaglio leggero, per andare ovunque con cuore e occhi aperti, lasciandoci guidare dalla strada. Perché non si smette mai di imparare.

Hai un’importante carriera e un bagaglio d’esperienza incredibile. Oggi qual è la fotografia che preferisci?

Amo le persone e il ritrarle, mi rende felice. La mia sfida, è un ritratto che non sia semplicemente “bello”, ma vero. Vado alla ricerca dell’essenza della persona che ho di fronte, con pazienza e in punta di piedi. Mi avvicino concedendo il tempo di mettersi a proprio agio, un divenire, una magia che mi permette di trovare la strada per entrare in sintonia con la personalità del mio soggetto.

Ci sono state persone significative, che hanno segnato la tua carriera?

Tante persone e tanti momenti: tutte le persone che ho incontrato sono state importanti. Ognuna di loro mi ha obbligata a trovare soluzioni, a cambiare, ad adattarmi. Sono grata a tutti per avermi arricchita, fatta crescere e migliorare. C’è sempre uno scambio, quando si entra in empatia e ci si regala qualcosa, vicendevolmente.

Trentacinque anni di esperienze diverse, hanno fatto di te la fotografa che sei. Mi racconti il tuo percorso?

Per circa sei anni ho fatto video, una cosa bellissima che mi ha divertita e fatta crescere. Il mio viaggio, forse, è questo: ho fatto esperienza di tutto, senza fermarmi davanti al fatto che fosse una novità.  Ho provato anche la produzione, quindi la parte pratica, che non era propriamente il mio “massimo”, ma ho voluto mettermi alla prova e sperimentare, imparando moltissimo. Sono convinta che tutto serva e che sia stata una rete di esperienze, le più disparate, a portarmi fin qui, dove ho realizzato i miei sogni e trovato il modo di fare ciò che amo.

Vedere la Musica: Rita Cigolini Eri Yamamoto
Eri Yamamoto pianista (Foto © Rita Cigolini)

“Rita deve ringraziare Rita, per la sua voglia di fare e accettare le sfide. Tutt’ora, se mi si chiede di fare un lavoro che non conosco, torno a fare l’assistente, per imparare”.

Non mi ritengo arrivata, il mio viaggio è senza fine. S’impara da tutti e sono intrigata dai giovani, che riconosco, essere molto creativi. Non mi sottraggo alla possibilità di lavorare con loro, anzi, sono affascinata. Spesso, capita, che sia proprio un giovane art director, a dirigermi. Questo non m’infastidisce per niente e non parto mai dal presupposto di saperne di più in virtù dell’esperienza. Credo nella forza del gruppo e, da sempre, ho cercato di fare team con tutti. Il gruppo diventa invincibile quando si lavora, senza voler prevaricare l’altro, ma con l’obiettivo comune per il raggiungimento dello stesso risultato. Le collaborazioni sono importanti e irrinunciabili, regalandoci la possibilità di guardare da un’altra prospettiva.

Se sei te a essere fotografata, come reagisci?

Malissimo, non ho una fotografia mia che mi piaccia. Forse per questo ho il massimo di rispetto per le persone che fotografo. Ho fatto tante foto aziendali, dove monti un set e in pochi minuti fai foto, quasi asettiche. Lì devo capire al volo e prendere il meglio, cercando di  trovare quale sia la posizione migliore, che mette a proprio agio il soggetto. Con quest’esperienza, ho capito che ci sono posizioni che rilassano il corpo aiutando anche il viso, che cambia completamente. C’è, infatti, una connessione tra viso e corpo e come lo sguardo tradisca, sempre, quello che proviamo.

Rita Cigolini
Napoleon Maddox (Foto © Rita Cigolini)

Rita e la musica…

Ne ascolto tanta, ma di generi diversi a seconda del momento e dell’umore. In questo periodo sto ascoltando musica classica, che mi rilassa e mi predispone alla concentrazione. La mattina, per prima cosa scelgo il genere e lascio che una selezione casuale, come il viaggio, mi sorprenda.

Ci salutiamo, con la promessa di incontrarci non appena sarà possibile, perché c’è tanto ancora da dire e – come dice Rita- il viaggio non finisce mai…grazie

Articolo a cura di Paola Ferro 

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