Valentina Sguera, She!nothing indaga sull’ombra oscura che è in ognuno di noi

Intervista alla paladina dell’Alternative Rock che ci ha parlato dei suoi ultimi singoli

Valentina Sguera, in arte She!nothing, ci ha parlato del suo ultimo singolo “The God Undercover” uscito il 27 Marzo, dopo “Ray of Light” uscito il 14 Gennaio, mentre per il 28 maggio è atteso “The Monster”. “I’m not what I seem go deeper and deeper…” ovvero “non sono come sembro andando in profondità…”, questa è la premessa per un tris di brani che affrontano il tema delle mostruosità celate dentro di noi. Un sound ricercato in cui il basso elettrico, suonato dall’artista e produttore Paolo Fattorini, delinea una traiettoria stilistica che non lascia spazio a fraintendimenti.. that’s Alternative Rock!

Ciao Valentina, è appena uscito il tuo ultimo singolo The God Undercover vuoi parlarcene?

Fa parte di tre brani (gli altri sono Ray of Light e The Monster) che affrontano la mostruosità che è dentro di noi, sono partita con Ray of Light in cui si dice “I’m not what I seem go deeper and deeper…” ovvero non sono come sembro andando in profondità. Come filo conduttore c’è un’ombra che è difficile da accettare e questi tre brani parlano di questa tematica.

Ci sono delle differenze rispetto al precedente Ray of Light?

Io stavo seguendo un altro progetto completamente diverso da questi tre brani, ma mi piacevano molto, sia per il tema trattato che per il sound, insieme al mio produttore Paolo Fattorini, che suona anche con me, abbiamo deciso comunque di farli uscire. Questi tre brani a differenza del precedente album hanno un sound più ricercato: è Alternative Rock!

Il terzo uscirà il 27 maggio e si chiamerà The Monster…

Esatto, si chiama così perché parla della mostruosità che c’è dentro ognuno di noi: il terzo brano è proprio la rivelazione della tematica principale.

Una mostruosità anche positiva, che in un certo senso attrae?

Sì, perché dentro di noi abbiamo luci e ombre, la prima è la parte più facile da ascoltare e da accettare, la parte in ombra è quella che con più difficoltà è compresa. Ma siccome esiste la luce, esiste anche il buio, sono due cose complementari.

Quali sono i tuoi gruppi di riferimento?

Sicuramente PJ Harvey, Nick Cave i Foo Fighters, inoltre mi piace moltissimo Diamanda Galás, questo è il genere… per quanto riguarda gli italiani posso dire gli Afterhours degli anni ’90.

Segui il Festival di Sanremo, che negli ultimi anni è molto cambiato?

Sinceramente non l’ho mai seguito, e da quello che ho potuto vedere online non mi sembrano proposte alternative mi sembrano molto in linea con il genere Pop. La società è cambiata e Sanremo si è finalmente adeguato alla società, però comunque io non vedo proposte veramente alternative, i contenuti non ci sono, io sono Alternative Rock dura e pura.

E i vari Talent ti interessano?

No, non sono nelle mie corde. Non mi piacciono, li trovo scontati: sono sempre le stesse cose.

Le donne nel tuo ambiente come sono viste?

Ne ho parlato recentemente in un reel che ho fatto su Instagram, diciamo che la donna continua a essere vista associata a un genere melodico, sicuramente non Alternative Rock e poi, siccome è una società in cui dobbiamo per forza mostrarci, la donna nel Pop riesce sempre meglio, basta guardare Sanremo. Sicuramente è un ambiente maschilista, ma le donne non si mettono in una condizione tale da fermare questa condizione: è una dinamica che si crea e non c’è niente da fare.

Prima di salutarci puoi parlarci dei tuoi prossimi progetti?

Sto preparando un progetto che parla di arte contemporanea e vedrà anche la realizzazione di uno spettacolo insieme al mio produttore Paolo Fattorini, il tutto sarà realizzato tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

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Ruggero Biamonti
Ruggero Biamonti
Autore con esperienza decennale presso importanti realtà editoriali quali Rumors.it (partner di MSN), Vivere Milano, Fondazione Eni e Sole 24 Ore Cultura, si occupa di temi che spaziano dall'intrattenimento al lifestyle.
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