Stefano Nardon, “Rootless Tree”: ascoltare il cuore per prendere la giusta decisione

Stefano Nardon 1

Dopo aver debuttato con il singolo “On the Way Home” a gennaio 2023 e aver pubblicato i brani “Thunder”, “Castelli” e “Bread Crumbs”, il virtuoso compositore, cantautore e polistrumentista Stefano Nardon ha rilasciato un nuovo tassello nel suo percorso musicale: “Rootless Tree”…

Ciao Stefano, parla un po’ di te agli amici di Musica361…

Ciao a tutti gli amici di Musica 361 mi chiamo Stefano Nardon e sono un musicista polistrumentista classe ’96 da Vicenza. Da circa un anno ho cominciato a pensare ad una carriera da solista e a pubblicare i miei brani. Compongo, scrivo e registro tutto a casa, il mio sogno è quello di condividere la mia arte con voi in live. Sono consapevole che non è facile riuscire a vivere di musica, ma è la mia più grande passione e ci voglio provare con tutto me stesso.

Suoni più strumenti, tra questi la kalimba che abbiamo sentito nel brano Thunder, uno strumento molto particolare…

Il mio percorso musicale comincia quando avevo 6 anni suonando con mio padre la batteria e le percussioni ogni sera nella ‘’stanza della musica’’. Ho avuto la fortuna di nascere in un ambiente molto fertile per lo sviluppo della mia personalità artistica avendo molti strumenti intorno a me a disposizione. Ho imparato senza imposizioni semplicemente divertendomi e sperimentando suoni nuovi. Ho ancora questa curiosità che mi ha spinto a frequentare il conservatorio per approfondire lo studio del pianoforte, ma continuo a suonare anche la batteria, le percussioni e la chitarra. Per registrare i miei brani suono tutti questi strumenti e a volte inserisco dei suoni inusuali come quello della kalimba che è uno strumento africano.

Ti ispiri a diversi generi (Jazz, RnB, Soul e Funk) ce n’è uno in particolare di riferimento?

Il jazz e il soul sono i generi musicali in cui mi sono immedesimato di più perché quando suono mi sento veramente me stesso e quando improvviso sto raccontando la mia storia.

Quali sono i cantanti o i gruppi che ti hanno maggiormente ispirato?

Stevie Wonder, Herbie Hancock, Jeff Buckley

Hai fatto parte di un gruppo, gli Sticky Brain, preferisci esibirti in gruppo o da solista?

Suonare in gruppo è davvero bello perché c’è ‘’interplay’’ , ci si ascolta e si cresce collettivamente facendo squadra, mentre esibirsi da solista è come mettersi a nudo davanti ad un pubblico e mostrare quello che sei senza filtri.

Recentemente è uscito il tuo singolo Rootless Tree, ce ne vuoi parlare?

Questo brano è nato in un momento difficile della mia vita in cui non sapevo più quale strada prendere e mi sentivo come un albero senza radici alla ricerca di un posto in cui stare bene. Così ho ascoltato il cuore e ho preso la giusta decisione.

Un pezzo ricco di suggestioni e di metafore (la mancanza di radici,  la ricerca dell’acqua)… Tutto è iniziato suonando il riff come un mantra indiano per scacciare i cattivi pensieri, la musica quindi ha un potere salvifico?

Per me la musica è come un’altra dimensione. È sicuramente un pregio perché riesco ad affrontare i momenti belli e brutti in maniera creativa producendo qualcosa, però a volte sto così bene in questa dimensione che mi allontano dalla concretezza e dalla realtà.

Preferisci cantare in italiano o inglese?

Nonostante la mia lingua madre sia l’italiano, anche l’inglese mi stimola molto. Scrivo i testi cercando una coerenza ritmica e melodica con la base strumentale e scelgo la lingua che valorizzi di più il significato e la musica.

Oggi spopolano i talent, cosa ne pensi?

Penso che i Contest e i talent possano essere un buon trampolino di lancio. É un buon modo per crearsi dei contatti in ambito professionale. Sono convinto che il talento debba essere sempre affiancato al duro lavoro e questo fa la differenza nella carriera di un artista.

Siamo ancora in periodo sanremese, l’hai seguito, c’è qualche artista per il quale hai fatto il tifo?

Ho seguito Sanremo e non ho fatto il tifo per gli artisti perché li ho trovati molto omogenei tra di loro. Sarebbe bello assistere ad un festival più variegato non solo dal punto di vista stilistico o estetico. Essendo uno show televisivo è normale vedere dei colpi di scena in diretta, solo che non mi aspettavo fosse così prevedibile dal punto di vista musicale.

Prima di salutarci parlaci dei tuoi prossimi progetti.. 

Attualmente sto per pubblicare il mio primo album da solista che vedrà anche una collaborazione internazionale. Parallelamente sto collaborando con un’etichetta ‘’Time To Play Records’’ per la produzione di un vinile di musica house elettronica e da poco è nato anche un quartetto jazz con dei musicisti davvero formidabili che si chiama ’Wabi Sabi’’. Non vedo l’ora di concretizzare tutti questi progetti dei quali comincio a vedere già i risultati positivissimi. Un abbraccio forte a tutti gli amici di musica 361 ! Il vostro Stefano

LEGGI ANCHE > Chiara Turco: “Non è mai la fine del mondo” se c’è la voglia di restare tutti uniti

 

 

Condividi su:
Ruggero Biamonti
Ruggero Biamonti
Autore con esperienza decennale presso importanti realtà editoriali quali Rumors.it (partner di MSN), Vivere Milano, Fondazione Eni e Sole 24 Ore Cultura, si occupa di temi che spaziano dall'intrattenimento al lifestyle.
Top