Note di Regia: Tommaso Sacchini

Mi ha in particolare colpito la forza che la musica ha sulle immagini, al punto da riuscire a trasformare l’atmosfera

Note di Regia: Tommaso Sacchini ho notato che una scena poteva cambiare totalmente sulla base della musica che montavo
ho notato che una scena poteva cambiare totalmente sulla base della musica che montavo

Video-documentarista, sceneggiatore, disegnatore e fumettista Tommaso Sacchini che nei primi anni del nuovo secolo ha iniziato il suo viaggio verso la regia dopo aver studiato presso la Scuola internazionale di Comics di Firenze, indirizzo fumetto, e sceneggiatura con Matteo Casali.

Nel 2011 viene nominato vicepresidente per l’associazione culturale Golconda Group e nello stesso anno realizza il corto animato interattivo “Io cresco” per Eli Lilly. La sua passione per l’arte lo ha poi portato a studiare psico teatro con Alejandro Jodorowsky e successivamente con Marco Greco presso la scuola di Psicodramma di Torino.

Sacchini vanta il Premio Rodolfo Sonego 2013 la Lago Film Festival per la sceneggiatura di “Il rappresentante”, suoi anche alcuni dei video di Rifle, Gucci, Gas, Cavagan e Uno Media Communication e gli spot di altrettanti importanti brands. I suoi nuovi progetti li racconta Tommaso Sacchini nella seguente intervista.

Tommaso ci racconti i tuoi esordi come regista?

In realtà io ho iniziato la mia vita professionale come sceneggiatore.  Nel 2012 ho vinto un premio in denaro finalizzato allo sviluppo di un cortometraggio. La mia attività come regista è nata in quel momento.

Durante la fase di montaggio, per me un’attività nuova, ho notato che una scena poteva cambiare totalmente sulla base della musica che montavo. Mi ha in particolare colpito la forza che la musica ha sulle immagini, al punto da riuscire a trasformare l’atmosfera.

Che ruolo assume la musica all’interno del tuo prodotto?

La musica in realtà decide molto di quello che proviamo guardando l’immagine, facendo totalmente leva sulle emozioni dello spettatore. Saper utilizzare musica e immagini conferisce un potere incredibile.

Note di Regia: Tommaso Sacchini Saper utilizzare musica e immagini conferisce un potere incredibile
Saper utilizzare musica e immagini conferisce un potere incredibile

Circa cinque anni fa mi sono trovato a girare la presentazione del Montecatini Film Festival, alle Terme del Tettuccio dove Fellini ha girato 8 ½ (otto e mezzo), insieme a Luce Cardinale, nipote di Claudia Cardinale e improvvisando tutta una serie di immagini ho deciso di inserire una traccia di Davide Friello che suona l’Handpan.

Il contributo di Davide ha permesso di creare un video così espressivo che mi è nata la voglia di farne altri. Io adoro riuscire a fare parlare le immagini senza parole, sul filo del cinema muto, sottolineando i non dialoghi con la musica.

Sto lavorando ad un progetto, che porteremo in tour partendo da Roma, che prevede la proiezione di una trilogia di video all’esterno sulle superfici di palazzi o altre di interesse, accompagnata con la musica dal vivo.

Nel privato in quali momenti ti accompagna la musica?

La musica per me ha anche un’importanza a livello personale. Io amo disegnare e in particolare disegno gli story board dei video che produco, quando faccio questo tipo di attività ascolto moltissima musica.

Spotify premium è stata quindi una scelta obbligata per me, perché mi piace anche un certo livello di qualità. Sono riuscito così a spaziare tra tantissime proposte. La musica per me si divide in due categorie: quella che mi piace e quella che non mi piace!

Note di Regia: Tommaso Sacchini

Note di Regia: Tommaso Sacchini Spesso l’emozione è generata da concetti minimali.
Spesso l’emozione è generata da concetti minimali.

Spesso mi sveglio con una canzone in testa e poi seguo quel filone durante tutto il giorno. La stessa cosa la faccio con i film: spesso scelgo un regista e mi guardo tutti i suoi film.

Per me è una fase di studio, in particolar modo mi interessa l’evoluzione professionale che riesco a leggere tra il primo e l’ultimo film montato. Ovviamente cerco di riprendere l’elemento che mi colpisce e di inserirlo all’interno del mio lavoro.

Tra lungometraggio, videoclip, corti pubblicitari qual è il prodotto che senti più tuo?

Il lungometraggio è un’opera per cui ancora non ho la giusta maturità. Produrre un lungometraggio significa essere presenti e condurre tutte le fasi nei vari ruoli. Sono circa sei mesi di lavoro intenso e che richiede grande impegno.

Mi piace moltissimo invece fare videoclip anche con tagli e tempi più lunghi rispetto a quelli commerciali, tengo inquadrature lunghe 30 secondi allo scopo di generare una riflessione introspettiva allo spettatore.

Essere sempre intrattenuti da immagini in movimento non ci permette di entrare dentro noi stessi. I maggiori spunti artistici che ho visto realizzati e quelli che sono nati in me sono nati da momenti di noia, perché sono costretto a trovare una soluzione originale all’apatia generata dal momento di fermo.

Nel mio lavoro poi, come del resto nella musica, la cosa importante è saper togliere e non aggiungere. Alleggerire aiuta ad ottenere un risultato finale ottimale. Spesso l’emozione è generata da concetti minimali.

Articolo a cura di Veronica Ruggiero

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