Note di Regia: Leo Di Mauro e il primo amore

Leo Di Mauro: “ho una passione innata per la musica”

Note di Regia: Leo Di Mauro e il primo amore
Leo Di Mauro alla regia di Crazy Club

Un primo amore la musica, poi diventata professione per Leo di Mauro regista radiofonico di RTL che da più di 13 anni si occupa della regia del programma Crazy club oltre che di quella di una delle radio più ascoltate d’Italia. Un percorso iniziato durante l’adolescenza, in piccole realtà locali, diventato poi una professione che Di Mauro porta avanti con grande entusiasmo. Spiritoso, spigliato e preparato il regista conduce anche alcuni programmi in particolare in fascia notturna fa da spalla ad Alberto Bisi in uno dei programmi storici di RTL, il Crazy club appunto. Il suo rapporto con la musica, la gioia di poter lavorare divertendosi, li racconta Leo Di Mauro nella seguente intervista.

Ci racconti la tua passione per la musica?

Ho una passione innata per la musica. Sono quelle passioni che ci portiamo dentro fin da quando siamo piccoli e che crescono con noi. Non sono un musicista, ma mi sono divertito a creare qualche progetto retro pop o house. Il mio rapporto con la musica non può che essere ottimo ovviamente lavorando in radio. Non ho in realtà un solo genere musicale preferito, però sono dell’idea che non sia vero che la musica è tutta bella. Mi piace la musica funk, il rock di un tempo, il reggae e il rap, un po’ meno il trap.  Sono un amante delle cose fresche. Negli ultimi anni fatico un pochino ad apprezzare la musica italiana, è un po’ tutta uguale e nel momento in cui qualcuno fa qualcosa di leggermente sopra la media è individuato come genio della musica.

Come è cambiato negli anni il tuo rapporto con la musica?

Oggi tutto è cambiato con le piattaforme digitali: ogni giorno vengono distribuiti un numero elevatissimo di brani. La musica è alla portata di tutto ormai, perché è sufficiente sapere usare un computer senza nemmeno avere delle nozioni di spartito. La tecnologia ha quindi facilitato la produzione, c’è però da adire che i dischi una volta avevano un po’ più anima, energia e fantasia. Quello che trovo strano è che spesso mi capita di sentire brani veramente geniali suonati da band sconosciute e autoprodotte, che nessun produttore ha il coraggio di appoggiare e non capisco se in realtà manchi il coraggio di distinguersi. Sembra quasi ci sia una sorta di timore ad andare a scoprire l’artista più ricercato o di nicchia. È come se si puntasse molto a omologarsi e sul commerciale.

Note di Regia: Leo Di Mauro e il primo amore la musica non è tutta bella
Non ho in realtà un solo genere musicale preferito, però sono dell’idea che non sia vero che la musica è tutta bella

I tuoi primi passi nel mondo della radio?

Da ragazzino ho iniziato nelle piccole radio con il classico programma di richieste. Sono entrato in RTL come regista. Siamo stati i primi a portare la radio in tv e onestamente lo racconto con una punta di orgoglio. Il canale si chiamava Hit Channel e io lavoravo in quella redazione. Chiuso qual progetto l’editore decise di unificare sotto il nome di RTL radio e tv, siamo stati i primi a mandare in onda i messaggi di testo che arrivavano da parte degli ascoltatori. Attualmente RTL è strutturata in due diverse regie: la parte audio, di cui io mi occupo, e la parte audio-video che va in onda in tv.

Note di Regia: Leo Di Mauro e il primo amore sono ammalato di radio
Sono probabilmente “malato” di radio e ascoltarla da ragazzo mi ha sempre stimolato la fantasia

Oggi la radio ha lo stesso appeal di un tempo o secondo te gli ascoltatori si sono orientati su un diverso tipo di intrattenimento?

Tutto poi cambia nel tempo e io mi sento molto legato al vecchio modo di fare radio. Sono probabilmente “malato” di radio e ascoltarla da ragazzo mi ha sempre stimolato la fantasia. Immaginare il mondo che c’è dietro ad una voce che parla mi ha sempre affascinato. Lo schiocco della penna del conduttore sul tavolo, un rumore di sottofondo mi portava immediatamente a cercare di immaginare cosa stesse accadendo in studio. Le generazioni oggi sono cambiate e i giovani si annoiano un po’ ad ascoltare senza guardare, sono più orientati verso la tv o i social media.

Articolo a cura di Veronica Ruggiero 

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