Kalu: vi mostro le mie “Foto sul muro”

Kalu “Foto sul muro” il primo album del rapper romano, foto come strumenti di autoanalisi, che, catturando solo un attimo, riescono a far riflettere su tutto il vissuto

Kalu - Foto sul muro - cover
Kalu – Foto sul muro – cover

Foto sul muro è il primo album di Kalu, rapper classe 2000, originario del X Municipio di Roma.

Ufficialmente in attività dal 2019, Kalu si è distinto calcando i principali palchi della capitale (Parco Schuster, Monk, Alcazar, Le Mura, Tevere Art Gallery, CSOA La Strada, Aurora, Teatro Jam, Container San Lorenzo e altri) e partecipando come ospite alla Urban Class 2021 a Milano, organizzata da Trapitaly e Propaganda.

Influenzato da un background prevalentemente hiphop muove i primi passi della sua carriera nel mondo del freestyle e pubblicando brani dal suono rap, che nel 2019 danno forma al primo EP Sogni di Cartapesta.

Successivamente inizia a lavorare con musicisti, contaminando l’anima rap con il cantato e gli strumenti suonati, nel solco di alcune ispirazioni statunitensi tra cui Mac Miller, Kota The Friend e Isaiah Rashad: il risultato è l’EP di sei brani “Un giorno sulla terra”, pubblicato nel 2022.

Dopo un periodo di sei mesi in Olanda, in cui si è confrontato con la scena locale in jam sessions tra il jazz e il rap, torna a Roma e nell’estate 2023 e inizia a lavorare a “Foto sul muro”.

L’album gira attorno all’idea di foto come strumenti di autoanalisi, che, catturando solo un attimo, riescono a far riflettere su tutto il vissuto. Le tracce riprendono con costanza il concept, declinato in varie sfumature, dalla malinconia («però adesso ho soltanto foto mosse») alla speranza nel futuro («non ho voglia di stare a parlare di foto belle ma invecchiate male»), insistendo sulla capacità delle foto di immortalare i ricordi («vecchie foto e mi ricordo chi sei: scordi la voce, i lineamenti e la faccia»), così come le canzoni.

Kalu “Foto sul muro"
Kalu “Foto sul muro”

Lo stile di scrittura è quasi visuale per come si sovrappongono immagini dettagliate di scene di vita quotidiana. La matrice del disco è rap, ma le produzioni curate da Baime, amico di lunga data dell’artista, spaziano dall’indie, al bedroom pop, passando per il blues e il folk.

La copertina, a cura di Flavia Zoe Ciliberto e lo stesso Baime, gioca sulla differenza tra la spensieratezza del bambino e dell’anziano e la cupezza dell’artista, disposti in ordine anagrafico.

Per proporre una promo al di fuori dei social che facesse immergere direttamente le persone nell’immaginario del disco, le settimane prima dell’uscita Kalu ha girato Roma, lasciando una bacheca di sughero su un cavalletto nei principali luoghi di aggregazione della città.

Kalu
Kalu

La bacheca, accompagnata dalla scritta «non ho voglia di stare a parlare di foto belle ma invecchiate male», ha attirato numerosi sconosciuti e l’artista, con una stampante portatile, ha dato loro la possibilità di attaccare fotografie di ricordi della propria vita personale, riempiendo la bacheca nel giro di pochi giorni.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

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Redazione
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