Irene Fargo racconta “Il cuore fa”

Irene Fargo ci regala la sua personale visione di Il cuore fa, un testo, a suo avviso, “spirituale” perché “fa pensare ad un’entità che possa dirigere i tuoi passi ed aiutarti nei momenti di difficoltà”. Nella vita, o per l’amore o per la salute, tutti abbiamo passato un momento di difficoltà.

Irene Fargo racconta "Il cuore fa"
Irene Fargo in concerto.

Se la lettura di Irene è spirituale, l’autore Umberto Rivarola, ha invece una visione molto più terrena però, come dice lei, ogni canzone può essere interpretata diversamente a seconda del proprio vissuto.

Il cuore fa

Oggi so che tu sei vittima del tuo coraggio
E ti senti figlio di un vento che non soffia più

Quando magari qualcuno che hai amato ti ha abbandonato, una storia dolorosa che è finita male…

Ogni giorno la vita si sveglia e ti prende in ostaggio
Ma chi dorme abbracciato ad un sogno non si sveglia più

A volte è meglio dormire, allontanare i pensieri, accantonare i problemi.

Puoi tenere il tuo lupo lontano dalla finestra (la sua frase preferita)
Puoi tenere le tue paure lontane e gestirle, imparare a superarle. Riconosci la tua paura e quindi la puoi gestire. Che sia così una paura che non ti blocca ma un punto di guarigione

Passeggiare in un cielo di vetro che odore non ha
Mentre tutte le cose del mondo ti passano dietro

Quando tu non ti accorgi e rimani lontano dalle persone, dagli affetti, dalla vita, quella che ti ha preso in ostaggio. Se ti estranei succede che…

Guardi un punto lontano cercando la tua identità
… cioè vorresti appropriarti della tua vita in modo da essere te stesso e vivere

Vieni giù togli la polvere dall’anima (la mia preferita)
La polvere cade comunque dall’alto e basta un soffio e non c’è più

Vieni giù respira l’aria della gente
Occupati di noi, di tutti noi,

Solo tu puoi conciliare il tutto con il niente
Solo tu perché hai creato tutto. Io l’ho intesa come Dio ma l’autore invece l’ha intesa come quello che ha passato tutte queste cose cioè il protagonista della storia quindi “vieni giù” nel senso di scendi con i piedi per terra

Sai benissimo che il cuore non pensa, il cuore fa
Il cuore non pensa e viene fuori l’istinto a volte che ti porta a fare delle cose che la mente, razionalmente, non ti farebbe fare

Quando provo davvero la gioia spietata del mondo
Quando vedi gli altri che ottengono dei risultati che tu invece non riesci a condividere. Quelli che pensano al denaro, alla fama è la gioia spietata, secondo me

Sento il sangue che gira veloce, non rallenta più
Il sangue è comunque essere vivo e quindi sentire che il proprio corpo ha bisogno di un movimento. Il nostro corpo ha bisogno della velocità del sangue e quindi gira veloce significa che sei proprio al limite

Preferisco la mia confusione alla tua solitudine
Io percepisco la confusione come la mancanza di relazioni con il resto del mondo. Adesso si parla molto del virtuale, ti arrivano i contatti, i loro messaggi ma non conosci le persone, conosci solo le loro parole, quello che vogliono far emergere di se ma non conosci loro. Il mondo di oggi crea solitudine e infatti la canzone continua con…

Ogni giorno ho una vita diversa e non chiedo di più
Nel senso che non mi interessa relazionarmi con gli altri in questo modo. Non voglio le trappole del web, non voglio la vita che non è reale

Vieni giù togli la polvere dall’anima
Vieni giù respira l’aria della gente
Solo tu puoi conciliare il tutto con il niente
Sai benissimo che il cuore non pensa, il cuore fa.

Preferisco la mia confusione…

Vieni giù togli la polvere dall’anima
Vieni giù respira l’aria della gente
Solo tu puoi conciliare il tutto con il niente
Sai benissimo che il cuore non pensa, il cuore fa.

Irene Fargo racconta "Il cuore fa" 1Perché hai scelto questa canzone?
Ho fatto fatica a sceglierla perché lui ne ha scritte quattro per me e sono una più bella dell’altra però poi la scelta è caduta su questa semplicemente perché da il titolo all’album

Come hai conosciuto Umberto?
L’ho incontrato qualche anno fa durante una serata a Brescia in cui avevamo cantato anche una canzone classica natalizia in dialetto. Charlie Cinelli ha scritto un testo in bresciano e quindi lo abbiamo cantato stile We are the world e io mi ero divertita tantissimo. La prima che ho sentito è stata Harem, poi mi ha fatto ascoltare L’amore fa risplendere e lì ho capito che lui era un autore che scriveva con le mie corde.

Come hai scelto i testi del tuo album?
Avevo voglia di cantare qualcosa di spirituale, la scomparsa poi di papà lo scorso marzo ha condizionato sicuramente la scelta dei testi. La perdita di una persona cara è quell’aspettativa che non hai più, quella persona che non puoi più vedere ma che, per fortuna nel mio caso, posso vedere attraverso le sue opere perché papà era un pittore.

C’è un omaggio a papà nell’album?
La presenza di Battiato è dedicata a lui anche se non esplicitamente.

Il dipinto in copertina potrebbe essere una citazione a lui?
Pensa che quel dipinto lo ha fatto un’infermiera del Don Gnocchi dove mio padre era ricoverato. Loro sapevano che mio padre era pittore e allora questa infermiera parlava con lui di arte e lui si illuminava.

Prima parlavi di vita dei social che non è quella reale. In questo senso anche il tuo nome d’arte può essere una protezione, una linea netta tra vita personale e vita artistica?
Flavia Pozzaglio vive la vita vera, Irene Fargo parla attraverso le canzoni. È forse proprio per questo che ho voluto un nome d’arte, per essere un po’ più protetta. Un po’ come il filtro degli occhiali del primo anno a Sanremo quando, in previsione delle riprese, dissi al produttore dei brani Miceli “dammi un paio di occhiali perché la mia faccia è tanta” lui mi passò i suoi e quelli poi rimasero.

Articolo di Sandro Marenco.

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