Fabrizio Voghera, quando il successo è frutto di perseveranza, passione e tanta gavetta

Fabrizio Voghera è in attività dal 1987 ed è riuscito a farsi strada nel panorama italiano, per arrivare ai grandi musical di Cocciante.

Intervista a Fabrizio Voghera
Fabrizio Voghera.

Lui , Fabrizio Voghera, non è uno di quei personaggi che attraversano la musica Italiana non come piccole comete temporanee, che finiscono per spegnersi sulla terra. No, Fabrizio può essere accomunato a un corpo celeste dalla luminosità costante, sicura, che attraversa il cielo. In attività dal 1987, è riuscito a farsi strada nel panorama italiano, per arrivare ai grandi musical di Cocciante, e, da ciò che ci racconta in questa intervista, non ha nessuna intenzione di fermarsi.

Ciao Fabrizio, è un piacere intervistarti. Sei in attività da tanti anni, hai alle spalle centinaia di concerti: è questa la vita che immaginavi e desideravi?
Grazie a te, il piacere è tutto mio. Assolutamente si, questa è la vita che sognavo fin da bambino. Ti dirò di più: pregavo, prima di addormentarmi, che la mia passione per il canto e la musica si trasformasse in realtà diventasse la mia vita.

Quanto la tua famiglia ha influenzato i tuoi sogni e la tua vita professionale?
Sono stato fortunato perché sono cresciuto in una famiglia dove la musica e l’arte non sono mai mancate. Ho tre fratelli, uno è diventato vicedirettore del conservatorio di Torino, insegna pianoforte ed è un ottimo concertista, un altro è scenografo ed ha la cattedra presso l’accademia di belle arti di Torino. Infine il più grande è chirurgo ma è anche un ottimo jazzista e suona anche lui il pianoforte. E non dimentichiamoci della mia mamma che è ancora oggi cantante lirica e come se non bastasse ho un papà novantaquattrenne ex  ginecologo cineamatore, disegnatore e suonatore di vari strumenti… come vedi non mi è mancata l’ispirazione!

Questa presenza costante dell’arte e della musica nella tua famiglia ti ha aiutato?
A  dirla tutta io sono stato penalizzato nelle scelte adolescenziali, dovendo rinunciare a studiare musica in quanto in casa già ce n’era troppa! Ma con la forza di volontà e molto coraggio posso dire oggi di essermi tolto qualche soddisfazione dopo aver penato e lottato per imporre la mia scelta.

La tua è una storia di perseveranza, passione e tanta, tanta gavetta. Come ricordi gli anni prima dell’incontro con Limiti?
È stato tutta una conseguenza naturale di ciò che dicevo prima: subito dopo l’esame di maturità sono partito per fare l’animatore turistico nei villaggi dove ho iniziato il mio personalissimo percorso formativo ,fatto di serate di musica dal vivo a 360 gradi, per poi arrivare ad esibirmi in numerosissimi locali della nostra penisola. Sono state lunghe notti fatte di musica, autostrade, montaggi e smontaggi… e tanti cavi!!! Per parecchi anni una sana e florida GAVETTA!! Successivamente l’occasione televisiva con Paolo Limiti, che ringrazierò sempre. È stato lui a presentarmi al grande pubblico dandomi l’opportunità per ben quattro anni di cantare come solista nella sua trasmissione “Ci vediamo in TV” aprendomi possibilità notevoli per poi potermi esibire nelle più importanti piazze d’Italia.

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Fabrizio Voghera è Quasimodo in Notre Dame de Paris.

Uno dei punti più alti della tua carriera, finora, è stata l’interpretazione di Quasimodo in Notre Dame de Paris di Cocciante. Lui è un gigante della muscia italiana, con delle capacità canore e compositive di altissimo livello. Com’è stato il vostro primo incontro, cosa ti aspettavi?
Sicuramente un mito e per me un idolo, fin da bambino ascoltavo le sue canzoni e ne sono sempre stato rapito musicalmente. Il nostro incontro è avvenuto in occasione della mia prima audizione per Notre dame de Paris. Il punto è che non sapevo che lui fosse in teatro ad ascoltare i partecipanti. Io l’ho scoperto poco prima di esibirmi e ciò a causato una reazione adrenalina molto forte che però si è rivelata assolutamente positiva dal momento che poi mi ha scelto come protagonista della sua opera nel ruoli di Quasimodo e Frollo!

L’esperienza di Notre Dame di Paris è stata a dir poco eccezionale. Ma Notre Dame de Paris è un’opera corale, magnifico connubio tra scenografia, testo, musiche e regia: cosa ricordi con maggiore emozione della tournée?
Una tournée che dura ancora oggi e che io ho avuto la fortuna ed anche la forza di affrontare per dieci anni, di cui l’ultimo in giro per il mondo con una versione inglese dell’opera che mi ha portato in teatri meravigliosi come Mosca, Singapore, Istanbul. L’emozione più grande è difficile da dire, perché ogni volta che sei su quel palco vivi una dimensione musicale e teatrale ai confini del concerto rock e dell’opera popolare e condividi la tua anima con tutto il cast. In quelle due ore e mezza ci si concede totalmente al pubblico e si finisce stravolti e appagati dal vortice di energia che t’investe. Non smetteresti mai di farlo. Comunque se proprio dovessi trovare un’emozione più grande di un altra potrei dirti che l’abbraccio che il pubblico dell’Arena di Verona ti riserva è indimenticabile!

Qual è stata l’emozione provata nella prima di Notre Dame de Paris, nonostante tu fossi già uno showman navigato?
Paura, ansia e soprattutto la terribile sensazione di poter dimenticare i testi delle canzoni, ma tutto si supera con l’amore per questo dannatissimo mestiere del quale non potrei fare a meno.

Pop, Rock, Musical, Jazz… hai toccato moltissimi generi. Ma a casa, Fabrizio cosa ascolta?
(Ride) A casa Fabrizio, mi dispiace deluderti, ascolta poca musica e cerca di comporla! Ma se devo accendere lo stereo mi piace ascoltare sempre un po’ di tutto, prediligendo i grandi gruppi rock dagli U2 ai Queen senza dimenticare grandi musicisti come Stevie Wonder ed anche la buona musica italiana dei nostri cantautori. In auto ho spesso l’orecchio sulla radio, devo dire soprattutto Capital. Cosa vuoi sono diventato nostalgico!

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Fabrizio Voghera nel Fantasma dell’Opera.

Chi ti ha influenzato di più in assoluto come musicista? La tua voce ha un registro molto esteso, eppure io sono rimasto incantato dalle tue interpretazioni di Cocciante: è solo un caso?
Direi di no, che non è un caso, come ho detto già prima sono cresciuto a pane e Cocciante, ma anche il rock elegante potente e raffinato degli U2, che con la voce del suo magnifico leader Bono Vox ha sempre fatto volare in alto i miei sogni di ragazzino.

Progetti per il futuro?
Ho un’opera popolare moderna pronta da mettere in scena, basata su un capolavoro di William Shakespeare. Ho scritto le musiche e i testi, adesso sto cercando disperatamente di metterla in scena.
È un progetto ambizioso, me ne rendo conto, ma ho sempre sognato fin da bambino e non smetterò certo adesso!

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Alberto Della Rossa
Alberto Della Rossa
Sono un lettore onnivoro e schizzinoso, un musicista imbarazzante e copywriter per professione, uno di quegli oscuri figuri che scrivono descrizioni insensate sulle etichette dei vini, ad esempio. Nel tempo libero poi continuo a scrivere racconti e narrativa.
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