Quando la musica nasce dalla necessità di farsi ascoltare.

This Cold Cold Blue, il singolo degli E.N.G. age, è disponibile su tutti gli store musicali. Musica361 incontra un gruppo giovane che parla ai giovani di giovani facendosi portavoce di tutti.

intervista E.N.G. ageUna chiacchierata piacevole con Gennaro Caggiano voce e chitarra che, con Simone Oddo alla chitarra, Andrea Santosuosso al basso e Luca Meninno ha formato gli E.N.G. age. Con lui parliamo del nuovo singolo This Cold Cold blue che è la rappresentazione delle paure, dei sogni e degli assilli che attanagliano le nuove generazioni. Il brano «è la storia di uno o di mille giovani» e fa parte di un progetto che verrà portato a termine dalla band il prossimo anno con la produzione del disco Life is not a dream. Con Gennaro abbiamo parlato di musica ovviamente ma anche di vita, ecco quello che mi ha detto.

Quali sono le difficoltà che un gruppo emergente incontra nel farsi conoscere?
La prima difficoltà è la diffidenza delle persone quando si parla di nuovo. Si è abituati ad ascoltare un certo tipo di musica e, davanti alla parola “nuovo”, le persone si impauriscono senza nemmeno provare ad ascoltarla. Dico sempre al mio gruppo che se dicessimo che siamo un gruppo nuovo che fa musica nuova, ai nostri concerti non verrebbe nessuno.

Secondo te è un problema solo italiano?
Beh pensiamo ai vicini di casa in Francia, dove i musicisti vengono considerati dei lavoratori e, ai gruppi emergenti, viene dato un contributo di 500 euro. Da poco sono stato a Lubiana, in Slovenia, dove ho notato che la parola “nuovo” fa pubblico e non paura. Se lì dici che fai musica tradizionale non ti calcola nessuno.

Da dove prendi spunto per i tuoi pezzi?
Mi faccio ispirare dai sogni o, per meglio dire, dagli incubi della mia vita e dai telegiornali.

Qual è la situazione migliore in cui ti devi trovare per poter scrivere i pezzi?
Beh guarda, quando sono stato a Lubiana ho trovato la pace, la tranquillità e la calma che mi hanno ispirato a scrivere tre pezzi in cinque giorni – sorride e continua– se andassi in Slovenia potrei scrivere tutti gli album… anche quelli postumi.

Qual è il messaggio più importante che vuoi trasmettere con la vostra musica?
Oggi si parla di giovani ma non si parla mai con loro. La mia generazione non è abituata a “provare”, a confrontarsi con un sentimento e, spesso, citando Galimberti stiamo vivendo il “nichilismo giovanile” e noi cerchiamo di dare voce a questi giovani.

Tu ci stai bene in questo mondo?
No.

Perché?
So di non essere ascoltato. Qualunque cosa io dica so che dopo poco verrà dimenticato ed è proprio per questo che voglio incidere la musica perché “verba volant”.  La musica è l’unico strumento che ho per poter dire le cose ed essere ascoltato.

This cold cold blue riprende il concetto di freddo e dal “to be blue” inglese anche quell’idea di depressione. Questo è quello che volevi trasmettere?
Beh sono contento che tu lo abbia notato perché questo è uno dei due significati, il secondo è legato al significato del colore blu che cambia a seconda della quantità di nero o di bianco che tu aggiungi. I giovani sono spesso dei “blue man” con note tendenti al nero o al bianco.

Cos’è il tuo bianco?
La felicità.

Cosa ti dà felicità?
Già solo il fatto di poter provare mi dà la felicità. Anche trovare una persona che ti capisce anche nei pensieri più strani. Benché la felicità sia un concetto molto relativo, per molti, come per me, la felicità la raggiungerei sentendomi finalmente capito ed accettato.

Cos’è per te la musica?
Nella mia, seppur breve vita, la musica c’è sempre stata e mi ha sempre tenuto per mano come fosse un genitore.

Temi importanti e tematiche dark in una società dove spesso, trovandosi davanti ad un problema, si cambia strada, non pensi potrebbero ostacolare il divulgarsi della vostra musica?
Si, ho paura che questo accada, è la cosa che temo di più perché la nostra è una società dell’immediato. Però questo è quello che sento il bisogno/dovere di fare.

A livello musicale ti ispiri a qualcuno?
Più che ispirarmi ho degli idoli ma la cosa che veramente mi ispira è quella musica, quella canzone che ti entra nel cuore, che ti prende per mano.

E.N.G.age ha qualcosa a che fare con l’era dell’energia? Dopo l’era del piombo, della pietra, dell’oro, arriva quella dell’energia? Ho interpretato bene?
Si, hai colto un senso profondo, per noi del gruppo l’energia è quella che è capace di trasmetterti la natura, E.N.G. significa Energia, Natura e Gloria. Noi vorremmo che ci fosse il progresso ma nel rispetto della natura, perché, per quanto il progresso vada avanti, non possiamo distruggere la natura. L’energia di guardare un tramonto senza che sia offuscato da nubi tossiche, fare il bagno nel mare senza essere attorniati da bottiglie di plastica.

Tu credi nell’energia universale?
Sinceramente io sono molto ateo, la mia è una visione del mondo e della vita abbastanza poetica.

Visto che all’inizio dicevi di non sentirti ascoltato e capito, tu credi che io ti abbia capito?
Assolutamente si, e dico che uno su mille ce la fa – sorride–.

Vuoi aggiungere qualcosa?
Mi piacerebbe dare un messaggio a tutte le persone che si sentono come me o che hanno difficoltà ad interagire con le persone e la società. A tutti loro voglio dire non siete soli, ci sono gli E.N.G.age  e cercheremo di parlare per voi senza svenderci mai, questa è una promessa.

Come possono interagire le persone affinché voi siate portatori dei loro messaggi?
Attraverso la pagina Facebook noi siamo disposti ad ascoltare tutti e farci portavoce dei messaggi che arriveranno.

Articolo di Sandro Marenco

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