Francesco Sacco, la voce umana e la scrittura sensibile

Debutto discografico per il giovane cantautore e producer lombardo Francesco Sacco, fuori con l’album “La voce umana”

Francesco Sacco
Francesco Sacco si racconta ai lettori di Musica361 in uscita del disco “La voce umana” © foto di Federica Sasso

Un bagaglio artistico importante quello di Francesco Sacco, influenzato dalla musica classica, dal blues e dal rock, ispirato a livello narrativo da ciò che ci circonda, raccontato in maniera fedele ma autobiografica, puntuale e sensibile. La voce umana è il suo album d’esordio pubblicato lo scorso 29 maggio, il cui titolo è un riferimento all’omonima opera teatrale di Jean Cocteau, al personale concetto di interlocutore riassunto in forma canzone.

Tanto per cominciare posso chiamarti collega?

Ora non più (sorride, ndr), ho fatto il giornalista musicale per un paio di anni, ho scritto per Rolling Stones. Vivevo a Milano da poco e scrivere di musica è stato un po’ il mio “piano b”, uno stratagemma per pagarmi l’affitto e iniziare a muovermi nell’ambiente, per poi tornare ad occuparmi in prima linea dell’aspetto artistico. Ho lavorato con il teatro e la moda firmando colonne sonore, successivamente ho prodotto diversi dischi per altri, soprattutto cantanti donne, fino ad arrivare a questo album.

“La voce umana”, un disco intimo, introspettivo e sincero. Da quali pensieri e da quali stati d’animo è stato concepito?

Questo lavoro è nato in modo abbastanza inconsapevole, dopo essermi trasferito per un periodo a Venezia, seguendo mia moglie Giada per motivi di lavoro. Mi sono ritrovato a staccare dai mesi precedenti piuttosto intensi, per certi versi in una realtà parallela. Inizialmente mi sentivo un po’ destabilizzato, anche solo, poi ho colto l’opportunità e ho iniziato a scrivere canzoni molto autobiografiche e malinconiche. Ho buttato giù concetti parlando con me stesso, il riferimento a Jean Cocteau è stata una successiva intuizione.

Questo esordio è arrivato esattamente come te lo immaginavi?

Per quanto riguarda il periodo di pubblicazione no, perché è arrivato un qualcosa che nessuno poteva prevedere o aspettarsi. L’uscita era in programma in questi mesi, con il mio editore Riccardo Vitanza e il resto del team ci siamo chiesti se pubblicarlo comunque, abbiamo deciso di farlo perché credo che l’arte non sia un accessorio da utilizzare solo quando le cose vanno bene. Alla fine un disco, come qualsiasi opera d’arte, è una forma di comunicazione tra te e un interlocutore che non conosci. In un periodo di sensibilità collettiva estrema, leggere messaggi di persone che mi ringraziano per averli aiutati in un momento per loro difficile, ha un valore emotivo ancora più forte.

Un album che custodisce al suo interno una sua forza e una sua verità, lo consideri un po’ il manifesto della tua musica che verrà?

Sì, certo, sono d’accordo, lo considero un punto di partenza su cui poter sviluppare un percorso. Personalmente ho una quantità di influenze molto vasta, avendo studiato musica classica da piccolino e suonato da adolescente tantissimo blues e tantissimo rock. Ho cercato di mettere assieme tutte queste esperienze e, contemporaneamente, sento di aver scoperto un registro nuovo. Il potere del pop, se fatto bene, è quello di arrivare al pubblico senza troppi intellettualismi, parlando potenzialmente a tutti. Per cui sì, mi piacerebbe che “La voce umana” fosse una solida base di partenza sui cui costruire il mio futuro.

Francesco Sacco 1
La copertina dell’album “La voce umana”

La voce umana – Tracklist

1. Intro

2. La voce umana

3. L’invenzione del blues

4. Berlino Est

5. Piove a Nagasaki

6. Maria Maddalena

7. A te

8. Il Lido di Venezia

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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