Fabio Cinti con Alessandro Russo: omaggio a Branduardi

Fabio Cinti con Alessandro Russo per rendere omaggio a Branduardi: il nuovo lavoro discografico “Guardate Com’è Rossa la Sua Bocca”

Fabio Cinti (Foto © Piero_Martinello)
Fabio Cinti (Foto © Piero_Martinello)

È disponibile da poco “Guardate Com’è Rossa la Sua Bocca”, il nuovo lavoro discografico del cantautore Fabio Cinti e del pianista Alessandro Russo per rendere omaggio ad uno dei più grandi cantautori italiani: Angelo Branduardi.

Un progetto che esplora il mondo incantato dal celebre menestrello della canzone italiana, attraverso una fusione intima e mistica, tra pianoforte e voce, tra canzoni e passioni.

Un album unico, dove all’interno trovano spazio autentici capolavori reinterpretati con grande rispetto, come: “Fou de love” (brano che ha anticipato l’uscita del progetto), “Confessioni di un malandrino”, “Alla fiera dell’Est” e molti altri brani. Un vero omaggio ad uno dei più grandi artisti della storia della discografia italiana.

Ciao Fabio, è un piacere averti sulle pagine di Musica 361. Partirei chiedendoti come va e quali sensazioni accompagnano questo progetto?

Il piacere è tutto mio! Io sto bene, ma sempre di corsa per i tanti impegni. Al momento non mi posso lamentare e le sensazioni sono positive, anche se quando si toccano artisti così importanti, come il maestro Branduardi o come successo in passato, con Battiato (un riadattamento de “La voce del padrone” ndr.), bisogna portare molto rispetto. Il rischio grande è quello di non piacere ai fan o alla critica. Perché si vanno a toccare delle opere che fanno parte del patrimonio comune. C’è sempre un po’ di ansia, anche perché il rischio è di venire bastonati. Io ed Alessandro Russo ci abbiamo messo tanta attenzione e tanto rigore, anche per non rischiare di fare delle semplici cover.

Fabio Cinti con Alessandro Russo: omaggio a Branduardi
Fabio Cinti con Alessandro Russo: omaggio a Branduardi

Un rispetto che si percepisce all’interno di questo progetto, ma è un rispetto che nasce anche dall’essere fan di Branduardi?

Assolutamente sì! In primo luogo, per fare questi progetti, bisogna essere fan e poi, bisogna conoscere profondamente l’opera che si va a trattare. Perché, quando si affrontano i lavori di questi mostri sacri, non bisogna solo rifare la canzone, azzeccare gli accordi o metterci del proprio, ma bisogna mettersi al servizio dei brani. Infatti, nel nostro caso, ci siamo messi al servizio del progetto, abbiamo deciso di lasciare lontano la nostra personalità. Dovevamo essere rigorosi, attenti e fare uno studio preciso sulle canzoni, così da essere aderenti all’originale ed evitare ogni forma di emulazione o imitazione. Essere vicini, ma allo stesso tempo, non metterci delle cose troppo personali.

Branduardi è un personaggio iconico, il menestrello della canzone italiana, l’artista che ha creato un linguaggio e uno stile tutto suo. Ci deve essere stato un grande studio dietro a questo progetto?

Lo conosciamo bene, abbiamo letto anche la sua biografia, dove racconta la genesi dei suoi brani, la sua carriera e i suoi viaggi. Dovevamo immedesimarci, dovevamo trovare un legame con Branduardi, ma come dicevo prima, questo non vuol dire imitare. Morgan, per esempio, è bravissimo a cantare i grandi cantautori come Endrigo, Tenco o Bindi, lì conosce a fondo e riesce ad insegnare quel tipo di cultura agli altri. Lui conosce benissimo quei personaggi, lì ha studiati e riesce ad andare oltre alla semplice interpretazione. La nostra idea era proprio questa, volevamo rappresentare Branduardi in modo approfondito e non superficiale.

Fabio Cinti con Alessandro Russo - Guardate com'è rossa la sua bocca - cover
Fabio Cinti con Alessandro Russo – Guardate com’è rossa la sua bocca – cover

La discografia di Branduardi è vastissima ed è ricca di autentici capolavori. Com’è nata la scelta di questi brani per questo album?

Non è stata fatta una scelta a tavolino, ma sono quei brani che con Alessandro suoniamo da tanto tempo. Ci siamo limitati a quelli che ci piacevano di più e alla fine avevamo fatto una prima lista. Tuttavia, le prime scelte erano troppe per questo tipo di album, e così abbiamo ridotto la scelta alle otto canzoni presenti. Ci sembravano i brani giusti per questo progetto. Non ci siamo posti vincoli, ma l’unico limite era quello di un brano famoso e la scelta è ricaduta su “Alla fiera dell’Est”.

Com’è nata però l’idea di rendere omaggio a Branduardi?

Effettivamente è strano omaggiare un cantautore ancora in vita. Tuttavia, ci sono due motivi principali legati alla scelta: il primo motivo, è che quelle canzoni le amiamo e le abbiamo suonate nel corso degli anni. Anche se in modo istintivo, abbiamo pensato che forse meritavano di far parte di un progetto come questo. La seconda verità riguarda la grandezza di Branduardi. A differenza di altri cantautori, Branduardi porta un genere più antico, quasi fiabesco, barocco, medievale e folk e questo forse è stato limitante, specialmente per i più giovani. Così, insieme ad Alessandro abbiamo pensato di ridurre le canzoni in modo più classico, con voce e pianoforte. L’idea era quindi di far arrivare un Branduardi diverso, riducendo all’essenziale le sue canzoni e rendendole adatte a tutti.

Fabio Cinti con Alessandro Russo: omaggio a Branduardi 3
Fabio Cinti con Alessandro Russo

Secondo te, qual è il peso di Branduardi nella storia della musica italiana?

Branduardi è unico, non c’è nessuno come lui. Ecco il suo peso specifico nella storia. Per fare quello che fa Branduardi, c’è bisogno di una tecnica mostruosa e bisogna essere veramente bravi. Per suonare Branduardi è necessaria una tecnica chitarristica e strumentale particolarmente avanzata.

In conclusione, avete intenzione di portare questo progetto in giro?

Il booking ci sta lavorando e al momento abbiamo pronta una data per il 13 marzo in Sicilia, a Messina per la precisione. Però, la nostra intenzione è di portare questo progetto in giro per l’Italia tra la primavera e l’estate.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

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