Etichette discografiche indipendenti: Bit Records

Bit Records, un’etichetta indipendente che, dopo un passato dedicato alle produzioni dance, da qualche anno si è aperta al pop italiano

Mauro Vai è il general manager di Bit Records, un’etichetta indipendente che, dopo un passato dedicato alle produzioni dance, da qualche anno si è aperta al pop italiano. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente e ci siamo fatti raccontare da lui la storia della sua etichetta.

Etichette indipendenti italiane: Bit Records
Il logo (dalla pagina Facebook dell’etichetta)

Quando inizia la storia di Bit Records?

L’idea nasce intorno al 2001 anche se, ufficialmente nasce nel 2003. Ho un passato da Dj, ho fatto lo speaker in radio e un giorno mi sono fatto una domanda: “Ma tutti questi borderò SIAE che compilo portano guadagno?” di lì a poco mi sono iscritto alla Siae, ho iniziato a scrivere i miei primi pezzi e, in quel momento, ad auto produrli.

Ho cominciato ad avere un piccolo ritorno economico e questo mi ha dato lo sprone per aprire una mia etichetta, per produrre al meglio i miei brani. Poi, la musica va da sola e le energie si sommano e ho cominciato a produrre come Bit Records brani scritti da altri e a produrre le compilation dance.

Da quel momento abbiamo smesso di essere un “vanity label”, come si dice in questi casi. Sempre da quel momento abbiamo iniziato a ricevere moltissime demo che, contrariamente a quanto fanno altri, noi ascoltiamo con attenzione.

Vi occupate solo di dance?

No e a questo proposito, per legarmi a quanto dicevo poco fa, ti racconto la storia del rapporto con una delle ultime acquisizioni nel nostro roster. Nel 2015 mi arrivò un demo di Roccuzzo, in quel momento uno sconosciuto. Mi venne la pelle d’oca e lo ricontattati immediatamente.

Scoprii che era stato ignorato da tutte le altre etichette che aveva contattato. Oggi Roccuzzo è un artista sul quale stiamo investendo e che, anche grazie alla sua partecipazione a X Factor 2020, siamo sicuri che troverà una sua strada all’interno del panorama della musica italiana.

Come vi siete diversificati, invece, nel campo delle compilation dance?

Ci siamo sempre guardati attorno senza pregiudizi. Abbiamo anche prodotto, in collaborazione con Tre, le prime video-suonerie quando non c’era ancora lo smartphone. Abbiamo prodotto i brani musicali dei pupazzi. Hai presente quelli che si trovano negli autogrill?

Siamo riusciti a entrare anche in quel mercato. Ovviamente le compilation dance, anche se il mercato si è ridotto rispetto ai primi anni del 2000, hanno una loro nicchia di mercato dove è necessario proporre innanzitutto qualità.

Bit Records dalla dance al pop
Roccuzzo è un artista sul quale stiamo investendo (foto dalla pagina Facebook dell’etichetta)

E sul fronte del pop, invece?

Abbiamo prodotto, oltre a Roccuzzo di cui ti ho parlato, Danilo Amerio, Matteo Beccucci che vinto X Factor nel 2009, oltre a diverse band emergenti. In questo momento cominciamo a essere anche conosciuti per le nostre produzioni pop e hanno cominciato ad arrivarci diverse demo interessanti proprio del filone pop italiano.

Si tratta ovviamente di artisti che hanno bisogno di essere seguiti e sui quali è necessario fare un lavoro calibrato per riuscire, nel giro di un paio d’anni, a far uscire due o tre singoli per farli conoscere e rilasciare quindi un album.

Mi parlavi prima, di Danilo Amerio

Stiamo parlando di un grande artista. Nel 1994 produsse il brano “Signor Tenente”, scritto e cantato da Giorgio Faletti, che arrivò secondo al Festival di Sanremo e che dal 2013 ad oggi ha prodotto molti album di giovani emergenti.

Con lui abbiamo un rapporto privilegiato ed è a lui che affidiamo i nostri giovani artisti, come è successo con Roccuzzo. Danilo non è solo un ottimo musicista e un importante autore ma Danilo è anche un grande coach vocale.

Come vi organizzate per le vostre produzioni?

Abbiamo un nostro studio interno specifico per le produzioni dance e collaboriamo con studi esterni cercando di indicare al nostro artista quello che reputiamo più adatto per il suo mood musicale. Anche per quanto riguarda la produzione dei videoclip cerchiamo di consigliare ciò che è meglio per l’artista.

Com’è andato questo terribile 2020?

Noi ci occupiamo principalmente di dance ed è dallo scorso mese di marzo che non si fanno serate, a parte una piccola parantesi estiva. Fortunatamente i diritti Siae arrivano l’anno successivo ma (ride, nda) il problema si porrà nel 2021 perché nel 2020 non abbiamo praticamente lavorato.

Abbiamo avuto ottimi posizionamenti e risultati a livello di streams ma anche in questo caso, lo dicono dati mondiali, il settore ha subito una flessione del 20%. Ammettendo che per la prossima estate si possa ricominciare a riaprire le discoteche, a organizzare live show, forse, renderemo meno cupo il nostro, e quello dei nostri artisti, 2022.

Per la promozione dei vostri artisti come vi siete organizzati?

Oltre a un ufficio stampa esterno cui ci siamo affidati ma abbiamo un rapporto diretto con i principali programmatori e direttori artistici delle principali radio italiane e questo, in molti casi, ha fatto e fa la differenza.

Bit Records etichetta indipendente
Danilo Amerio ottimo musicista, importante autore ma anche un grande coach vocale (foto dalla pagina Facebook dell’etichetta)

Com’è possibile per gli artisti emergenti proporvi la loro musica?

È molto semplice. Basta una mail all’indirizzo info@bitrecords.it con allegato il brano, anche se è realizzato con lo smartphone o con il tablet. Se c’è l’idea non serve altro. Preferiamo ricevere un mp3 perché lo condividiamo con tutto il gruppo di lavoro per avere più pareri sul brano.

Cerchiamo di rispondere a tutti anche in caso negativo ma succede che, in alcuni momenti, non riusciamo a essere celeri.

Bit Records affronta le sfide del post-pandemia con molto ottimismo. Non solo più etichetta dance, siamo sicuri che proprio grazie alle loro calibrate scelte, nel loro roster entreranno giovani talenti della musica italiana.

Per ulteriori informazioni http://www.bitrecords.it/

Articolo a cura di Roberto Greco 

 

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