Etichette discografiche indipendenti: 800A Records

800A Record  la parola proibita che rappresenta uno statement d’indipendenza mentale e di reazione

800A Records è un’etichetta Palermo based. Attiva dal 2008, abbiamo incontrato Fabio Rizzo, general manager e socio fondatore del progetto e gli abbiamo chiesto di parlarcene.

Etichette indipendenti italiane: 800A Records
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Come nasce l’idea?

Sono un musicista e mi sono sempre occupato, in autoproduzione, della mia musica per la quale ho seguito sempre tutte le fasi, dalla registrazione, all’organizzazione del booking e alla promozione della musica che mi producevo. Questo mi ha permesso di acquisire delle skills che ho cominciato a utilizzare con altre band. Così nasce la consapevolezza che stava diventando qualcosa d’importante e nel 2008 ho deciso di fare il “grande salto”.

Qual è lo stile di 800A Records?

800A Records ha attinto moltissimo, soprattutto ai suoi esordi, dall’underground palermitano. Piuttosto che andare a incidere a Milano o a Roma, diventava possibile farlo a Palermo, dal suo “ventre molle” con la chance di far ascoltare la sua voce e la cifra della sua espressione più genuina. Nel tempo si è tutto sviluppato in maniera naturale. 800A non assomiglia a nessun’altra etichetta indie italiana perchè ha un suo timbro, un suo suono.

Cerchiamo di attingere a formule internazionali, soprattutto come sound, e cerchiamo di contribuire alla costruzione di una nuova scena musicale siciliana, come hanno dimostrato le scelte operate in alcune produzioni di artisti del nostro roster vedi Alessio Bondì e Chris Obehi, artista che proviene dalla Nigeria ma che ha trovato proprio a Palermo e nella musica siciliana una importante vena espressiva. Cerchiamo di collocarci tra il panorama internazionale e la Sicilia.

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Fabio Rizzo courtesy of 800A Records

Da dove viene il nome della tua etichetta? Cosa significa?

Il suo significato è molto palermitano. È una parola cui siamo molto affezionati che, negli ultimi tempi, è stata definitivamente sdoganata. La parola originaria è “Suca” che, come dicevo, ha oggi perso il suo significato più greve. All’inizio 800A celava questa parola “proibita” e oggi, invece, rappresenta uno statement d’indipendenza mentale e di reazione.

Quali i servizi all’artista?

Oggi un’etichetta discografica deve parlare a 360° gradi di comunicazione, d’immagine, di stile, di linguaggio dell’artista. Oltre, ovviamente, del suo sound, delle sue canzoni e tutto ciò che circonda la sua musica.

800A si propone, quindi, come una vera e propria agenzia a tutto tondo intorno ad ogni forma di espressione dell’artista. Tutto ciò salvaguardando e dando continuità al taglio e quindi alle scelte artistiche della nostra etichetta.

Per la registrazione dei brani musicali degli artisti che lavorano con voi, che scelte avete fatto?

Sin dall’inizio, e proprio perché sono un musicista che nel tempo è diventato un produttore artistico, è stata una nostra priorità essere autonomi con un nostro studio di registrazione. Partiamo dall’embrione musicale che l’artista ci propone e, assieme, costruiamo.

Dal provino al brano masterizzato. Non deleghiamo mai, da sempre, a terzi perché è in questa fase che si gioca il sound. Abbiamo creato uno studio, l’Indigo che è situato nel centro di Palermo e che è anche aperto a produzioni di terzi con un nostro staff.

Indigo non è solo uno studio ma un’innovativa residenza artistica che è nata nel 2015 da un’idea oltre che mia, di Oriana Guarino, Francesco Vitaliti, Donato Di Trapani e Maddalena Inglese.

È stata progettata come uno spazio multi-funzionale attrezzato per accogliere artisti, musicisti e viaggiatori. La sua sede è in un luminoso appartamento al primo piano, quello nobiliare, di Palazzo Lampedusa, la dimora che diede i natali e in cui visse Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957) scrittore di “Il Gattopardo”.

I miei soci, che sono produttori e ingegneri del suono, con i musicisti che ruotano attorno a noi, quindi batteristi, bassisti ma anche sezioni di archi e di fiati, costituiscono oggi la nostra squadra di lavoro.

È molto importante, oggi, accompagnare il brano con un video anche per poterlo far mandare in onda alle sempre più crescenti “radio-visioni” che stanno affiancando le radio tradizionali. Come vi siete organizzati?

Da pochi mesi, anche in questo caso, abbiamo internalizzato lo staff foto-video. Avevamo sin da subito investito nel nostro studio ma nella nostra prima fase eravamo costretti a cercare partner diversi sia per la parte foto sia per quella video.

Abbiamo trovato le persone giuste e oggi siamo completamente autonomi anche sotto quest’aspetto.

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Rebulait – 800A-Records credit photo by Vincenzo Guerrieri

Quali sono i problemi di distribuzione che incontra oggi un’etichetta indipendente?

I problemi sono quelli che, in generale, riguardano i supporti fisici e il crollo di questo mercato. Nei concerti gli artisti portavano in giro i loro vinili o i loro CD ma proprio questo 2020, un anno in cui le esibizioni dal vivo sono completamente saltate, ci hanno costretto a ripensare la nostra visione. Oggi il supporto fisico va considerato, e trattato, come merchandising dell’artista.

Gli va dato un senso, gli deve essere data una storia ed è necessario promuoverlo nel modo giusto attraverso i canali di comunicazione. Anche sulla distribuzione digitale, però ci sono dei problemi. Se non entri nelle “grazie” dei determinati editor delle principali playlist su Spotify, ad esempio, diventa veramente difficile “fare numeri” che tengano in piedi i progetti. Sono necessari moltissimi streams per poter iniziare a generare guadagni.

È un continuo cercare le strade giuste e necessarie per guadagnare la stima degli editor proponendo qualità e credibilità del progetto al fine di poter realizzare un network con nomi importanti di questo settore. Questa è la sfida che abbiamo oggi davanti a noi.

Qual è lo stato di salute di 800A Records in questo anno caratterizzato dalla pandemia?

È importante il momento, sia quello storico sia quello sociale. Abbiamo voluto farlo fruttare al meglio perché da un lato la pandemia ha fatto saltare tutte le nostre routine, con molte uscite rinviate a causa del lockdown, e sospendere o cancellare i live tour che erano previsti.

Dall’altro, però, ci ha costretti a ripensarci, a chiederci profondamente quale debba essere il ruolo culturale di un’etichetta nel 2020 e quali siano i nuovi mezzi e linguaggi che si possono e si devono utilizzare.

Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di verificare ed eliminare le nostre criticità. Siamo riusciti a non fermarci e anzi abbiamo compreso come reagire. Lo dimostrano i nuovi artisti che sono entrati nel nostro roster. Ad Alessio Bondì, Beercock, Chris Obehi, Aurora D’Amico, Angelo Dandelli e i picciotti si sono aggiunti tre new entry che sono Esdra, Gabriele Pirillo e Rebulait.

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Chris Obehi – courtesy of 800A Records

Quindi, nonostante la pandemia, ci sono novità nel roster di 800A Records. Vuoi parlarci di Rebulait?

Lei è una ragazza palermitana, ha vent’anni e la sua cifra stilistica è molto vicina ad un certo avant-pop, simile a quello di Billie Eilish per intenderci.

Super contemporanea, i suoi brani sono realizzati con pochi strumenti, un beat molto importante cui si aggiunge la sua grande attitudine vocale e la sua presenza molto magnetica che fanno tutto il resto.

Altra sua importante caratteristica è che utilizza sia la lingua inglese sia quella italiana, come potrai sentire nel suo primo e prossimo singolo. Debutterà tra qualche settimana con il primo dei suoi due singoli.

Com’è possibile per un artista emergente proporvi la sua musica?

È molto semplice. Ci può inviare un link, ad esempio utilizzando Soundcloud o piattaforme simili che permettono di caricare la propria musica e mantenerla “privata”, o tramite la messaggistica privata delle nostre pagine social oppure con una mail a info@800A.it.

Questa è 800A Records. Se volete sapere di più sui suoi artisti potete consultare il loro sito, che trovate all’indirizzo https://www.800a.it oppure dare un’occhiata alle loro pagine social.

Articolo a cura di Roberto Greco 

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