Morgan: da Solo, a Teatro. Apre lo spettacolo Max Forleo che riscalda l’atmosfera del teatro in attesa dell’estroso artista

Morgan: il senso della libertà racchiuso nella musica
Morgan

Si apre il sipario del Teatro Talisio Tirinnanzi di Legnano con Max Forleo al pianoforte accompagnato dal chitarrista in duetto molto intimo, si scambiano fraseggi musicali, assoli e aneddoti sui testi delle canzoni.

Il cantautore milanese polistrumentista propone interessanti brani con un sound molto interessante e una voce molto calda.  Un artista da scoprire nel suo lungo percorso artistico, anche internazionale.

Dopo circa un’ora fa il suo ingresso sul palco Morgan, in un’atmosfera già calda e su di giri, in attesa dell’estroso artista.

L’artista apre il suo live parlando della libertà, di quanto sia importante questa parola, di come condizioni la nostra vita e la sua ricerca segni la vita nel mondo della musica.

Il senso della libertà racchiuso nella musica

Inizia lo spettacolo nella storia, dove Morgan racconta l’evoluzione della musica nei secoli passati: fino al 1700 era solo una forza di accompagnamento nelle camere di ricchi o nelle chiese.  I grandi come Vivaldi, Pergolesi o Hendel erano armonicamente simili.

Morgan: il senso della libertà racchiuso nella musica 1
Max Forleo

La musica non aveva sentimento e non accompagnava i momenti della vita dell’uomo, fino a quando non arrivò il rivoluzionario Beethoven che sconvolse e cambio tutto. Si prese la “libertà” di fare quello che non aveva fatto nessuno. Lui è un esempio da seguire anche in questo periodo storico, in cui molti ascoltano Beethoven ma sono chiusi alla diversità degli altri.

Da cantautore geniale, Morgan dopo le parole, inizia a scrivere le trame melodiche e armoniche sul pianoforte: si assegna il tema, pensa allo svolgimento e il pianoforte inizia a vibrare.

Durante il tema pensa ai maestri, e le sue mani si impegnano sui tasti con rispetto e umiltà, a volte esce il lato di Morgan “più tagliente e irriverente” deridendo Hedel, per sue sonate un po’ cantilenate: troppo banali e semplici.

Morgan, ai tempi moderni

Dopo il viaggio nella storia, Morgan ha voglia di guardare il suo pubblico e far ascoltare il suo lato “Bluvertigo”: afferra una chitarra al contrario in posizione mancina, chiede al pubblico un “plettro” per suonarla.

Un musicista lo sorprende e ne dà uno… Morgan ringrazia e intona “Iodio”: sembra leggero, vuole divertirsi con una chitarra senza troppi fronzoli e assoli. Cerca “Altrove” la sua libertà, con una voce che usa con veemenza sebbene un po’ affaticata.

L’artista non manca di omaggiare Davide Bowie con una sublime interpretazione di “Live on Mars”.

Morgan: il senso della libertà racchiuso nella musica 2
Morgan (Foto di Raffaele Specchia)

Nel finale Morgan si abbandona completamente all’amore passionale e libero verso il pianoforte, con virtuosismi, improvvisazioni e ricerca l’essenzialità della mucica nella forma più alta con Bach.

Dopo la mezzanotte cala il sipario, Morgan saluta il pubblico e abbraccia un amico di vecchia data.

Uno spettacolo che ha mostrato l’artista in tutte le sfaccettature: narratore, motivatore, strumentista poli strumentale (peccato per la mancanza del basso), cantautore ed interprete. Un artista un po’ egocentrico, surreale e bizzarro, ma senza ombra di dubbio un rivoluzionario.

Marco Castoldi in arte Morgan è un cantautore, musicista polistrumentista, scrittore, compositore, divulgatore musicale e talent scout.

Artista eclettico e poliedrico, la sua produzione abbraccia molti ambiti musicali: canzoni, colonne sonore cinematografiche e teatrali, regia di un’opera lirica, il suo lavoro inoltre concede molto spazio alla ricerca, dalla musica classica alla sintesi vocale.

E anche il suo concerto da(l) vivo, dai grandi cantautori italiani, alla musica classica, ai brani di sua composizione è un’esperienza di scoperta e di ritrovamento che attraversa la musica, la letteratura, l’arte nella sua accezione più ampia.
Fedele al suo standard, in concerto Morgan segue l’estro del momento, libero di improvvisare monologhi, senza una scaletta precisa. Nelle sue mani la musica è una materia da plasmare, modellare, costruire, modificare in ogni momento.

Morgan (Foto di Raffaele Specchia)
Morgan (Foto di Raffaele Specchia)

E’ un periodo pieno di belle novità per Marco Castoldi in arte Morgan.
Durante la sua partecipazione come giudice a X Factor si prevede finalmente a Novembre anche la pubblicazione di un atteso nuovo singolo tratto dal disco per Egea Music “E quindi insomma ossia” nato in seguito ai contatti avuti con Pasquale Panella, poeta, scrittore e paroliere noto ai più per aver affiancato Lucio Battisti nell’ultima fase della sua carriera, una volta terminato il sodalizio tra il cantautore e Mogol.

Morgan ci racconta così la sua nuova opera, la sua costante ricerca musicale che esula dalle strategie di mercato e per questo incuriosisce e ci ricorda che si può fare dischi con libertà e coraggio «l’album de fi ni ti vo / Musica da temere / canzoni per i coraggiosi / genere sconveniente. / È in arrivo / Siatene turbati / Siatene».

Massimiliano “Max” Forleo è un promettente cantautore, polistrumentista e compositore originario di Milano.
La carriera artistica di Max risale a quando aveva solo 7 anni. Max inizia a sviluppare un interesse per la musica da giovanissimo e impara molto presto a suonare chitarra classica, pianoforte, batteria, basso e tecniche di canto.

Dopo i primi concerti in adolescenza, Max fonda una band, The Lorean, nel 2002, pubblicando l’album di debutto Out of Memory (2003), seguito da Morning Freedom (2008) e Waste of Time (2010).

Con The Lorean, Max si esibisce in Europa e negli Stati Uniti e collabora con artisti internazionali come TM Stevens (bassista di Prince e James Brown), Richie Kotzen (Poison, Mr Big), Iron Butterflye Kee Marcello degli Europe, per citarne alcuni.

Dopo lo scioglimento dei The Lorean, nel 2010, Max Forleo intraprende la carriera solista sotto il nome di The Traveller. Questo nuovo nome deriva da un cortometraggio in memoria dell’olocausto di cui Max ha composto parte della colonna sonora.

Morgan: il senso della libertà racchiuso nella musica 3
Max Forleo (Foto di Raffaele Specchia)

Sotto questo nome, Max incide gli album The Traveller (2011), Life (2012), Uncensored Kingdom e partecipa come special guest ad alcuni featuring rap e rock, continuando un’intensa attività live con una media di circa 100 spettacoli all’anno.

Dopo una pausa di due anni (2016-2018), Max Forleo fa il suo ritorno, questa volta con il suo vero nome, con Distanze, Philos (2019) e l’album Alice a Febbraio (2020), tutti in italiano, suscitando l’attenzione della critica.

Nel 2021 e nel 2022, Max Forleo pubblica i singoli e rispettivi video di Antarktica, Promise e Sweet, che anticipano l’atteso nuovo album Dreams & Decadence.

Allo stesso tempo, Max è impegnato in un intenso tour europeo, che lo vede anche in apertura per la leggendaria rock band The Animals a Vienna e Loket.

Dream & Decadence è un album intenso e intimo, che abbraccia la maturità artistica, personale ed ecologica di Max Forleo. Registrato e mixato da Davide Favale presso gli M2F Studios, l’album è stato masterizzato da Giovanni Versari (Muse, Vinicio Capossela). Uscito nel 2023. Di nuovo on the road con il Dream & Decadence Tour, a febbraio 2023, Max ed alterna date italiane, tra cui un live all’Hard Rock Café di Milano a una serie di tappe europee.

Articolo a cura di Raffaele Specchia

Alessio Rosati “Raccontami” il nuovo singolo, nasce da una chiacchierata al telefono con un amico e racconta la storia di due persone che si rincontrano e si confortano a vicenda

 

Alessio Rosati: purché se ne parli…“Raccontami” tutto!
Raccontami di Alessio Rosati (Foto di Marko Carbone)

Alessio Rosati si avvicina alla melodia fin dalla nascita grazie alla sua famiglia che lo aiuta a coltivare questa passione. La musica per lui è un contenitore di fotografie e di momenti attraverso cui rivivere sia i ricordi più belli che quelli più tristi, un posto sicuro dove poter vivere anche ciò che non è stato vissuto. “Raccontami” è un brano che invita a parlarsi apertamente ed a condividere ciò che si sta attraversando, senza farsi togliere da niente e da nessuno il sorriso sul volto.

Alessio, apro questa intervista domandandoti come e quando nasce il tuo percorso nella musica?

È una passione che nasce fin da piccolo, grazie ai miei genitori che ascoltavano il grande cantautorato italiano, da Battisti, passando per Baglioni, fino a Renato Zero. Mi hanno dato da sempre un approccio di qualità alla musica, coltivata poi da me frequentando scuole dove mi insegnavano a suonare la chitarra. Ha sempre fatto parte della mia vita fin dall’età infantile, ho lavorato nei villaggi turistici come responsabile dell’animazione e nei locali come pianobar.

Qual è lo strumento che prediligi?

So suonare bene la chitarra, la porto ovunque e mi ci trovo bene, ma amo molto il pianoforte perché è più completo e corposo.

Ci racconti la storia che c’è dietro il tuo ultimo singolo?

La premessa che voglio fare è che io sono una persona un po’ logorroica, mi piace stare al telefono e sono un ottimo ascoltatore, almeno così dicono. “Raccontami” nasce da fatti realmente accaduti, aggiungendo anche un po’ del personale. Molto spesso all’interno del testo metto anche storie di amici che mi chiamano per avere un confronto e per sfogarsi. In questo caso, la canzone parla di due ex che si rincontrano e lui vede in lei un cambiamento; rivivono il passato raccontandosi quello che hanno vissuto insieme. Lui la invita a confidarsi in un dialogo trasparente, ricordandole di rincorrere i sogni e di provare sempre ad avere quello in cui sperava e credeva senza mai arrendersi.

Alessio Rosati - Raccontami - Cover
Alessio Rosati – Raccontami – Cover

Ho letto che sei di Roma ma il videoclip del brano è stato girato in Abruzzo. Perché questa scelta?

È una scelta che parte dal regista, Mirko Carbone. Secondo lui lo scenario di Rocca Calascio era più adatto per il mood della canzone. Infatti, è un luogo molto suggestivo che enfatizza il significato del testo e tutte le emozioni che ne derivano.

Di solito per scrivere i tuoi pezzi segui il tuo istinto o hai un metodo tutto tuo?

Il mio metodo nasce dal testo, scrivo quello che in quel momento mi passa per la testa e successivamente modifico anche suonando e dando una melodia.

Quanto vivi la quotidianità della tua città natale e quanto ti influenza poi in fase di scrittura?

Da un po’ di tempo mi sono trasferito in Basilicata in un paesino molto tranquillo, ma Roma ha pro e contro. Ti amplifica la vita come fanno le grandi città, tutto accade più velocemente, impone dei ritmi diversi, più frenetici, fai più conoscenze e più esperienze. Da questo punto di vista il paese ha un’altra mentalità, è più chiuso però hai meno pressioni per lavorare.

In Basilicata come organizzi le tue giornate? Oltre alla musica hai qualche hobby?

Lavoro nell’azienda di famiglia di mia moglie, abbiamo un villaggio turistico. Mi ritaglio sempre il giusto spazio e tempo per me. Sono riuscito a comprarmi un cavallo, è una passione che ho sempre avuto anche nella capitale. Ho il maneggio proprio vicino casa ed è un posto ideale per passeggiare immerso nel verde della natura. Ogni giorno un paio d’ore mi alleno e poi facciamo delle gare.

Alessio Rosati (Foto di Marko Carbone)
Alessio Rosati (Foto di Marko Carbone)

Prima dell’uscita di “Raccontami”, gli ultimi brani pubblicati risalgono al 2020. In questi anni, in cui ti sei fermato con le pubblicazioni, cosa e come hai vissuto?

In realtà non mi sono fermato, ho sempre continuato a scrivere e infatti ho molte canzoni nel cassetto. È vero che a livello di pubblicazioni mi sono messo in pausa, ma ho notato che nel vecchio modo che avevo di far uscire un singolo usavo una formula più semplice e meno impegnativa, tramite anche l’aiuto di alcuni amici. Con un impegno e una spesa diversa, più blanda, produci dei brani carini ma rimangono fini a sé stessi. Oggi invece ho intrapreso un percorso più completo, composto da un’etichetta, un ufficio stampa, un videomaker e tante altre figure professionali. Ho allargato la mia cerchia e sento che sto crescendo dal punto di vista lavorativo.

Il tuo pubblico ora è formato prevalentemente da amici?

La maggior parte sì, poi ci sono anche tante altre persone che ho conosciuto durante il percorso dell’animazione nei villaggi che ancora mi seguono e mi scrivono. Uno dei miei desideri più grandi è far ascoltare a più persone possibili la mia idea di musica durante un live.

Il lavoro di pianobar e l’animazione che soddisfazioni ti hanno dato in questi anni?

L’animazione è stata sempre una mia grande fonte di piacere, lavoravo nei locali a Roma e durante l’estate partivo e andavo nei villaggi. Ma la vera passione era il teatro, ossia musical, cabaret e tributi a dei cantanti, soprattutto stare sempre a contatto con i ragazzi e organizzare uno spettacolo con loro.

Come gestisci i tuoi profili social?

Per quanto riguarda la mia pagina Facebook c’è un po’ di tutto quello che faccio nella mia vita. Su Instagram ho un profilo ufficiale aperto di recente dove pubblico solo contenuti inerenti alla musica. Ne ho anche un altro che dedico più al mio privato e cerco di non alterare troppo gli algoritmi. In un futuro lavorativo è molto meglio avere un account indicizzato e avviato.

Alessio Rosati: purché se ne parli…“Raccontami” tutto! 4
Alessio Rosati (Foto di Marko Carbone)

Qual è il sogno musicale che hai nel cassetto?

Essere apprezzato per quello che faccio come artista; non penso ai numeri e alle visualizzazioni, ma mi soffermo sempre sul riscontro delle persone, ai loro feedback sia postivi che negativi. Sono della filosofia de “nel bene e nel male purché se ne parli”. Penso a procedere nel modo giusto sia per me stesso che per gli altri, la cosa più bella è quando la tua musica arriva a chi la ascolta.

Programmi per il futuro?

Con il videomaker abbiamo in mente di girare un secondo video per un altro brano che è già pronto. Potrebbe uscire a giugno o comunque a ridosso dell’estate.

Articolo a cura di Simone Ferri

Monica Sarnelli omaggia Peppino Gagliardi con “T’amo e t’amerò”, il nuovo singolo estratto dal nuovo album “’E n’ata manera”

Monica Sarnelli - 'E n'ata manera - Cover
Monica Sarnelli – ‘E n’ata manera – Cover

Dal 29 marzo 2024 è in rotazione radiofonica “T’amo e t’amerò”, il nuovo singolo di Monica Sarnelli estratto dal nuovo album “’E n’ata manera”.

“T’amo e t’amerò” è un sentito omaggio di Monica Sarnelli al grandissimo Peppino Gagliardi – che per primo, nel 1963, incise il brano, portandolo ad un enorme successo – ma anche alla Zeus che, sessant’anni fa, con questo brano, di fatto, avviò una stagione fortunatissima, di giuste intuizioni, grandi vendite ed indovinatissime scelte artistiche (oltre a Gagliardi lanciò Mario Merola, Antonio Buonomo, Patrizio, Gigi Finizio, Nino D’Angelo, Gigi D’Alessio e altri…).

Su questo brano il grande rammarico di Monica Sarnelli che, purtroppo, non è riuscita a far ascoltare la sua versione di “T’amo e t’amerò” a Peppino Gagliardi, scomparso di recente…: «tramite il maestro Gianni Aterrano (pianista, per una vita, di Sergio Bruni ma anche scopritore di grandi talenti; fra i tanti: Massimo Ranieri) nei mesi scorsi, avevo provato a coinvolgere Peppino Gagliardi nella realizzazione di questa nuova versione del brano… ma la risposta fu che qualche acciacco non gli permetteva di partecipare a questa registrazione… Per un attimo pensai ad una risposta diplomatica ma, purtroppo, dopo qualche mese ebbi conferma dei reali problemi di salute e, dopo poco, il grande Peppino è volato via…» (Monica Sarnelli)

Nel 1963 il brano su realizzato anche da Little Tony, per la Durium (ed ebbe grande successo anche nella sua versione). L’esordio professionale di una giovanissima Monica Sarnelli avvenne proprio collaborando con il “mitico” Antonio Ciacci (vero nome di Little Tony) nei primi anni ‘80: Monica apriva i suoi concerti in piazza con, alle chitarre, un altro giovanissimo molto talentuoso: Paolo Carta (oggi noto anche marito e direttore musicale di Laura Pausini)

Commenta l’artista a proposito del brano: “Nel disco, ma anche in concerto, sarà la mia dedica speciale ad un artista raffinatissimo e di grande serietà e coerenza: caro Peppino “T’amo e t’amerò”

Il videoclip di “T’amo e t’amerò” è stato realizzato utilizzando il set virtuale del CG Studio – a Casalnuovo di Napoli – dal regista/videomaker Carmine Giordano (che ha curato, personalmente, riprese e montaggio).

Dopo otto anni da “A Testa in Su”, undici da “Notte Lenta” e quasi venti da “Lazzare Felici”, Monica Sarnelli ritorna con un nuovo album, “’E n’ata manera”, prodotto e distribuito dalla Zeus, storica casa discografica, fondata dalla Famiglia Barrucci nei primi Anni ‘60.

Dieci tracce scritte da grandi autori – Vincenzo D’Agostino, Bruno Lanza, Gianni Fiorellino, Enzo Caradonna, Sally Monetti – dirette, arrangiate e realizzate dal cantautore (polistrumentista) Gianni Fiorellino che, nell’album, suona anche piano, tastiere e chitarre.

È un progetto che apre nuovi scenari nel percorso artistico di Monica e che – grazie alle scelte di Gianni Fiorellino – le ha permesso di sperimentare una vocalità diversa rispetto a quanto fatto in precedenza.

Monica Sarnelli è una cantante italiana. È nota soprattutto per la sua singolare capacità di interprete della canzone napoletana sebbene, in ambito nazionale, la sua voce è unita, da ormai più di 27 anni, alla sigla della soap televisiva di Rai 3 “Un posto al sole” (canzone scritta da Antonio Annona e Bruno Lanza), incisa nel 1996.

Debutta nel 1981, all’età di quindici anni, con un 45 giri (etichetta: EMI) intitolato “Amo”. Collabora come corista di cantanti affermati come Gianni Bella, Edoardo Bennato, Little Tony, Wess, Peppino Di Capri, Fred Bongusto, Gino Paoli, Gigi D’Alessio.

Nel 1992 riprende la sua attività solistica affrontando un repertorio pop italiano che, nel 1993, caratterizza “Plays”, il suo primo album. A questo fanno seguito i singoli “La città che brucia” e “Romantica” (1994), “Le cose che non dirò” e “Come cambia la vita” (1995).

Monica Sarnelli
Monica Sarnelli

Il successivo progetto discografico, realizzato insieme a Gigi De Rienzo, porta alla pubblicazione degli album “Lazzare felici volume 1” (2004), “Lazzare felici volume 2” (2007) e la raccolta antologica “Neapolitan power i feel” (2009) in cui interpreta brani come: “Chesta sera” di Nino D’Angelo, “Campagna” di James Senese e Franco Del Prete, “Lazzarella” di Riccardo Pazzaglia e Domenico Modugno, la classica “‘O surdato ‘nnammurato” di Aniello Califano, “Maruzzella” di Renato Carosone, “Core” di Maurizio Capone oltre ad una significativa selezione dal repertorio di Pino Daniele (“Terra mia”, “A me me piace ‘o blues”, “Chi tene ‘o mare”, “Assaie” e “Lazzari felici”).

A questi dischi partecipano (oltre a Gigi De Rienzo, che ne ha curato anche la direzione artistica e gli arrangiamenti): James Senese, Peppino Di Capri, Enzo Gragnaniello, Marco Zurzolo, Agostino Marangolo, Ernesto Vitolo, Franco Giacoia, Lino Cannavacciuolo, Marcello Colasurdo, Alfonso Deidda, Solis String Quartet, Sha One, Roberto Schiano, Annibale Guarino, Patrix Duenas.

Nel 2004 partecipa al “Premio Carosone”. Con Sal da Vinci e Gigi Finizio, nel 2005,  è in concerto ad Agnano per il “Gran Premio Lotteria”. Nel 2007 è tra i protagonisti, con Gigi D’Alessio, Alessandro Siani e Sal da Vinci, della festa allo Stadio San Paolo per il ritorno in serie A della SSC Napoli. In Piazza del Plebiscito nel 2008 “duetta” con Nino D’Angelo, alla serata finale della “Piedigrotta” (sul palco: Sophia Loren, Pippo Baudo). Sempre nel 2008, al “Leuciana Festival”, un concerto dedicato al “repertorio” di Pino Daniele.

A dicembre 2009, presso il Consolato Italiano a Londra – accompagnata dal pianista Pino Tafuto – con le sue canzoni “inaugura” una mostra dedicata al “Presepe Napoletano del ‘700”.

È su RAI 1, nel 2010, con Lucio Dalla, Josè Feliciano, per “Napoli prima e dopo” ed ancora, su RAI 2 per “Napoli Racconta” di Giorgio Verdelli, condotto da Enzo De Caro.

Monica Sarnelli omaggia Peppino Gagliardi
Monica Sarnelli omaggia Peppino Gagliardi

Con i testi di Maurizio de Giovanni, gli arrangiamenti musicali di Gigi De Rienzo, la regia teatrale di Raffaele Di Florio, nel 2011, – porta in scena lo spettacolo/concerto “Napoli Plebiscito Italia”, dedicato a Pino Daniele ed ai protagonisti del “Neapolitan Power”.

Nel 2012, ad Ercolano in Villa Campolieto, in un cartellone ricco di grandi nomi della musica Italiana – Fiorella Mannoia, Giorgia, Antonello Venditti, Tosca, Pino Daniele – è protagonista, con il suo concerto “Neapolitan Nu_Classic”, alla 25ª edizione del Festival delle Ville Vesuviane.

Ad ottobre 2012, con il disco “Notte Lenta”, realizzato ancora su etichetta Bop and Pop, continua il suo percorso di rilettura di brani partenopei (tra “vecchi classici” e “nuovi classici”), ed interpreta gli inediti di Franco Del Prete (“Notte Lenta”) ed Enzo Leomporro (“Tu nun siente niente”).

Nel 2015 pubblica l’album “Sirene, sciantose, malafemmene ed altre storie di donne veraci”, che prende il titolo dall’omonimo spettacolo di Federico Vacalebre con cui è protagonista di una lunga tournèe teatrale.

Sempre nel 2015, pubblica la raccolta antologica, in 4 dischi, “Napoli a Colori”, ed anche l’album “A testa in su”, che contiene 7 nuovi registrazioni fra inediti e nuove riletture di alcuni classici, fra cui il brano “Mentecuore” di Nino D’Angelo.

Il 24 giugno del 2017, alla Stadio di Napoli (ex “San Paolo”, oggi “Diego Armando Maradona”) “duetta” con Nino D’Angelo – sulle note di “Chesta sera” – in occasione del concerto organizzato per i sessant’anni dell’artista partenopeo. All’evento partecipano anche: Clementino, Gigi Finizio, Enzo Gragnaniello, Rocco Hunt, Maria Nazionale, Raiz, Sal Da Vinci, James Senese, Fortunato Cellino, Brunella Selo, Franco Ricciardi, Daniele Sanzone, Luchè… Del 2017 è “Je so’ pazzo”, il suo omaggio – condiviso con Valerio Jovine – all’indimenticabile Pino Daniele, e poi l’inedito “Vicino a te” (scritto da Antonio Annona e Marco Fasano).

Monica Sarnelli omaggia Peppino Gagliardi 3

Nel 2018, in occasione dell’uscita del singolo “Tu sì meglio ‘e me” (scritto da: Bruno Lanza, Sally Monetti e Federico Spagnoli), promuove nel mese di dicembre un “minitour solidale” che la impegna in una serie di concerti: al Carcere Femminile di Pozzuoli, presso la Comunità di Sant’Egidio ed al Centro Giovanile Santa Maria Rosa Nova creato a Sant’Antonio Abate da Don Salvatore Branca.

Nel 2019 realizza “Note Positive”, un progetto dedicato agli studenti delle scuole della Campania realizzato con il coordinamento di Geppino Radin.

A novembre 2019 pubblica, su tutte le piattaforme digitali, “Napoli@Colori” la sua “raccolta antologica” (4 album con 68 brani).

Tra il 2019 ed il 2022, nei periodi non soggetti al lockdown pandemico, è ancora protagonista in concerto con “Napoli@colori” che presenta al pubblico attraverso un tour dedicato ai “teatri di frontiera” della Campania.

A gennaio del 2022 esce il singolo “Un nuovo Sud” su testo e musica di Felice Iovino, con la partecipazione di Maurizio de Giovanni.

A febbraio (sempre del 2022), Monica Sarnelli propone la sua versione di “Abbracciame” di Andrea Sannino e Mauro Spenillo che realizza coinvolgendo, nuovamente in studio, gli stessi autori del brano.

Ad aprile del 2022, firma un contratto discografico con la ZEUS Record di Napoli, che la impegna per tre album.

Per il primo, “’E N’ATA MANERA”, con la direzione artistica e gli arrangiamenti del cantautore Gianni Fiorellino, uscito il 29 novembre 2023, accompagnato dal singolo “Voglio parla’ cu tte” feat. Gianni Fiorellino.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Kalu “Foto sul muro” il primo album del rapper romano, foto come strumenti di autoanalisi, che, catturando solo un attimo, riescono a far riflettere su tutto il vissuto

Kalu - Foto sul muro - cover
Kalu – Foto sul muro – cover

Foto sul muro è il primo album di Kalu, rapper classe 2000, originario del X Municipio di Roma.

Ufficialmente in attività dal 2019, Kalu si è distinto calcando i principali palchi della capitale (Parco Schuster, Monk, Alcazar, Le Mura, Tevere Art Gallery, CSOA La Strada, Aurora, Teatro Jam, Container San Lorenzo e altri) e partecipando come ospite alla Urban Class 2021 a Milano, organizzata da Trapitaly e Propaganda.

Influenzato da un background prevalentemente hiphop muove i primi passi della sua carriera nel mondo del freestyle e pubblicando brani dal suono rap, che nel 2019 danno forma al primo EP Sogni di Cartapesta.

Successivamente inizia a lavorare con musicisti, contaminando l’anima rap con il cantato e gli strumenti suonati, nel solco di alcune ispirazioni statunitensi tra cui Mac Miller, Kota The Friend e Isaiah Rashad: il risultato è l’EP di sei brani “Un giorno sulla terra”, pubblicato nel 2022.

Dopo un periodo di sei mesi in Olanda, in cui si è confrontato con la scena locale in jam sessions tra il jazz e il rap, torna a Roma e nell’estate 2023 e inizia a lavorare a “Foto sul muro”.

L’album gira attorno all’idea di foto come strumenti di autoanalisi, che, catturando solo un attimo, riescono a far riflettere su tutto il vissuto. Le tracce riprendono con costanza il concept, declinato in varie sfumature, dalla malinconia («però adesso ho soltanto foto mosse») alla speranza nel futuro («non ho voglia di stare a parlare di foto belle ma invecchiate male»), insistendo sulla capacità delle foto di immortalare i ricordi («vecchie foto e mi ricordo chi sei: scordi la voce, i lineamenti e la faccia»), così come le canzoni.

Kalu “Foto sul muro"
Kalu “Foto sul muro”

Lo stile di scrittura è quasi visuale per come si sovrappongono immagini dettagliate di scene di vita quotidiana. La matrice del disco è rap, ma le produzioni curate da Baime, amico di lunga data dell’artista, spaziano dall’indie, al bedroom pop, passando per il blues e il folk.

La copertina, a cura di Flavia Zoe Ciliberto e lo stesso Baime, gioca sulla differenza tra la spensieratezza del bambino e dell’anziano e la cupezza dell’artista, disposti in ordine anagrafico.

Per proporre una promo al di fuori dei social che facesse immergere direttamente le persone nell’immaginario del disco, le settimane prima dell’uscita Kalu ha girato Roma, lasciando una bacheca di sughero su un cavalletto nei principali luoghi di aggregazione della città.

Kalu
Kalu

La bacheca, accompagnata dalla scritta «non ho voglia di stare a parlare di foto belle ma invecchiate male», ha attirato numerosi sconosciuti e l’artista, con una stampante portatile, ha dato loro la possibilità di attaccare fotografie di ricordi della propria vita personale, riempiendo la bacheca nel giro di pochi giorni.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Luca Carrubba  “La prima grande creazione”,  il nuovo singolo, una riflessione profonda sulla natura umana per raccontare l’arte, la vita e l’amore

Luca Carrubba “La prima grande creazione”
“La prima grande creazione” il nuovo singolo di Luca Carrubba

Il Cantautore Luca Carrubba è pronto a stupire ancora una volta. Infatti, è disponibile sulle piattaforme e negli store digitali il nuovo singolo dal titolo “La prima grande creazione”. Il brano presentato dal cantautore romano, rappresenta uno spunto, una riflessione profonda sulla natura umana, sull’arte e sul mistero della vita stessa.

Un racconto quasi divino con un testo che interroga l’essenza della creazione artistica e il ruolo dell’uomo nel grande quadro della vita, il singolo invita così gli ascoltatori a esplorare il concetto di bellezza, evoluzione e amore.

Un’avventura raccontata con estrema sensibilità e in modo quasi poetico. Un artista a 360° capace di aprire il suo cuore e presentare la sua anima, condividendola con gli ascoltatori. Un viaggio tra quelle esperienze che hanno arricchito il suo percorso e la sua storia musicale.

Ciao Luca, è un piacere averti tra le nostre pagine. Inizierei chiedendoti come stai?

Salve, è per me un grande piacere rispondere a queste domande, grazie alla redazione per questa possibilità. Sto bene, è sicuramente un periodo pieno di emozioni e realizzazione. Sono molto fiero del contatto che sono riuscito ad avere con chi ha ascoltato questi ultimi singoli.

Luca Carrubba - La prima grande creazione - Cover
Luca Carrubba – La prima grande creazione – Cover

“La prima grande creazione”, come racconteresti questo brano?

Non saprei esattamente come raccontarlo. Questo brano è ispirato dalla diversità della vita in questo mondo, questa prima grande creazione, nella quale ogni giorno noi tutti camminiamo, soffriamo e ci godiamo il nostro tempo. Mi piace pensare, che proprio come nel vivere, ognuno di noi, ascoltando il brano possa trovare qualcosa di personale. Quando scrissi il testo, volevo solo raffigurare Dio come il primo grande artista, creatore di un’opera (la vita ndr) nella quale noi tutti possiamo solo che ispirarci. Questa vita è un’opera superiore, muta nel tempo e nella forma. È un’opera che ogni giorno ci sorprende con sfumature di emozioni e colori sempre diversi.

Un brano fresco di uscita, ma quali emozioni porta dietro questo lavoro?

Questo brano ha visto la luce da poche settimane, in realtà però lo scrissi 6 anni fa. Ogni brano, come per noi esseri umani, ha bisogno del proprio tempo per maturare e poter camminare sulle proprie gambe. Posso solo far immaginare quante diverse versioni ho creato lungo questi anni. Nel 2023 riascoltando le demo di questa canzone, ho avuto una diversa chiave di lettura e l’emozione che suscitò fu abbastanza per portarle in studio e incidere la versione che oggi possiamo ascoltare. questa canzone mi ha insegnato che non solo i brani possono cambiare in arrangiamento o testo negli anni, ma anche noi artisti nelle diverse chiavi di lettura che possiamo guadagnare crescendo.

Luca Carrubba “La prima grande creazione” 2
Luca Carrubba

Un viaggio di scoperta e di auto-rivelazione, ma come nasce l’esigenza di raccontare questo viaggio così personale?

L’esigenza nasce dalla paura di scomparire, voglio che i percorsi creativi che vivo, le idee, i volti che descrivo rimangano ben ferme sulla tela dell’esistenza. Ultimamente, ho imparato quanto l’arte sia semplicemente espressione del linguaggio umano, nel dolore o nella gioia e la vita è il seme che quotidianamente da frutto all’ispirazione. La ricerchi nelle emozioni o nei pensieri, li amplifica per viverli al massimo e solo dopo, quasi con approccio scientifico, scrivi un testo. A quel punto la condivisione risulterà solo come un racconto di viaggio, un viaggio che dura una vita intera e spesso dentro se stessi. Ogni canzone che scrivo mi educa a conoscermi meglio.

Cantautore classe 98’, giovanissimo, ma già con tante esperienze alle spalle. È dall’esperienza che nascono le tue necessità musicali?

Sì, faccio frutto di tutto quello che la vita mi dona quotidianamente. La vita è stata “La prima grande creazione” creata, viverne all’interno aprendo gli occhi e percependola in noi, è la forma più semplice per fare arte. Quando non riesco a scrivere spesso è perché mi sento svuotato, la cosa che mi blocca di più nel mio rapporto con la scrittura è la mancanza di tematiche. Quando mi trovo in quei momenti è utile per me gettarmi nella vita, aprendosi ad ogni forma nella quale lei ci comunica.

Luca Carrubba “La prima grande creazione”

“La prima grande creazione” farà parte di un progetto più ampio?

Questo non l’ho ancora annunciato, ma i singoli che stanno uscendo incluso “La prima grande creazione” sono parte di un Album che raccoglierà 5 brani totali. Il titolo? “Piccole pillole di esistenza”.

Ti stai già preparando per delle date estive dove far ascoltare la tua musica?

Sono molto felice delle possibilità che diversi locali e teatri indipendenti mi stanno dando per suonare. Le date più prossime sono il 27 aprile al teatro Granari di Civitavecchia e il 10 maggio all’antica stamperia Rubattino di Roma. Ho l’estrema necessità di cantare queste canzoni e condividerle con anime intorno a me.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

Lodem torna con il singolo “Qulo o Talent”, la volontà di dire qualcosa di serio divertendo l’ascoltatore portandolo alla riflessione

Lodem torna con il singolo “Qulo o Talent”
Lodem

Dal 29 marzo in radio Qulo o Talent” il singolo di Lodem scritto con Mattia Zuliani che ha curato anche arrangiamenti e produzione per Kataklisma Red.

« “Qulo o Talent” è un urlo su base leggera – racconta Lodem – l’idea nasce dalla volontà di dire qualcosa di serio in merito alla nostra generazione e alla sua difficoltà galoppante di realizzarsi; seppur con una chiave pop dance, sensibilmente catchy. Il brano apre due sfide: divertire l’ascoltatore con una base ballabile, frizzante e divertente per accompagnarlo, ascolto dopo ascolto, alle riflessioni che il testo porta all’attenzione».

«Il video è stato girato nei pressi della stazione ferroviaria di Gaggio porta est, in provincia di Venezia e nel parcheggio sotterraneo di un centro commerciale a Marcon. Lodem aveva le idee molto chiare in merito al video – afferma Andrea Zuliani che ha curato la regia – lo scenario che proponeva si rifaceva ai romanzi distopici del tipo 1984 di Orwell, ciò che voleva era un rimbalzare continuo tra tensione e leggerezza.

La TV è l’esempio della nostra dipendenza dai media ma anche l’opportunità di venire a conoscenza di chi, come Lodem “offre musica in cambio del tuo rumore”. Il video vuole far pensare, ma far capire che a pensare, non sei il solo, non sei solo».

Lodem - Qulo o Talent - Cover
Lodem – Qulo o Talent – Cover

Lodem, nome d’arte di Lorenzo De Marco, nato a Venezia, è un cantautore pop con origini mezze venete e mezze campane.

Esordisce con il suo primo inedito “Quando sto con te”, grazie al quale vince nel 2008 il Festival Castelletto, premiato da Mogol.

Dal 2008 al 2021 si impegna come autore scrivendo brani per altri artisti e colonne sonore per il cinema.

Lodem
Lodem

Ha scritto, tra gli altri, il testo del brano portante della colonna sonora di “Riuscire –  Against the Wall”, vincitore come “Best short film 2023 ” allo “Student World Film Festival” Usa;  Nomination al Festival del Cinema di Cefalù; menzione d’onore al “Ceylon International Film Festival”; primo premio ” Corto Colonna” Festival del Cinema di Colonna 2023.

Nel 2021 incontra Mattia Zuliani, artista poliedrico e uniti dalla stessa visione musicale iniziano un sodalizio che prosegue tutt’ora.

Lodem torna con il singolo “Qulo o Talent” 3

Pubblica nel 2023 Mal D’ Africa”, scritto sulle rive del lago Trasimeno, luogo a lui caro anche per i suoi tramonti e a cui si ispira molto.

Nel 2024 partecipa a Casa Sanremo Live box, su diretta audizione del direttore Ciro Barbato, con il brano Qulo o Talent portandolo ad uno dei format paralleli al festival.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Rosanna Fratello, alla conquista della generazione Z con un evergreen, una nuova versione del celebre brano “Se t’amo t’amo”

Rosanna Fratello - Se t'amo t'amo - cover
Rosanna Fratello – Se t’amo t’amo – cover

Da venerdì 22 marzo 2024 è in rotazione radiofonica “Se t’amo t’amo”, una nuova versione del celebre brano di Rosanna Fratello scritto anche da Cristiano Malgioglio.

La parabola delle canzoni non è mai certa soprattutto quando a interpretarla è un’artista iconica come Rosanna Fratello che tutti ricordano per il celebre brano “Sono una donna, non sono una santa”. 

Tuttavia, durante la sua partecipazione all’ultima edizione del Grande Fratello, la canzone “Se t’amo t’amo” irrompe nella casa più spiata d’Italia, diventando per tutti un vero e proprio tormentone. Per suggellare il trionfo di questi ultimi mesi, l’artista propone in radio una nuova versione del brano già disponile su etichetta Clodio Music in tutti gli store digitali e in streaming.

«Il mio sodalizio artistico con Cristiano Malgioglio ha sempre dato risultati più che esaltanti; Cristiano è riuscito nel tempo a far trasparire aspetti della mia personalità – sottolinea Rosanna Fratello – che difficilmente venivano colti da altri; ed ecco che una bella canzone riesca ad andare oltre il tempo e ad entrare ancora nella mente e nel cuore del mio pubblico». 

Scusa, se t’amo t’amo / Io non lo so che colpa ho, ma t’amo t’amo / Vedi, sei tu il richiamo, io grido te, che male c’è, se t’amo t’amo”, recita il testo che, con un ritmo martellante e un ritornello caratterizzato da ripetizioni facilmente mnemoniche, riesce a conquistare anche la generazione Z e a imperversare in poche settimane sui canali social come colonna sonora di tantissimi video. A proposito di social, fra i giovanissimi spopola anche un tutorial che consente di imparare all’istante una coreografia sulle note di questa nuova hit del momento.

Ancora bambina si trasferisce a Cinisello Balsamo, la città in cui trascorre l’infanzia e l’adolescenza; il padre crea in quel comune una piccola azienda di ossidazione anodica che gestisce insieme al figlio (e fratello di Rosanna) Antonio.

Incomincia la carriera di cantante nel 1967, dopo aver firmato un contratto con la Arlecchino di Enzo Amadori, che le fa incidere tre canzoni in una raccolta di brani del Festival di Sanremo 1967, È più forte di me, Devi avere fiducia in me e Quando dico che ti amo.

Nello stesso anno, a dicembre, vince la seconda edizione del Festival della Canzone Italiana di Santa Sofia di Romagna.

Alla fine del 1968, dopo essere stata eletta “Reginetta della Canzone” in un concorso a Piacenza, passa alla Ariston, e con la nuova casa discografica partecipa al Festival di Sanremo 1969, sostituendo all’ultimo momento Anna Identici (la quale in quel momento attraversa una delicata fase depressiva nell’interpretazione del brano Il treno, la cui versione alternativa è presentata da Brenton Wood.

Lo stesso anno la Fratello partecipa a Un disco per l’estate con Lacrime nel mare e successivamente alla Mostra internazionale di musica leggera di Venezia con Non sono Maddalena (scritta da Giorgio Conte), aggiudicandosi la “Gondola d’Argento”.

Nel 1970 partecipa nuovamente a Sanremo con Ciao anni verdi, scritta per il testo da Vito Pallavicini e per la musica da Alessandro Celentano, fratello di Adriano, e Nando De Luca, e presentata, nella doppia versione, anche dal complesso I Domodossola: il pezzo viene escluso dalla finale, ma la Fratello si guadagna l’apprezzamento da parte della collega Mina, che era anche discografica del gruppo citato.

Nello stesso anno fa parte del cast della trasmissione del sabato sera E noi qui, con Gino Bramieri, Giorgio Gaber e Ombretta Colli. Partecipa inoltre a Un disco per l’estate con Una rosa e una candela, classificandosi al nono posto nella serata finale di Saint Vincent.

Nel 1971 è nuovamente presente a Sanremo con Amsterdam, che ottiene un discreto successo in Spagna. Mediterranea e dotata di naturale espressività, la Fratello in quello stesso anno viene scelta dal regista Giuliano Montaldo per il celebre film Sacco e Vanzetti, con Riccardo Cucciolla e Gian Maria Volonté, in cui interpreta Rosa, la moglie di Sacco; la pellicola viene premiata a Cannes, e Rosanna riceve il Nastro d’Argento alla migliore attrice esordiente per la sua interpretazione del ruolo di Rosa Sacco.

Rosanna Fratello, alla conquista della generazione Z
Rosanna Fratello, alla conquista della generazione Z

Sempre nel 1971, la Fratello partecipa a Canzonissima con Sono una donna non sono una santa (scritta da Alberto Testa ed Eros Sciorilli), canzone che giunge al vertice dell’hit-parade ed è destinata a rimanere il suo più grande successo.

Nel 1972 passa alla Ricordi pubblicando, tra gli altri, il singolo L’amore è un marinaio di Alberto Testa ed Eros Sciorilli. Nell’edizione 1972-73 di Canzonissima, accede ancora una volta alla finale con Figlio dell’amore, scritta da Fausto Leali e Vito Pallavicini.

Con Nuvole Bianche, nel 1973,  è finalista a Un disco per l’estate, manifestazione che la vede in gara anche nel 1974 con Caro amore mio (semifinalista) e nel 1975 con Povera cocca (esclusa dalle finali di Saint Vincent), quest’ultimo brano destinato originariamente a Marisa Sannia.

Prende parte, nel 1973  al film La mano nera, diretto da Antonio Racioppi, mentre dall’anno successivo partecipa per altre tre volte consecutive al Festival di Sanremo, in quelle che saranno le edizioni più sfortunate circa il successo televisivo e la vendita discografica: nel 1974 presenta Un po’ di coraggio; nel 1975, lei e Angela Luce sono le uniche concorrenti professioniste che godono di una popolarità a livello nazionale: entrambe si classificano al secondo posto, ma il brano presentato da Rosanna (Va’ speranza va) non ottiene successo.

Dopo essere tornata all’etichetta discografica Ariston, nel 1976 presenta a Sanremo la canzone Il mio primo rossetto, che la Fratello non ha mai apprezzato particolarmente e che, pur non arrivando in finale si rivela un discreto successo commerciale.

Contemporaneamente si dedica al folk, incentrando la sua produzione a 33 giri su vecchi canti come “Vitti ‘na crozza”, “Ciuri, ciuri“, “Calavrisella“, “Vola, vola, vola”, e molti altri.

In quell’anno, inoltre, prende parte al film La legge violenta della squadra anticrimine, diretto da Stelvio Massi.

Nel 1978, con la nascita della figlia Guendalina, la cantante dirada i propri impegni professionali, pur continuando a esibirsi in Italia e all’estero.

Dopo il passaggio alla Baby Records (1977), Rosanna tenta la carta della disco music con Listen (1977) e Quando una donna tace è sempre un angelo (1978), scritta dai La Bionda. In questo periodo posa nuda per l’edizione italiana di Playboy.

Rosanna Fratello Se t'amo t'amo
Rosanna Fratello

Nel 1981, dopo la pubblicazione dell’album Mediterraneo, la collaborazione col cantautore Cristiano Malgioglio le permette di risalire la china con Schiaffo, che ottiene un discreto successo.

Negli anni successivi continua a incidere altri singoli, passando da un’etichetta all’altra: tra gli altri, Per un uomo che va (1980) Se t’amo t’amo (1982), Al cuore bang bang (1982), La carovana (1984), M’innamoro sempre (1985), pubblicati rispettivamente da Balance Records, Durium, Panarecord e Dischi Ricordi.

Nel 1985 partecipa al programma televisivo Premiatissima (una delle prime “operazioni nostalgia”), formando il trio Ro.Bo.T con Little Tony e Bobby Solo: il trio incide anche due album per la Five Record, che ottengono un certo successo.

Sempre a Premiatissima, nel 1986 Rosanna Fratello si classifica seconda con la sua interpretazione di Amore scusami, successo di John Foster degli anni Sessanta.

Nel 1990 torna a collaborare con Malgioglio per il nuovo album Rosanna ieri, Rosanna domani, pubblicato dall’etichetta Carrere Records dove alterna 5 inediti e 5 cover di suoi vecchi successi in versioni riarrangiate.

Nel 1994 partecipa al Festival di Sanremo con il brano Una vecchia canzone italiana, nella Squadra Italia; pubblica l’album “Stammi vicino”, prodotto da Luigi Albertelli. Successivamente partecipa ad alcune trasmissioni televisive quali Domenica in e Viva Napoli, in veste di cantante e opinionista.

Nel luglio del 2011 esce l’album Tre rose rosse, scritto e prodotto da Cristiano Malgioglio: il disco raccoglie alcuni dei più grandi successi della cantante in nuove versioni riarrangiate, unitamente a quattro inediti, uno dei quali dal titolo Un tangaccio scritto da Maurizio Costanzo.

Nella primavera del 2013 entra in sala di incisione per un altro album con brani di Don Backy e Sandro Giacobbe, rimasto poi inedito. Rosanna Fratello è stata proprietaria di un bar-pasticceria a Como. Nel 2019 pubblica il singolo “Non si pesa in grammi l’anima”. Nel 2023 partecipa come concorrente alla diciassettesima edizione del Grande Fratello.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Francesco Cavestri “IKI – Bellezza Ispiratrice”, il nuovo album ispirato alla bellezza della musica e ai suoi legami tra i generi e gli artisti

Francesco Cavestri e la bellezza ispiratrice
“IKI – Bellezza Ispiratrice”, il nuovo album di Francesco Cavestri

È uscito “IKI – Bellezza Ispiratrice”, il nuovo album di Francesco Cavestri (Early 17 Records / Universal Music Italia), tra i vincitori del Top Jazz sezione Nuovi Talenti indetto da Musica Jazz.

È un album col quale Cavestri procede nel suo percorso alla scoperta del jazz nella sua forma più libera e aperta che trae ispirazione da fonti musicali diverse e a sua volta contribuisce alla nascita e allo sviluppo di nuove musiche e stili, in un rapporto di continuo scambio e confronto con le innovazioni sonore della contemporaneità.

Mentre nel primo album Cavestri analizzava i profondi rapporti che sussistono tra due generi così apparentemente diversi come jazz e hip hop, nel nuovo progetto, “IKI – bellezza ispiratrice”, la ricerca è stata maggiormente improntata ai legami tra jazz e musica elettronica, mantenendo sempre la centralità del pianoforte nella quasi totalità delle tracce.

Nel nuovo album, vi è solamente una traccia in cui pianoforte non compare, sostituito da strumenti come tastiere e sintetizzatori.

Il legame di questo album con l’IKI, filosofia che racchiude l’essenza del pensiero giapponese, risiede proprio in questa concezione libera e multiforme che Cavestri vive verso la musica.

Commenta l’artista a proposito dell’album: «Il legame di questo album con l’IKI, filosofia che racchiude l’essenza del pensiero giapponese, risiede proprio in questa concezione libera e ‘distaccata’: l’IKI, infatti, per raggiungere la propria condizione ideale, esige un’anima aperta e disponibile al mutamento, rappresentata dal simbolo del Mitsudomoe disegnato in contrasto sulla copertina».

Questo album, formato da sei tracce originali, si apre con un brano costruito intorno al monologo di Steiner tratto da “La Dolce Vita” di Federico Fellini, e si chiude proprio con la ripetizione della parola “Distaccati”, che ritorna nel corso del brano per richiamare il tema con cui si realizza pienamente l’IKI, ovvero quel “distacco” che permette all’anima di affrancarsi dall’infondato attaccamento alla realtà.

In termini musicali, questo concetto apre alla visione del jazz come genere sempre più vicino alla modernità e meno distante ai suoni contemporanei.

Francesco Cavestri - IKI - Bellezza Ispiratrice - cover
Francesco Cavestri – IKI – Bellezza Ispiratrice – cover

Le tracce successive mantengono una dualità tra jazz e musica elettronica, con arrangiamenti ricercati (come la fusione di “Naima” di John Coltrane con “Everything In Its Right Place” dei Radiohead) e riferimenti precisi (come la citazione a “Teardrop” dei Massive Attack).

Nel secondo brano, dal titolo “Sguardo”, Cavestri cita la ritmica di brani come “Bump It” di Erykah Badu e “Growing Apart (To Get Closer)” di Kendrick Lamar, ovvero alcuni tra i più influenti artisti nella storia dell’hip hop.

Questa reiterazione di incursioni hip hop nel jazz sono un marchio di fabbrica della musica del giovane pianista e compositore bolognese, e riaffiorano in tutti i suoi lavori.

Di notevole interesse sono le partecipazioni del grande trombettista, flicornista e compositore italiano Paolo Fresu, e del batterista americano Cleon Edwards (già al fianco di stelle come Erykah Badu e Lauryn Hill, nonché Cory Henry, Shaun Martin, ecc…).

Francesco Cavestri e la bellezza ispiratrice 2
Francesco Cavestri

L’ultima traccia, che vede la collaborazione di Paolo Fresu, dà il nome all’album: si chiama “IKI – bellezza ispiratrice” e funge da anello di congiunzione di quel cerchio sonoro che ha inizio con il brano di apertura, dal titolo “Distaccati”.

Questo brano testimonia la fissazione discografica della collaborazione tra il giovane pianista/compositore Francesco Cavestri e il grande trombettista Paolo Fresu.

Il breve estratto di un’intervista di Miles Davis è un tributo a colui che più di altri ha vissuto la sua carriera artistica alla ricerca del suono del futuro, anticipando spesso i grandi cambiamenti nella musica jazz e non solo.

Pianista compositore e divulgatore (classe 2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall’età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz).

Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston.

Il suo primo album “Early17,” una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo, con 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica.

Francesco Cavestri e la bellezza ispiratrice 3
Francesco Cavestri

Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (il Bravo Caffè di Bologna, l’Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally’s Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano).

Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto “Jazz/hip hop – due generi fratelli) nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMI) e a breve uscirà anche una pubblicazione.

Al Festival “Strada del Jazz 2023” con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia-Romagna per la rassegna Viralissima.) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro.

Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album è in uscita.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

“Carolina” il nuovo brano di Alessandro Celani  è dedicato alle donne e alla loro indiscutibile forza d’animo interiore. Siamo tutti Carolina, cambia soltanto dentro a quale pelle

Alessandro Celani: una “Carolina” per tutti!
“Carolina” il nuovo brano di Alessandro Celani

Alessandro Celani giovane artista romano ha costruito un mondo musicale molto introspettivo, distante dalle mode ma vicino alle sue passioni: la lettura, il cantautorato anni ‘70 e le piccole esperienze che arricchiscono le sue giornate. La vita di provincia gli agevola l’ispirazione, immerso nei silenzi della natura e nelle gioie semplici. Ha pubblicato di recente il secondo estratto del suo prossimo album, un inno alla libertà messa sempre in bilico tra quanto accade fuori e quanto accade dentro di noi.

Alessandro, come stai e come vivi il tuo legame con la musica?

Sto bene, sono in un periodo di cambiamenti e nuove scoperte. La musica ha un ruolo centrale nella mia vita: ne ascolto molta durante il giorno, forse 3 o 4 ore al giorno, cercando di farmi influenzare sempre da quello che ascolto. È la mia più grande passione, non lo nego.

Te la sei costruita da solo o qualcuno in famiglia ti ha influenzato?

È in parte ereditaria (mio padre è un batterista, grande appassionato di musica) e in parte costruita nel tempo, grazie agli incontri musicali che ho avuto attraverso l’ascolto attivo di alcuni artisti in particolare.

Qual è lo strumento musicale che prediligi di più?

Io nasco batterista, sono passato poi alla voce, strumento questo che ritengo tra i più espressivi in assoluto. Giocare a trovare melodie con la voce, mi permette poi di passare al pianoforte e tirare giù l’armonia di una canzone con più facilità. Quindi sì, prediligo lo strumento voce.

Prima di quale band facevi parte? Come hai vissuto il passaggio dalla carriera in gruppo a quella da solista?

Facevo parte di una band ormai sciolta, i Moon Park, il cui materiale è rimasto inedito. Ho imparato molto dagli altri membri del gruppo su come scrivere canzoni efficaci. Poi c’è stato questo passaggio alla carriera solista, vissuto in maniera molto serena.

Ci racconti la genesi del tuo ultimo singolo “Carolina”? Cosa vuoi comunicare?

“Carolina” nasce in una sera di dicembre di due anni fa, avevo una melodia che mi suonava in testa da giorni e quindi ho iniziato a scrivere di getto, senza pensarci troppo. È un inno alla libertà individuale e collettiva della donna, intesa anche come accettazione del nostro universo femminile interiore.

Alessandro Celani - Carolina - cover
Alessandro Celani – Carolina – cover

Questa figura incarna un po’ la vita di tutti noi esseri umani soprattutto in età giovanile?

Sì, assolutamente. Carolina si muove nel mondo con difficoltà ascoltando, a seconda delle situazioni che le se presentano, i “buoni” consigli che le persone attorno a lei le danno. È appesantita Carolina, vorrebbe cambiare vita e spiccare finalmente il volo da sola, con le sue stesse ali.

Quale sound hai voluto abbracciare in questo brano?

Il sound che ho sposato ricalca le sonorità musicali degli anni 60, quelle dei Beatles in particolare nella loro fase matura.

Carolina, così come Marta, sono nomi inventati o sono persone che esistono realmente nella tua vita?

Sia Carolina che Marta sono persone che hanno fatto realmente parte della mia vita. Carolina è un nome inventato mentre Marta è il nome di una persona reale alla quale sono molto legato.

L’album che uscirà ad aprile 2024 che tipo di filone segue a livello di contenuto? Come sarà strutturato?

L’album che uscirà il 29 aprile 2024 si chiamerà “Anima Vita” e seguirà il filone dell’amore, nelle sue più varie sfaccettature. Il fulcro del disco sarà l’amore inteso come inafferrabile, cioè che si sfiora appena, a volte si tocca un attimo con mano ma mai si afferra. A livello strutturale sono previste dieci tracce, ognuna molto diversa dall’altra ma allo stesso tempo comunicante.

Ho letto che sei nato a Roma ma ti sei trasferito nel paese di Capena. Che sensazioni ti dà la vita di provincia? Senti sia il tuo habitat?

La provincia è un ottimo ambiente per coltivare e crescere le proprie passioni perché generalmente è calma ma allo stesso tempo stimolante. Ad oggi non tornerei mai a vivere in città, preferisco la provincia.

Per scrivere i tuoi pezzi come trovi l’ispirazione?

Cerco l’ispirazione nelle piccole cose o nei libri, ad esempio, ma spesso scrivo anche senza per puro esercizio. Il processo che seguo si basa sul costruire una sequenza di immagini, quasi fotograficamente, con le parole, accostandole a mio piacimento.

Alessandro Celani: una “Carolina” per tutti! 2
Alessandro Celani

Qual è l’ultimo libro che hai letto?

“Racconti brevi e straordinari” di Borges e Casares.

Ti è mai capitato di aprire qualche concerto o di partecipare a qualche festival o concorso? Se sì, cosa provi quando sei sul palco?

Ho partecipato a vari festival e concorsi. Sul palco mi trasformo, acquisto sicurezza e forza perché mi sento molto a mio agio e quindi riesco ad emozionare ed emozionarmi.

Che tipo di rapporto hai con il tuo pubblico? Interagisci spesso con loro?

Col mio pubblico preferisco avere un contatto diretto, non filtrato. Mi è capitato spesso di essere fermato nel mio paese da persone, anche sconosciute, che mi hanno fatto complimenti per la mia musica.

Tra quelle che hai pubblicato finora, qual è la tua canzone manifesto?

“Sogno 0” è il mio manifesto musicale e artistico.

Scegli 3 aggettivi per descrivere la tua discografia…

Vintage, nuda, colorata.

Che programmi hai in concreto per il futuro?

Continuare la mia carriera con la stessa determinazione avuta fino ad ora.

Se non avessi fatto il cantautore cosa avresti fatto nella vita?

Atleta, il salto in lungo.

Qual è il tuo più grande sogno musicale?

Rimanere nella memoria delle persone.

Articolo a cura di Simone Ferri

Etta: il nuovo singolo “Britney” che tratta il tema della salute mentale: viviamo in un mondo dove la salute mentale non è considerata una priorità

Etta: “Britney” il nuovo singolo, per riflettere

Nel panorama alternativo degli artisti emergenti spicca Etta, inquieta e irriverente utilizza il rock per veicolare messaggi che il più delle volte denunciano criticità, soprusi e violenze subite da donne; sul palco del Primo Maggio romano (edizione 2023), durante l’esibizione lancia degli assorbenti per stimolare una riflessione sulla condizione della donna nel lavoro.

I suoi testi parlano di emancipazione, malessere psicologico, discriminazione ma soprattutto di quanto ancora sia difficile essere donne emancipate e indipendenti.

Il 2 febbraio (settimana precedente il Festival di Sanremo) Etta è usciata con il singolo “Amadeus”, un brano che parte dal Festival di Sanremo e dal suo direttore artistico per raccontare che il più delle volte alle donne sono riservati ruoli marginali il cui fine ultimo è quello di agevolare e sostenere l’uomo di turno.

Il 23 febbraio 2024   viene pubblicato “Nervous” il primo singolo di Etta legato all’album  si ispira al personaggio “Jason Voorhees”, protagonista della saga horror venerdì 13.

Il Jason 2.0 di Etta è un personaggio sociopatico, aggressivo e totalmente privo di empatia, ma allo stesso tempo colorato e autoironico. È un paziente insofferente che trasforma i piccoli inconvenienti quotidiani in tragedie senza precedenti

Venerdì 8 marzo esce “Pornostar”, singolo sull’emancipazione femminile e ennesima provocazione lanciata da Etta. L’intento è, ancora una volta, riflettere su tutti quegli aspetti che, ancora oggi, fanno sì che una donna non possa disporre liberamente del proprio corpo senza subire discriminazioni, violenze, soprusi e molestie.

Venerdì 22 marzo esce “Game Over”, Il brano descrive la volontà di ribellarsi ad un sistema che ci vuole persone non pensanti.  “Game Over” è rappresentato da un personaggio che, come per i precedenti due singoli, conosceremo meglio sui profili social di Etta.

Etta - Britney - Cover
Etta – Britney – Cover

Venerdì 5 aprile esce “Britney” il nuovo singolo di Etta che tratta il tema della salute mentale: viviamo in un mondo dove la salute mentale non è considerata una priorità, dove parlare di servizi psichiatrici è più un obbligo dettato dal “politically correct” che da una reale volontà di portare avanti progetti di prevenzione e di tutela dei soggetti più deboli. Etta denuncia, come già avvenuto con il brano “Mille Pare”, l’indifferenza della società e la solitudine di chi è affetto da disturbi della personalità.

Mi racconti la tua evoluzione musicale?

La mia evoluzione musicale è stata più a livello di esigenze piuttosto che a livello di ascolto. Quando mi sono approcciata alla musica, venivo da un mondo pop e cantautorale nel quale adoravo artisti come Battisti e Dalla. Quando ho iniziato a scrivere, mi sono concentrata su questo tipo di scrittura.

Successivamente, mi ha affascinato il mondo dell’urban, e ho iniziato a dirigermi verso il mondo del rap perché ho sentito che le donne non avevano il loro giusto spazio e volevo entrare in un mondo dove venivano discriminate.

Agli inizi, con l’urban, le mie esigenze si spingevano un po’ all’estremo e sentivo che musicalmente non ero appagata.  All’improvviso ho voluto mettere nei miei pezzi qualcosa di più forte, fino a quando non ho fatto “WOman”, il pezzo con il quale ho vinto Area Sanremo, dove ho usato il rap e delle distorsioni, creando un genere che ho definito l’extreme pop.

Era un qualcosa non etichettabile e non collocabile in una determinata categoria musicale, che da un lato mi piaceva tanto perché avevo creato un connubio di generi, dall’altro lato è stato un problema perché il mercato musicale mi richiedeva di collocarmi in un determinato genere.

Ho iniziato a pensare che mi sarebbe piaciuto suonare in una band, così ho scritto un pezzo che ho passato al mio produttore V_Rus: dopo 2 ore me l’ha prodotto e in quel momento ho pensato che avevamo scoperto un nuovo mondo.

Sentivo la voglia di aiutare gli altri che, non riuscivo ad esprimere con il pop e l’urban, e ho voluto avvicinarmi al rock e i miei ascolti si sono evoluti per queste esigenze.  Questo percorso è avvenuto in maniera inconsapevole.

Etta: “Britney” il nuovo singolo, per riflettere 1

Come nascono le tue canzoni? Testi e musica e arrangiamenti?

Io compongo spesso quando sono in macchina, dove nascono le mie melodie. L’auto mi dà un senso di libertà. A volte, invece, mi metto in studio davanti al microfono, anche se non so di cosa voglio parlare e mi cresce un’idea.

A volte è il mio producer che fa qualcosa e me la gira.  In altre circostanze gli mando la linea con cui lui costruisce qualcosa. Siamo molto aperti e non abbiamo una modalità standard.

Generalmente creo la linea melodica, aggiungo le parole e spesso ho in mente cosa voglio raccontare.  Come accade nell’arte contemporanea   è molto più importante il gesto   e non l’opera in sé.

Mettermi davanti a un microfono e cantare, mi permette di imprimere dentro di me delle emozioni e di trasmetterle a chi ascolta le canzoni. Il testo è il coronamento delle emozioni che sono state messe nella musica.  È il mio percorso di scrittura, anche se sono aperta a tutto e non mi pongo dei limiti.

Io suono un po’ di tutto, sono affascinata dagli strumenti ma sono molto incostante nello studio. Nel canto ho una costanza maggiore, perché il mio approccio verso gli strumenti è molto da autodidatta e  non si saprei accompagnare in un live.

Su YouTube c’è un bellissimo video “Studio live session” dove mi ha colpito il pezzo “Fuck your mama”, un brano con contaminazioni dei Red Hot Chili Pepper.

 https://www.youtube.com/watch?v=Q12Dakto1Z8

“Fuck your mama” è il primo pezzo che ho scritto – come ti accennavo – e il mio produttore ha curato la produzione.  È il mio primo brano rock, nato in una fase in cui stavo cercando la mia direzione musicale.  Per me era importante conoscere e studiare tutto quello che girava attorno alla musica per la mia crescita professionale.  In questa fase mi sono affezionata al new metal legato ai gruppi degli anni ’90.

Hai una voce molto melodica, ma canti pezzi molto rock dove emerge il tuo lato arrabbiato. Così non rischi di mettere un po’ da parte la parte calda della tua voce?

Io cerco di mettere assieme le due cose, ma spesso quando faccio musica sono “incazzata con il mondo” e quindi per me MUSICA non vuole dire solo essere melodica.  In questo mondo, noi donne, siamo sempre la parte melodica, anche per la figura femminea e romantica. Io, invece, mi sento di appartenere a un altro mondo. Nel disco sul quale sto lavorando, ci saranno tante parti di me, però, quando voglio esprimermi cerco il modo più irriverente e fastidioso, e devo puntare i piedi per terra.

Nei tuoi testi sollevi problematiche sociali importanti   che sono raccontate nei video molto forti. Esempio nel video dalla cover “Mi piace perchè”, c’è donna con il sangue sul viso, ma ce ne sono diversi con altri personaggi. Questo aspetto teatrale dove nasce?

Sono stata sempre molto appassionata di arte e cinema e ho frequentato l’Accademia delle belle arti. Ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente, in cui si parlava di arte a tutto tondo e non solo di musica. Ci vuole un po’ pazzia in quello che faccio, ma ho un team che ha mia stessa indole, mi supporta con un grande lavoro sulla parte visiva. Solitamente mi nasce l’idea e loro curano lo sviluppo.

Hai raccontato che le esperienze a X-Factor e Area Sanremo sono state formative. Cosa ti ha lasciato cantare sul palco del Concerto del 1° Maggio nel 2023?

Mi ha trasmesso la conferma di quello che sto facendo. Quando sono salita sul palco mi sono sentita a casa. È stata una sensazione di pancia potente, perché ho sentito quello che volevo fare da sempre.

Mi sono sentita me stessa e l’ho vissuto su quel palco dal primo all’ultimo momento.

Io credo che si debba essere in pace con la propria musica, e quando si è se stessi, non ci saranno più le ansie che ci frenano.

Quando sono stata a X-Factor e Area Sanremo mi ricordo di questa ansia perché fatico a ripercorre ricordare la performance: era molto tesa davanti a 4 persone, mentre di fronte a 300.000 persone durante il concerto del Primo Maggio è stato diverso.

Per me fare musica era un sogno di riscatto. Ora mi sento appagata per quello che faccio assieme alla mia band ed è modo per aiutare gli altri. Tutto questo prima non mi era chiaro e per me è stato importante il percorso che ho fatto.

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A breve ci sarà un disco e alcuni live. Come saranno?  

Il disco uscirà il 3 maggio e conterrà tutti i singoli che sono collegati tramite una psichiatra che mi psicoanalizza nei vari personaggi. L’album sarà il finale di questa storia. Non mancherà anche una cover con un arrangiamento particolare

I live saranno un’esplosione di tutto questo mondo.  Abbiamo diverse date, tra le quali il 10 maggio a Torino, l’11 maggio a Milano e il 18 maggio a Roma.

Nella data milanese ci sarà un’artista giovanissima che aprirà il mio concerto: si chiama Greta Grida, fa rock e mi rende felice scoprire delle ragazze che prendono spunto da me.

Nel mondo dei social dove c’è una tendenza allo scatto dove scoprirsi per attirare, tu sei spesso molto vestita, quasi in controtendenza con gli outfit moderni.   Cosa ne pensi di questo “sistema”?

Nella mia indole non mi piegherò mai al sistema o all’algoritmo. Io mi sento sexy come sono e sono più sensuale di un’artista come Elodie, non a livello fisico, ma perché faccio dei movimenti molto più provocatori con una maglietta e un pantalone largo, ma se lo facessi con minigonna risulterei volgare.

Se Elodie o Annalisa sono a loro agio mostrando la loro bellezza è giusto che lo facciano. Mi spiace se hanno questi atteggiamenti solo perché vengono richiesti dal mercato.

Nell’ultimo Sanremo Big Mama si è mostrata nella sua piena sensualità e come si sentiva. È

stata molto criticata ma è stata coerente con sé stessa. Occorre combattere lo stereotipo in base al quale ci deve essere un modello di donna o di abbigliamento.

Articolo a cura di Raffaele Specchia

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