Gli Studio3: “Siamo ancora qua”! Una canzone manifesto che parla della necessità di resistere nel tempo.

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Studio3 – da sinistra a destra: Marco Venturini, Salvatore Valerio e Andrea Vetralla.

Il 20 maggio esce in radio e negli store digitali “Siamo ancora qua” il singolo che accompagnerà la Reunion di Marco Venturini, Andrea Vetralla e Salvatore Gabriel Valerio e che li accompagnerà nei festeggiamenti del decennale della band.

Dopo 10 anni, 5 album e 1 raccolta questi artisti, che erano stati lanciati dallo slogan “la boy band che mancava ora c’è”, ritornano con la consapevolezza di fare parte della musica italiana. Non a caso la pagina facebook “Ma che ne sanno i 2000“, che raccoglie le esperienze cult degli anni 90, ha pubblicato alcuni dei successi degli Studio3 ottenendo migliaia di condivisioni e commenti.

Nel 2012 la decisione di fare un passo indietro dal progetto comune nato come pausa naturale perché – come dicono loro stessi – “un artista deve sapere quando fermarsi. È una scelta di maturità. Non si deve rincorrere. Oggi siamo consapevoli, vediamo il mondo con gli occhi degli adulti, abbiamo perso le nostre ingenuità e sappiamo cosa significhi confrontarsi con il mercato e con la concorrenza. In questi anni siamo sempre rimasti in contatto, abbiamo scritto molte cose belle che sentirete nel prossimo anno. Siamo partiti pensando di fare una canzone per i dieci anni e il resto è stato naturale.”

I ragazzi hanno girato il videoclip che accompagna il singolo con la Topside Multimedia, una delle case di produzione più attuali, internazionali e all’avanguardia nel mercato dei videoclip musicali e di cui Andrea Vetralla è producer da anni. Ma è l’unica vera novità che accompagna questa reunion che per il resto si è ricompattata con la stessa squadra di allora: la New Music International, etichetta che li ha scoperti e lanciati (la stessa etichetta che scoprì i Modà) e il loro produttore storico Kikko Palmosi (produttore tra gli altri anche per i Modà, nonché autore di alcuni brani per Emma Marrone).

La cosa più interessante degli Studio3 è il loro approccio olistico all’arte: tutto converge nello spettacolo e nella performance. Oggi si dedicano anche all’insegnamento, alla scrittura e alla produzione audio-visiva. “Per noi è un bisogno viscerale, ci stiamo godendo una vita completa senza perderci nei soliti cliché d’artista. Dalle 9 del mattino fino alla sera viviamo di creatività e di musica. C’è bisogno di artisti che non siano dei semplici esecutori”.

Siamo ancora qua è una canzone manifesto. Un manifesto a resistere nel tempo legandosi all’amore a ciò che spinge le persone ad avvicinarsi. La ciclicità della vita ci spinge a vedere delle differenze ma l’amore è, in qualche maniera, eterno: ci si ama oggi come ci si amava in passato. Cambiano le abitudini, gli ambienti e gli atteggiamenti ma il legame è lo stesso da sempre. Nel video questo viene reso usando una location antica con un look moderno. Simbolicamente il Gran Hotel di San Pellegrino Terme, colosso di sette piani in stile Liberty, è stato riaperto dopo un secolo proprio per ospitare i lavori di ripresa e forse grazie anche alle esigenze del video troverà nei prossimi anni un ritorno alle attività.

Ci stiamo abituando ad un mercato discografico che cerca il risultato immediato, i like su facebook o l’ubriacatura da talent. Vivere di musica è un’altra cosa, ha ancora bisogno della sua gavetta, di imparare a muoversi e soprattuto a resitere alla tensione psicologica dei vuoti, delle scelte. Dobbiamo tornare a lavorare per avere degli artisti che durino nel tempo, che sappiano correre, fermarsi e ripartire. All’amore per la musica non c’è mai fine.

Grande Estate a Villa Bertelli 2016: dal 16 luglio al 18 agosto, Forte dei Marmi rinnova l’appuntamento con la grande musica d’autore e il teatro.

Estate-Villa-Bertelli-2016Dopo i numeri da record dello scorso anno, torna per la quarta edizione Estate a Forte dei Marmi con alcuni dei più grandi protagonisti della musica d’autore e del teatro della scena italiana e internazionale.

Una rassegna attenta al territorio e alle nuove tendenze, che nel giro di 4 anni, si è affermata come uno dei cartelloni più attesi dell’intera stagione, in grado di alternare nella prestigiosa cornice di una delle ville storiche più suggestive della Toscana concerti e spettacoli d’autore con: Steve Hackett (16 luglio), il Musical di Masha e Orso (23 luglio), Fabio Concato (30 luglio), Fiorella Mannoia (6 agosto), Giovanni Caccamo (7 agosto), Accademia Teatro alla Scala (9 agosto), Francesco Gabbani (10 agosto), Andrea Pucci (11 agosto), Antonello Venditti (12 agosto), Massimo Ranieri (13 agosto), Stadio (16 agosto), Gianna Nannini (17 agosto), Patty Pravo (18 agosto).

Dopo l’anteprima del 15 luglio dedicata alla Versilia con La Versiglia in Bocca, Estate a Villa Bertelli 2016 parte il 16 luglio con un ospite d’eccezione e unico nel panorama mondiale: lo storico chitarrista dei Genesis, Steve Hackett, che proprio a Forte dei Marmi regalerà la prima data dello speciale tour italiano acustico, facendo rivivere ai fan del gruppo di Peter Gabriel e Phil Collins alcuni dei più indimenticabili capitoli della storia della formazione più influente degli anni Settanta, insieme ad alcuni brani del nuovo repertorio, tutto in un’inedita versione acustica per “Off The Beaten Track, Acoustic Trio Italian Tour”.

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Stadio.

“Eventi a Villa Bertelli per coniugare tradizione e territorio” ha dichiarato Umberto Buratti Sindaco di Forte dei Marmi. “La Versilia e in particolare Forte dei Marmi hanno sempre accolto i più grandi nomi della cultura, della finanza e dello spettacolo che hanno trovato qui una loro seconda casa. Un Comune che punta sempre al top, leader nell’accoglienza e che è conosciuto in tutto il mondo grazie al binomio spiaggia e Alpi Apuane. La quarta edizione degli eventi a Villa Bertelli è in grado di soddisfare i gusti di un pubblico ampio e diversificato mantenendo costantemente alta la qualità delle proposte offerte”.

“Villa Bertelli rappresenta una realtà consolidata per cultura, musica e spettacolo” ha dichiarato Simone Tonini Presidente del Consiglio Comunale e Delegato al Turismo e Cultura di Forte dei Marmi. “Per Forte dei Marmi è diventata nel tempo un importante polo di attrazione culturale per turisti e cittadini, attivo tutto l’anno, presso il quale è possibile prendere parte ad iniziative di grande livello. La programmazione estiva di Villa Bertelli propone per ogni stagione un’offerta variegata e di notevole richiamo, con un cartellone all’altezza del prestigio dell’offerta turistica di Forte dei Marmi”.

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Gianna Nannini.

“Gli Eventi a Villa Bertelli sono una bella avventura per Forte dei Marmi e una scommessa per il futuro in una località top delle vacanze per eccellenza, alla ricerca di rinnovamento nella tradizione” ha dichiarato Carlo Fontana, Presidente CDA Fondazione Villa Bertelli. “L’edizione 2016 è la conferma di quel salto di qualità che questo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Villa Bertelli ha voluto fare fin dal primo anno: la ricerca di personaggi che hanno un legame con questa terra. In ogni edizione almeno uno di loro sale sul palco della Villa: posso dire che nel 2016 ci sono almeno 5 amici della Versilia e di Forte dei Marmi che ci faranno sognare! Un anno dedicato alle donne con tre voci tra le più belle di sempre del panorama musicale italiano”.

Intervista a Roberto Manfredi che ci racconta del suo libro, il quale attraversa quasi un secolo di musica e cultura del nostro Paese.

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Roberto Mandredi con Dario Fo.

Ma cos’è questa crisi?
Metta in scena un buon autore, faccia agire un grande attore e vedrà che la crisi passerà. Questo cantava Rodolfo De Angelis nel 1934 durante il periodo “surrealista” del futurismo. Da qui parte il viaggio di “Skan-zo-na-ta. La canzone umoristica e satirica italiana” di Roberto Manfredi che racconta la canzone umoristica e satirica italiana da Petrolini a Caparezza. “Fortunello di Petrolini può essere considerata la prima canzone rap della storia della musica, Caparezza adora quel mondo”, mi racconta l’autore, “oltre ad essere un libro Skanzonata è anche – e soprattutto – un viaggio nelle storia della musica italiana e della sua cultura”. Un viaggio multimediale che nasce come programma radiofonico a Radio Popolare dove, per 12 puntate, Roberto Manfredi ha proposto i testi delle canzoni manifesto, “quelle che rimangono sempre attuali”, come ad esempio “Tu vuoi fa l’americano” di Renato Carosone, “Io non mi sento italiano” di Gaber, e “La terra dei cachi” degli Elio e Le Storie Tese, dando vita a puntate tematiche sui vizi e costumi degli italiani cantati in queste immortali canzoni. Il progetto approda poi al Teatro Parenti di Milano dove il libro è stato presentato nella cornice di uno spettacolo al quale hanno preso parte Gerry Bruno dei Brutos, David Riondino, Rocco Tanica di Elio e le Storie Tese e altri ospiti.

Nelle idee dell’autore – che nella sua carriera ha prodotto innumerevoli dischi di cantautori e comici italiani, che è stato regista, autore televisivo e produttore esecutivo di famosi format televisivi (Markette di Piero Chiambretti e Crozza Alive di Maurizio Crozza per citarne due) – c’è anche l’approdo televisivo con la creazione di un format, un festival tematico a Spoleto e la realizzazione di una mostra con oltre 250 vinili e copertine originali degli anni d’oro della canzone satirica italiana, nata a Napoli nel 1901 con “Arisa” (in napoletano siginifca la risata ndr) di Berardo Cantalamessa.

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Il libro di Roberto Manfredi.

L’arte di far ridere è sicuramente una peculiarità della nostra cultura, spesso combattuta da una censura più burocratica che legata ai contenuti. E’ stato il Festival di Sanremo ha spostare l’attenzione in maniera prevalente sulla tradizione che ha il melodramma come back ground culturale sebbene i punti di contatto non manchino, si pensi agli interventi di Benigni – di cui va ricordata anche la canzone satirica “L’inno del corpo sciolto” – o di Paolo Rossi che canta Rino Gaetano o i più recenti Biggi e Mandelli. Roberto mi fa notare come la censura nasca anche da un diverso approccio al ruolo della donna. Nel melodramma infatti i personaggi femminili sono sempre caratterizzati da storie tragiche mentre nelle canzone satirica sono sempre donne forti, vincenti e, diremmo oggi, emancipate.

La censura può spingere ad essere creativi. Arbore ad esempio era solito distrarre la commissione di ascolto Rai quando presentava dei testi a rischio censura, Natalino Otto rischiò di essere ucciso da una squadraccia fascista durante un concerto a Torino per essere salvato da un ufficiale tedesco appassionato di jazz. “Quello che davvero non sopporto”, conclude Roberto Manfredi, “è l’autocensura. Dobbiamo difendere il nostro mestiere che è quello di dare delle idee. E’ molto più facile combattere la censura che l’autocensura”. Parafrasando Rodolfo: io non vedo nessuna crisi, mettiamo in campo belle idee, voglia di rischiare, qualche buon interprete e la crisi passerà.


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Alla Camera si vota il Disegno di Legge nato dalla Direttiva Barnier dell’Unione Europea che vorrebbe la liberalizzazione della gestione collettiva del diritto d’autore.

L’Italia e la Repubblica Ceca sono le uniche due nazioni dell’Unione Europea che abbiano un sistema di monopolio legale per quello che riguarda la gestione del diritto d’autore. In Italia è gestito dalla SIAE che, accanto alla sua missione primaria, esercita anche ruoli di verifica tributaria legata agli esercizi che propongono spettacoli dal vivo. Questo l’oggetto di una conferenza stampa alla Camera sull’argomento.

Direttiva-Barnier-diritto-autoreOrmai da molti anni si discute dell’esigenza di una profonda riforma che vada verso una fine di questo monopolio così come è avvuntuo per quello dei Diritti Connessi, sebbene in questo settore la fine del monopolio legale abbia iniziato una lotta per la conservazione del monopolio di fatto in un paese dove le resistenze culturali in tema di libertà di mercato per le attività culturali sarà ancora a lungo all’ordine del giorno.

Il 26 febbraio del 2014, l’Unione Europea, con la direttiva Barnier ha dato indicazioni affinchè si vada verso un superamento del monopolio e la creazione di un mercato libero sovranazionale del diritto d’autore. La direttiva è però poco coraggiosa e lascia discrezionalità agli stati in materia di diritto d’autore. Il 10 Aprile scadeva il termine per il recepimento, nella legislazione nazionale, della direttiva e il disegno di legge è apparso, in ritardo, venerdi scorso sul sito della Camera.

Gli autori del Disegno di legge non hanno inserito elementi che possano far pensare che si vada verso il superamento del discusso monopolio SIAE. I tempi per avere una norma a riguardo sono molto lunghi e non è escluso di cadere nelle norme di infrazione per il ritardo. Inoltre la fretta che ne consegue, favorisce l’emissione di una legge che cambi poco la situazione attuale evitando i problemi di chi contesta questo monopolio.

Non sono pochi gli artisti e gli operatori che si sentono limitati e indeboliti da un sistema che impedisce di scegliere a chi affidare un proprio diritto.

Il Ministro Franceschini ha detto di essere indirizzato verso una riforma della SIAE che non superi il monopolio e, almeno sembra, il Governo dovrebbe procedere in questa direzione. Le proteste sono già molte sia da parte degli operatori che da parte di quelli che si chiedono come Matteo Renzi possa rimanere sordo alle proteste di oltre 300 aziende innovatrici che vedono nella fine del monopolio un importante occasione di modernizzazione del nostro paese. Seppur in ritardo la discussione sembra solo agli inizi.

La legge delega per recepire la direttiva Barnier sulla gestione collettiva dei diritti d’autore: qui.

Tour Music Fest, Mogol presiede il viaggio per l’Italia alla ricerca delle nuove proposte musicali.

 Tour-Music-Fest-2016-Festival Internazionale-Musica-Emergente I mille colori della musica in un viaggio da nord a sud alla ricerca di nuovi talenti, nuovi suoni, nuove proposte: questo è il Tour Music Fest – Festival Internazionale della Musica Emergente presieduto da Mogol, che anche quest’anno toccherà 22 città italiane per ascoltare, valutare e scoprire cosa “suona” nel bel paese.

Un viaggio unico, lontano dai talent e dalle dinamiche televisive e all’insegna della musica senza limiti di generi e lingue, età o razza, per dare voce all’arte delle sette note in ogni sua possibile declinazione, coinvolgendo tutti coloro che vorranno farsi ascoltare da una squadra di professionisti d’eccezione, nel lungo percorso del TMF fino alla finalissima internazionale nello storico Piper Club di Roma, davanti ai massimi esponenti della discografia italiana.

il Tour Music Fest 2016 partirà proprio dalla Capitale dal 28 aprile al 1 maggio, per poi proseguire con doppia data a Firenze il 7 maggio e a Lucca l’8 maggio, Torino con una speciale doppia tappa il 13 e 14 maggio, Genova il 15 maggio, due giorni a Padova il 20 e 21 maggio, Brescia il 22 maggio, Bologna il 27 e 28 maggio, Rimini il 29, Milano dal 2 al 5 giugno, Bari il 10 e 11 giugno, Lecce il 12, Napoli dal 17 al 19 giugno. Cosenza il 23 giugno, Messina 24 giugno, Catania 25 giugno, Palermo 26 giugno, Cagliari il 3 luglio. Con Latina il 1 luglio e Terni il 3 luglio si chiuderà infine il viaggio del Tour Music Fest 2016 nella musica emergente, in attesa di scoprire chi proseguirà questa sfida a suon di musica a settembre.

I grandi protagonisti della scena house internazionale a Roma per il Diynamic Showcase 10th Anniversary. Solomun, Lehar, Magdalena, Johannes Brecht  saranno, sabato 16 aprile 2016, al Warehouse di Roma

Diynamic Showcase 10th AnniversarySolomun, punto di riferimento della house mondiale e contemporanea, approda in Italia  portando al Warehouse di Roma una serata evento unica dedicata agli appassionati e a tutti coloro che vogliono conoscere da vicino una delle label di musica elettronica più rispettate al mondo con produzioni del calibro di party Solomun+1 al Pacha di Ibiza, Dynamic Festival di Amsterdam, Berlino, Buenos Aires e Tel Aviv.

Il video della sua Boiler Room di inizio 2015 è stato uno dei più visti di tutti i tempi, con oltre 8 milioni di visualizzazioni e sono 633.000 i fan che lo seguono su Facebook; con questi numeri, sabato 16 aprile, dopo i festeggiamenti di Berlino, arriva a Roma per festeggiare i 10 anni della sua Diynamic.

Un appuntamento unico, che pone Roma in prima linea nella scena clubbing internazionale. I primi passi dell’etichetta sono strettamente legati alla carriera di Solumon, fondatore della Diynamic insieme al suo partner Adriano Trolio. Solomun EP, uscito nel 2006, è il primo tassello di una carriera cresciuta grazie alla simbiosi fra la realtà discografica e la musica.

La label si consolida definitivamente grazie alla premiazione di Solomun come producer dell’anno a Ibiza, durante l’esibizione dell’intera crew al Sunkeys con la Diynamic Neon Night. I premi ricevuti da Solomun da quel momento sono moltissimi, ultimo in ordine di tempo il riconoscimento di Dj Mag Italia che ha premiato il producer nel 2015 come Best Dj, e per la Best Night (Sundays at Pacha). La particolarità della Diynamic è lo sposalizio con la politica del DIY – Do it Your Self, inserita ad arte nel nome.

Assieme a lui ecco anche Lorenzo Esposito, in arte Lehar, che è inserito di diritto nella mappa della musica elettronica contemporanea con il suo sorprendente esordio “Sargas”. Entrato in Diynamic  con il remix di “Easy” per Ost&Kejex, ha raggiunto il numero 1 nella top 100 di Beatport.

Il club Ego è il quartier generale della Diynamic, locale per lungo tempo gestito da Magdalena, prima donna del roster Diy.  Johannes Brecht è uno degli artisti più talentuosi in casa Diynamic. Figlio di artisti, si affaccia all’elettronica dopo una carriera legata alla musica classica. Il suo è considerato da molti il sound del futuro.

A tu per tu con Miele, la giovane cantante che ci racconta di se stessa, dall’esperienza di Sanremo al nouvo tour. Tra Milano e la sua Sicilia con una certezza “mi sento veramente a mio agio con la musica. Quella dal vivo è in assoluto la mia preferita”.

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Miele: ha partecipato al Festival di Sanremo 2016 nella sezione Giovani.

Cosa c’è di te nel tuo album “Occhi” che non abbiamo sentito a Sanremo?
Molte cose. Sanremo è un’esperienza meravigliosa ma dovendo portare un brano da eseguire in maniera orchestrale viene meno una certa sonorità che all’interno del disco io riscontro. Sanremo ha brani con una struttura più standard mentre in “Occhi” ho dato libero sfogo alla creatività. E’ un disco molto libero, di questa cosa sono molto contenta.

La musica per te è emancipazione, qual è per te il ruolo della musica?
Mentre ti parlo” è nata da un esperienza personale. A distanza di un paio d’anni mi sono accorta che parlava anche di temi che andavo oltre, da un lato della difficoltà di parlare tra generazioni diverse come possono essere quelle dei nostri genitori, dall’altra del desidero, del bisogno di staccarsi, di tagliare i fili che tengono uniti alla famiglia di origine per trovare la propria strada. Emancipazione come decisione di cosa fare nelle propria vita, anche professionalmente. Per me la musica è anche questo.

Come concili la parte creativa e quella più professionale che costringe a logiche più stringenti?
Io non cerco di pensare al mestiere mentre scrivo. Cerco di pensare alle mie necessità. La musica è un mezzo per dire quello che nella vita di tutti i giorni non riuscirei a dire. In quel momento, in cui esprimo liberamente i miei bisogni c’è un apice di creatività. In un secondo momento, confrontandosi e ascoltando i consigli nascono dei compromessi sani. Non ho mai fatto violenza su me stessa. Per me è importante riconoscermi sempre in quello che faccio.

Il tuo quindi è un lavoro di squadra, quanto pesano i professionisti e quanto gli amici?
Il nostro è assolutamente un lavoro di squadra, dal suono al progetto, dietro al disco “Occhi” c’è un lavoro collettivo. Ho la fortuna di avere vicino degli amici che sono anche professionisti questo rende tutto più semplice. È bello non sentirsi soli. Il mondo della musica è meraviglioso ma a volte avresti bisogno del pavimento sotto i piedi mentre spesso sei in uno stato di sospensione. Una squadra che lotta insieme a te ti da quel sostegno che spesso non hai.

Tu sei più leader del tuo gruppo creativo o fai più sintesi dei loro stimoli?
Io do sempre delle indicazioni ma non direi che tengo le fila del gruppo. Cerco sempre di fare capire cosa desidero dal pezzo o cosa mi sono immaginata mentre scrivevo ma cerco il confronto. Accetto tantissimo i consigli e mi piace che ognuno metta il proprio ingegno nel lavoro creativo. La cosa davvero importante è sentirmi a mio agio mentre lavoriamo insieme.

La tua partecipazione a Sanremo verrà anche ricordata per un errore tecnico. Cosa hai provato in quel momento?
Ovviamente delusione nonostante io sia una persona con i piedi per terra e sapessi a cosa andavo in contro. Il Festival di Sanremo è una bellissima vetrina in cui mettere in mostra la propria arte e la propria musica ma sapevo che si tratta anche di una gara in un contesto televisivo, con le sue regole. Quando partecipi sai che si può vincere, si può perdere e che può succedere qualsiasi cosa. Io mi sono sentita in difficolà ed è stato un momento difficile per un pò di persone in quel momento. La cosa che mi ha fatto più male è stata, in quel momento in cui ero ancora ufficialmente la finalista designata, il sapere di essere in discussione, di immaginare una vittoria accompagnata dalle polemiche. Questo era più doloroso dell’uscire. Sono più contenta di essere uscita con la polemica che pensare di essere in finale con la stessa polemica.

Poi ti sei esibita come ospite. Come è essere a Sanremo come ospite e come concorrente? immagino siano due feeling molto diversi?
Devo dire che durante la prima esibizione ero più tesa che emozionata. La seconda volta ero molto emozionata ovviamente. È molto difficile fare mente locale in quei tre minuti in cui ti esibisci al Festival di Sanremo. È una sensazione che non riesci a trattenere del tutto. Devo dire che è stato strano, confuso. Sicuramente avevo voglia di salire sul quel palco e cantare. Non nascondo che avrei preferito partecipare alla gara il secondo giorno alla sfida.

Però, se mi passi la forzatura, di fatto ti sei esibita come ospite assieme a dei mostri sacri della musica come Laura Pausini, Elton John e Eros…
Sicuramente te la godi un po di più ma non ti nascondo che avrei voluto continuare la gara.

Quando hai iniziato ad usare Miele come nome d’arte?
Miele è molto recente. Risale all’iscrizione a Sanremo Giovani. Quando ho scaricato il bando si è presentata l’idea di proporre un nome d’arte. Il miele è sia dolce che denso, è un alimento contradditorio come me. Io sono timida nella vita di tutti i giorni mentre il mio approccio con la musica è decisamente forte, più sicuro, forse perchè mi sento veramente a mio agio quando faccio musica.

Cosa farai adesso?
Continuerò le prove del live in Sicilia. Stiamo finendo di montare lo spettacolo. Stiamo programmando le date assieme alla mia etichetta indipendente, la Maciste Dischi e al più presto le comunicheremo. La musica dal vivo è il motivo per cui faccio musica è la cosa più importante è quella a cui non riesco a rinunciare. L’attività live è quella che preferisco. A breve devo girare il video per il singolo che uscirà ad Aprile.

Esce LOSTILELOSTILE il nuovo album dei Marta sui Tubi, il cui tour inizierà il 7 Aprile da Roma.

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Marta sui Tubi: esce LOSTILELOSTILE, il nuovo album con 13 inediti.

Il 1 aprile uscirà LOSTILEOSTILE, il nuovo esplosivo disco dei Marta sui Tubi che contiene tredici canzoni eterogenee, potenti, delicate, emozionanti, fuori dagli schemi. Prodotto dagli stessi Marta sui Tubi, e concepito a Milano, con la libertà e condivisione di idee garantite da una campagna di crowdfunding di grande successo e mixato dalla sapiente mano di Loris Ceroni, LOSTILEOSTILE è un disco che conferma i Marta sui Tubi come una delle formazioni più originali e creative della scena musicale italiana. La prima occasione per ascoltare il nuovo album sarà alla partenza del loro tour al Quirinetta Caffè Concerto di Roma, il 7 aprile.

Il sesto album della loro carriera viene presentato a tre anni dal precedente “Cinque, la luna e le spine”. Un concept album con al centro il tema dell’incontro, del confronto; con l’amicizia, l’amore, la morte, gli stati d’animo, l’ignoto, il futuro, la fuga.

La rinnovata visione delle potenzialità di voci, chitarra, batteria e synth porta la loro musica verso un sound che tiene conto della strada percorsa sino ad ora, attualizzandone le forme e confermando lo spirito indomabile e controcorrente, sempre.

La stagione del Quirinetta Caffè Concerto di Roma, diretta da Viteculture, aggiunge così un nuovo attesissimo concerto alla sua già nutritissima carrellata di ospiti live, tra cui Irene Grandi e Pastis il 21 marzo, Marlene Kuntz il 23 marzo, le Lezioni di Rock Con Ernesto Assante e Gino Castaldo (il 10 aprile e il 15 maggio), L’officina della camomilla il 14 aprile, Teho Teardo e Blixa Bargeld (altro tour che partirà dal Quirinetta il 4 maggio) e i Capital Strokes il 5 maggio.

Con Marta sui Tubi e LOSTILEOSTILE l’appuntamento è al Quirinetta, via Marco Minghetti 5 a Roma il 7 aprile alle 22!


Mattia Ciapponi interpreta il mestiere del musicista cercando continuamente il contatto con il pubblico: sono più di 200 le date che lo vedono impegnato mediamente in un anno tra intrattenimento e live-show in Italia e all’estero.

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Mattia Ciaps (© Foto di Leonardo De Caro).

Mattia Ciapponi, classe ’84 è un artista di quelli che si riconoscono dallo sguardo e dalla presenza. Quando canta è solo la conferma che quella luce che i suoi occhi trasmettono arriva da molto lontano. Nato in Valtellina, residente a Morbegno in provincia di Sondrio, si sente un nomade che vive dove lo porta la musica. Il suo ultimo singolo edito “Angeli e Demoni (Siamo noi)” – agosto 2015 – racconta tutto il suo animo in tensione tra i grandi temi dell’esistenza umana.

Dovesse indicare due riferimenti esterni al mondo musicale indicherebbe Gesù e il Vangelo. Se Umberto Eco poteva passare molto del suo tempo dividendo la propria lettura tra Dylan Dog e il Vangelo, Mattia Ciaps – questo il nome d’arte dell’artista – divide le sue ispirazioni con due grandi modelli musicali. “Per quello che rigurda il suono, la teatralità e la vocalità il mito è Freddy Mercury. Per la scrittura nasco Deandreiano ma ultimamente sono sempre più affascinato dalla scrittura di De Gregori, ora le tue labbra puoi spedirle ad un indirizzo nuovo mi sorprende ogni volta che lo canto“.

Come tante persone che cercano l’equilibrio tra una spiritualità, profonda e irrequieta, e il desiderio di emozionare e coinvolgere il pubblico, la sua scrittura degli esordi è stata spesso definita “barocca”.

“Oggi che riesco ad essere più fruibile mi accusano di essere troppo facile nella scrittura. Penso che si debba scrivere seguendo i sentimenti, l’equilibrio verrà e le critiche ci saranno sempre.”

Mattia interpreta il mestiere del musicista cercando continuamente il contatto con il pubblico: sono infatti più di 200 le date che lo vedono impegnato mediamente in un anno tra intrattenimento e live-show in Italia e all’estero. Per 5 anni ha, inoltre, girato l’Italia in teatro con una serie di monologhi di narrazione intimista ispirata alla grande tradizione del teatro-canzone.

In preparazione il nuovo singolo “Armatura di cristallo” dedicato ad una ricerca di suoni più originali e atteso da appuntamenti e sfide di alto livello. “Da quando è uscito “Angeli e demoni” ho avuto l’attenzione di qualche personaggio più in vista del panorama musicale italiano“. Il singolo Mattia lo ha scritto tra Kenya e Italia dopo una serie di concerti a Watamu. Sempre in Kenya, è stato notato da un manager di Bologna che lo ha portato a Casa Sanremo durante il Festival nella serata durante la quale si esibivano i Kutso e Alex Britti.

Dopo 2 dischi e 4 singoli, la sua riflessione è di carattere professionale. “Ad un artista serve un manager che ti guidi, una produzione artistica che ti affianchi e sappia darti valore aggiunto con suoni originali. Soprattutto, serve qualche uomo o donna, un amico o amica fidato, che creda in te“.

Fidatevi di me, di Mattia Ciapponi sentiremo presto parlare.

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