Antonio Giagoni: “Canzoni ‘quasi’ fuori moda”

Antonio Giagoni: “Canzoni ‘quasi’ fuori moda” ma sempre autentiche! Si autodefinisce fuori moda perché il suo approccio si ispira molto agli artisti classici

Antonio Giagoni: “Canzoni ‘quasi’ fuori moda”
Antonio Giagoni

Antonio Giagoni, cantautore toscano, apre il nuovo anno con il suo primo EP da solista, composto da 5 tracce variegate e introspettive.

1° gennaio 2024, primo EP pubblicato da parte di Antonio Giagoni, il cantante nato a Viareggio e cresciuto con la musica per mezzo del DNA di famiglia. Scrive di notte perché sale la soglia della concentrazione e diminuiscono i rumori e le distrazioni circostanti. Si autodefinisce fuori moda perché il suo approccio si ispira molto agli artisti classici. Ama sperimentare e miscelare diverse culture musicali, abbracciando quindi melodie vocaliche più articolate e raccontando ciò che gli scuote l’anima.

Come nasce questa tua passione per la musica?

Questa passione nasce fin da piccolissimo, avevo solo tre anni quando mio nonno, un suonatore di armonica a bocca, mentre mi teneva in braccio mi cantava sempre delle canzoni; al mio terzo compleanno mi regalò una batteria, perché aveva notato che mi piaceva picchiare sulle pentole con gli utensili da cucina. Da quel momento questa passione non si è più fermata, alimentata anche da mio padre, un chitarrista, che mi ha fatto avvicinare allo strumento melodico. Il primo vero amore è stata la batteria e poi si è spostato più verso la chitarra.

Quindi hai iniziato fin dall’infanzia a cimentarti in questo mondo?

Sì, inizialmente è nato tutto per gioco. In età adolescenziale mi sono un po’ fermato, poi mi sono ripreso, ho iniziato a concretizzare questa attività intorno ai 18 anni, quando ho scritto le prime canzoni.

Nel corso del tempo hai avuto delle influenze particolari in questo tipo di percorso?

Quando cominci a concretizzare di conseguenza si aprono varie porte, prima suoni insieme agli altri, poi ti approcci allo studio di registrazione e quindi entri nei meccanismi di produzione e roba varia.

Pensi di collocare la tua discografia in qualche genere specifico?

Non sento di appartenere ad un genere ben preciso, mi è sempre piaciuto miscelare culture musicali diverse, partendo sempre da una radice di cantautorato italiano. Ho sempre sperimentato con rock ‘n’ roll, jazz, blues, spesso ho messo dentro influenze di questo tipo. Mi piace questa abitudine di mischiare gli ingredienti, questo perché adoro cucinare e non seguire le ricette preimpostate. Lo trovo anche terapeutico sentirsi liberi di scrivere ciò che si vuole o ciò che una persona si sente dentro.

Antonio Giagoni - Canzoni ‘quasi’ fuori moda - cover
Antonio Giagoni – Canzoni ‘quasi’ fuori moda – cover

Come trovi l’spirazione per scrivere i tuoi pezzi?

Non seguo un processo creativo specifico, di solito trovo il mio momento ideale durante la notte perché riesco a concentrarmi molto di più su me stesso, non avendo distrazioni intorno, la città dorme e c’è molto silenzio; riesco a canalizzare tutta questa energia positiva e a trasformarla sul foglio bianco. Mi viene un’idea o un argomento e me lo porto nella testa fino a metabolizzarlo e a farlo mio. Avviene tutto in modo molto veloce, non ci metto molto tempo a completare la stesura di un pezzo.

Anno nuovo e primo EP pubblicato. Come ti senti dopo l’uscita?

Sono molto contento anche perché ho ricevuto dei report e siamo posizionati abbastanza bene in classifica, specialmente con l’ultimo singolo “Notte”. Non è un brano che segue dei canoni ben precisi e la posizione che occupa attualmente mi dà tanta soddisfazione. È un album molto variegato, si parte da due pezzi più funk, più estivi come “Tremo” e “Estate”, passando per “Peter Pan”, una traccia più folk con un finale rock quasi anni ’90, per arrivare poi ad “Apatico Innamorato”, che si sposta più sull’elettronico di un tempo e infine con “Notte” si torna negli anni ’60.

Perché la scelta di questo titolo?

Perché non seguono uno stereotipo ben delineato. Essendo una persona autentica, mi reputo un cantautore fuori moda, ho voluto mettere il “quasi” perché qualche ingrediente più moderno l’ho inserito.

Cosa c’è dentro questo EP? Quale messaggio vuole trasmettere?

Dentro questo EP sono contenute tante cose, principalmente parla del mio modo di affrontare determinate situazioni che mi sono capitate nella vita, dall’omaggio alla notte, passando per la solitudine e la voglia di una nuova estate, alla fine di un amore. Tratta anche della sindrome di Peter Pan, perché ne soffro tuttora ma ne vado orgoglioso.

Cosa ti aspetti dal 2024?

Cerco di essere sempre molto ottimista, mi aspetto tantissimi concerti data la mia passione di suonare dal vivo. Sono anche in attesa delle prime recensioni perché ho voglia di sapere quello che trasmette agli altri questo lavoro.

Antonio Giagoni: “Canzoni ‘quasi’ fuori moda” 2

Che rapporto hai con il tuo pubblico?

Ho un rapporto abbastanza spontaneo, cerco sempre di avere un colloquio con loro, uno scambio ideologico ed emotivo. Proprio per questo mi piacciono molto i concerti intimi, dove posso suonare solo con chitarra e voce. Si crea un’atmosfera intensa, quella poca gente che viene lì ti segue con interesse. Il pubblico è molto più predisposto ad ascoltare e a cogliere le sfumature che ci sono dietro a un brano o alla storia di un artista.

Ti è già capitato di aprire qualche concerto?

Sì, assolutamente, in particolare ho aperto quelli di Max Gazzè e di Levante, e anche altri di cantanti minori.

Che emozioni ti dà il palco?

Quando sono sul palco mi sembra di stare in cima al mondo, è la cosa che amo fare di più, mi riempie di emozioni. È l’aspetto che ho sofferto di più durante la pandemia, era una mancanza incolmabile, il contatto diretto con la gente, che è la vera e propria dinamica del live.

Ci racconti l’esperienza di quando hai vinto il premio “miglior cantautore” in occasione del “Premio Lucio Dalla”?

È stata una bellissima esperienza. Lucio Dalla, insieme a Lucio Battisti, è stato una delle mie fonti di ispirazione più grandi. Quando ho partecipato e ho vinto quel concorso per me è stata un’enorme soddisfazione ed è stata anche un’occasione per conoscere altri cantautori e tuttora ci sono rimasto in contatto.

Hai dei programmi in particolare per il futuro?

A breve uscirà il cortometraggio di “Canzoni quasi fuori moda”, in cui i 5 brani faranno da colonna sonora. Successivamente rientrerò subito in studio per registrare il volume 2 che si chiamerà “Canzoni fuori moda”, una raccolta di altri 5 pezzi concepiti in maniera molto più acustica.

 “Canzoni ‘quasi’ fuori moda” primo EP di Antonio Giagoni

Ho letto che prima facevi parte di una band che poi si è sciolta. Ad oggi come te la vivi questa carriera da solista?

Me la sto vivendo molto bene e in modo spensierato. Lo scioglimento della band mi ha fatto crescere dal punto di vista creativo perché mi sono ritrovato a portare avanti un progetto da solo, ho scoperto anche alcuni lati di me che in passato non avevo approfondito abbastanza. Sono doppiamente felice perché nel progetto da solista è coinvolto anche il batterista de gli ZoCaffè, la vecchia band.

Hai qualche progetto in cantiere o dei sogni nel cassetto?

Sì, mi piacerebbe fare un mini-tour a Parigi, una delle città che amo di più al mondo in cui sarei onorato di portare la mia musica. A differenza di tante altre città europee, mi ha sempre trasmesso una profondità notevole. Mi piacerebbe farlo in duo, chitarra e piano, in locali intimi, proprio per creare quell’atmosfera magica di cui parlavamo precedentemente.

Articolo a cura di  Simone Ferri

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