Alba: “Non sono fragile”, il tramonto della fragilità!

Alba: “Non sono fragile” è il debut EP che dà voce a tutti coloro che hanno combattuto contro il pregiudizio che l’apparenza possa definire la forza o la fragilità di una persona

Alba: “Non sono fragile”, il tramonto della fragilità!
Alba: “Non sono fragile”

La giovane cantautrice napoletana, romana d’adozione, ci consiglia di seguire l’unica voce che non andrebbe mai taciuta e soffocata, quella del nostro cuore. L’unica scelta sbagliata che possiamo fare è quella di remare in direzione opposta al nostro vero essere. Magnetica, dotata di un timbro vocale coraggioso, chiaro e potente, Alba è una delle proposte più interessanti del nuovo cantautorato italiano, dimostrando come eleganza, femminilità e delicatezza possono rivelarsi una fonte di forza e ispirazione.

Nasci a Napoli, sei romana d’adozione e adesso ti sei trasferita a Londra. Perché questa scelta?

Mi sono trasferita qui a Londra per studiare per motivi professionali. Sto studiando canto e performance vocale.

Quando hai iniziato a cimentarti nel mondo della musica?

Sono sempre stata legata alla musica in generale; quando ero piccola ho cominciato a studiare pianoforte ma poi mi sono resa conto che non era quello che mi piaceva maggiormente. Ho anche studiato batteria per otto anni, dopodiché mi sono buttata definitivamente sul canto, influenzata da mia madre, essendo insegnante di canto. Avendo questa fortuna dentro casa non potevo far altro che affidarmi a lei, vista tutta la stima e l’ammirazione che ho nei suoi confronti.

Per scrivere ti ispiri a qualche artista in particolare?

Nel corso della mia crescita artistica ho avuto varie influenze e tutt’ora ovviamente variano a seconda del periodo. Sicuramente una grande ispirazione che mi porto dietro fin da piccola è Meg, già da quando cantava con i 99 Posse. Crescendo, mi sono un po’ più allontanata dal contesto italiano, concentrandomi più sulla musica inglese e americana, avvicinandomi quindi a Bjork e Lana Del Rey; rimane comunque difficile traslare queste ispirazioni anche in Italia perché sono contesti molto differenti.

Come ti senti dopo l’uscita del tuo primo EP?

Provo emozioni contrastanti. Prima che uscisse ero super emozionata, non vedevo l’ora, ma allo stesso tempo ero spaventatissima perché quei brani stavano arrivando alle orecchie di tante persone, le quali potevano avere idee diverse. Adesso ho avuto e sto avendo un buon riscontro, sono felice di aver condiviso questa parte di me con tutti.

Tra le sei tracce presenti ce n’è una a cui sei più legata?

Innanzitutto, questi brani non sono nati tutti insieme, ma alla fine si sono uniti come un puzzle. Una delle tracce, “Io e Te”, è stata scritta da Bruna Simeoli, un’autrice e cantante napoletana; questo giusto per precisare che non ho scritto tutte e sei le tracce. Con ogni canzone che ho scritto ci sono legata per un motivo diverso, quella a cui sono più affezionata è “Resta”.

Alba - Non sono fragile - Cover
Alba – Non sono fragile – Cover

Di questo brano mi ha colpito una frase che penso sia un po’ lo specchio di questo EP: << Mia nonna lo diceva “Solo chi ama soffrirà, ma se ami sei libera” >>. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere?

Nasce tutto da un concetto molto semplice che sta alla base di questo progetto: non è possibile definire la fragilità di una persona dall’esterno. Ci sono dei momenti no in cui ti senti crollare il mondo addosso, ma questo non definisce quanto tu sia fragile. Non è detto che la fragilità sia una cosa negativa di cui vergognarsi, anzi, spesso alcune persone la definiscono come l’espressione dei sentimenti. La trovo un grandissimo atto di coraggio e di maturità.

Perché a primo impatto ti dissero che fosse così evidente la tua fragilità? È l’apparenza che inganna?

A volte questa parola viene utilizzata come un’arma, un insulto; penso sia una cosa scorretta nei confronti di qualsiasi persona. Ognuno a modo suo è fragile e proprio per questo dall’esterno nessuno può giudicarti senza conoscerti.

Come nasce l’idea della copertina di “Non sono fragile”?

Come primo passo, ho trovato un fotografo, Giulio Cafasso, che ha accettato la mia proposta. Questa idea mi è venuta in mente mentre facevo il trasloco a Londra prima dell’estate. Stavo appiccicando la scritta “FRAGILE” su tutti gli scatoloni; ripensando poi a tutte le canzoni dell’EP, ho realizzato quanto fosse effettivamente toccata la questione della fragilità in modo diretto e indiretto in ogni brano scelto. Per cui ho iniziato a rifletterci, anche ricordandomi la frase di “Resta” citata da te precedentemente, e ho pensato a come poter inserire quella scritta con lo scotch. Quelle scatole chiuse non erano tutte fragili, le stavo solo chiudendo con uno scotch che aveva quella scritta sopra. Quindi mi sono detta: perché non provare a creare una scatola gigante e mettermici dentro? Ho chiamato il fotografo e ha assecondato quest’idea.

Prima ti è venuta in mente quest’idea e poi hai pensato al titolo da dare?

È successo più o meno in simultanea. Lo scotch mi ha fatto pensare a tutte le canzoni e mi sono detta: Non sono fragile!

Quale genere musicale senti più tuo in questo momento?

Sicuramente il pop, in cui colloco anche questo EP. Anche se, qualche traccia, come ad esempio “No”, non rispecchia totalmente questo genere, ma la inquadro più verso il reggaeton.

Nei testi ho notato che hai scelto te stessa al primo posto: è una forma di amor proprio o di egoismo?

A volte ci sono dei momenti in cui si può sembrare egoisti agli occhi degli altri, ma bisogna scegliere sé stessi e volerci bene. Spesso è capitato di mettere davanti a me altre persone che non hanno fatto altrettanto; quindi, alla fine sono rimasta due passi indietro e da sola. Questa scelta la trovo un’espressione di crescita personale e consapevolezza.

Alba
Alba

Ho visto che ti piace spaziare tra la musica, il teatro e le serie tv. Hai mai pensato di fondere questi ambiti?

Mi piacerebbe molto, sono capitate varie occasioni in cui stava per succedere ma non è successo. Resto comunque fiduciosa per il futuro, un giorno spero di poter fondere la recitazione con la musica per poter fare qualcosa di bello.

Per mezzo di queste passioni hai un pubblico variegato. Che rapporto hai con loro?

Tramite i social penso di avere un buon rapporto con le persone che mi seguono, parlo con tutti rispondendo ad ogni domanda che mi viene posta, o almeno ci provo. Cerco sempre di avere un rapporto diretto con chi mi segue, anche per ricambiare la fiducia che mi hanno dato.

In programma hai già qualche data per i live?

Probabilmente a dicembre ci sarà una presentazione dell’EP a Roma e a Napoli.

Ti è già capitato di aprire qualche concerto?

Sì, ma sempre riguardanti artisti minori, emergenti come me; non è stata una vera e propria apertura ma una condivisione del palco.

Che emozioni hai provato nel cantare le tue canzoni su un palco?

Per cantare le mie canzoni ho partecipato a festival e concorsi che mi hanno dato la possibilità di esprimermi; sono state sicuramente le esperienze più grandi finora per quanto riguarda i live. Per il resto si è trattato di cover, aperture e quanto altro.

Hai qualche desiderio o un sogno in particolare per l’avvenire?

Mi piacerebbe iniziare a pubblicare musica in inglese ed è su quello che sto lavorando in questo momento. La musica internazionale, rispetto a quella italiana, ha un metodo di espressione molto diverso e ha molto più mercato, per questo voglio sperimentare anche questo campo.

Articolo a cura di Simone Ferri

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