Daniel Barenboim, il Maestro del Concerto di Vienna

Qual è stata la cifra stilistica del Concerto di Vienna 2022 con il Maestro Daniel Barenboim? Vediamolo insieme

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La nuova puntata di Musica Maestro è dedicata a Daniel Barenboim

Daniel Barenboim è stato il Direttore d’Orchestra dell’edizione 2022 del Concerto di Capodanno di Vienna. Quello che, con buona pace di tutti gli altri, è autenticamente Il Concerto di Capodanno.

Del resto c’è poco da guardare con invidia all’evento austriaco che ogni 1 gennaio apre le danze, anche perché c’è sempre stata molta Italia nella manifestazione. Basti pensare che per oltre trent’anni, fino al 2013, l’allestimento dei fiori sul palcoscenico arrivava dalla nostra Sanremo. Non solo, ma per ben otto volte (l’ultima l’anno scorso) a dirigere l’orchestra è stato un italiano. Per due volte Claudio Abbado, in occasioni Riccardo Muti. Questa volta è toccato all’argentino Daniel Barenboim, che cominciò la carriera di pianista studiando proprio con un italiano: Vincenzo Scaramuzza.

Il Concerto di Capodanno di Vienna è una tradizione consolidata ormai dal 1939, quando in pieno periodo nazista la Germania annesse l’Austria al Terzo Reich. I suoi direttori d’orchestra, dal 1980 non sono più solo austriaci. Dopo l’americano Lorin Mazeel che diresse per sette anni, dal 1987 i direttori d’orchestra cambiano ogni anno e vengono designati con oltre un anno di anticipo. Daniel Barenboim, quindi, ha avuto tanto tempo per preparare l’orchestra al tipo di spettacolo che voleva. Sì, persino in un evento così liturgico e rigoroso come il Concerto di Capodanno, il Direttore d’Orchestra è assolutamente decisivo nei dettagli dello spettacolo che muta ogni volta.

Andiamo a conoscere meglio Daniel Barenboim e il suo Concerto di Capodanno 2022. A lui dedichiamo la nuova puntata di Musica Maestro.

Nato a Buenos Aires nel 1942, iniziò a studiare pianoforte con Scaramuzza a soli 7 anni, per poi perfezionarsi in Europa tra Roma, Parigi e Salisburgo. Daniel Barenboim è ritenuto a tutt’oggi uno dei migliori interpreti al pianoforte delle musiche di Mozart e Beethoven. Nel 1991 diventò Direttore musicale della Chicago Symphony Orchestra e, l’anno dopo, anche della Staatsoper Unter di Berlino. Nel 1999 fondò la West Eastern Divan Orchestra, formata da musicisti israeliani e palestinesi.

Geniale, originale e irriverente, al punto che nel 2001 diresse un’Orchestra in Israele facendo suonare Wagner. Fu una mossa assolutamente azzardata del Maestro, visto che la musica di Wagner era proibita fino a quel momento per gli ebrei, venendo suonata solo di nascosto.

Daniel Barenboim dal 2007 è il Maestro della Scala di Milano, carica che condivide da qualche anno con Riccardo Chailly. 

Nel 2008 vinse il Premio Colombe d’Oro per la Pace e, l’anno dopo, il Léonie Sonning. Una figura, la sua, riconosciuta in tutto il mondo come una delle più autorevoli, tanto che nel 2012 ebbe anche l’onore di dirigere la Nona di Beethoven, in occasione della visita di Papa Benedetto XVI a Milano. Nel 2019 suonò per i funerali del presidente Chirac in Francia.

Quello di quest’anno è stato il terzo Concerto di Capodanno, per Daniel Barenboim: la prima volta fu nel 2009, la seconda nel 2014. In tutte le occasioni, il Maestro ha mostrato ironia ed empatia con l’orchestra, chiamando l’ensemble a essere anche coristi oltre che musicisti. Il dialogo con gli orchestrali e con il pubblico ha caratterizzato tutta l’intera edizione 2022. Per la prima volta, nel Concerto, sono state eseguite opere di Ziehrer e Hellmesberger Jr. Non sono mancati, ovviamente, i valzer della famiglia Strauss. Il finale, per quanto scontato con il pubblico a battere le mani sulla Marcia di Radetsky, ha confermato la simpatia del Maestro che ha diretto con attenzione la platea perché questa rimanesse in silenzio durante gli assoli degli strumenti.

E così una nuova volta il Concerto di Capodanno si è confermato una vera magia, conclusosi con le toccanti parole di Daniel Barenboim:

“Se mi permettete, vorrei dire alcune frasi in inglese anche per il pubblico straniero. È veramente importante avere questo concerto ogni anno, ma lo è ancora di più oggi, con il mondo in una situazione davvero difficile”.

Ha proseguito: “Vedere così tanti musicisti che suonano insieme come un’unica comunità, condividendo lo stesso pensiero e lo stesso sentimento, ci fa capire che il Covid non è soltanto una catastrofe sanitaria, bensì anche umana, in quanto ci allontana gli uni dagli altri”.

Ha poi chiuso così: “Noi tutti dovremmo prendere esempio da questa orchestra, da questa comunità di musicisti, e cercare di vivere insieme e uniti questa catastrofe. Per me l’orchestra è un grande invito a essere solidali, a essere uniti, ad avere un pensiero per tutta l’umanità”.

Ecco, un Maestro deve sapere comunicare. Lo fa attraverso la musica prima di tutto, ma anche con le parole sa toccare le chiavi giuste per ricordarci il valore primario dell’orchestra. Quello di sapere unire.

Così Barenboim ha commosso il pubblico, con quell’aria scanzonata e quella capigliatura che lo fa assomigliare un po’ al nostro Dario Fo. Solo che alla fine la platea non batteva le mani cantando “Ah beh, sì beh, dai dai cunta su”. Il Concerto di Capodanno ha confermato ogni sua liturgia, riuscendo sempre a emozionare con incredibile originalità. Merito, anzitutto, del Direttore d’Orchestra.

 

 

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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