Invito al viaggio: Emilia Di Maggio tra pittura e fotografia

“Sono un libro aperto, esplodo e non implodo, mai.”

Invito al viaggio: Emilia Di Maggio tra pittura e fotografia
Invito al viaggio: Emilia Di Maggio tra pittura e fotografia – autoscatto, quando mi sperimentavo fotografandomi

Emilia Di Maggio è una siciliana passionale ed istintiva che esplora con le sue fotografie l’animo umano. Parlando con lei, capisco perché tante donne la scelgano per farsi ritrarre, anche spogliate. Di Emilia si percepisce subito la determinazione, che non sfocia mai in prevaricazione, ma avvolge e rassicura.

L’arte la fa sua, dapprima con la pittura per poi chiamarla a fissare le immagini con la macchina fotografica. In lei c’è un connubio esplosivo di passione, colori, pennellate con le quali “firma” le sue fotografie. Un fiume in piena, una donna che ha tanto da raccontare e lo fa senza risparmiarsi.

Chi è Emilia Di Maggio?

Spero di avere ancora tanto tempo per scoprirlo, mi auguro di trovare nuove sfumature. Io vivo di sfumature, rimango affascinata costantemente di passionalità e istinto. Sono una donna tenace, che qualche volta ha temuto di non crederci abbastanza, ma alla fine ha deciso di lasciarsi andare. Vivo di passione e arraffo dovunque ce ne sia.

Invito al viaggio: Emilia Di Maggio tra pittura e fotografia "Cammino"
Dal progetto “Sospensioni dell’anima”. “Cammino”, una delle immagini che amo di più. Percorso dedicato alle donne e alla loro sottomessa sofferenza

Dove affondano le tue radici?

Sono siciliana, nasco il 15 gennaio del’75 nel paese di mia madre ad Alcamo in provincia di Trapani. Rimane sempre il bello se quello che hai vissuto lo hai vissuto bene: io amo profondamente la mia terra e vado fiera delle mie radici.

Come e perché la fotografia?

Mi è sempre piaciuto guardare e immortalare quello che i miei occhi vedono. All’inizio ho utilizzato la pittura, poi quasi per caso, è affiorato un desiderio che era rimasto in disparte. In fondo era la stessa voglia di “raccontare” con i miei pennelli, ma ad un certo punto mi sono scoperta attratta e divertita dalla macchina fotografica.

La pittura, in fondo, mi isolava. Era meraviglioso lavorare con i miei colori, ma per fare questo mi rendevo conto che stavo troppo sola. Piano piano è emersa la mia voglia di stare con gli altri e la fotografia, mi obbligava, mi spingeva a “dialogare” in modo diverso relazionandomi con il mondo al di fuori di me.

L’inizio è stata pura sperimentazione, ho fotografato amici, sconosciuti e questo mi faceva stare in compagnia, quella che mi mancava. Forse, era destino che il disegno mi portasse a sperimentare la solitudine, spingendomi poi a trovare un altro modo di ritrarre.

Invito al viaggio: tra pittura e fotografia Cover degli Eufonia
Invito al viaggio: Emilia Di Maggio tra pittura e fotografia Cover degli Eufonia

Emilia, con te che viaggio si fa?

Sono stata definita da alcuni amici, visionaria. Mi piace viaggiare non importa se ad occhi aperti o chiusi…. Le mie fotografie, quelle che scatto liberamente, al di fuori del lavoro, sono quelle che mi permettono di arrivare alla mia essenza.

È un viaggio tra i miei pensieri, quello che ascolto dagli altri, dalla cronaca, traducendo le mie sensazioni (sono un po’ dark). Sono messaggi che non sempre arrivano come li avevo pensati, ma arrivano.

Mi è capitato di ascoltare dei commenti, tra il pubblico di una mia mostra e mi ha sorpreso e resa felice, capire che loro riuscivano ad andare oltre il mio intento, sorprendendomi. Questo, ti confesso, mi rende davvero felice.

La mia fotografia concettuale, si serve dell’immaginario per creare immagini che per quello che va di corsa è nuda e cruda, astratta, ma a chi si ferma, offre nuovi punti di vista anche a me ed è meraviglioso. Lo stupore è fondamentale, sempre.

Emilia fotografa e make-up artist, con la passione per il teatro…

Vero! Sono anche una make-up artist che se ci pensi bene è corollario delle mie competenze. Credo che il trucco in una fotografia, sia un’altra componente fondamentale, come la luce giusta. Tutto è in qualche modo collegato e passa attraverso la mia passione per il teatro dove ho fatto anche la regia e che mi ha regalato la voglia di raccontare con immagini, costumi, scenografie.

Un esercizio che sul set fotografico ha la sua importanza. Io non nasco nell’analogico, quindi mi è mancata quella magia che tanti dicono avesse. Io mi avvalgo e mi affido al mio gusto, che arriva dalla pittura. Quella pennellata da pittrice, non riesco a metterla da parte, quindi mi piace metterci qualcosa di mio.

Cosa chiedi alla fotografia?

Chiedo di lasciarmi sfogare, coltivando la speranza di lasciare qualcosa, se possibile, agli altri. Mi piacerebbe che chi si è fatto ritrarre da me, possa nel tempo, riguardare quel ricordo e non dimenticarSi, grazie anche a quel mio lavoro.

Invito al viaggio: tra pittura e fotografia "Angelus"
Dal progetto Te Deum Laudamus una delle tre immagini dove evoco questi tempi di Covid 19, che tanto mi ricordano la peste. Questa è “Angelus”

Quando la fotografia è diventata il tuo mestiere, hai dovuto scendere a compromessi con la tua arte?

Per vivere, di questo bisogna piegare e proiettare la passione in una direzione che possa anche “darti da mangiare”. Ho indirizzato il mio interesse verso le famiglie, le donne i bambini. Un settore che mi permette di indagare nell’animo umano.

Mi dedico alla Fine art che si avvicina molto alla mia attitudine al disegno e coniuga la mia vena pittorica, accarezzando le corde dell’evocazione.

Poi ho scelto di trasferirmi a Ferrara, dove la ritrattistica e il mio modo di concepire la fotografia sono meglio comprese. Pensa che la settimana prossima verranno due diverse famiglie dal mio paese, per farsi ritrarre. Questa è per me una grande soddisfazione!

Ti definisci una ritrattista?

Ho scelto il ritratto, perché mi attira poter delineare la personalità, il carattere, l’anima del mio soggetto. Ogni volta è un nuovo viaggio; tante sono le donne che si rivolgono a me per un nudo d’autore e spesso non sono né perfette, né particolarmente giovani.

Una bella sfida per me che vado fiera che si affidino al mio “occhio” per farlo. Non amo fotografare cose, ma persone. Ho bisogno di un’anima, di uno scambio.

Le fotografie di Daria Biancardi vogliono essere proprio quello. Lei cantava, era una serata tra amici e ho cercato di cogliere la sua meravigliosa essenza, non solo l’artista ma la donna.

Invito al viaggio: Emilia Di Maggio tra pittura e fotografia Daria Biancardi
Invito al viaggio: Emilia Di Maggio tra pittura e fotografia Daria Biancardi

Se potessi tornare indietro cambieresti qualcosa?

Se guardo le mie fotografie, trovo qualcosa che cambierei in alcune, mentre in altre no. In entrambi i casi mi rendo conto dell’evoluzione che c’è. Ci sono fotografie che non riuscirei mai più a fare così, perché le cose scorrono, cambiano.

Spesso racchiudono un momento, una motivazione fatta di spilli e petali: un’energia che non era del tutto positiva, ma sfogo.

Sospensione dell’anima, è uno di questi: una raccolta di dieci fotografie, sul femminicidio. C’è stato un periodo in cui mi sono autoritratta attraverso degli autoscatti, analizzandomi. Era un periodo così, quelle foto lì non le cambierei mai. Quello era e quello testimoniano. Si produce di più quando si sta male, purtroppo.

Invito al viaggio: Emilia Di Maggio tra pittura e fotografia

Oggi sono un po’ più felice e faccio altre cose, tecnicamente sono migliorata, ma le fotografie che ho scattato, sono parte del mio bagaglio, del mio vissuto. Tutto quello mi ha attraversato in qualche modo l’ho filtrato e lasciato andare. Credo che sia fondamentale fare tesoro delle esperienze ed elaborarle.

Non tornerei mai indietro. Se devo pensare a me, è chiaro che ero più carina vent’anni fa, lo riconosco. Ma voglio andare avanti e mai indietro. Io mi godo tutto quello che mi sono conquistata, questa consapevolezza e tutto quello che ho costruito. Vorrei solo tornare indietro per riabbracciare mia madre.

Colore o bianco e nero?

Il bianco basterebbe, che è luce e scomposizione dei colori. Ma non mi basta, ho bisogno di nero, che spesso prevale. Cerco di filtrarlo. Il resto dei colori è una conseguenza del bianco che li contiene tutti. Ho avuto un periodo di grande ricerca del bianco e nero, con il quale secondo me si dicono cose che difficilmente si possono dire con i colori.

Il bianco e nero non si può cambiare in corsa, ci vuole una luce particolare e degli accorgimenti. Oggi mi servo delle caratteristiche giuste per utilizzare il colore, che nella Fine Art è fondamentale. Amando la pittura mi piace virare il colore, arricchendolo. Tendo a tonalizzarlo come fa un pittore sulla tavolozza, in fondo coniugo la pittura e la fotografia, che sono la mia grande passione.

Invito al viaggio: Emilia Di Maggio tra pittura e fotografia - Fine art dedicata ai bambini
Invito al viaggio: Emilia Di Maggio tra pittura e fotografia – Fine art dedicata ai bambini

Una fotografa e un video maker…

Un binomio vincente! Scherzi a parte, sono grata al mio compagno, Simone Paruta che è un bravissimo video maker. Perché se è vero che non è tutto rose e fiori, vivere, e lavorare insieme, è inconfutabile che ci motiviamo a vicenda e insieme siamo migliori.

Siamo critici, ci diciamo qualunque cosa, anche aspramente, ma evidentemente tra noi c’è un legame forte e qualcosa di speciale… A lui sono davvero grata per avermi spinta e sostenuta in questo sogno che è diventato il mio mestiere.

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Paola Ferro
Paola Ferro
Particolarmente Anomala O Liberamente Assemblata Ferro (& fuoco) Artigiana di parole. Innamorata delle persone, costantemente a caccia di anime e le loro storie. “… che di mare ne sa, quanto le onde” (grazie a chi lo ha detto di me)
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