Stefania Dipierro, vive la musica per accendere emozioni

Stefania Dipierro, voce raffinata capace di toccare con le sue note gli spazi più intimi. Vive la musica per accendere e riaccendere emozioni

Stefania Dipierro - fare musica, apre un nuovo sguardo sulla vita e sul mondo
Stefania Dipierro – fare musica, apre un nuovo sguardo sulla vita e sul mondo

Nel mondo delle tendenze e dei generi musicali trova la sua espressione artistica Stefania Dipierro, voce raffinata, musicista e compositrice di lungo corso, capace di toccare con le sue note gli spazi più intimi anche nelle dimensioni internazionali.

Con 5ML di download su Spotify e 15K di ascoltatori mensili vive la musica per accendere e riaccendere emozioni, per riflettere e poi ballare. Ambienta e muove la sua voce, corpo e pensiero su territori musicali vasti, dalla musica popolare brasiliana –MPB-, italiana, jazz, soul, rock, elettronica.

Nata a Taranto e cresciuta tra Bari e Lecce, Stefania Dipierro emerge nei primi anni ’90 tra i protagonisti del movimento musicale Fez – guidato dal produttore, musicista e dj Nicola Conte – conquistando la scena italiana e internazionale.

Ha vissuto a Roma e poi Amsterdam, una vita sempre in movimento, canta in formazioni più intime di duo fino al combo, Big Band, Orchestra Sinfonica e dj-set.

Visionaria performer, dall’impronta avanguardistica nei suoi videoclip e live, riconosciuta a livello europeo con i suoi progetti e featurings. La rivista inglese All About Jazz l’ha definita la Sade brasiliana.

Lo studio del pianoforte già dall’età di cinque anni è il suo primo approccio alla musica, poi il conservatorio dove consegue la licenza in “Teoria Musicale e Solfeggio”, il biennio di Canto Lirico e lo studio della tromba.

Ha approfondito tecnica vocale e jazz con Rachel Gould, Elvin Jones, Wynton Marsalis (Umbria Jazz 2000), David Liebman e Wanda Sa‘.

Parla 3 lingue: italiano, inglese e portoghese. Ha studiato danza classica e moderna, pratica vari sport, tra cui nuoto, bici, yoga.

Insegna tecnica della respirazione ed emissione vocale con il suo metodo “VocALItà nelle Geometrie Vocali di Kandinskij, Accordi Umani” e Lab di scrittura musicale creativa, armonica melodica e letteraria, con testi in lingua italiana inglese brasiliana.

Tiene incontri-Reading in cui, tra ascolti e letture, racconta contenuti, aneddoti e riferimenti storici degli autori e dei testi delle canzoni che canta e di quelle che scrive.

Nel 2007 è stata la cantante dell’ultimo live tour italiano di Alessandro Alessandroni – il celebre “fischio” di Ennio Morricone-.

Con Antonello Vannucchi – storico pianista di Mina e Vanoni e della band Mark 4, autori dei famosi intervalli RAI anni ’60/ ’70 – ha fondato a Roma il progetto “Connections: Italia-Brasil”, reinterpretando le canzoni di origine brasiliana divenute grandi successi in Italia.

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Stefania Dipierro, vive la musica per accendere emozioni

Nell’estate del 2015 duetta con l’attore Claudio Santamaria per due concerti del suo tour  “Un estate fa”.

Intenso il rapporto con la musica brasiliana, ha spesso incontrato Caetano Veloso, Gilberto Gil, Jaques Morelenbaum, Marcos Valle duettando con lui al Southern Soul Festival in Montenegro.

Con le sue formazioni o come ospite di altri progetti ha tenuto concerti a Cuba, Russia, Turchia, Bielorussia, Ucraina, Montenegro, Olanda, Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Romania, Portogallo, Brasile.

Una discografia folta di feat. per numerose etichette italiane ed internazionali – Right Tempo, Schema, Emi. – con tre album da solista –FarOut Rec UK e Incipit Rec IT – .

Si racconta di lei nel libro Cantautori e Cantautrici del Nuovo Millennio Il Dizionario – 1966 biografie, 10.000 dischi, autore Michele Neri, direttore della rivista musicale VINILE, Iacobelli Editore 2023.

In “Erba d’Annata” dello scrittore Aldo Pagano  -ed. PIEMME 2023 – la protagonista Emma Bonsanti –  sostituto procuratore della serie dei libri precedenti Caramelle dai Conosciuti, Motivi di Famiglia … – ascolta le canzoni di Stefania Dipierro tra cui: “Ok”, “Ci sto” e “Inutil Paisagem”.

Oggi parliamo con Stefania che ha chiuso la stagione estiva con una serie di live di successo di pubblico e di critica.

Entriamo nel suo mondo “a colori”.

Quest’estate hai portato nei live lo spettacolo “Stefania canta Mina” nato nel 2022 e “Amore bis”. Sono due prospettive della tua musica? Esiste un legame tra i due live?

Stefania canta Mina è un live che faccio con la Bing Band del Maestro Paolo Lepore,  e quest’anno si è aggiunta anche la Oles, Orchestra Sinfonica di Lecce. È un progetto che porteremo avanti anche in autunno, nei teatri. Il concerto “Amore bis” nasce come spin off del mio ultimo Lp “Dichiarazioni d’amore” in una versione ridotta dal vivo, un concerto che ristora la sete di emozioni.

Sono due spettacoli diversi per repertorio, uno tutto italiano e di musica anni 60/70 e l’altro che ci porta in viaggio nei decenni e negli stili musicali, da Elis Regina a Patti Smith a tracce di culture club. In comune hanno il tema dell’amore, nei suoi aspetti più vari, profondi e leggeri.

Nella tua ripresa dei brani di Mina segui degli arrangiamenti particolari?

I brani che interpreto mantengono arrangiamenti molto vicini agli originali, alle canzoni di Mina.

I brani di Mina presentano un grado di difficoltà molto elevato. Come li affronti?

Scelgo, tra quelli che mi piacciono, i brani più comodi per la mia voce e per il mio stile di interpretazione. Cantare “Mina” richiede un largo range di note, da quelle più gravi o basse alle acute o alte, comanda la mia estensione vocale, posso cantare bene ‘Città Vuota’, per esempio, ma non ci provo neanche a cantare ‘Brava’ in tonalità originale.

È difficile etichettarti con un genere musicale, visto che canti il pop, il jazz, tante incursioni nella musica portoghese, per citarne alcuni.

Sono una persona molto inclusiva e questo aspetto reverbera nel mio lavoro. Attingere da repertori differenti è casuale, in fondo è sempre “l’incontro” che ci accende e ci attiva, sento una canzone e se mi piace la canto. Oppure ho voglia di raccontare qualcosa e la musica prende una forma inaspettata, che non ho cercato.

 vive la musica per accendere emozioni
Stefania Dipierro

I tuoi ultimi tre album contengono tributi alle tue radici musicali e tracce originali, come nasce un tuo disco?

Tutte le mie canzoni nascono a casa col pianoforte, spesso sull’onda di un’idea che sboccia improvvisa o di qualcosa o qualcuno che mi ha ispirato.

Alle volte è solo una strofa, altre viene subito anche il ritornello o lo special. La finitura del testo è la fase finale, spesso hanno già un’impronta ritmica e la musica prende poi forma in studio di registrazione, lavorando con gli stessi musicisti da sempre: Mirko Signorile, Marco Bardoscia, Fabio Accardi, Pietro Vincenti, Fabrizio Bosso, Vince Abbracciante, Alberto Parmegiani, Gaetano Partipilo.

Le mie tracce si muovono sui temi fondamentali natura/pace/amore, il rispetto per Madre Terra e per il prossimo, la bellezza della condivisione, la bruttezza e l’inutilità dell’odio, la miseria della violenza. Mi piace sempre molto partire dalla tradizione e continuare a tramandare a modo mio, a modo nostro.

Nel 2016 con Nicola Conte abbiamo prodotto il mio primo album solista dal titolo Natural, rimaneggiando tracce brasiliane vecchissime e standard jazz intorno alle nostre tracce originali. Poi ho fatto Base Terra con un forte desiderio di parlare di pace, lanciato dal videoclip Vortici di Idee, ispirata dal libro “Gli amori impossibili” di Italo Calvino.

L’ultimo disco inizia con un’immersione di sette minuti in Senza Chiedere, traccia scritta raccogliendo liberamente versi dal libro L’infinito senza farci caso del poeta e paesologo Franco Arminio – che nel brano lascia anche un feat. parlato: “Incontrarsi per non restare al punto in cui siamo, ma per muoverci”.

In questo album ho scritto canzoni per le persone che amo, mio figlio, la mia famiglia, il mio compagno. Come se volessi farne un film, un’istantanea di momenti e sentimenti che inevitabilmente nel tempo cambiano, si evolvono o si esauriscono, e che alle volte ripeschiamo nella memoria.

Nel tuo ultimo Lp “Dichiarazioni d’amore” ci sono tracce che toccano la musica elettronica. Ami anche questo genere?

Si, mi piace il sound design e i colori degli insert e loop di elettronica, mi fa esprimere diversamente, quando scrivo e quando canto.

In “Fiore del Deserto” ho potuto parlare con leggerezza di come vedo le relazioni, le fondamenta dei grandi amori sono legate alla crescita personale, riprendendo i concetti di Jung e Recalcati, crescendo insieme autonomi (eppure non stai lì a chiedere acqua), e la spiritualità dei legami, la libertà personale trovano spazio nella pienezza del qui ed ora e guardano lontano, verso il futuro.

Sei ‘insegnante’ di educazione vocale e coach di lab di scrittura creativa, com’è nata questa idea?

Ho studiato musica fin da molto piccola e posso confermare che tutte le mie giornate storte si sono sempre addrizzate nel mare dell’emozioni che la musica produce in noi.

Ho molto a cuore anche la funzione sociale della musica, avvicina ed educa, come tutte le discipline.

Nel lab di scrittura creativa la mia prima intenzione è invogliare a esternare il proprio pensiero, diventarne prima consapevoli e poi imparare a formularlo.

L’educazione musicale apre la mente e ci rende inclusivi permettendoci di creare comunità con gli altri, la musica si basa sull’interplay di più elementi e persone, è un bellissimo gioco di squadra.

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Stefania Dipierro (Foto di C. Lovero)

In alcuni video su youtube, suoni il pianoforte. Lo usi soprattutto quando scrivi le canzoni o anche nei live?

Si a casa compongo, studio e canto accompagnandomi al pianoforte. Mi capita di suonarlo anche dal vivo, il pubblico mi porta a improvvisare.

Quali sono i progetti per il 2024?

Ho iniziato a scrivere e registrare un album di canzoni originali in lingua italiana sui temi romanticismo e realtà. Parte di queste tracce sono nate e prodotte con Donato Dozzy, dj e produttore di musica elettronica. Inoltre, sto iniziando le prove per il progetto teatrale “Abissi” con l’attore Pietro Naglieri e il cantautore Luigi Salerno, debuttiamo un po’ prima di Natale.

Prossimamente canterò in occasione del lancio del Festival del Cinema Brasiliano a Bari.

Hai avuto tante collaborazioni, anche con big della musica come Lucio Dalla. Con chi ti piacerebbe collaborare tra i tanti artisti presenti attualmente sulla scena italiana?

Con Lucio Dalla sono stati tanti incontri in cui abbiamo cantato insieme, veniva al Supperclub – club romano in cui ero performer resident – e cantavamo insieme, adorava improvvisare. Qualche anno fa sono stata a casa sua alle Tremiti ed ho suonato il suo Rhodes – piano elettrico -.

Tornando ad oggi posso dire che mi piacciono certi autori e interpreti che producono un pop di nicchia colmo d’influenze come Cosmo, Colapesce e scrivere e registrare insieme mi piacerebbe si, come pure con la pianista Rita Marcotulli, adoro il suo pianismo così attento e delicato, crea una dimensione. Penso che mi piaccia proprio questo del fare musica, che apre un nuovo sguardo sulla vita e sul mondo.

Ringraziamo Stefania per aver aperto la sua sensibilità artistica su tanti aspetti, non solo musicali ma anche educativi e sociali. Il suo approccio verso la musica non è legato solo alla composizione e all’interpretazione. Ha una visione della musica basata sull’inclusione e questo rende i suoi live momenti di condivisione nell’ascolto.

Articolo a cura di Raffaele Specchia

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