Rettore: “Splendido splendente” invocava il miglioramento sociale

Anche Madonna si ispirò al mio miglioramento sociale. Io a Sanremo? Vedremo…

Rettore: "Splendido splendente" invocava il miglioramento sociale
Rettore in concerto, foto di Marco Piraccini

Splendido splendente, 41 anni dopo. Secondo appuntamento dedicato al racconto dei tormentoni estivi. Ospite di oggi una cantautrice rivoluzionaria e stravolgente. Esordì negli anni ’70 aprendo i concerti di Lucio Dalla: “Ero una dilettante, feci tre date con lui”.

“Imprevedibile, ironica, simpatica. Ma sempre originale”. Con queste parole Anna Oxa in veste di co-conduttrice presentò a Sanremo ’94 Rettore. L’affascinante bionda, che preferisce farsi chiamare col solo cognome per distinguersi (“Ho varie omonime: una vicino a casa mia e qualche tempo fa mi arrivavano anche le sue multe”). Quell’anno Rettore era in gara con Di notte specialmente, che sarà ristampato in copie limitate come vinile colorato nei prossimi giorni. Altro segno di un miglioramento sociale in un mondo sempre meno romantico.

Nel 1979 sconvolse la musica con un brano cult, Splendido splendente,

grazie a cui divenne presto anche icona gay: “Non mi ha mai dato fastidio quell’etichetta, anzi. I gay sono geniali, si sanno divertire e per questo amano la mia musica”, commenta lei.

Rettore, quel brano segnò un momento di rottura rispetto a tutto il decennio di canzoni d’amore o di protesta sociale, inserendosi nell’elite dei successi estivi.

E’ quasi un’opera. Vittorio Salvetti tifava per me, ma mi ripeteva che era molto meglio Eroe, dell’anno prima. Diceva che con Splendido splendente mi trattenevo troppo. Fu uno dei primi pezzi italiani che si ballavano in discoteca: sulle prime note della canzone quando partiva l’urlo della gente mi meravigliavo ogni volta. Intrapresi la scia del cambiamento iniziato due anni prima con l’arrivo del punk e delle prime cantautrici.

Fu un rodaggio verso gli anni ’80.

Senza il tuo coraggio non ci sarebbero stati quegli anni e quei tormentoni successivi.

La parola tormentone però è stata spesso usata in maniera volgare, non mi piace. Certo gli anni ’80 furono un capolavoro: i Righeira con L’estate sta finendo furono fantastici, innovativi. Anzi, ora che ci penso…chissà che in futuro non si possa fare un album con Johnson Righeira!

Splendido splendente fu una rivoluzione nella rivoluzione. Perchè promuovere i ritocchi estetici alla fine di un decennio in cui la bellezza naturale aveva assunto tantissimo valore?

In realtà si affrontava qualcosa di più profondo: Splendido splendente invocava il miglioramento sociale, il cambiamento.

Ho sempre spinto su argomenti di bellezza e serenità: non ho mai cantato pene d’amore e brutture. Splendido splendente seguiva questa linea.

Sebbene oggi la società sia peggiorata…Evidentemente non sono riuscita a fare passare il concetto.

Esiste la bellezza?

La bellezza esiste negli occhi di chi la guarda, sosteneva Hume. Ognuno ha il suo canone: qualcun altro (Dostoevskij, ndr) diceva che la bellezza ci salverà. Quindi forse la bellezza esiste un po’ in tutti per salvarci.

Allora se la bellezza esiste solo in modo soggettivo e non assoluto, possiamo costruircela?

Di certo non con la chirurgia: non credo ai ringiovanimenti. Però possiamo tutti invecchiare con dignità, curandoci senza lasciarci andare, e questo è già importante.

Tu segnasti una grande novità, giocando sulla cura dell’immagine e dei costumi.

Non ero certo il prototipo di cantautrice con l’olio nei capelli e le scarpe rotte. L’artista nasce per il piacere di essere ascoltato e ammirato: mi piaceva cambiare le carte in tavola.

Ti imitarono in tantissime: ti sei mai chiesta che senso abbia la contraddizione di copiare un personaggio anticonformista come te?

L’ho sempre trovato inutile e controproducente.

Chi si ispira è un seguace e fa piacere. Chi copia invece è fastidioso perchè non mette la stessa anima.

L’ispirazione che ti diede più soddisfazione?

Madonna: tutto quello che avevo fatto io due anni prima lo riprendeva lei. Cose pazzesche: il cappello da cowboy, il vestito da generale RAF. Evidentemente mi conosceva, e avendo a disposizione più mezzi poteva ripetere in scena quello che le piaceva della rivoluzionaria Rettore.

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Rettore in concerto, foto di Marco Piraccini

La copia che ti irritò di più?

Un’artista italiana di cui all’inizio confondevano anche il nome: talvolta la presentavano come Rettore! Negli anni, però, ha trovato se stessa e la sua dimensione da grande artista. Lei però non ebbe tanti detrattori come me: tutti mi volevano in altro modo, io ero già abbastanza diversa. Non sono mai stata fatta per essere omologata alle altre.

I lettori avranno già capito di chi si parla…E’ ancora possibile inventare qualcosa di rivoluzionario oppure ormai è stato già fatto tutto?

Si può eccome, basta che lo lascino fare! Viviamo purtroppo in una società sempre maschilista. Quando l’anno scorso mi chiamarono per Ora o Mai Più pensai che la Rai finalmente fosse cambiata, più aperta. Io del resto non ero cambiata: nessuno è matto come me.

Si era parlato recentemente anche di un nuovo album, confermi?

Stava per uscire un disco ma per fortuna abbiamo tardato. Con il Covid si è azzerato tutto, e ci ha rimesso chi aveva un progetto appena uscito senza poterlo promuovere con i tour.

Il nuovo album vedrà una collaborazione con Pinuccio Pirazzoli,

con cui ho un rapporto catartico: quando ci vediamo qualcosa di buono esce sempre!

Sanremo 2021?

E’ ancora lontano: vedremo, non sono mai stata una cantante di Sanremo. Ma se si trattasse di un’edizione creata proprio per fare rinascere la discografia che è ormai defunta…

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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