#Notedicarta: “Parola Di Faber” di Laura Monferdini

 “Parola Di Faber” di Laura Monferdini storica direttrice del “Museo” di Via del Campo a Genova

#Notedicarta: “Parola Di Faber” di Laura Monferdini
“Parola Di Faber” – Fabrizio De Andrè

Mentre aprivo la busta in cui è arrivata la copia di questo libro mi sono ritrovato a pensare: “Ma c’era bisogno di un altro libro su Faber?”

Oltre 600 pagine, questo è il peso del lavoro di Laura Monferdini, storica direttrice del “Museo” di Via del Campo a Genova, edito da Arcana. E ho iniziato a leggerle cercando, innanzitutto di rispondere alla mia domanda.

È inevitabile che nulla possa eguagliare l’emozione derivante dall’aver partecipato a un concerto di De André, magari di averlo incontrato e di aver potuto parlare con lui e anche di averlo ascoltato parlare sul palco tra una canzone e l’altra ma il lavoro dell’autrice travalica tutto ciò.

È un lavoro, principalmente, sulla memoria di un grande autore al quale corrisponde un grande amore per Faber, per la sua musica e le sue parole.

E poco importa se le sue parole viaggiano senza la musica che le accompagnano mano nella mano perché De Andrè ha rappresentato, non solo nel panorama musicale del tempo che ha vissuto ma in generale, un unicum.

Certo che la bibliografia è vastissima, certamente superiore alla sua produzione musicale, ma già dall’inizio della lettura la risposta alla mia domanda cominciava a prendere forma.

#Notedicarta: “Parola Di Faber” di Laura Monferdini book cover
#Notedicarta: “Parola Di Faber” di Laura Monferdini book cover

Si tratta di un certosino lavoro d’inchiesta, lungo e faticoso. Le fonti sono oltre 150 registrazioni su supporti di ogni tipo, nastri, cd e mp3. Un paziente lavoro di sbobinatura durato oltre un anno anche a causa di supporti, talvolta, di scarsa qualità che restituivano le parole senza la necessaria intellegibilità.

Nasce così un volume corposo, pieno zeppo di notizie inedite. Da quei nastri inediti emerge, se ce ne fosse ancora bisogno, la grande coerenza di pensiero di un artista che ha avuto successo senza averlo mai veramente cercato, di un poeta coraggioso che aveva deciso di stare dalla parte degli ultimi e dei perdenti, un intellettuale che non ha mai avuto paura di assumere posizioni politiche scomode, di un musicista che ha cambiato il corso della canzone non solo italiana.

Nelle parole di Faber c’è il suo anarco-cristianesimo ma soprattutto c’è l’uomo che non si rifugia in una torre dorata, che non si crea una confort zone ma che sta in mezzo alla gente, non solo quella che assisteva ai suoi concerti.

È proprio attraverso le sue parole cangianti, soppesate, che scorre parallelamente la storia dell’Italia dal 1975, l’anno della sua prima tournée, sino alla fine del secolo. Quella stessa Italia magistralmente descritta nella sua “Domenica delle salme”.

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Laura Monferdini

Furono anni di grandi cambiamenti sociali, anni che diventarono poi “di piombo”, anni in cui gli studenti consideravano “fratelli” gli operai metalmeccanici e non strizzavano l’occhio agli industriali, esasperando il concetto proprio di lotta di classe.

Nei tour di De André, proprio grazie alla forza delle sue parole, rileggiamo la storia non solo di quei tempi ma quella dei giovani, quei giovani degli anni Settanta puri e al tempo stesso strafottenti e cinici ma che avevano un grande sogno, quello di cambiare il mondo.

A tutto ciò, come se non bastasse, si aggiunge il racconto delle serate memorabili, magistralmente descritte da Laura Monferdini, e quello dei testimoni, quelli che hanno vissuto quei concerti unici.

Alfredo Franchini, amico di Fabrizio, ha scritto l’introduzione al libro che si apre con le parole di Gianfranco Reverberi, che ha scavato nella sua memoria per cercare egli stesso quel mondo poetico genovese degli anni Sessanta.

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Fabrizio De Andrè

Degna conclusione i ricordi di Cristiano De André, che ha condiviso il palco e duettato con il padre. Il volume si chiude con alcune appendici che approfondiscono ulteriormente la materia come quali siano le canzoni cui De André cambiava il testo durante i concerti, un’analisi del dialetto genovese parlato da De André, un lessico di “deandreismi” e un’ampia selezione di articoli di giornali.

La risposta è, quindi, “sicuramente sì” quindi, parafrasando lo slogan di una vecchia pubblicità con Sofia Loren, “accattatevill”.

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Roberto Greco
Roberto Greco
Giornalista. Nel tempo si è occupato di musica, teatro e cinema. Studioso di storia contemporanea, scrive per diverse testate occupandosi di cultura, costume e società.
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