Modigliani: “Scrivere canzoni è un processo magico”

Intervista al cantautore Modigliani, fuori con il suo album d’esordio intitolato “UNO”

Modigliani
Modigliani si racconta ai lettori di Musica361 © foto di Valentino “Enoc” Congia

Uno è il titolo dell’album d’esordio di Francesco Addari, alias Modigliani, disponibile negli store a partire dallo scorso 19 marzo. Nove tracce in scaletta che mettono in risalto le principali skills dell’artista, messe in risalto dalla produzione affidata a Valerio Smordoni e Samuele Dessì.

Da quali considerazioni sei partito e a quali conclusioni sei arrivato?

Le considerazioni dalle quali sono partito sono diverse. Alcune canzoni tra l’altro sono nate da sole, senza volerlo, quasi per magia. Non ho ancora voluto trarre delle conclusioni vere e proprie, ho bisogno di tempo e soprattutto ho bisogno di far ascoltare questo disco. Posso comunque dire che è stato un viaggio bellissimo, ma anche difficile, un po’ per quello che è successo fuori e un po’ per quello che è successo dentro di me in questi ultimi due anni.

Se dovessimo definire questo album con un’emozione, uno stato d’animo, quale sceglieresti?

Per fortuna credo ci siano diversi stati d’animo dentro a questo disco, altrimenti forse sarebbe stato un po’ monotono. Ci sono ansie, paure, insicurezze, ma anche tanto romanticismo e piccole botte di gioia e felicità. La sincerità delle canzoni di questo album credo sia il vero filo conduttore. 

Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano?

Ovviamente gioca un ruolo molto importante, sono uno che ascolta tanta musica, mi fisso con i dischi che mi piacciono, arrivo ad ascoltarli anche una decina di volte in pochi giorni. Per quanto riguarda la mia musica, invece, la mia mente lavora in continuazione, non esistono pause vere e proprie. Gli incipit per scrivere una canzone possono arrivare da un film che sto guardando, da un libro che sto leggendo oppure da una passeggiata o addirittura da un sogno. 

Modigliani: "Scrivere canzoni è un processo magico"
La copertina di “UNO”

In un momento storico in cui necessariamente dobbiamo stare tutti un po’ più lontani, credi che stiamo riscoprendo il significato della parola unione così come il valore di un abbraccio?

Nei primi mesi del lockdown ho sentito un forte senso di unità e di unione, nella tragedia di quei giorni, che purtroppo non è ancora finita, sono riuscito a vedere anche qualcosa di bello e importante. Ci siamo sentiti tutti uguali, non c’erano differenze tra nord e sud, tra ricchi e poveri, tra giovani e vecchi. È stato un qualcosa di fugace però, mentre la pandemia continua quel sentimento si è perso o almeno io non riesco più a sentirlo. Gli abbracci invece torneranno e sono sicuro che saranno più lunghi, più calorosi e più importanti.

Come valuti il tuo rapporto con i social network e in che modo, secondo te, il web incide oggi in un progetto discografico?

Ho un rapporto strano con i social network, se devo essere sincero sto iniziando un po’ a stancarmi, sicuramente se non facessi il cantante li userei molto meno. Sono comunque diventati fondamentali e influiscono tantissimo in un progetto discografico, fin troppo, ecco questa è una cosa che faccio fatica ad accettare. Ci sono prodotti discografici che riescono ad arrivare a tantissime persone grazie all’ottimo utilizzo dei social network e non grazie alla loro qualità. Insomma stiamo rischiando di concentrarci troppo sulla vendita di un prodotto artistico piuttosto che sulla qualità vera e propria di quel prodotto.

Qual è l’aspetto che più ti affascina della fase di composizione di una canzone?

Mi piacciono molto tutte le fasi: quando si entra in studio e si lavora al vestito da dare alle canzoni, ascoltare quello che è stato fatto, decidere cosa togliere o cosa aggiungere. Ma quello che più mi affascina è la scrittura iniziale, quando sono da solo con me stesso e mi ritrovo a scrivere una canzone, è un processo magico.

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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