Mariagrazia Innecco: “Attraverso il teatro possiamo e dobbiamo lavorare sui concetti”

Quattro chiacchiere con Mariagrazia Innecco, ideatrice e organizzatrice della rassegna “Portiamo il teatro a casa tua”

Mariagrazia Innecco: "Attraverso il teatro possiamo e dobbiamo lavorare sui concetti"
Mariagrazia Innecco si racconta ai lettori di Musica361, dalla passione all’impegno per il teatro

“Amica del teatro”: si definisce così Mariagrazia Innecco, pierre e autrice di quattro libri dedicati alle regioni italiane. Il teatro a casa tua è il titolo della rassegna online da lei curata, un punto di incontro per tutti gli appassionati, una community virtuale ma con lo spirito del focolare, di un vero e proprio salotto. Abbiamo il piacere di approfondire la sua storia professionale, ospitandola in questo diciannovesimo appuntamento della rubrica Protagonisti in secondo piano“.

Come ti sei avvicinata al teatro e come hai sviluppato questa passione?

Ho iniziato da comune spettatrice, frequentando abitualmente i teatri. Col tempo ho cominciato ad apprezzare realtà del milanese sempre più piccole, come l’Out Off, il Teatro Libero, il Menotti. Posti con dimensioni un po’ più raccolte, ma con un’offerta qualitativamente buona, legata anche alla possibilità di incontrare le persone e di avere un contatto con gli attori. Dentro di me è maturata sempre più l’idea del teatro come punto di incontro di un buon livello culturale.

Com’è avvenuto il passaggio da spettatrice ad addetta ai lavori?

Circa cinque anni fa, uno di questi attori che frequentavo a teatro mi propose se poteva venire a farmi uno spettacolo a casa. Così è partita questa nuova era, un crescendo esponenziale nel corso del tempo, una vera e propria evoluzione. Siamo arrivati a quattro stagioni realizzate all’interno della mia abitazione, dove sono passati circa centodieci spettacoli.

Quindi non è stata una tua intuizione?

No, francamente io non avrei mai pensato di realizzare una cosa del genere, me l’hanno proposta le persone. Poi la cosa si è autoalimentata grazie al passaparola, un circolo virtuoso, una concatenazione di situazioni e di attori di buon livello.

Poi è arrivato il Covid, il tuo salotto è rimasto vuoto, così come i palchi di tutti i teatri. Com’è ti è venuta l’idea di trasmettere via web?

Ad ottobre, prima ancora che richiudessero praticamente tutto a causa della seconda ondata, ho avuto come la sensazione che qualcosa stesse per accadere. Così, nel giro di una settimana, ho pensato a questa nuova modalità, cominciando a riprendere gli spettacoli e mandandoli in onda tramite web.

Com’è stata la risposta del pubblico?

Buona, perchè io sono uno schiacciasassi (sorride, ndr), ho creato una community proprio perchè credo nell’importanza dell’aver cura del pubblico. Le persone che prendono parte agli spettacoli sono appassionate come me di teatro, per questo bisognava ricreare qualcosa di diverso dal semplice streaming. Sai, la gente è afflitta da numerose preoccupazioni,  per questo motivo lascio a loro disposizione una settimana di tempo per vedere lo spettacolo. In un momento come questo, credo sia necessario stare ancora più vicino al pubblico, per questo ho scelto di continuare ad essere la padrona di casa della rassegna, accogliendo gli ospiti, introducendo di volta in volta ciascun spettacolo, proprio come facevo in presenza. Attraverso il teatro possiamo e dobbiamo lavorare sui concetti.

In conclusione, alla luce di quello che stiamo vivendo, che ruolo possono avere oggi il teatro e l’arte in generale?

Un ruolo importante, sicuramente bistrattato e considerato di minore importanza rispetto a quello che è realmente, anche se capisco che per alcuni può non essere la parte prioritaria, ma il Covid non c’entra. Il processo di degrado culturale credo sia cominciato con l’avvento delle tv e delle radio private, che hanno creato l’intrattenimento evasivo. Da quel momento in poi, non sono più stati considerati dei canali di acculturamento, o almeno non come in precedenza. In questo momento, chi fornisce strumenti dovrebbe fare un lavoro più intelligente, andando oltre alla richiesta delle persone, cercando piuttosto di soddisfare quello di cui tutti noi abbiamo bisogno, perchè l’arte migliora il nostro stare al mondo.

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Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
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