“Love”, il ritorno di Michael Bublè

Il titolo del nuovo disco di Michael Bublè è un cuore. Si legge “Love”, come altrimenti?

"Love", il ritorno di Michael Bublè

Forse non c’erano reali alternative per Michael Bublè, quando ha scelto il titolo del suo nuovo album. Non una parola, ma un cuore. Si legge Love”, e del resto dopo anni difficili in cui Michael e la sua famiglia hanno ricevuto moltissimo amore (uno dei suoi bambini si è ammalato di cancro, oggi sta meglio), come poteva fare una scelta diversa per il suo ritorno alla musica? In più, le sue canzoni pescano a piene mani in un repertorio che fa dell’amore la sua bandiera. È quello dei crooner, da Frank Sinatra in poi.

Michael Bublè la bandiera dei grandi classici interpretati con il cuore la tiene in alto con orgoglio, e con una voce inconfondibile. Ecco quindi anche in “Love”, come già è stato per il passato, qualche inedito e brani immortali, da “When I fall in love” a “Unforgettable”, passando per “La vie en rose”.

Michael Bublè ci presenta “Love”

Come hai scelto le canzoni?

Sto per dire un luogo comune, ma io non ho scelto le canzoni: le canzoni hanno scelto me. Ho sentito versioni di questi brani fatti da altri artisti prima di me, però io ho visto una visione dell’album come un tutt’uno, con un filo conduttore che lega tutte le canzoni e ho puntato a quello.

Cosa le unisce?

Il filo rosso è l’amore in tutto le tue sfumature. “Outliers” è un libro che amo; spiega la teoria del successo secondo il suo autore (Malcolm Gladwell, nda). Così mi è venuta l’idea di raccogliere brani che fossero brevi racconti che esponessero la mia teoria sull’amore, così come nel libro si fa con il successo.

"Love", il ritorno di Michael Bublè 1La tua teoria sull’amore qual è?

Per quanti momenti bui viviamo -e capitano a ognuno di noi- la risposta a tutto è sempre l’amore. Fare il disco è stato terapeutico. Le canzoni che ho inserito mi sono venute in maniera naturale, perché questa è l’essenza di Michel Bublé. In onestà posso dire che non mi interessa se l’album venderà o come si comporterà in classifica. Non è facile per chi lavora con me, ma non voglio confondere chi sono con quello che faccio. Cioè faccio quello che amo, e basta (e continuerà a farlo, dato che ha smentito il ritiro, nda).

Quando ti è tornata la voglia di cantare?

Tutte le canzoni dell’album nascono da un pomeriggio con gli amici, tra pizza e birra. Quando ci siamo stufati dei videogiochi ci siamo messi a suonare. Dopo un po’ sono uscito in giardino, il mio amico Brian fumava una sigaretta: lì gli ho detto che mi ero dimenticato quanto fosse bello fare musica. Sette mesi dopo ero in studio ed era tutto pronto (Michael mostra dal suo cellulare un video con le canzoni di quel pomeriggio casalingo, nda).

Ti dà fastidio l’etichetta del “Bublè natalizio”, quello che arriva con le canzoni da cantare sotto l’albero?

No. Non voglio liberarmi di questa etichetta. Quello natalizio è un periodo così bello… io sono onorato di entrare nelle case delle persone quando c’è amore e c’è famiglia. Prima, devo dire, mi preoccupava la percezione che la gente potesse avere di me, e quindi essere legato al Natale mi impensieriva. In un momento, però, ho capito che non mi devo interessare di quello che la gente pensa di me. Lo stupore incantato dei bambini di fronte al Natale è anche il mio: questo mi piace, è la mia essenza. Sono un ragazzino nel corpo di un quarantatreenne.

E adesso che sei tornato?

Ho bisogno di fare un tour. Verrò anche in Italia il prossimo anno, ma non so quando (Aggiornamento: sul sito ufficiale di Michael le date sono indicate, 23 e 24 settembre al Forum di Milano, nda).

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Francesca Binfaré
Francesca Binfaré
Giornalista, si occupa di musica, spettacolo e viaggi; parallelamente svolge attività di ufficio stampa. Autrice e conduttrice radiofonica dal 1989. Ha vissuto qualche tempo a Dublino, ma non ha mai suonato al campanello di Bono. Ha visto i "duri" Metallica bere un the e Slash senza l’immancabile cilindro. Affezionata frequentatrice del Festival di Sanremo e dei meandri del Teatro Ariston.
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