Chiarisce i dubbi Renato Moraschi, specialista in diritti d’autore
I diritti d’autore, si sa, vanno pagati. Ma come funziona quando sono passati tanti anni dalla morte del compositore? Gli eredi ne possono pretendere qualche diritto particolare?
In effetti siamo tutti portati a immaginare di dovere pagare i diritti d’autore se eseguiamo in pubblico canzoni degli ultimi decenni,
ma siamo sicuri di avere la stessa attenzione nei confronti di una musica di secoli fa?
La domanda di Edoardo questa settimana verte proprio su questo e, come sempre, risponde l’Avvocato Renato Moraschi per la nostra rubrica LegalPop. In fondo alla pagina la traduzione della risposta dal linguaggio legal a quello pop.
Buongiorno,
Se volessi suonare musica di compositori classici ormai datati come Mozart o Beethoven, posso farlo senza problemi di diritti d’autore?
Grazie,
Edoardo
Risponde l’Avvocato
Anzitutto è fondamentale precisare che, nel caso di specie,
ricadiamo nell’alveo che viene definito “opere di dominio pubblico”
ovvero un’opera creativa per la quale siano trascorsi i termini previsti dalla normativa nazionale (70 anni dopo la morte dell’autore) oltre i quali è possibile utilizzarla liberamente senza chiedere l’autorizzazione all’autore per l’utilizzo o dovere corrispondere alcun compenso.
E’ bene precisare che i diritti di cui si parla sono unicamente quelli patrimoniali, poiché i diritti morali di paternità dell’opera sono irrinunciabili ed imprescrittibili.
Sul punto è opportuno accennare che sussiste una differenza tra le elaborazioni creative di opere di pubblico dominio e opere originali costituite solo in parte da opere di pubblico dominio, per le quali è necessario seguire una procedura diversa e dettagliata per il loro deposito in SIAE.
DAL LEGAL AL POP
La differenza non sta ovviamente nel “genere classico”, ma nel tempo trascorso dalla morte dell’autore. Parlando di Mozart o Beethoven sono passati più di 70 anni, quindi le loro opere sono di dominio pubblico. Se si vuole eseguire una loro opera, senza riprodurre l’originale, non si devono pagare diritti.
La paternità dell’opera, invece, continuerà ad appartenere all’autore eternamente.