Giovanni Erata: un retroscena inedito per il disco “Komodo” di Mauro Picotto, la prima versione non autorizzata e mai pubblicata la clamorosa rivelazione e il recupero 25 anni dopo

Quest’anno ricorrono i 25 anni dall’uscita del disco Komodo di Mauro Picotto e Giovanni Erata ci racconta un retroscena inedito e alquanto interessante in merito alla produzione di questo disco. Si tratta della prima versione realizzata di questo brano, non autorizzata e mai pubblicata, andata persa e dallo stesso Erata recuperata con un lavoro di ricostruzione in studio.
È lo stesso Giovanni Erata a ricostruire il tutto:
«Cosa c’è di più intrigante per chi ama la musica nello scoprire che uno dei dischi più belli di sempre non ha regalato al pubblico la migliore versione di sé? Quanto sarebbe l’entusiasmo degli affezionati se sapessero che è esistita una versione di questo disco, la prima realizzata e mai pubblicata in commercio?
Una vicenda che ai più è pressoché sconosciuta, la storia di un brano sublime che è diventato leggenda. A distanza di ben 25 anni il mistero viene svelato e quel “dietro alle quinte” diventa di dominio pubblico. Perché la musica è di tutti e a tutti deve arrivare. A dispetto di tutti coloro che negli anni e anche oggi hanno cercato in ogni modo di osteggiare questa ricerca.
Nel 1999 venne prodotta la prima versione di Komodo, caratterizzata dalla presenza del coro tribale di Sweet Lullaby dei Deep Forest e da un doppio assolo di flauto, anch’esso tribale. L’autorizzazione ad utilizzare quel coro nel brano venne però negata dai Deep Forest e Mauro Picotto fu costretto a ripiegare su un’alternativa: Save A Soul, un coro in lingua inglese che seguiva la stessa linea melodica del coro precedente, in tal modo poi concesso e depositato insieme ai Deep Forest. Nel mese di Luglio del 2000 esce Komodo [Save A Soul].
E che ne fu di quella prima versione, dal gusto etnico e al tempo stesso magico? Fu privata del coro tribale e del flauto tribale, quegli elementi che la resero la versione più bella mai realizzata di Komodo. Ma prima che questo avvenne, furono realizzate pochissime copie su cd e vinile, quale traccia speciale del frutto proibito.
Ai tempi suonarono quella versione in qualche live e i pochi fortunati che c’erano, la sentirono. Io c’ero. Da quel momento è diventata un’ossessione. Un desiderio incredibile. Quando ami la musica è così.
Posso garantire a tutti che è così: nessuno, avendola, sarebbe più in grado di fare a meno di quella versione. È diventata una caccia al tesoro, una ricerca durata qualcosa come quindici anni di questi ultimi venticinque.

Infine ho scoperto che nulla era rimasto e tutto di quella versione, ogni copia e traccia, era andata perduta.
Non mi sono voluto arrendere. L’amore è più forte di tutto. Sono entrato in studio e l’ho riprodotta fedelmente.
La cosa bella è che adesso è a disposizione di tutti e gratuitamente su YouTube. Incluso un videoclip.
La vera libidine poi sta nel fatto che a me tutto questo è stato concesso dai rispettivi proprietari del copyright.
Dalla ZYX Music per il brano Komodo e dai Deep Forest per il coro tribale di Sweet Lullaby. Eh sì, proprio così.
Vi aspetto tutti sul sito web www.komododragon.it dove troverete tutto quello che vi può servire a riguardo.
Perché la musica è di tutti e a tutti deve arrivare».
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina