Fase: “Fiamme” l’ultimo singolo, brano che esplora un teme delicato che spesso non viene compreso in tempo, come quello delle dipendenze

Dallo scorso 7 marzo è disponibile in rotazione radiofonica e nelle piattaforme digitali il nuovo singolo del cantautore Fase dal titolo Fiamme (prodotto da Marco Lamagna e distribuito da TuneCore). Il brano di Valerio Urti, nome reale di Fase, esplora un tema delicato e che spesso non viene compreso in tempo, come quello della dipendenza, dipendenza intesa come concetto ampio: come quella verso un rapporto tossico con qualcuno o qualcosa e dal quale non ci si riesce a liberare. Sentendosi incatenato a una sensazione negativa, l’artista si rivolge a una figura esterna, che potrebbe rappresentare sé stesso o un’entità superiore, chiedendo quella salvezza e quella via d’uscita che da solo non riesce a trovare.
Con questo nuovo brano Fase vuole comunicare un messaggio positivo al pubblico, invitandolo a prendere un respiro di sollievo: imparare a perdonarsi e accettarsi anche se non si è stati la persona che gli altri avrebbero voluto.
Noi abbiamo raggiunto Fase per farci raccontare del brano e di cosa rappresenta per lui.
Ciao Fase e benvenuto sulle pagine di Musica 361. Inizierei questa chiacchierata chiedendoti come va?
È un bellissimo inizio, anche perché non è una domanda scontata e spesso non interessa una risposta reale. Comunque, sto bene, è un periodo particolarmente ricco di impegni e dove vado sempre di corsa, ma quella corsa positiva che spinge a fare altre cose.

Periodo particolarmente ricco, anche grazie all’uscita di “Fiamme”. Ci vuoi raccontare questo tuo ultimo singolo?
Fiamme è nato da un racconto di un amico ed è una storia che parla di dipendenze. In questo caso mi parlava della dipendenza da psicofarmaci. Ovviamente, quando uno si approccia ad un testo, estende l’argomento quanto più possibile. Le dipendenze sono tante e in questo caso ho fatto partire un po’ la mia immaginazione e tante sono le idee che mi sono venute in mente per questo brano. Quindi non ho voluto affrontare una dipendenza specifica, ma proprio il concetto di resistenza contro ogni dipendenza. La lei che nomino nel testo è infatti la dipendenza in generale.
Un brano dove in tanti posso ritrovarsi, indirettamente o direttamente. Possiamo considerare questo singolo come un modo per condividere il dolore che c’è dietro?
Esatto, a me capita spesso, quando mi approccio ad un brano, di ricercare anche l’utilità sociale di esso. La musica è terapia e se chiunque, ascoltando questo brano, riesce a farlo proprio e a fare proprio il messaggio che voglio condividere, a me fa solo che piacere. Cerco di dare sfogo alle persone ricercando delle motivazioni profonde, andando a fondo. Cercando di realizzare un testo leggero, ma non scontato.
Raccontare un determinato tema non è sempre semplice, specie se in qualche modo ci si racconta con trasparenza e verità. Rappresentarti in questo modo è un po’ la tua cifra stilistica?
Quando ho deciso di intraprendere il percorso da solista, ho deciso di raccontare quello che ho passato e che ho visto negli anni. È diventata la mia cifra stilistica il raccontare quel qualcosa che ha ferito le mie parti più ingenue e intime della coscienza. E mi sono accorto che è anche quello che passa gran parte delle persone, ma che spesso non riescono a raccontare. Cantando puoi esorcizzare le tue paure e mi è capitato che le persone mi scrivessero perché si sentivano rappresentate e vicine anche al progetto.

Sei un artista seguitissimo sulle piattaforme e il tuo seguito tocca anche diverse generazioni. È per te una responsabilità?
Nel momento in cui scrivo un testo, nasce già la responsabilità. Nel mio approccio alla musica mi sento responsabile nei confronti di me stesso e di chi ascolterà. Perché quando riesco a scrivere qualcosa credibile per me, allora capisco che lo possa essere anche per gli altri senza guardare l’età o i gusti. Le emozioni sono di tutti e per tutti e quindi mi piace parlare a più persone possibili.
Fiamme farà parte di un progetto più ampio o ti vedremo all’opera con altri singoli scollegati tra loro?
Credo nei progetti completi e il mio background musicale viene da quel mondo. Fiamme fa parte di un percorso di crescita, che mi ha visto maturare nella scrittura e come artista. Comunque, penso che uscirà ancora un singolo ed entro fine anno uscirà un disco. I singoli mi hanno aiutato nella ricerca del sound e della cifra artistica, ma i tempi sono maturi per un concept album.
Hai fatto parte di un gruppo e ora sei solista. Come cambia l’approccio alla musica?
Cambia che ormai decido in autonomia, anche se ho un team fantastico che mi segue. Scrivo i brani da zero e parte tutto da una mia emozione che condivido con i miei collaboratori e che poi lavoriamo. Però ecco, si prendono delle decisioni che si basano su una mia volontà artistica. Con un gruppo è bello, condividi l’emozione e le decisioni, ma ogni decisione viene ponderata con i membri della band e non sempre è facile mettersi d’accordo.