Davide Mancini: “Preghiera punk”, un grido di libertà che sfida le convenzioni, un inno per chi ha scelto di vivere secondo valori che vanno oltre il potere e le logiche dominanti

È disponibile in digitale l’ultimo singolo del cantautore valdostano Davide Mancini e dal titolo Preghiera Punk, registrato da Massimo Spinosa, uno dei bassisti più talentuosi della scena musicale italiana (noto per le sue collaborazioni con artisti del calibro di Mauro Pagani, Fabrizio De André, Roberto Vecchioni e Francesco De Gregori). Preghiera Punk è prima di tutto un omaggio a Paolo Salandini, storico amico dell’artista ed ex membro della tour band di Luciano Ligabue, recentemente scomparso, ma il brano è soprattutto un grido di libertà che sfida le convenzioni, un inno per chi ha scelto di vivere secondo valori che vanno oltre il potere e le logiche dominanti.
Una preghiera che evoca trascendenza e spiritualità e che si mescola con l’anima del punk: ribellione, capacità di dire di no e la forza di chi lotta per la propria libertà. Con uno spirito fermamente antisistemico, il brano invita gli ascoltatori a riflettere, trasmettendo un messaggio potente che celebra l’orgoglio di chi resiste. Noi lo abbiamo raggiunto per farci raccontare questo nuovo singolo.
Ciao Davide e benvenuto tra le nostre pagine, inizierei chiedendoti come va?
Sto bene e vi ringrazio per l’attenzione verso di me e verso il mio brano. Per rispondere, non sto né bene né male, ma sono alla ricerca di un equilibrio. Equilibrio dettato anche dalla situazione sociopolitica e socioeconomica che viviamo nel mondo. Ho infatti l’impressione che ci sia un malessere ben diffuso nell’animo delle persone e secondo me in tanti non vivono pienamente la propria vita, forse è uno dei periodi più brutti della nostra storia ed è per questo che si percepisce tanta solitudine, malinconia e tristezza.
Preghiera punk lo definisci come: “Un inno dedicato a chi si è occupato di libertà e non di potere”, è quindi un brano contro il potere e a favore della libertà?
Il mio è un canto disilluso, ma con ancora un po’ di quella romantica utopia. Spesso le dinamiche dell’essere umano sono corrotte e sporche, e non sarà certamente un brano a cambiare certe dinamiche. Tuttavia, sono sicuro che ci debba essere dell’altro. Secondo me è meglio interessarsi alla libertà della propria espressione, dell’arte e all’autenticità delle proprie relazioni, per vivere al meglio. La ricerca finalizzata ad un utilitarismo, all’ambizione o ad un ruolo di comando, è una ricerca fine a sè stessa.

Sei un artista che va a toccare l’attualità, ma come si fa a rimanere equilibrati nel raccontare quello che ci circonda?
Come si fa non lo so, forse per mantenere un certo equilibrio bisogna avere anche una bella dose di fortuna, come in tutte le cose della vita. Se uno smaschera l’inganno, rischia di diventare cinico e all’interno del mondo dell’arte, è invece necessario mantenere quell’inganno, quella genuinità e quel sogno romantico di ribellione. L’artista non deve avere le risposte, ma deve mettere in discussione tutto!
Preghiera Punk è un pezzo sincero e vulnerabile, si vuole far ascoltare e capire per lanciare il suo messaggio…
Questo è il motivo per cui un cantautore si ostina ancora a comporre canzoni e a proporle al pubblico. Preghiera Punk è una canzone fragile, che si mette a nudo e cerca di raccontare nella in maniera più onesta ognuno di noi. Non è una canzone costruita per avere consensi, ma per lasciare spazio alle idee e alle visioni di chi l’ascolterà. Mi piacerebbe che arrivasse quel dubbio, quella voglia di approfondire sè stessi e la propria vita.
Tra l’altro, oltre al suo significato, il brano rappresenta anche un omaggio…
Paolo Salandini è stato Tour manager di Ligabue per venticinque anni circa. Lui ha creduto molto nel mio essere cantautore, mi ha portato a registrare il mio primo album Madame Gerbelle nel 2008 e mi ha fatto conoscere Mauro Pagani. Sono debitore a Paolo, una persona speciale e che viveva come un cane sciolto e quando ho scritto la canzone ho pensato subito a lui.

Fai riferimento a questo punk, ma cosa rappresenta il punk per te?
È un punk inteso come capacità di dire di no! Un no argomentato e che non sia gratuito. Un no di chi è dubbioso, perplesso e che vuole delle risposte.
Invece perché questa preghiera?
Perché c’è un lato spirituale in ognuno di noi ed è indipendentemente dalla postura laica, atea o religiosa. La spiritualità per rincorrere certi obiettivi è importante, soprattutto se autentica e non artefatta.
La tua è una carriera ricca di gavetta ed esperienze, ma c’è un momento che ricordi con maggior affetto?
Quello con la leggenda Mauro Pagani, il classico incontro karmico. Ho ricevuto il placet del maestro sulla mia musica e così è nato Madame Gerbelle. Poi con Mauro ho avuto anche il privilegio di suonare. Lui è un mito, un musicista sopraffino e una persona fantastica. Poi anche Massimo Spinosa, un altro musicista fantastico e con il quale ho prodotto il mio secondo album Poesia e Democrazia e con cui lavoro tuttora. Questi sono gli incontri che mi hanno permesso di crescere, studiare e corroborare le mie certezze.