Christian Mascetta con “Ricami” si è immedesimato nei panni di un sarto e ha mescolato in modo fluido e innovativo diversi stili musicali

Christian Mascetta è un chitarrista, compositore e produttore discografico nato a Lanciano; inizia gli studi all’età di sette anni, si laurea al Conservatorio di Musica Luisa D’Annunzio di Pescara e al Conservatorio di Musica Alfredo Casella di L’Aquila in Chitarra Jazz. Il suo nuovo progetto si chiama “Ricami”, una raccolta di brevi canzoni da tirar fuori dalle tasche, piccole composizioni capaci di evocare memorie o aprire immaginari mai esplorati.
L’artista dà vita a un suono ricco di influenze che spaziano dalla poliritmia africana e indiana al blues, al jazz, alla fusion e alla world music. Il disco si è ampliato grazie all’entusiasmo di Gegè Telesforo, che ha voluto coinvolgere alcuni dei nomi più brillanti della scena italiana come Stefano Bollani e Tosca. Quest’ultima ha preso parte nel brano “Una passeggiata con te”, con la sua voce intensa e avvolgente. Le tracce sembrano adattarsi perfettamente alle personalità degli ospiti, creando un dialogo musicale che esalta ogni singolo contributo.
Oggi siamo in compagnia di Christian Mascetta! Buongiorno e benvenuto tra noi, come stai?
Buongiorno a tutti, è un grande piacere essere qui! Sto bene, sono in un periodo molto vivo, pieno di novità!
Come ti sei avvicinato alla musica?
Tutto nasce da bambino, vedevo suonare mio padre e mi sono avvicinato alla chitarra, da lì ho seguito questa strada. Ho studiato al Conservatorio e mi sono laureato in chitarra jazz. La musica era il mio bisogno primordiale e non ne potevo fare a meno. L’ho perseguita sempre con grande devozione e rispetto.
Cosa ti comunica in particolare la chitarra?
Mi dà del benessere proprio a livello fisico, la sensazione delle corde sotto le dita mi ha sempre dato piacere. È uno strumento molto espressivo, uguale o secondo solo alla voce; a livello timbrico ha numerose potenzialità, è molto versatile.
Oltre al jazz hai sperimentato anche altri generi?
Sì assolutamente. All’inizio ero appassionato di blues e di rock, il mio primo amore è stata la chitarra blues, quindi come riferimento avevo Jimi Hendrix. Musicalmente sono una persona molto curiosa, ho studiato il rock, il country, il jazz, con tutte le contaminazioni del caso. Tutte le esperienze fatte ti formano e creano una corazza.
Lanciano, il paese in cui sei nato, come ti ha accolto musicalmente? Che ambiente hai trovato?
Mi reputo abbastanza fortunato da questo punto di vista, anche se sono consapevole di vivere in un posto non troppo adatto per fare musica. Nella mia famiglia ci sono diverse persone che hanno avuto a che fare con questo settore. A Palena, un paesino di circa 1500 abitanti, la metà di queste persone suonano e mi hanno trasmesso amore per la musica, in particolare mio nonno che cantava per passione. Anche a Pescara, al conservatorio, ho respirato sempre una bella aria tra i miei colleghi.

Come ti regoli in fase di scrittura?
È una dote innata perché fin da bambino ho sempre scritto. L’importante è farlo con naturalezza, senza sforzarsi. Bisogna saper stare nel mezzo, la musica è un’entità che viene a bussare alla tua porta e tu devi essere pronto ad accoglierla nel modo migliore.
Spostiamo ora l’attenzione sul tuo nuovo album, “Ricami”. Come nasce questo progetto e che tipo di viaggio è stato?
“Ricami” nasce dalla volontà e dalla necessità di scrivere canzoni in guitar solo, avevo registrato diversi provini che rispettavano la forma della canzone. Volevo evocare posti o ricordi lontani attraverso brani da tirar fuori dalla tasca quando qualcuno ne avesse voglia. Ho sottoposto questi provini a Gegè Telesforo che conosco da tanti anni perché collaboriamo insieme. Quando li ha ascoltati era molto entusiasta tanto che ha voluto guidare l’intera produzione del disco. Avevo anche il desiderio di fare un disco che includesse tanti ospiti e personaggi con i quali ho avuto a che fare nella mia carriera.
È un album quasi interamente strumentale. Cosa comunica questa musica “spoglia”?
Siamo spesso abituati alla musica cantata con dei testi. Ho sempre intravisto delle potenzialità nella musica strumentale perché, non avendo un testo, si potrebbe avere l’opportunità di intendere quel brano a proprio gusto e piacimento. Spesso il testo è una strada che l’autore sottopone ma già delimita un immaginifico. Un brano, senza parole, ti lascia massima libertà di pensiero. Questo tipo di approccio può comunicare anche più delle parole.
Quale filo conduttore hai trovato nel disco?
Sono tutti pezzi che racchiudono storie, eventi e concetti della mia vita. Ho raccontato quello che ho vissuto tramite i miei occhi e quelli degli altri.
Perché il titolo “Ricami”?
È un progetto che prevede composizioni recenti ma anche alcune più datate. Negli ultimi anni della carriera ho rincontrato queste persone, ho pensato quali brani potessero vestire al meglio le personalità dei musicisti coinvolti. Ogni collaborazione è stata un valore aggiunto e alcuni pezzi calzano perfettamente sulla loro vita, sembra come se fossero stati cuciti su misura; è come se fossi stato una specie di sarto nel tempo ma senza saperlo e così ho pensato a “Ricami”.
Hai presentato questo album al Parco della Musica il 10 maggio. Com’è andata?
È stata un’esperienza molto profonda, è andata benissimo. Ero circondato dalla mia famiglia e dagli amici, dai musicisti con i quali suono da tanti anni, c’era Gegè, Tosca. È stato un privilegio e un onore. L’Auditorium è un posto magnifico, suonare lì con il proprio progetto e col proprio nome è stata una soddisfazione notevole
C’è una traccia del disco a cui sei più legato?
Sì, “Una passeggiata con te”, è un brano che ho scritto per mio nonno quando era ancora in vita. Per me lui è stata una personalità forte e importante, soprattutto dal punto di vista musicale, aveva una capacità straordinaria di comunicare. In seguito, dopo aver scritto il testo, l’ho sottoposto a Tosca e lei ha accettato di collaborare insieme.
Di recente è uscito il videoclip di questo brano. Perché hai scelto di condividere questa parte di te proprio con Tosca?
A mio parere è la più grande interprete di quel tipo di canzone. Ho già avuto a che fare con lei in passato, la conosco benissimo, mi sembrava perfetta farla cantare in quel brano perché ero sicuro che avrebbe accolto quell’emozione con tutta la verità e l’onestà possibile.

C’è un tuo disco che ti ha un po’ cambiato la vita?
Probabilmente “Respiro”, il primo, pubblicato nel 2023. È stata la prima volta in cui ho voluto presentarmi come cantante, scrittore di canzoni. È stato un disco spartiacque. Ho mostrato un’altra parte di me.
Dalla tua gavetta ad oggi vedi la tua vita sotto un’altra lente?
Sono sempre stato spontaneo e istintivo con la musica. Adesso però, rispetto a prima, mi sento più riflessivo, con uno sguardo più largo, mi guardo più intorno.
Un tuo lato del carattere che non è cambiato?
La mia testardaggine e la mia caparbietà, da vero capricorno. La mia grande determinazione mi fa portare a termine tutte le mie idee e progetti. Con il tempo ho imparato ad essere un po’ più accondiscendente, ho smussato qualche lato del carattere.
Ho letto che hai partecipato a tanti festival e concorsi. Qual è stato il più bello?
Mi ricordo quello che ho vinto insieme ai miei amici, Andrea Giovannoni e Davide Di Camillo, con il progetto Glutenfree Trio. Era il 2016, il concorso del “Premio Nazionale dei Conservatori Italiani”. È stata un’esperienza bellissima, il primo concorso importante che ho vinto, è stato come toccare il cielo con un dito.
Adesso quali saranno i tuoi prossimi passi per il futuro?
Ho diversi dischi in cantiere che vorrei far uscire. Stiamo lavorando anche con il mio Trio per nuovi eventi.
Cosa avresti fatto nella vita se non avessi intrapreso la strada da musicista?
Ho due risposte: il pilota automobilistico o lavorare per LEGO come ideatore di prodotti, una sorta di designer.
Hai dei sogni musicali che vorresti realizzare?
Fare una tournée mondiale con Pietro Pancella e Michele Santoleri, gli altri due componenti del trio. Tra i desideri che ho già realizzato ti menziono Stefano Bollani. Suonare con lui è stato un sogno che è diventato realtà. Lo guardavo in TV e lo vedevo come un qualcosa di irrealizzabile, invece è successo!
Infine, vuoi lasciare un tuo pensiero a chi ci segue?
Il mio pensiero è quello di voler bene alla musica, ascoltarla sempre con rispetto, gentilezza e gratitudine.