carlot, “Lava spenta”: la necessità di esprimersi per affrontare le emozioni

carlot, “Lava spenta”: la necessità di esprimersi per affrontare le emozioni 1

Sicuramente una cantante originale, come quando ci ha parlato del suo genere musicale che ha definito “Pop struccato”, Elisa Carlotti, in arte carlot, ci presenta il suo ultimo pezzo “Lava spenta”, dal contenuto molto importante soprattutto per i più giovani, con una arguta riflessione sui social e il loro strapotere…

 

Ciao Elisa, innanzitutto ti chiedo di presentarti agli amici di Muisca361…

Ciao! Ci tengo a ringraziarvi subito per lo spazio che mi state concedendo, è molto importante per un’emergente. Mi chiamo Elisa Carlotti, in arte carlot, sono una cantautrice bresciana ed ho 29 anni.

Come è nata la tua passione per la musica, sei figlia d’arte?

Non sono figlia d’arte, ma sono figlia di appassionati d’arte. I miei genitori sono dei grandissimi fruitori di musica: papà con la musica classica, mamma invece con tutta la musica anni ’70/’80, in particolare delle grandi interpreti di quel periodo (Nada, Mina, Mia Martini…). Diciamo che la musica non è mai mancata in casa mia, anche se io sono l’unica musicista in casa.

Il tuo ultimo brano, “Lava spenta”, affronta un tema molto importante, quello delle emozioni represse, in particolare la rabbia…

Purtroppo sì. La mia scrittura nasce da una forte necessità di esprimermi per affrontare le mie emozioni: essendo una persona molto introversa, fatico molto a spiegare ciò che provo, il ché però mi porta spesso ad accumulare tensioni. Ho pensato che fosse il caso di raccontare  questa gestione malsana della rabbia, nella speranza che qualcuno si possa rivedere.

Tu dici che i continui sforzi per evitare il conflitto con gli altri ci portano a perdere qualcosa di noi stessi, quindi a tuo parere è meglio affrontare certe situazioni ?

La comunicazione è alla base di ogni rapporto degno di essere chiamato tale. Con il tempo, ho imparato a dire quello che penso senza temere di rovinare la relazione con la persona che ho davanti. Se esprimere la mia opinione è sufficiente a minare la solidità di un rapporto, significa che non vale la pena di combattere per difenderlo.

Pensi che i social, molto seguiti soprattutto tra i giovani, abbiano contribuito a sviluppare una maggiore rabbia diffusa? 

Assolutamente. In questo caso direi che la rabbia si mostra soprattutto sotto forma di frustrazione. I social sono fortemente basati sui numeri e, se questi non arrivano, portano con sé la vergogna, la paura del fallimento ed il conseguente bisogno di rivalsa, che spesso si trasforma in invidia e cattiveria.

Qual è il tuo rapporto con i social?

Un rapporto di amore-odio. Diciamo che mi sento migliore come follower che come creator. Mi piace molto vedere come le persone riescono a dare libero sfogo alla loro creatività, ci sono contenuti educativi ed altri davvero divertenti. Come creator, invece, non riesco ancora a dominare i loro meccanismi: c’è tanto, TROPPO, dietro alla creazione di un contenuto, e troppa attenzione alla forma per i miei gusti. D’altro canto, però, sono importantissimi per noi emergenti, poiché abbiamo a disposizione una piattaforma gratuita per trasmettere i nostri messaggi. Vorrei solo che fosse facile come parlare a degli amici.

Hai definito il tuo genere pop “struccato”, una definizione molto particolare, vuoi approfondire?

È una musica struccata come me. Io non mi trucco mai, se devo conoscere qualcuno preferisco mostrarmi così come sono. Tanto brufoli, rughe, occhiaie e pori dilatati li abbiamo tutti e non è neanche un segreto. Mi piacerebbe capire chi ha deciso che andavano nascosti… Mi piace l’idea che la mia musica sia semplice ed immediata come un viso struccato, senza le impalcature tipiche delle pop star.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Il mio primo idolo musicale è stata Annalisa, l’ho seguita ad Amici in maniera quasi ossessiva. A livello musicale mi ispiro tanto ad Elisa, penso che sia l’artista più completa che abbiamo in Italia. Apprezzo molto anche Francesca Michielin, Adele, Lady Gaga, Lucio Dalla e Brunori Sas… ma alla fine, come direbbe la maestra Celentano, la musica è una: quella fatta bene.

Oggi imperversano i Talent, cosa ne pensi?

Sono uno strumento come un altro per farsi conoscere. Poi si sa com’è la televisione… bisogna guardarli con il giusto senso critico, ecco. Sono solo la punta dell’iceberg della musica emergente.

Prima di lasciarci vuoi rivelarci i progetti futuri, sappiamo che c’è qualcosa che bolle in pentola?

In questo periodo sto scrivendo molto. Ho 5 pezzi pronti, che mi piacerebbe produrre a breve e, chissà, magari pubblicare in un EP che mi presenti come una cantautrice che scrive per esigenza di scrivere. Stay tuned…

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Ruggero Biamonti
Ruggero Biamonti
Autore con esperienza decennale presso importanti realtà editoriali quali Rumors.it (partner di MSN), Vivere Milano, Fondazione Eni e Sole 24 Ore Cultura, si occupa di temi che spaziano dall'intrattenimento al lifestyle.
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