Beatrice Gatto: “Alberi”, un momento di crescita personale ma anche di introspezione e di confronto con le proprie paure e sensazioni

Beatrice Gatto torna con un nuovo singolo dal titolo Alberi (T-Recs Music), già disponibile da venerdì 25 aprile in radio e su tutte le piattaforme digitali. Alberi è un ritratto dell’infanzia, un brano nato dalle immagini, i ricordi e i suoni venuti fuori grazie ai ricordi e al pianoforte. Un momento di crescita personale e di confronto con le proprie paure e sensazioni. Un processo di crescita, ma anche di introspezione personale. Così, con uno sguardo al passato, si apre anche al futuro: infatti Alberi anticiperà anche il nuovo percorso musicale dell’artista e il suo nuovo progetto musicale. Noi abbiamo raggiunto Beatrice per farci raccontare questo suo singolo e le emozioni che si celano dietro.
Ciao Beatrice, inizierei chiedendoti quali sono le emozioni che stai vivendo in questo periodo?
Questo è un periodo che sento davvero come una rinascita personale, sia musicalmente che nella mia vita in generale. Sto riscoprendo me stessa sotto tanti punti di vista e non vedo l’ora di capire come evolveranno alcune cose. C’è tanta impazienza, ma anche voglia di scoperta.

Emozioni che si riflettono anche in Alberi, il tuo nuovo singolo. Cosa ci racconti di questo brano?
Alberi è un brano a cui tengo tantissimo, lo aspettavo da tempo. Ha un valore speciale per me, anche perché mio padre ha scritto l’arrangiamento degli archi. Nessuno avrebbe potuto fare un lavoro così rispettoso. Sono profondamente grata, perché il brano esce proprio come lo avevo immaginato, senza compromessi.
Una riflessione sulla crescita e sul rapporto con il passato: quanto c’è di te in questo pezzo?
C’è tutto di me. Rifletto spesso sul passare del tempo, su come cambiano le cose, su come cresciamo. Alberi è proprio un’espressione di questo mio modo di guardare al passato e alla trasformazione personale.
Questo singolo segna un nuovo percorso artistico? Puoi dirci qualcosa in più?
Alberi è un ponte, non è simile a nulla di ciò che ho fatto prima e neanche a quello che farò. Ho già pronto un EP con brani che fanno parte di un percorso passato, e sentivo il bisogno di farlo uscire per chiudere un cerchio. Ma a Vienna sto già lavorando a tanta musica nuova!

Cosa rappresenta per te oggi la musica?
La musica per me oggi è tutto. È un viaggio dentro me stessa, il modo più vero che ho per conoscermi e raccontarmi.
Hai già vissuto tante esperienze nella musica. Ti va di raccontarci un aneddoto o un momento speciale della tua carriera?
Non ho un aneddoto preciso in mente, ma uno dei concerti più belli è stato sicuramente quello al Parco del Celio, per la rassegna Jazz Image curata dall’Alexander Platz di Roma. Una cornice da sogno.