Utopia con “Aldilà” ci racconta l’ipocrisia di chi lo circonda: persone che ostentano vite perfette, ma che celano segreti e menzogne
Utopia (Foto Samuele Galato)
È uscito lo scorso 14 marzo, “Aldilà”, il nuovo singolo di Utopia, prodotto da Bruce Brown: un’esplosione di pop punk dal sound travolgente, che riporta alle sonorità iconiche degli anni 2000, l’età d’oro del genere. Con una ritmica serrata e incalzante, il brano cattura la frenesia del presente, un vortice di eventi che si susseguono senza tregua.
Artista emergente bergamasco, classe 2001, Utopia racconta attraverso la sua musica l’amore, la rabbia, il lavoro e la gioventù. Dopo tre singoli e un EP, nel 2024 debutta dal vivo, calcando i palchi di festival prestigiosi come l’Ambria Music Festival, il Clamore Festival e il Sagrado Festival.
Con “Aldilà” Utopia denuncia l’ipocrisia di chi lo circonda: persone che ostentano vite perfette, ma celano segreti e menzogne. Dalla vicina di casa al capo ufficio, ogni figura rappresenta la facciata che molti indossano per sembrare impeccabili, nascondendo in realtà contraddizioni e falsità. Il ritornello e il titolo stesso racchiudono il messaggio centrale: meglio vivere senza maschere, in modo autentico e sincero, perché di fronte alla morte siamo tutti uguali, senza distinzioni.
Utopia, nome d’arte di Samuele Galato, è un artista emergente classe 2001 originario della provincia di Bergamo. Fin da bambino si appassiona alla musica, avvicinandosi a generi come rock, punk, metal e rap. Questa passione lo porta a suonare la chitarra elettrica e il pianoforte, strumenti che diventano la base del suo percorso artistico.
Utopia
Nel 2017 decide di trasformare le influenze rock e punk in qualcosa di personale, iniziando a scrivere e produrre musica inedita. Debutta ufficialmente nel 2020 con il singolo Vita Da Star, seguito da Starò Bene e Deja Vu, e nel 2023 pubblica il suo primo EP, Insomnia, un lavoro di sei tracce che esplora atmosfere punk, rock e indie.
Attraverso queste pubblicazioni, l’artista esprime il proprio punto vista su tutto ciò che accade nella realtà che lo circonda, affrontando tematiche come l’amore, il lavoro, la rabbia, la gioventù. Per lui, la musica è uno sfogo, un modo per esprimere il proprio pensiero in totale libertà.
Utopia (Foto Samuele Galato)
Nel 2024 inizia a fare i suoi primi live: si esibisce in festival importanti, come l’Ambria Music Festival, il Clamore Festival e il Sagrado Festival, diventando un punto di riferimento per la scena pop punk locale.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Sandri: da “I sogni di Noemi P.” a “Qualche Hit”
Sandri non si limita a scrivere canzoni: le smonta, le ricompone, ne dissolve i confini per trasformarle in altro. Perché la libertà, per lui, è esattamente questo
Sandri
Due i singoli di Sandri usciti tra marzo e aprile: “I sogni di Noemi P. (Cuore Alieno)” pubblicato lo scorso 14 marzo, e “Qualche Hit” lo scorso 11 aprile
I Sogni di Noemi P.
La forma canzone non basta più: troppo rigida, troppo prevedibile per contenere tutta questa urgenza. Meglio un blues acido e visionario, sparato a tutto volume nell’universo, per raccontare alle altre forme di vita le immagini che affollano la mente di un essere umano mentre attraversa il caos del quotidiano, sospeso tra l’assurdo e un’eccezionale normalità.
Qualche Hit
Chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare. Vi ritroverete in un palazzone umido e decadente, come quello di J. F. Sebastian, il genetista di Blade Runner creatore di replicanti giocattolo. Qui, al ritmo ossessivo di un carillon vivente, figure ibride si muovono in processione, implorando il proprio artefice di trasformarle in ciò che ancora non sono, senza accorgersi di essere già tutto ciò che erano destinate a essere.
Nel DNA di “Qualche Hit scorrono le suggestioni elettropop di Roberto Camerini, il cinismo di Enrico Ruggeri, l’allucinazione ipertecnologica della Tyrell Corporation. Acido e visionario, Sandri non si limita a scrivere canzoni: le smonta, le ricompone, ne dissolve i confini per trasformarle in altro. Perché la libertà, per lui, è esattamente questo.
Sandri è il progetto musicale di Michele Alessandri, musicista cesenate. Nel 2022 pubblica Opet, il suo primo disco autoprodotto: un EP di sei tracce dal suono essenziale e autentico, con un’identità sonora compatta e una forte impronta da band. La formazione, ormai consolidata, vede Alessandri affiancato da Andrea Cola, Jacopo Casadei, Simone Bartoletti Stella e Dino Bellardi.
Sandri
Ad aprile 2024 esce Esposizione, il suo nuovo EP per Pioggia Rossa Dischi, seguito il 10 ottobre dal doppio singolo “Cane / Neanche il tempo di una réclame” e il 14 marzo 2025 dal singolo “I sogni di Noemi P. (cuore alieno)”. Sandri, come tutte le cose buone, ritorna: lo fa con un sound deciso, intriso dello spirito di CCCP, Skiantos, Afterhours e Jon Spencer Blues Explosion.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Casa Distrutta, “Ci vediamo in giro” il nuovo singolo
Casa Distrutta, “Ci vediamo in giro” il nuovo singolo un brano pop rock energico che trasporta l’ascoltatore in un’esperienza di liberazione
Casa Distrutta – Ci vediamo in giro – Copertina
È uscito lo scorso 4 aprile “Ci vediamo in giro”, nuovo singolo della band Casa Distrutta.
“Ci vediamo in giro” è un brano pop rock energico che, nonostante parli di un incontro con una ragazza che non è andato come sperato, trasmette un’energia positiva e un senso di sfogo. Con chitarre vibranti e un ritmo frenetico, il brano trasporta l’ascoltatore in un’esperienza di liberazione, dove la malinconia lascia spazio alla determinazione e al movimento. Perfetto per playlist come Hot Hits Italia, Alta Rotazione, Indie Italia, e altre che amano tracce fresche e piene di vitalità.
Come spiegato nell’intervista, l’idea del brano è stata generata da Mario Leomporro e poi quella idea si è sviluppata in musica grazie all’apporto di tutti, Come indica lo stesso Mario: «il brano l’ho scritto nel 2020 nel periodo del Covid e parla di un amore non corrisposto. Mi ero invaghito di una ragazza che non rispondeva ai messaggi ma da vicino c’era feeling. Questo amore non era corrisposto».
Il pezzo è pop con sfumatura reggae, come nel brisge, in una atmosfera molto fresca e leggera. «Abbiamo voluto sperimentare inserendo sonorità reggae e qualche suono particolare, ricercato.
È un pezzo che va ascoltato e riascoltato fino a consumarlo”, dice la band nell’intervista. “Nei prossimi singoli invece ci saranno più atmosfere rock e d’impatto».
E a proposito della frase nel testo “La vita è un come un girotondo nel tempo”, come spiega lo stesso Mario essa fa riferimento al fatto che quella stessa ragazza è stata dopo tanto tempo incontrata sulle scale di una stazione; ed è stato lì che l’incontro si è chiuso con un “ci vediamo in giro” di circostanza che ha dato poi il titolo al brano.
Casa Distrutta
Casa Distrutta è una band pop/tock con influenze funky e raggae. Mario Leomporro (voce, chitarra), Remo Iannini (tastiere e voce), Emanuele De Luca (basso), Cristiano De Pascale (batteria) hanno deciso di iniziare questo progetto ad inizio 2022. Sotto l’etichetta Visory Records, presto nuovi singoli e live dove ascoltarli.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Matthew Sax: “Sangria”, un viaggio verso l’estate 2025
Matthew Sax: “Sangria” un brano che ci trasporta verso l’estate 2025 grazie al suo sound trascinante e avvolgente, in cui risaltano le sonorità Latin House
Matthew Sax, musicista e dj/producer italiano, pubblica su EGO Music il suo primo singolo del 2025, dal titolo “Sangria”, in collaborazione con Dennis Cartier e Dyladamb.
“Sangria”, disponibile su tutte le piattaforme digitali, è un brano che ci trasporta verso l’estate 2025 grazie al suo sound trascinante e avvolgente, in cui risaltano le sonorità Latin House che caratterizzano il suo progetto.
La voce di Dyladamb si integra perfettamente con la produzione di Matthew Sax e Dennis Cartier, portando un’energia vivace e una carica emotiva che rende “Sangria” un vero e proprio inno alla spensieratezza.
Con “Sangria”, Matthew dimostra ancora una volta la sua forte abilità nel fondere generi, creare atmosfere differenti e irresistibili.
Matthew Sax commenta così il suo nuovo singolo “Sangria”: «Collaborare con Dennis Cartier per me è stato fantastico! Sangria è brano che mescola perfettamente i ritmi vibranti della latin house con il fascino brasiliano. La canzone porta un mix euforico di vibrazioni tropicali che spero possano coinvolgere gli ascoltatori. L’estate è in arrivo!»
Mattia Romio, conosciuto come Matthew Sax, dopo alcuni anni di studio al conservatorio, si dedica alla creazione di musica elettronica e grazie al suo sound ricco di sperimentazione, ha coinvolto rapidamente l’amore del pubblico da club e il riconoscimento da parte di noti artisti come Don Diablo, Oliver Heldens, Kryder, Jude & Frank, MOTi, Nicola Fasano, Botteghi e Rudeejay, per citarne alcuni. Matthew Sax, ad oggi, ha pubblicato le sue produzioni su EGO Music, Saifam, Time Records, Zero Cool e Blanco y Negro. Il suo singolo “Cumbia Flute” (Zero Cool) raggiunge l’ottava posizione della classifica Hype mondiale su Beatport.
Dennis Cartier, Matthew Sax Feat Dyladamb Sangria – Cover art
Nel 2025 firma una collaborazione con Botteghi e ATCG per un disco in uscita ad aprile su d:vision, una release su Undr The Radr (label di Roger Sanchez) ed una collaborazione con Dennis Cartier su Ego Music.
I live di Matthew Sax si contraddistinguono grazie ai suoi dj set accompagnati dalle sue imperdibili e coinvolgenti esibizioni con sax dal vivo.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Kiki Orsi: l’ultimo singolo “Dimmi Come Stai”
Kiki Orsi: l’ultimo singolo “Dimmi Come Stai”, una domanda che racchiude il bisogno di sapere e l’intenzione di non dimenticare. Mai30
Kiki Orsi
“Dimmi come stai”, l’ultimo singolo di Kiki Orsi, disponibile sulle piattaforme digitali e in tutti i digital store.
Il brano nasce da una collaborazione con il melodista Rino Refrigeri e dalla volontà di Kiki Orsi di addentrarsi nel pop italiano lasciando intatte le sue caratteristiche personali di canto e scrittura. Questa volta si avvale di un grande arrangiatore nel panorama italiano, Stefano Zavattoni, che mescola i classici movimenti degli archi a una struttura ritmica interamente elettronica. La chitarra invece è lasciata alle corde di Davide Aru. Il brano risulta così innovativo, moderno ed estremamente orecchiabile.
“Dimmi come stai” è la volontà dell’autrice di ricordare nel tempo e per sempre il significato di una storia d’amore lasciando alla stessa domanda il fascino del re incontro interiore e il sottile rammarico della perdita.
«Domando ai miei amori, tutti, come stanno, perché nel tempo, ripensandoli mi mancano e ricordo ognuno di loro per l’intensità e per le emozioni che mi hanno lasciato– dichiara Kiki Orsi –per la mia anima “dimmi come stai” è una domanda che racchiude il bisogno di sapere e l’intenzione di non dimenticare. Mai».
https://youtu.be/XW2lqzR9Pwc
Diplomata in canto alla “Dick Grove School of Music” di Los Angeles dopo un percorso di Disco Music, Rhythm’nd blues nei live club italiani e in tutto il mondo.
Dal 1998 corista di Lionel Ritchie, Boy George, Massimo Ranieri, Giorgio Faletti, Ivana Spagna e per molti programmi televisivi di successo. Cantautrice dal 1997 e dopo un ennesimo viaggio a New York conosce e si affascina allo Smooth Jazz e decide di mescolare le sue esperienze di scrittura pregresse a quel mondo per lei così intrigante.
Decide così di dar vita ad un progetto dal nome “jazzincase” scrivendo canzoni in più lingue, usando di ognuna le sfumature fonetiche e la potenza espressiva: inglese, italiano, francese, portoghese. Nel 2018 l’uscita del primo album “Bonbon City”, nel 2019 “The Second” (entrambi per IRMA label). Nel 2021 si stacca dal progetto e comincia a scrivere brani per sé stessa utilizzando il suo nome d’arte “Kiki Orsi”.
Kiki Orsi – Dimmi Come Stai – Copertina
Entra così appieno nel “suo mondo poliedrico”. Da ottobre 2021 a novembre 2024 escono nei digital stores, stampa, YouTube, radio italiane e internazionali sette singoli e due videoclip. Si avvale di collaborazioni musicali importanti quali: l’armonica di Giuseppe Milici, la tromba di Sergio Vitale, il contrabbasso di Massimo Morriconi, Il basso di Pierpaolo Ranieri e Roberto Gallinelli, la batteria di Nicola Polidori, il sax di Carlo Maria Micheli, gli arrangiamenti ed il pianoforte di Peter de Girolamo, le percussioni di Luca Scorziello, l’organo di Juan Paradell Sole’.
“Dimmi come stai” che precede l’album intero, del quale è prevista l’uscita nei prossimi mesi del 2025 arrangiata da Stefano Zavattoni con l’intervento della chitarra di Davide Aru.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Daniele De Gregori ci porta nella “Bolla Occidentale”
Daniele De Gregori: “Bolla Occidentale”, il nuovo album del cantautore romano che riprende, attualizza e porta nel futuro la migliore tradizione della canzone d’autore italiana
Daniele De Gregori (ph Eleonora Maggioni)
Bolla occidentaleè il nuovo album del cantautore romano Daniele De Gregori, uscito lo scorso 11 aprile per Maremmano Records (distribuzione IRD International Records Distribution).
Undici canzoni che raccontano la linea d’ombra conradiana di una generazione, quella dei millennials, ormai diventati grandi, attraverso pagine di vita vissuta, di sicurezze e di fragilità toccate con mano, di amori e sogni ad occhi aperti, di madri e di figlie che si affacciano in tempi di fioritura dei ciliegi.
«È un lungo viaggio questo, e potrei trovarmi più o meno a metà – dice Daniele De Gregori. Nella prima sono stato figlio, nella seconda sarò figlio e padre. E allora mi serve una pausa, devo interrompere il mio passo d’uomo e riprendere fiato per una notte, è ottobre e le giornate cominciano a essere corte.
‘Bolla occidentale’ è il nome del Motel dove dormirò. Entro e l’oste sta leggendo qualcosa, “La linea d’ombra”, mi sembra perfetto.
Qui hanno tutti la mia età, è di loro che voglio parlare. Di Pikkio e il suo mal di schiena, di Marta nella stanza accanto che insulta i suoi capelli bianchi, di Gabriele, senza Priscilla, che non riesce più a rialzarsi, ha muscoli deboli. Di Luca che manca gli appuntamenti da lui stesso fissati, di Kafka letto troppo tardi in un Roma – Milano in economica.
Hanno tutti perso qualcosa, qualche anno fa; e stanno male, li sento, anche quando stanno bene, come me; nel parcheggio un cartello: “A.A.A. cercasi qualcosa disperatamente”.
Mi tolgo le scarpe e mi stendo con la cartina in mano. Devo geolocalizzarmi per non imboccare la direzione sbagliata domattina.
Riconsidero il percorso fatto fino ad ora e rovescio lo zaino sul letto, cadono occhiali, chiavi e un mucchietto di vecchie foto: Enza, Rocky e un uomo con gli occhiali scuri; suo figlio è mio padre, mi chiama ancora con un fischio che sappiamo solo noi.
E poi Gina e Giannino, mi sembra ancora di sentirli cantare in napoletano; mia madre, la loro figlia migliore, canta a Daniele “Sedia sediola”, Daniele sono io.
Daniele De Gregori (ph Eleonora Maggioni)
È stata una notte piena di sogni. Ora è mattina e sembra quasi primavera, la fioritura dei ciliegi è vicina.
Mi geolocalizzo dicevamo, fisso la mia soggettiva dalla Bolla occidentale, non c’è altro che sappia davvero.
Tra 2 giorni compio 40 anni, tra 2 mesi diventerò padre. Mi volto un’ultima volta e mando un bacio a tutti.
È tempo di muoversi».
Con la produzione artistica di Francesco Forni, Bolla occidentale riprende, attualizza e porta nel futuro la migliore tradizione della canzone d’autore italiana, affrontando con profondità temi e situazioni ormai così poco presenti nella scena artistica contemporanea, perché lo sguardo è sempre rivolto all’ “altro”, con empatia per una umanità dolente e disorientata di cui l’autore stesso si sente parte.
Gli arrangiamenti e la “firma” sonora di Forni sono il miglior ambiente musicale per questo percorso di vita: si spazia dal sapiente uso dei cori, come nella title-track (guada il videoclip di Bolla occidentale: https://www.youtube.com/watch?v=_HFkSQfAfOE), che aggiungono spessore al brano, alla ritmica delle chitarre, a ballate folk come nel secondo singolo, Quadricipiti, impreziosito dall’organetto di Alessandro D’Alessandro, o a impasti vocali suggestivi, grazie alle tante voci femminili presenti nell’album.
Il tutto con una grazia ammaliante, e una sensibilità che aggiunge bellezza.
Daniele De Gregori (ph Eleonora Maggioni)
TRACKLIST
Bolla occidentale
Quadricipiti
Hanami
Enza e Rocky
Le morti indolori dei Tamagotchi
Poitiers
Qualcuno ha visto la mia vita?
Marta (parla coi suoi capelli)
Ecco e signorsì
Semi rari
Daniele va a scuola
Cantautore e chitarrista romano, pluripremiato nei maggiori Festival italiani (Premio dei Premi ’22, Premio Bertoli ’21, Musica contro le mafie ’20, L’artista che non c’era ’20, Lunezia ’19, ecc.) e con una lunga esperienza Live – Auditorium Parco della Musica (RM), Largo Venue (RM), Teatro Olimpico (RM) Auditorium Calanda (BN), Teatro Storchi (MO), Teatro Masini (RA), Porto Antico Genova (GE), Cpm Milano (MI), Stadio Jannella (GR), Teatro della Torre (CE), Brancaleone (RM), Palladium (RM).
È apprezzato per il suo impegno sociale, in particolare sui temi dell’ecologia e della disabilità, per i quali è stato premiato al Green Music Fest ’21 ed è spesso ospite del programma “O anche no” su Raidue.
Daniele De Gregori (ph Eleonora Maggioni)
Nel 2023 pubblica con GoodFellas l’album “Cura”, presentato al Monk, a cui è seguito un tour in Italia. Nello stesso anno tiene workshop di songwriting e il videoclip della canzone “Le case mangiate dal sale” vince il premio Roma videoclip Indie.
Nel 2024 è testimonial nazionale per la campagna sulla guida sicura di Autostrade per l’Italia e diventa team leader di Sofar Sounds a Roma.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Oneiros Way “Orbs” la ciclicità dell’esperienza umana
Oneiros Way “Orbs” il nuovo EP, brani che esplorano passaggi tra stati di sogno e frammenti di consapevolezza e l’incertezza del futuro
Oneiros Way – Orbs – Copertina
Disponibile su tutte le piattaforme digitali il nuovo EP del progetto Oneiros Way dal titolo “Orbs”. Gli Orbs rappresentano nuclei primordiali, simboli di potenzialità umana che, entrando in contatto con il mondo, si trasformano e si corrompono. Attraversano tempi sospesi, stagioni di letargo e risveglio, pulsioni di rabbia e desiderio.
I loro movimenti evocano rituali antichi, ripetuti nel tempo, dove forza e sacrificio si intrecciano in una crudele danza. Intorno a loro, la terra diventa sterile, popolata da solitudini e sguardi vuoti, intrappolati in un gelo virtuale.
“Orbs” contiene cinque brani che esplorano passaggi tra stati di sogno e frammenti di consapevolezza. Le atmosfere cupe e i suoni distorti si mescolano a tensioni urgenti, componendo un insieme crudo e diretto che riflette sull’inquietudine del nostro tempo.
https://youtu.be/bRqm0kcjvJc
«Con l’EP Orbs abbiamo voluto esplorare la ciclicità dell’esperienza umana, quei momenti di trasformazione e rivelazione. Ogni traccia racconta un viaggio tra il sogno, la consapevolezza e l’incertezza del futuro, in un mondo che, pur diventando sempre più tecnologico e alienante, ci offre ancora la possibilità di connetterci con qualcosa di più profondo.
Le sonorità oscure e ipnotiche dell’EP riflettono questa tensione tra l’individualità e il collettivo, tra il caos del mondo e il desiderio di una verità autentica. Le melodie cupe e le atmosfere sospese sono il nostro modo di rappresentare questo cammino di introspezione, in cui ogni inizio e ogni fine si intrecciano, creando una ciclicità che sfida l’ascoltatore a confrontarsi con il lato oscuro e misterioso dell’esistenza».
Gli Oneiros Way sono un duo synthpop indipendente con base a Milano, composto dalla cantante e compositrice Regina e dal chitarrista Claudio. Il loro stile compositivo si distingue per la sua capacità di fondere melodie evocative e chitarre filtrate e riverberate, creando così una visione sonora che richiama un immaginario cinematografico.
Oneiros Way
Nel settembre 2021, gli Oneiros Way hanno fatto il loro debutto discografico con l’uscita del loro primo album, “The Dawn Is Near” registrato al Supermoon studio da Giacomo Carlone. Questo lavoro segna un momento significativo nella loro carriera, presentando al pubblico la loro distintiva fusione di suoni synthpop e atmosfere evocative dreampop.
L’album include il loro primo singolo, “Immersion”, che ha attirato l’attenzione per la sua natura avvolgente e onirica, sottolineata dalla delicata e cristallina voce femminile insieme agli accattivanti riff di chitarra. Questo brano è stato acclamato come un esempio di puro Dream-Pop, trasmettendo l’essenza stessa della ricerca introspettiva di emozioni attraverso la musica. Il video di “Immersion” è stato girato da Fabio Paleari, riconosciuto fotografo e regista milanese.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Man Stewart torna con il nuovo singolo “Altavoce”
Man Stewart, artista teatino, torna con il nuovo singolo “Altavoce”, un pezzo pop rock dal ritmo coinvolgente e incalzante
Man Stewart
Si intitola “Altavoce” il nuovo singolo di Man Stewart e relativo videoclip pubblicato su YouTube e che sancisce, di fatto, la nuova collaborazione dell’artista teatino all’anagrafe Manuel D’Alesssandro, con l’etichetta discografica Music Force.
Relativamente al suo nome d’arte, Man Stewart ci racconta: “«Man contiene le prime lettere del mio nome; Stewart è praticamente un soprannome che mi porto dietro dal 2012 come tributo al ragazzo che mi ha spinto a fare musica».
“Altavoce” è un pezzo pop rock dal ritmo coinvolgente ed incalzante realizzato da Man Stewart assieme a Dan Drum, all’anagrafe Danilo Orsini anch’egli teatino, con il prezioso supporto tecnico di Roberto Cola (Piano B) che ne ha curato arrangiamenti e realizzazione.
https://youtu.be/jUbEh9a1PZI
Man Stewart svela nell’intervista anche la genesi del brano “Altavoce”: «lo scorso giugno, a trent’anni, ho preso la mononucleosi che mi ha fatto soffrire più del Covid. Ho passato un mese e mezzo a casa a non poter parlare a causa delle placche alla gola, unico mio modo di comunicare era quello di suonare la chitarra e quindi la suonavo sempre. Il brano è nato proprio in quel momento particolare, infatti ho scritto “sei bella da morire ma io non posso urlarlo ad alta voce”.
Il brano non è dedicato a nessuno in particolare, esso può essere dedicato alla bellezza delle cose che noi troviamo nella nostra vita».
Questo brano nasce con la collaborazione di Dan Drum e Roberto Cola. «Dan Drum l’ho conosciuto in un bar mentre stavo facendo una serata live, lui suonava la batteria… finito di suonare in pubblico, faccio sentire una mia canzone al titolare del bar e Dan entra proprio in quel momento e chiede di chi fosse quella canzone. Dopo aver risposto che era mia, lui si è appassionato al brano e alla mia scrittura».
Man Stewart – Altavoce – Copertina
Il videoclip, che vede la regia di Emanuele La Plebe Cellini (Music Force), è girato in due ambientazioni diverse, una presso la discoteca Subsolo di Chieti Scalo e l’altra nella città di Pescara e mostra un incalzante sequenza di immagini relative alle due anime artistiche che rappresentano Man Stewart.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Melissa torna con singolo “Mon Cher”
07Melissa la vincitrice di The Voice Kids 2023,torna con “Mon Cher”, un brano che racconta l’amore nell’era dei social
Melissa, dopo essersi esibita davanti a Papa Francesco e aver aperto i concerti ad icone della musica italiana, la voce rivelazione di The Voice Kids, torna con un brano che parla alla Gen Z
A soli 14 anni, Melissa, all’anagrafe Melissa Agliottone, è già una delle voci più promettenti della scena musicale italiana. Dopo aver conquistato pubblico e critica vincendo la prima edizione di The Voice Kids su Rai 1, l’artista marchigiana ha avuto l’onore di esibirsi davanti a Papa Francesco allo Stadio Olimpico di Roma, di aprire concerti per icone come Loredana Bertè, Rettore e Rosa Chemical e di essere scelta come rappresentante italiana allo Junior Eurovision Song Contest. Ora, con il nuovo singolo “Mon Cher” (Keyrecords), prosegue il suo percorso artistico con una canzone che fotografa le relazioni basate sull’apparenzae il bisogno di autenticità in un mondo che spesso si ferma alla superficie.
In un’epoca in cui le interazioni spesso si consumano tra notifiche e schermi, “Mon Cher” è un ritratto lucido della superficialità nei rapporti di oggi che racconta il vuoto, la sensazione di smarrimento, di chi cerca conferme negli altri senza mai trovare un reale sostegno, di chi colleziona attenzioni senza saper dare valore ai sentimenti. Avvolto dal magnetismo di un sound che alterna toni intimi e aperture più incisive, il brano immortala l’antitesi tra il desiderio di connessione e la leggerezza delle relazioni usa e getta. «Nemmeno uno sguardo, cosa vuoi da me? Se poi fai tutto questo con una, due o tre», canta Melissa in un ritornello che incalza e resta impresso, suggellato tra mente e cuore, mettendo a nudo il disagio di chi si trova a fronteggiare un amore fugace e inconsistente.
Una riflessione generazionale su chi confonde il valore personale con il numero di elogi ricevuti, che la stessa giovanissima cantautrice spiega con queste parole:
«Oggi sembra quasi che conti più essere notati che essere capiti. Con questa canzone ho voluto raccontare il punto di vista di chi non si accontenta di un legame superficiale, ma cerca qualcosa di vero, anche quando significa dover rinunciare a qualcuno».
“Mon Cher” parla alla Gen Z con un linguaggio diretto, contemporaneo, immediato. Il brano intreccia riferimenti internazionali e immagini di facile richiamo, come nell’ironia del verso «Hai la fila ma sembra diretta a Nizza, occhi azzurri, bionde e basse, ‘Je veux du ketchup sur ma pizza’», che sottolinea il contrasto tra l’apparenza e la sostanza dei rapporti moderni. Il titolo stesso, in francese, gioca con questa ambivalenza, accostando eleganza, significato e leggerezza. Un messaggio chiaro: dietro il fascino effimero si nasconde spesso il vuoto.
Quello di Melissa è un percorso in continua crescita, che l’ha vista spaziare tra sonorità ed emozioni diverse. Dall’energia di “Africa” alla riflessione suggestiva di “Un Mondo Giusto” (feat. Ranya), fino all’allure malinconica di “Viole”, ogni brano ha rappresentato una tappa importante del suo viaggio artistico. Con “Mon Cher”, Melissa aggiunge un nuovo tassello alla sua identità musicale, dimostrando una consapevolezza sempre più solida, una padronanza vocale e scenica da vera professionista e una capacità interpretativa che va ben oltre la sua età.
Dotata di un’abilità straordinaria per tecnica ed espressività, Melissa è una voce che emoziona e un talento che convince. Il cammino che l’ha portata alla musica è iniziato quasi per caso, come strumento per affrontare attacchi di panico, trasformandosi in una passione che l’ha rapidamente condotta sotto i riflettori.
«Nonostante la mia età – conclude -, sento la musica come il modo più naturale per raccontare quello che provo e quello che vedo intorno a me. Con “Mon Cher” ho voluto dare voce a chi non si riconosce in un’idea di amore veloce e senza significato».
Con “Mon Cher”, Melissa dimostra di essere non solo una giovane artista con un potenziale straordinario, ma una cantautrice in grado di interpretare le emozioni della sua generazione con sincerità e forza comunicativa.
Melissa
Biografia.
Melissa, all’anagrafe Melissa Agliottone, è una cantautrice italiana nata ad Ancona il 9 dicembre 2010. La sua passione per la musica sboccia all’età di otto anni, quando inizia a studiare pianoforte su consiglio di uno specialista per affrontare gli attacchi di panico. Da quel momento, il canto diventa il suo linguaggio, la sua strada, il suo posto nel mondo, portandola ad approfondire e formarsi anche in altri strumenti, come basso e batteria.
Nel marzo 2023, Melissa vince la prima edizione di The Voice Kids su Rai 1, conquistando pubblico e critica e ottenendo visibilità in numerosi programmi TV. Da lì, calca palchi prestigiosi, aprendo i concerti di Loredana Bertè, Rettore e Rosa Chemical, e venendo scelta per rappresentare l’Italia allo Junior Eurovision Song Contest. A dicembre 2023, pubblica il suo primo singolo, “Africa”, prodotto da Universal Music Italia come premio per la vittoria del talent. Pochi mesi dopo, ha l’onore di esibirsi allo Stadio Olimpico di Roma davanti a Papa Francesco, in occasione della Giornata Mondiale dei Bambini, condividendo il palco con artisti come Renato Zero, Al Bano e Orietta Berti.
Nel 2024 rilascia l’inedito “Viole”, brano di cui è autrice e compositrice, confermando la sua crescita artistica e la capacità di raccontare emozioni con una profondità disarmante che va ben oltre i suoi anni. A febbraio 2025, dopo la firma con l’etichetta milanese Keyrecords, Melissa pubblica “Mon Cher”, portando nella sua musica uno sguardo lucido e sensibile sulle relazioni nell’era digitale. Dotata di una voce potente e incredibilmente espressiva, Melissa riesce a unire tecnica e intensità interpretativa con una naturalezza sorprendente.
Il suo timbro distintivo, capace di spaziare da sfumature delicate a registri più decisi, la rende un’interprete che emoziona dal primo ascolto. Nonostante la giovane età, Melissa dimostra un controllo vocale e una maturità artistica che la proiettano tra le nuove promesse più luminose della musica italiana.
Video intervista a cura di Vincenzo Salamina
Michela Baselice, oltre la “Comfort Zone”
Michela Baselice, “Comfort Zone” l’ultimo singolo in cui racconta una scelta precisa: mettersi in discussione, quando sarebbe più facile restare immobili
Michela Baselice
Dopo il duetto con Giorgia a Stasera c’è Cattelan, Michela Baselice torna per spingerci oltre la “Comfort Zone”
Cosa spinge una giovane artista a lasciare la strada sicura per inseguire ciò che teme? Michela Baselice lo sa. Dopo aver conquistato l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori duettando con Giorgia a Stasera c’è Cattelan su Rai 2, la talentuosa cantautrice campana torna con “Comfort Zone” (Daylite/The Orchard), singolo con cui racconta una scelta precisa: mettersi in discussione, quando sarebbe più facile restare immobili.
Non è un caso che proprio lei, che ha calcato palchi prestigiosi come la Biennale di Venezia e Villa Ormond durante il Festival di Sanremo, abbia deciso di dar voce al momento in cui si deve smettere di giocare sul sicuro. “Comfort Zone” è la fotografia di quell’istante: il punto di rottura tra ciò che ci fa sentire protetti e ciò che ci permette di evolvere.
«Cantare con Giorgia è stato un punto di svolta: un momento in cui ho capito che la paura del cambiamento è una trappola – spiega Michela -. “Comfort Zone” nasce da quella consapevolezza: il vero rischio è restare dove tutto sembra facile.»
Ed è proprio da questa riflessione che prende forma un brano capace di raccontare un’intera generazione, sospesa tra il desiderio di esporsi e la paura di fallire.
«Tu rimani nella comfort zone, dentro un video ma non è TikTok. Ti fai pare tipo no no stop, è un film che so»: in poche righe, Michela descrive perfettamente la realtà di molti giovani di oggi, intrappolati in un loop digitale, dove scrollare uno schermo sembra sufficiente per sentirsi vivi, ma non lo è. “Comfort Zone” parla di chi si rifugia dietro a un display, dove la ricerca di approvazione online diventa spesso una scusa per non affrontare il mondo reale.
Michela lo racconta con un linguaggio diretto, figlio del tempo che viviamo, capace di parlare la stessa lingua di chi ascolta, senza sovrastrutture. A rendere ancora più incisivo il messaggio, è un sound pop-dance elettronico dal ritmo coinvolgente, che richiama le atmosfere da club, con il battito della musica che accompagna i pensieri di chi balla per dimenticare e lasciarsi andare, ma finisce per riflettere. Un mix sonoro che rende un tema intimo un vero e proprio grido generazionale.
In un momento storico in cui l’immobilità sembra più rassicurante del cambiamento, “Comfort Zone” diventa il suono di chi sceglie di rischiare, di chi è pronto a uscire dal proprio porto sicuro e affrontare ciò che conta davvero.
Ma questa traccia non offre risposte semplici. È un invito a rallentare, a guardarci dentro e trovare il coraggio di varcare quella linea invisibile che separa ciò che ci fa sentire al sicuro da ciò che può realmente farci crescere. Un’esortazione a rompere i confini autoimposti per spingerci oltre ciò che rassicura. Perché, alla fine, la domanda rimane una sola: Quanto siamo davvero disposti a rischiare per tutto ciò che desideriamo?
Perché, in fondo, come ci ricorda questa traccia, le cose che contano si trovano sempre un passo oltre la linea di ciò che conosciamo.
Abbandonare la superficie per affrontare la profondità delle proprie ambizioni: questo è il messaggio centrale, sottile ma potente, di un pezzo che parte dal dubbio, attraversa la paura e si apre alla possibilità.
Utilizzando una relazione complicata come metafora di conflitto – «Prendo coscienza, posso stare anche senza. Questo amore è troppo rock & roll» -, Michela evidenzia l’importanza di scegliere sé stessi, anche a costo di lasciare andare ciò che rassicura ma non arricchisce.
Michela Baselice
Una narrazione quanto mai attuale, se si considera che, secondo un’indagine dell’ISTAT del 2023, il 32,3% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni dichiara di avere paura del futuro, un sentimento ancora più marcato tra le ragazze (42,1%) rispetto ai ragazzi (23,1%).
“Comfort Zone” diventa così un incoraggiamento ad abbandonare ciò che trattiene, per abbracciare l’incertezza del nuovo. Perché a volte, per trovare davvero sé stessi, bisogna avere il coraggio di scegliere l’incognita al posto della sicurezza.
Per Michela, rinunciare al rischio è la scelta più pericolosa, come lei stessa dichiara:
«Non c’è niente di più difficile che ammettere a sé stessi di essere rimasti fermi per paura. Questa canzone nasce dal momento in cui mi sono accorta che la mia comfort zone non era altro che una prigione dorata. Uscirne è stato doloroso, ma anche necessario. Voglio che chi ascolta capisca che il coraggio non è non avere paura, ma attraversarla.»
Con “Comfort Zone” l’artista si posiziona al centro di un discorso più ampio: il bisogno di saper rischiare in un’epoca in cui la paura dell’incertezza domina le scelte di vita. Viviamo in tempi dove l’insicurezza economica, sociale ed emotiva spinge i giovani a cercare rifugi sicuri, anche a costo di spegnere le proprie ambizioni. In questo contesto, “Comfort Zone” è un appello a reagire.
La giovane artista campana propone una nuova narrazione nella musica italiana. Michela non ama i percorsi scontati: vincitrice del MYllennium Award 2024 con “Abbassa la Cresta”, ospite in eventi di rilievo come l’Ischia Global Festival e semifinalista a Una Voce per San Marino, si è già fatta notare per la sua abilità tecnica e per saper portare sul palco racconti veri, legati ad un vissuto personale condivisibile da molti giovani. E se il duetto in TV con Giorgia è stato per molti l’inizio di una grande avventura, “Comfort Zone” è la dimostrazione che la cantautrice non ha intenzione di fermarsi.
Michela Baselice
«Quello che ho imparato – conclude – è che non c’è mai un momento giusto per rischiare. Il momento giusto te lo crei tu, quando smetti di pensare a cosa potresti perdere e inizi a concentrarti su tutto quello che potresti trovare.»
Con questo brano, Michela Baselice conferma che è qui per restare – fuori dalla comfort zone -, inserendosi tra le voci femminili più interessanti della nuova scena musicale italiana. Non per dichiarazioni roboanti, ma per la capacità di raccontare verità che riguardano tutti.
“Comfort Zone” non promette certezze, ma ci ricorda quanto valga la pena provarci. Perché, come dice Michela, «la vera comfort zone è imparare a non averne bisogno». Il cambiamento spaventa, ma la staticità è molto più rischiosa.
Biografia
Michela Baselice è una cantante e artista italiana, distintasi nel panorama musicale nazionale grazie al suo talento e alla sua versatilità artistica. Diplomata con lode in Canto Pop presso il Conservatorio di Musica di Salerno, ha perfezionato la sua formazione presso il Centro Europeo di Toscolano CET, la scuola di Mogol, e ha partecipato a masterclass con artisti di calibro internazionale come Cheryl Porter.
La sua carriera è costellata di importanti esperienze e riconoscimenti. Nel 2024, Michela ha ottenuto grande visibilità grazie alla vittoria del MYllennium Award con il singolo “Abbassa la Cresta”, riconoscimento che premia i giovani talenti italiani under 30. Ha presentato il brano presso gli studi di RDS NEXT ed è stata ospite in prestigiosi eventi, tra cui la Biennale di Venezia, il Festival di Sanremo a Villa Ormond e l’Ischia Global Festival di Pascal Vicedomini.
Michela Baselice
Inoltre, è stata semifinalista al concorso Una Voce per San Marino e ha preso parte al Premio Ravera 2024, condotto da Carlo Conti. Nel corso degli anni, Michela è stata protagonista di diverse apparizioni televisive e musicali. Ha partecipato, nel 2023, al videobox di Viva Rai2 di Fiorello. Nel 2022, ha pubblicato il singolo “Vorrei Credere”, entrato nella classifica degli indipendenti, e ha duettato con Giorgia nel programma “Stasera c’è Cattelan” su Rai 2. Già a partire dal 2017, Michela ha collezionato numerosi premi e riconoscimenti: ha vinto il Concorso internazionale di esecuzione musicale città di Airola, il Festival del Mare di Salerno, il concorso Una Voce per Scafati, ed è stata finalista al prestigioso Premio Mia Martini.
La sua musica è stata elogiata da testate giornalistiche di rilievo come La Repubblica, Il Messaggero, Il Mattino, Quotidiano Nazionale e TG2. Grazie alla sua vocalità avvolgente e alla sua autenticità artistica, Michela Baselice continua a farsi strada nel panorama musicale italiano, conquistando pubblico e critica con il suo stile unico e la sua intensa interpretazione musicale.