Attraverso le sue grandi hits, Musica361 traccia una retrospettiva sulla carriera di Giusy Ferreri.

Giusy Ferreri: recensione HitsCon una carriera costellata da trionfi e numeri da record sin dai suoi esordi, Giusy Ferreri ha guadagnato dischi di diamante e platino, fino a qualche annata un po’ buia per colpa di una digressione musicale decisamente inaspettata.

«Premetto che rifarei tutto – dice Giusy – ma ammetto che a un certo punto ho schiacciato l’acceleratore su una macchina che andava in una direzione che piaceva moltissimo alla sottoscritta, ma non mi ha portato dove volevo».

Nonostante i fisiologici alti e bassi che un’artista può incontrare durante il suo percorso, procede con ampio successo di pubblico il tour di Giusy Ferreri nelle principali località italiane, in cui la cantante ripercorre la sua carriera grazie alle canzoni del cd-raccolta Hits, ovvero di quelle 20 grandi canzoni che hanno distinto la sua realtà musicale in questi anni.

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Giusy Ferreri con Baby K.

La raccolta è una buona occasione per apprezzare tutti i suoi vecchi successi e riscoprire come la sua carriera si sia evoluta. Il suo repertorio è molto cambiato, da quando esordì, nel lontano 2008, alla prima edizione di X-Factor Italia: da Non ti scordar mai di me, primo brano scritto dal celebre Tiziano Ferro a Novembre, fino alla clamorosa canzone, forse più la pop del suo percorso, Roma-Bangkok in duetto con Baby K.

La Ferreri vira a sonorità elettroniche anni ’80 in Volevo te, brano firmato da Zampaglione segnando un ritorno alle sue origini più pop, senza perdere la grinta e soprattutto la forte personalità che, aldilà delle numerose critiche, dimostra di possedere.

Ma la cantante palermitana in quest’album ci propone anche altri due brani inediti: Come un’ora fa, dalle sonorità più eleganti e dotata di un bellissimo video anche presente sul canale Vevo ufficiale dell’artista e Prometto di sbagliare, scritta dalle prestigiose firme Faini, Abbate e Casalino che ci offre un’inedito reggaeton in salsa pop sul tema amoroso.

L’album prosegue con altri vecchi successi: Il mare immenso, prodotta da Corrado Rustici, è forse il brano più bello della carriera di Giusy Ferreri.

Piccoli dettagli è un gioiellino che per fortuna è entrato nel “final-cut” definitivo del disco, una “ballad” cucita su misura  intorno alla voce potente di Giusy. Rossi papaveri è uno splendido pezzo dall’anima rock che non ha avuto il successo sperato alla sua uscita. L’album Il mio universo, dal quale sono stati estratti questi due brani è stato decisamente sottovalutato dal pubblico, ma ha avuto il privilegio di far toccare all’artista vette non più raggiunte successivamente. Non a caso Il mio universo, disco al quale la Ferreri è molto legata, è proprio il disco che ha offuscato, seppur brevemente, la stella di Giusy Ferreri.

Il mare verticale è un brano di Paolo Benvegnù, invece contenuto nel disco precedente Fotografie. La cover, prodotta ed arrangiata da Michele Canova, è il pezzo più interessante tratto dal disco composto tutto da nuovi rifacimenti, che all’epoca della sua uscita fece storcere il naso a molti. Proprio da tal disco fu estratta anche la fortunata (quanto criticatissima) cover di Ma il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano.

Le già citate Novembre e Non ti scordar mai di me sono sempreverdi che non hanno bisogno di alcuna presentazione. Tratte dal primo disco della Ferreri, Gaetana, queste hits affiancano La scala-The ladder scritta dall’ex 4 non blodes, Linda Perry. Il brano permette alla versatilità della voce di Giusy di esplodere in tutti i suoi colori.

Pochissimi i brani tratti dall’album del 2014, L’attesa. Potendo scegliere, si sarebbe potuta eliminare la trascurabile Ti porto a cena con me, in favore di La bevanda ha un retrogusto amaro. La canzone avvicina la cantautrice siciliana a sonorità “post-wave” e psichedeliche.  Pur non essendo presente all’interno del disco, per una scelta dir poco incomprensibile, il brano è molto amato dalla sua autrice. Qualche mese fa la stella di X-Factor si confessava al settimanale Sorrisi e Canzoni:

«Non ho rimpianti, nessuno! Anche se mi dispiace che un singolo come La bevanda ha un retrogusto amaro, forse uno dei brani di repertorio più vicino alle mie origini, non abbia avuto il successo che secondo me meritava».

È ovviamente presente Roma-Bangkok insieme alla rapper Baby K, successo stratosferico in Italia ed Europa che ha infranto ogni record immaginabile. Insomma, Hits testimonia l’evoluzione della Ferreri tutta in un unico album.

Giusy Ferreri è il primo grande nome di X Factor. Con Marco Mengoni è l’artista con il maggior successo discografico nato dal programma. Ha avuto un esordio sorprendente e una carriera nata con tanti singoli amati dal pubblico. Dopo un periodo in cui, lontana dai suoi primi successi, la sua buona stella sembrava essersi offuscata, oggi Giusy Ferreri si presenta al pubblico con una nuova coscienza di sé: come donna e come artista. Sicuri che come una Fenice, possa risorgere ancora ed ancora, noi attendiamo molte altre future hits che avranno il compito di elevare ulteriormente il suo status di artista che, a ben vedere, ha ancora molto da dire.

Tracklist di Hits:

  1. Volevo te
  2. Come un’ora fa
  3. Prometto di sbagliare
  4. Roma-Bangkok (con Baby K)
  5. Non ti scordar mai di me
  6. Novembre
  7. Il mare immenso
  8. Ma il cielo è sempre più blu
  9. La scala (The ladder)
  10. Ti porto a cena con me
  11. Piccoli dettagli
  12. Stai fermo lì
  13. Noi brave ragazze
  14. L’amore e basta (con Tiziano Ferro)
  15. Cuore assente (The la la song)
  16. Aria di vita
  17. Rossi papaveri
  18. Nessuno come te mi sa svegliare
  19. Il mare verticale
  20. Il party.

L’annuncio sui social di Tiziano Ferro. Il suo prossimo disco, “Il mestiere della vita”, uscirà il 2 dicembre.

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Solo pochi giorni fa è uscita la bellissima cover del suo nuovo disco, Il mestiere della vita (in uscita il 2 dicembre per Universal). Oggi Tiziano Ferro ci costringe ad aprire il calendario sui nostri telefoni: abbiamo tutti un nuovo appuntamento con lui.

Tiziano Ferro torna in Tour nel 2017. Sono già state annunciate le prime date dei nuovi concerti negli stadi di Tiziano Ferro che avranno inizio l’11 giugno 2017 a Lignano Sabbiadoro. Il Tour 2017 di Tiziano Ferro arriva a due anni di distanza da Lo Stadio Tour che, nel 2015, registrò il sold out in tutta Italia, accogliendo apprezzamenti unanimi di critica e pubblico. I fan dell’artista sono già curiosi di conoscere i dettagli in merito alla prevendita dei biglietti e ai prezzi dei tagliandi per le varie date in programma per il Tour 2017.

Per adesso sono 9 le date annunciate del Tour 2017 di Tiziano Ferro e sono già disponibili i primi dettagli in merito alla prevendita dei biglietti che prevede diverse modalità. Tutti gli utenti iscritti al sito ufficiale di Live Nation o al Fan Club di Tiziano Ferro potranno acquistare in prevendita anticipata i biglietti del Tour2017 a partire dalle ore 15:00 di venerdì 7 ottobre sul sito ufficiale di TicketOne o Live Nation. Per tutti gli altri utenti invece la prevendita dei biglietti per le date del tour 2017 di Tiziano Ferro avrà inizio a parte dalle ore 10:00 di lunedì 10 ottobre 2016.

Non sono stati resi ancora noti i dettagli in merito ai prezzi dei biglietti del Tour 2017 di Tiziano Ferro, ma questi potrebbero variare tra i 40 e gli 80 euro. Saranno probabilmente disponibili in vendita anche gli esclusivi pacchetti Vip il cui prezzo non è ancora noto. In attesa dei prezzi ufficiali dei biglietti, di seguito è disponibile il calendario completo con le date del nuovo tour di Tiziano Ferro.

Tiziano Ferro, nel 2017 un tour negli stadi: date, prezzi, biglietti.

Tiziano Ferro: Tour 2017

11 giugno – Lignano Sabbiadoro, Stadio Teghil

16 giugno – Milano, San Siro

21 giugno – Torino, Stadio Olimpico

24 giugno – Bologna, Stadio Dall’Ara

28 giugno – Roma, Stadio Olimpico

05 luglio – Bari, Arena della Vittoria

08 luglio – Messina, Stadio San Filippo

12 luglio – Salerno, Stadio Arechi

15 luglio – Firenze, Stadio Artemio Franch.

In attesa del nuovo disco e del nuovo tour, risentiamo la colonna sonora della canzone che ha dato il nome proprio all’ultima tourneè di Tiziano Ferro: Lo stadio.

 

Ci sono dischi che vengono definiti pietre miliari: Hai paura del buio? degli Afterhours rientra in questa lista.

Hai paura del buio?, pubblicato nel 1997 dalla Mescal, è il quarto album della band rock milanese Afterhours.

Ondarock scrive di loro: “Insieme a Cccp/Csi, Marlene Kuntz e pochi altri, gli Afterhours sono riusciti ad allargare i confini dell’indie-rock italico, permettendo a un certo tipo di sonorità di uscire allo scoperto e di ottenere un significativo riscontro di pubblico, non solo per quanto riguarda i dischi venduti, ma anche, se non soprattutto, per il grandissimo successo live riscosso.”

Hai paura del buio? è l’opera più completa del gruppo, nella quale si fondono canzoni dal cuore punk come Sui giovani d’oggi ci scatarro su, le hardcore punk Dea e Lasciami leccare l’adrenalina, il pop-rock di Voglio una pelle splendida e il post grunge Male di miele. Il disco nasce in un periodo di grande vitalità del gruppo sotto il profilo della produzione (il disco conta ben 19 canzoni) e si caratterizza per la capacità di misurarsi con generi e sonorità differenti.

Il nome della band di Manuel, Afterhours, è preso da una canzone del terzo omonimo album dei Velvet Underground il cui leader era Lou Reed. Curiosamente, i Velvet Underground erano famosi per il loro sound alquanto rumoroso, ma la canzone After Hours (scritto staccato) è lenta e delicata, cantata dalla batterista Maureen Tucker.

Hai paura del buio? degli Afterhours

Gli Afterhours dell’ormai vip televisivo Manuel Agnelli – da quest’anno rivelazione fra i giudici di Xfactor 10 – sono forse uno dei più interessanti esperimenti rock che l’Italia ricordi.  Impossibile parlare degli Afterhours senza citare il carismatico leader Manuel Agnelli. Come per i colleghi Bluvertigo, la cui figura dominante è certamente quella dell’eccentrico Morgan, la band milanese deve gran parte del suo successo al torbido fascino dirompente del “mitologico” Manuel. Il cantante, leader della band, suona prevalentemente la chitarra, ma annovera fra le sue competenze anche lo studio del pianoforte al Conservatorio. Conosciuto tanto per la sua eleganza quanto per la sua crudezza nelle espressioni, Manuel Agnelli nel mondo del rock è amato e odiato, contestato e idolatrato. Considerato uno dei padri del rock alternativo italiano, osannato come un Messia nel mondo della musica indie, è, nello stesso tempo, un musicista non troppo conosciuto al grande pubblico. Il grande successo che sta ottenendo Manuel Agnelli sui social è dimostrazione di quanto il suo carisma sia contagioso e di come facilmente prevalichi i confini di genere.

Dopo un primo periodo anglofono, che premia gli Afterhours a livello di critica e pubblico, la band pubblica il disco in italiano Germi (1995) seguito da Hai paura del buio? (1997), vertice della loro parabola artistica. Il successo di pubblico (quello della critica da sempre fedele e costante) arriva solo qualche anno dopo, a metà degli anni Duemila. Il chiassoso mix di generi (punk, hardcore, rock e grunge) rende questo disco un autentico gioiello della musica italiana. Impossibile non averlo!

Rapace ed Elymani sono splendide ballate pop dotate della granitica forza d’impatto di band come Smashing Pumpkins e Nirvana: la scelta delle parole acuta e mai banale regala testi forti e disturbanti, lacerati dal disagio e permeati da sogni pornografici fra le allusive distorsioni di chitarre elettriche e melodie solide all’altezza della voce di Manuel Agnelli. Si susseguono episodi più riflessivi per il rock italiano come la torbida Pelle, semi-ballata dilatata da feedback e da ruvide voci che piacevolmente mostra una nuova e più profonda dimensione del gruppo, o l’incantevole Voglio una pelle splendida, manifesto della superficialità e della paura di scomparire ed essere dimenticati.

Male di miele è stata la canzone inno di una o forse più, generazioni di giovani musicisti. Ogni rockband in erba ha sicuramente voluto suonare almeno una volta nella vita questo brano.  Male di miele produce l’inno di una generazione senza ideali, senza speranze. Il brano prende le mosse dalla lezione americana di Nirvana, Pixies e Alice in Chains e lo rielabora in un cut up dal micidiale impatto emotivo. Sicuramente i Nirvana hanno influenzato gli Afterhours, forse non da un punto di vista strettamente musicale, quanto da quello del fenomeno sociale che furono negli anni Novanta, un vero fenomeno di costume. La band milanese dimostra di essere affascinata dalla forza comunicatrice dei colleghi americani anche se, musicalmente, si orienta verso altri lidi. Molto interessante anche la versione con l’istrionico Piero Pelù dei Litfiba.

Senza finestra è un piccolo e interessante esperimento Lo-fi, dove con straordinario estro creativo e pochi accordi viene fuori tutto il talento cantautoriale di Agnelli, autore principale del gruppo. La canzone è giocata secondo dinamiche che offrono una serie di spunti artisticamente piuttosto maturi: un’idea semplice costruita sull’irriverente sfacciataggine di chi non ha nulla da perdere o da dimostrare. Notevole la versione di questo brano cantata in coppia con Joan as a police Woman per la riedizione del disco uscita nel 2014 sempre sotto etichetta Mescal. Sentire la voce della polistrumentista americana dall’improbabile accento inglese su questo brano, è veramente da brividi. Manuel Agnelli ha volutamente richiesto di incidere una versione completamente nuova del brano più vicina al mondo di Joan che a quello degli “After” (diminutivo usato dai fedelissimi fan della band). L’esperimento è riuscitissimo.

Ciò che conferisce maggior rilevanza artistica all’album sono però i brani che rappresentano un una-tantum nella carriera del gruppo, come la sinfonia barocca per pianoforte e violino del brano Come vorrei, il perfetto mix acustico di Simbiosi che ci catapulta direttamente in un film di David Lynch, o il lungo ripetersi di Punto G, in cui il mitico chitarrista Xabier Iriondo si sbizzarrisce nell’ideare suoni tanto innovativi quanto fuorvianti.

Ritornelli accattivanti e aggressivi. Silenzi pornografici e giocattoli vibranti. Angoscia e ironia fra vacanze di pietra e un cuore bianco come l’eroina. Sguardi nucleari e vestiti di lividi. Cavalieri sieropositivi e anime senza finestra. Tutto questo sono gli Afterhours di Hai paura del buio?

Ci sono dischi che vengono definiti pietre miliari: Ten dei Pearl Jam, Led Zeppelin I dei Led Zeppelin, The white album dei Beatles e molti altri. Hai paura del buio? rientra in questa lista.

Curiosità

Nel 2013 il disco ha vinto il referendum indetto tra una giuria di giornalisti dal Meeting delle etichette indipendenti come miglior album indipendente degli ultimi 20 anni. Ha vinto anche un sondaggio di preferenza tra il pubblico del sito rockit.it sugli album italiani degli ultimi 15 anni.

Tracklist di Hai Paura del buio?:

  1. Hai Paura del buio?
  2. 9.9.6.
  3. Male di miele
  4. Rapace
  5. Elymania
  6. Pelle
  7. Dea
  8. Senza finestra
  9. Simbiosi
  10. Voglio una pelle splendida
  11. Terrorswing
  12. Lasciami leccare l’adrenalina
  13. Punto G
  14. Veleno
  15. Come vorrei
  16. Questo pazzo pazzo mondo di tasse
  17. Musicista contabile
  18. Sui giovani d’oggi ci scatarro su
  19. Mi trovo nuovo.

Amami è il miglior lavoro di Arisa. Undici le tracce per 38 minuti di musica. Ma di quella buona.

“Amami”, un disco perfetto per Arisa, giudice di X Factor 1
Arisa.

Diciamolo senza mezzi termini: Arisa è uno dei giudici più interessanti di X Factor 2016. Il suo nome, legato ai tanti successi radiofonici – e alle storiche litigate nelle precedenti edizioni della gara canora – è il più amato, il più contestato, il più commentato sui social.

Arisa è presentata sul palco dell’Ariston 2012 in una nuova veste, decisamente più matura, con una canzone come “La notte” che ha conservato la sua potenza e precisione vocale ma portandola a guardare nuovi orizzonti, meno giocosi – più intimisti ed emozionali – rispetto a quanto aveva proposto in passato.

Amami” è stato prodotto e arrangiato da Mauro Pagani, e se vi è piaciuta “La notte” lo amerete. Amerete le ballate intimiste e notturne, amerete gli arrangiamenti semplici ed ariosi che permettono ad Arisa di far sentire la bellezza (e l’ottima tecnica) della sua voce. Prendete l’apertura affidata al brano “Amami”: un giro di piano, una chitarra e  un theremin a dare un’atmosfera notturna. La solita intonazione perfetta e tagliente come una lama, a raccontare le controverse sfumature del sentimento più nobile: l’amore.

L’amore, appunto, è il tema principale in buona parte del disco, scritto quasi tutto assieme all’ex compagno Giuseppe Anastasi e dedicato alla fine della loro storia. La canzone simbolo, è l’intensa “L’amore è un’altra cosa”, giocata anch’essa su un giro di piano semplice e una chitarra appena accennata, la voce è sempre la vera protagonista dell’album. Insomma: Arisa butta giù la maschera, come nella bella (e un po’ inquietante) copertina che ricorda, seppur vagamente, alcune vecchie copertine degli LP di Mina. “Il tempo che verrà” è un brano dal sapore vintage, basato tutto sulla voce di Arisa che si spezza nel finale, creando un mix perfetto tra senso di nostalgia e poesia. Intima e delicata, magistrale nell’esibizione,  è uno dei brani più belli della carriera di Arisa.

“Con gli occhi forse stanchi /E coi capelli bianchi  /Ci sarà tempo per quest’anima  /Che tempo non ne ha”.

Recensione di Amami, l'album di Arisa
“Amami”, un disco perfetto per Arisa, giudice di X Factor.

Sono presenti un paio di brani sullo stile “vecchia” Arisa, quella più scanzonata e retrò, come “Democrazia” e “Nel regno di chissà che c’è”. E poi c’è una canzone come “Poi però”, più fresca, più vicina alle atomosfera di Emma e dell’ultima Elisa, in cui si sente il violino elettrico del Maestro Pagani: Arisa racconta ai suoi ascoltatori che nella vita esistono gli addii e i compromessi. A volte un giorno dura un inverno e vivere assomiglia a una bugia.

Ci sei e non ci sei” non verrà mai  contestata da nessun insegnante di canto o critico musicale. Le parole di Arisa sono scandite con voce pulita, precisa, leggera. La voce di Rosalba Pippa (vero nome di Arisa), tipica del soprano leggero, fa risultare all’orecchio semplice ciò che in realtà non lo è. Gli attacchi, le modulazioni e l’intonazione sono sempre perfetti. Le parole, poi, sono poesia in musica:

“I figuranti hanno vinto su tutta la storia eppur la gloria rimane a noi due”.

“Amami” emana un fascino al quale è difficile sottrarsi: il turbamento interiore, la fine dell’amore e l’inquietudine sono  rappresentati in modo efficace, lucido, mai banale. Amami è il fiore all‘occhiello di Arisa che, come ben visibile nella copertina del disco, guarda a se stessa in modo diverso.

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Manuel Agnelli, Arisa, Alvaro Soler e Fedez pronti per una nuova esibizione: X Factor 10 è appena entrato nel vivo e si sente!

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I giudici di X factor (Foto ® Wired.it)

Di seguito, vi proponiamo i nomi dei concorrenti che hanno superato la fase eliminatoria delle audizioni e che accedono, direttamente, al Bootcamp di X Factor 2016:

  • The Hangovers, gruppo bolognese che ama definirsi come una “boy band” vintage;
  • Giovanni Diana, 25enne alla sua prima esperienza su un palcoscenico, che conquista la giuria grazie ad una canzone di Jovanotti;
  • Eva Pevarello, ragazza 26enne che è riuscita a commuovere pubblico e giurati col tragico racconto della sua storia di malattia e guarigione;
  • Simone Nannicini, alla cui performance canora ha assistito anche Francesca Michielin, che si è detta entusiasta;
  • Jarvis, un gruppo che non ha convinto appieno la giuria, che ha deciso, comunque, di concedere una seconda chance ai giovani, che potranno riscattarsi al Bootcamp;
  • Grace, una ragazza che sale sul palco con una canzone di Rihanna;
  • Veronica Marchi, musicista 33enne che ha ottenuto una standing ovation;
  • Marco Ferreri, la cui esibizione è stata molto apprezzata dal pubblico, ma non dalla giuria, che ha deciso di premiare il suo carisma sul palcoscenico;
  • Vanessa Casu, grandissima performer canora di origini sarde, che mette d’accordo il pubblico e i quattro giurati.

Clicca per riveredere la seconda puntata del 22 settembre 2016.

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Veronica Marchi sul palco di X factor (Foto © Asa).

Numerose le sorprese alla prima esibizione che potrebbero trovare conferma: il nironauta Armando che si è presentato come il solito personaggio strano che popola le audizioni di X Factor e invece tira fuori un inedito che commuove; la italo-thailandese Valentina con un sorriso che ha già atterrato Alvaro Soler; la voce raschiante e sgraziata di Diego Conti e quella potente di Sara Robin. Tra i talentuosi, l’insegnante di chitarra Andrea Biagioni che ha addirittura messo in soggezione Fedez “Sei uno di quei talenti che quando arriva mi fa sentire in difetto” e la cantautrice Veronica Marchi, in grado, secondo Agnelli di “Fare un pezzo dei Foo Fighters come l’avrebbe cantato Joni Mitchell”.

Ma X Factor è fatto anche dagli “strani” ovvero quei talenti musicalmente scarsi ma che dal punto di vista dell’intrattenimento sono il sale di una trasmissione riuscita. Finora appartengono alla categoria, la stralunata Maria Vittoria con i suoi pupazzetti dei giudici; le inquietanti “migliori amiche” Dreamers, che giurano tra le lacrime “Non molleremo”; l’adorabile Marcello Cannavò, gelataio di Siracusa, e il suo brano tormentone in “italenglish” “Vuer is dani hoh” che è immediatamente diventato “trend topic” anche su twitter.

#Lesiglepiubelle, la raccolta delle sigle di Cristina D’Avena fra chicche ritrovate e brani celebri.

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Cristina D’Avena.

Vi ricordate Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo? Oppure Il segreto della sabbia? E Principesse gemelle? Se sì, allora potete considerarvi fan fino all’osso di Cristina D’Avena. Se no, potete rimediare. È uscita la summa musicale della cantante che ha prestato la propria dolce voce alle sigle più famose dei cartoni animati degli ultimi 30 anni.

Il nuovo album di Cristina D’Avena intitolato #Le sigle più belle è un doppio album che raccoglie alcune delle sigle dei cartoni animati più amate da intere generazioni racchiuse in un viaggio musicale che attraversa gli anni ’80, ’90 e 2000.
Da tre decadi Cristina D’Avena accompagna intere generazioni di bambini cantando le sigle dei cartoni animati trasmessi dalle reti Mediaset.

Trent’anni di canzoni che le hanno permesso di crearsi un pubblico quanto più variegato possibile; infatti i bambini degli anni ’80 e ’90, nel frattempo cresciuti, accorrono numerosi ai concerti che Cristina tiene in tutta Italia accompagnata dai Gem Boy per un tuffo, nostalgico e divertente allo stesso tempo. A loro volta i bambini di oggi la amano per le nuove sigle che continua a incidere e le manifestano il loro calore nelle ospitate pomeridiane che l’artista fa nei centri commerciali appositamente per loro.

Emblematica in questo senso è stata la partecipazione alla serata finale del Festival di Sanremo 2016, dove tutta la platea ha intonato alcune delle più celebri sigle cantate da Cristina.

Da Pollon, Polloncombinaguai a L’incantevole Creamy, da Occhi di gatto a Kiss me Licia e poi ancora Mila e Shiro due cuori nella pallavolo, Magica, Magica Emi Cristina  ripercorre la sua carriera attraverso brani rimasti nell’immaginario collettivo di tutti.

Degno di nota è il brano, per la prima volta su cd, Un incantesimo dischiuso fra i petali del tempo, canzone dal sapore medievale che tanto ricorda le produzioni di Angelo Branduardi. Piacerà anche ai più grandi detrattori (qualora esistano) della beniamina dei bambini.

Il nuovo progetto discografico è arricchito da alcune chicche per collezionisti come la sigla inedita di Jim l’Astroverme datata 1993 mai pubblicata prima ed il brano Il Segreto (per Mariele), interpretato da Cristina per il ventesimo anniversario della scomparsa della Signorina Mariele Ventre, storica direttrice del Piccolo Coro dell’Antoniano.

Inoltre in Le sigle più belle è inclusa in anteprima assoluta la canzone La Magia che fa volare, brano storico della manifestazione Lucca Comics & Games che per anni non è più stato utilizzato; quest’anno, in occasione del 50° anniversario, Lucca Comics & Games ha deciso di riproporlo in una nuova veste scegliendo proprio la D’Avena come interprete di quella che sarà la sigla ufficiale della manifestazione

Su MusicFirst.it è ancora disponibile per l’acquisto la copia autografata della raccolta, che i fan hanno potuto richiedere in pre-order fino al 17 luglio scorso.

Cristina D’Avena: esce il doppio album dal titolo ‘’Le Sigle più belle’’ 1#Le sigle più belle è in vendita al prezzo speciale di 9,99 €. Qui di seguito la tracklist dei due cd:

CD 1

  1. Mila e Shiro due cuori nella pallavolo
  2. Robin Hood
  3. Pollon, Polloncombinaguai
  4. Sailor Moon e il cristallo del cuore
  5. Doraemon
  6. Memole dolce Memole
  7. Il mistero della pietra azzurra
  8. All’arrembaggio!
  9. L’incantevole Creamy(Stereo version)
  10. È quasi magia Johnny!
  11. Kiss me Licia
  12. Tazmania
  13. Georgie
  14. Alvin rock’n’roll
  15. Piccoli problemi di cuore
  16. La magia che fa volare (Sigla ufficiale di Lucca Comics & Games)

CD 2

  1. Occhi di gatto (Stereo version)
  2. Una spada per Lady Oscar
  3. Rossana
  4. La’ sui monti con annette
  5. Batman
  6. Arriva Cristina
  7. Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo
  8. Principesse gemelle
  9. Siamo fatti così – esplorando il corpo umano
  10. Magica, magica Emi
  11. Pesca la tua carta Sakura
  12. Ti voglio bene Denver
  13. Il segreto della sabbia
  14. Che campioni Holly e Benji
  15. Jim l’astroverme(brano inedito)
  16. Il segreto (per Mariele).

House Party di Maria De Filippi? Tutti protagonisti: Emma, Elisa, Il Volo, i Pooh, Biagio Antonacci.

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House Party sarà un nuovo programma di Maria De Filippi.

Grossa novità in arrivo per Emma Marrone, Elisa Toffoli e Alessandra Amoroso. Le tre cantanti italiane saranno le protagoniste di House Party, il nuovo programma tv prodotto dalla Fascino, casa di produzione di Maria De Filippi, da molti considerato il futuro “spin-off” di Amici.

Proprio la Fascino di Maria De Filippi è stata protagonista in questi giorni di un interessante articolo su Corriere Economia; dopo il rinnovo dell’accordo per cinque anni con Pier Silvio Berlusconi, la società di Maria ha chiuso il 2015 con oltre 52 milioni di ricavi dimostrando così l’immenso talento della De Filippi e consacrandola regina italiana della televisione. In futuro più produzioni, dai diversi contenuti, saranno destinate alla società e House Party sarà proprio una di queste!

Le informazioni sull’inedito format sono piuttosto scarne al momento ma pare che House Party sarà composto da ben sei puntate. Sei serate speciali che vedranno alternarsi diversi artisti, tra cui per l’appunto Emma Marrone, Elisa e Alessandra Amoroso.

House Party ospiterà anche Biagio Antonacci, in questo periodo impegnato come ospite speciale del Coca-Cola Summer Festival e storico amico della De Filippi, spesso presente in diversi dei suoi programmi di punta. In programma anche un incontro con i Pooh, impegnati nella celebrazione del cinquantennale, e con i ragazzi de Il Volo, sempre più lanciati in una brillante carriera nella lirica.

House Party – il nuovo programma al quale parteciperanno quindi Emma Marrone, Elisa e Alessandra Amoroso – non avrà una conduzione classica e ogni episodio vedrà i cantanti al centro del racconto. Il programma segna anche l’ennesima collaborazione tra Emma, Elisa e Alessandra Amoroso.

Le prime due hanno lavorato insieme come “coach” alle ultime edizioni di Amici, mentre la Amoroso ha collaborato con la Toffoli al suo ultimo album, Vivere a Colori. Emma e Alessandra, invece, sono amiche da tempo e non si sentono in competizione nonostante siano le due cantanti che hanno goduto del massimo rilievo commerciale e mediatico, grazie al noto programma Amici.

House-Party-Maria-De-Filippi

Televisione e musica. Ambra Angiolini e gli anni Novanta.

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Ambra Angiolini.

Venerdì 30 giugno del 1995 andava in onda l’ultima puntata di “Non è la Rai”, programma televisivo considerato fenomeno di costume degli anni Novanta. Ideato da Gianni Boncompagni e Irene Ghergo e diretto dallo stesso Boncompagni, andò in onda per quattro stagioni, dal 9 settembre 1991. Il 24 giugno 2016 invece esce in tutti i negozi di dischi in versione vinile e in digitale sulla piattaforma Itunes , il disco T’appartengo, di Ambra Angiolini, nome di punta di “Non è la Rai”, ovvero colei che “telecomandata” da Boncompagni conduceva “il gioco dello zainetto”, seduta sulla celebre poltroncina bianca.

Il debutto di Ambra come cantante avviene durante una puntata del celebre programma grazie al singolo T’appartengo scritto da Assolo, Franco Migliacci, Stefano Acqua ed Ernesto Migliacci. Il brano è un “rap melodico” in cui la giovane intrattenitrice non si preoccupa molto della tecnica vocale, quanto di ammaliare e divertire il suo pubblico di adoranti teenager (e non solo). Il celebre verso della canzone “T’appartengo ed io ci tengo e se prometto poi mantengo/m’appartieni e se ci tieni tu prometti e poi mantieni” diventa un tormentone anni ’90 , ancora oggi ben ancorato alle orecchie di chi, volente o nolente, ha vissuto quell’epoca. Il successo fu tale che, senza che fosse previsto, Ambra fu invitata ad incidere un intero album.

Il disco che prenderà il nome proprio dal singolo apripista esce su etichetta RTI e, in una sola settimana, vende oltre 100.000 copie lanciando Ambra a tutti gli effetti nell’universo musicale. Con i successivi due singoli L’ascensore e Che bisogno d’amore partecipa al Festivalbar e, subito dopo, inizia un tour di grande successo nei palazzetti dello sport.

Il successo riscosso in Italia (più di 360.000 le copie vendute), portò la casa discografica a tentare anche un lancio all’estero, in particolar modo in Spagna e in Sudamerica, oltre che a ripubblicare il disco con l’aggiunta di una nuova traccia e un remix della stessa.  Addirittura nel 1996, la cantante Petra realizzò anche una cover in lingua olandese della canzone, ribattezzandola K beloofjou.

Ambra Angiolini: T'appartengoOggi non è difficile comprendere l’appeal discografico di questo prodotto: il disco è una sorta di diario musicale di una giovane ragazza, che musicalmente si pone a metà tra il rap romantico di Jovanotti  (T’appartengo, L’ascensore, E muoio, Immagina che bello) e il pop “facile”  dal ritornello più radiofonico possibile, di quelli che ti entrano in testa e non ne escono più, anche quando si vorrebbero cantare i Pink Floyd di The dark side of the moon e ci si ritrova in testa Margheritando il cuore!

Ambra Angiolini è sempre stata un personaggio ricco di personalità, eccentrica e sfacciata, umile e insicura, passionale ed emotiva. A proposito di questa emotività risponde per Il Fatto Quotidiano nel 2015: «È un casino, ma adesso le voglio anche bene a questa mia emotività perché è positiva per me e se non ci fosse stata, probabilmente sarei entrata in un altro tipo di mondo con un atteggiamento diverso».

Televisione, teatro, cinema e musica. Ambra Angiolini, oggi quasi quarantenne, ha dimostrato di essere un’artista poliedrica, professionalmente attenta alle scelte e aperta alle sfide. Sicuramente T’appartengo non è un capolavoro della musica; non credo neanche questo fosse l’obiettivo di Ambra e dei suoi discografici. Quello che è certo è questo: il primo album dell’artista romana è un cult per tutti i fans e non solo, un piccolo gioiello che, certamente, non si prende sul serio. È il simbolo di un’epoca, di un fenomeno sociale e di costume che ha segnato la nostra storia, per cui via all’operazione nostalgia.

L’album è stato pubblicato nuovamente il 24 giugno 2016 in vinile ed mp3 dalla Sony Music.

Curiosità : alla versione spagnola dell’album, chiamata Te Pertenezco fu eccezionalmente aggiunta la cover di Nel cuore nell’anima di Lucio Battisti.

Tracklist:

  1. T’appartengo
  2. L’ascensore
  3. Margheritando il cuore
  4. E muoio
  5. Che bisogno d’amore
  6. Si parte stanotte
  7. Immagina che bello
  8. Lunedi Martedi
  9. T’appartengo (remix).

Si è da poco concluso il Flowers Festival di Collegno, kermesse musicale di punta dell’estate piemontese.

Flowers-Festival-2016Il Flowers Festival è una manifestazione musicale giunta alla seconda edizione che si svolge a Collegno (TO) nel Parco della Certosa, un polmone verde in città di 400.000 mq, in un’area attrezzata per 5000 / 8000 spettatori.

L’area spettacolo, allestita nello spazio insonorizzato noto come Cortile della Lavanderia, è racchiusa da due delle grandi esperienze di riprogettazione urbana messe in atto dalla Città di Collegno: la Lavanderia a Vapore, eccellenza della danza contemporanea internazionale e il Padiglione 14, centro culturale giovanile.

Il Festival , anche per questa seconda edizione, si conferma evento di punta dell’estate torinese anche grazie al successo del primo anno che ha registrato numeri da record. Nel Cortile della Lavanderia a vapore dell’ex Manicomio di Collegno, tutti gli artisti chiamati in causa, sia nazinali che internazionali, hanno riempito gli spazi.

L’evento si è inaugurato con Anohni (Antony and the Johnsons) ed è proseguito con Max Gazzé, Afterhours, Tre Allegri Ragazzi Morti, Gianna Nannini, Vinicio Capossela e Daniele Silvestri. E poi ancora i Pixies, altro grande nome internazionale in data unica, su cui gli organizzatori hanno puntato molto, e il grande Alborosie, uno dei nomi più importanti del reggae internazionale, partito dal nostro Paese e diventato una star in Giamaica e nel resto del mondo. Spazio anche all’elettronica internazionale, con Pendulum e Gramatik, accompagnati da opening act di assoluta qualità: Salmo, reduce da un grande sold out all’Hiroshima Mon Amour di Torino, Clap! Clap! e The Geek x Vrv.

Il calendario dei concerti di luglio del Flowers Festival 2016

12 Anohni (Antony and the Johnsons, Husdson Mohawke, Honeotrix Point Never)
13 Max Gazzè, Mao
14 Pendulum, Salmo
15 Afterhours, Sorge
16 Alborosie
18 Tre Allegri Ragazzi Morti, Pierpaolo Capovilla
19 Gianna Nannini
20 Vinicio Capossela, Mau Mau
21 Pixies, I Ministri
22 Daniele Silvestri, Guido Catalano
23 Gramatik, Clap! Clap!, Geek X Vrv.

La recensione di 20 the Greatest Hits: il disco che riconosce alla Pausini il merito di aver dato vita ad una delle più grandiose carriere musicali italiane.

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Laura Pausini (Foto © Andkronos.com).

«Papà mi ha fatto ascoltare tanta musica per far scegliere a me cosa piaceva. Quando avevo 8 e 10 anni ascoltavo generi musicali che erano in inglese. Mi sono innamorata poi degli italiani e a 16 anni in un Caffè, mio padre mi ha detto che se non c’ero io non poteva più suonare. Da quel momento ho fatto piano bar tutti i giorni. Cantavo dalla mazurca al jazz, dal pop al soul. Devi accontentare il pubblico che hai davanti. Questa è tutta la mia scuola. Da Raoul Casadei a Etta James».

Con queste parole Laura Pausini si racconta al settimanale Panorama nel novembre 2013.

La superstar italiana stava infatti promuovendo il disco atto a celebrare il ventennale della sua carriera. Il lavoro si compone di due cd 20 The Greatest Hits ed è stato pubblicato in tutto il mondo con grande successo di vendite; contiene tutti i più grandi successi della cantante, alcuni inediti e nuove versioni di brani che hanno permesso alla voce della Pausini di scavalcare i confini nazionali e di arrivare a conquistare diversi Grammy oltreoceano. Numerosi sono gli ospiti che Laura ha deciso di accogliere all’interno del progetto: Limpido, vanta la presenza di Kylie Minogue, You’ll never find another love like mine è la registrazione dal vivo del duetto con Michael Bublè (correva l’anno 2005), La solitudine rivive in un nuovo arrangiamento curato dal Maestro Ennio Morricone, Alejandro Sanz si presta per il duetto in Vivimi e Marc Anthony per quello in Non c’é.

Da Le cose che vivi, onore di tutti noi italiani per aver venduto oltre dieci milioni di copie, a La mia risposta, disco fra i più maturi e riusciti, è difficile individuare l’album più rappresentativo del percorso artistico di Laura Pausini. Per questo motivo la nostra scelta è caduta sull’antologico The Greatest Hits perché Laura Pausini non è un tour, un videoclip, un disco o una canzone. Laura Pausini è un’intera carriera.

Seppur relegata da buona parte della critica in quel filone neomelodico della musica italiana, non si può negare il forte appeal, umano e commerciale, che la cantante romagnola ha sul pubblico, nondimeno l’inossidabile fibra vocale.  Accusarla di non essere stata protagonista di un’adeguata evoluzione artistica è alquanto riduttivo. Piuttosto che tuffarsi in una improbabile e forzata crescita musicale, la Pausini ha deciso di essere coerente e proporre al suo pubblico quello che meglio sa fare: interpretare canzoni che rispecchino al meglio le sue emozioni e con cui tutti possano identificarsi. Ne è prova la riluttanza al successo mondiale avuta nel 2002, quando fu lanciata a pieno diritto nelle classifiche americane con il brano Surrender, tratto dall’album, From the inside. Il disco, interamente, in inglese mirava a cementare il suo status di icona internazionale anche in Nord America. Mentre decine di colleghe avrebbero venduto l’anima al diavolo per avere questa possibilità, Laura Pausini interruppe subito la promozione appena vide snaturare la sua genuina natura pop. L’Atlantic Records difatti puntò a presentarla come artista dance e commerciale dichiarando anche nei comunicati ufficiali un’età minore rispetto quella veritiera. Nonostante risulti la numero 1 nella prestigiosa Billboard Dance Chart Laura Pausini decide di fare un passo indietro e di abbandonare interamente il progetto, rafforzando così quell’idea di genuina coerenza artistica che da sempre la distingue («Quando ho inciso questo brano la mia casa discografica americana lo fece uscire in versione remixata» racconta Laura. «Loro furono entusiasti di quel trionfo, ma io no. Ero a New York, ho fatto la valigia e sono tornata in Italia».)

“20 the GreatestHits: Laura Pausini nuda fra musica e sacrificio. Il successo non arriva da solo” 1Questo Greatest Hits è stato fortemente voluto dalla cantante. In tempi in cui sono le case discografiche a implorare gli artisti di pubblicare raccolte, questa volta è stato il contrario. Laura Pausini chiede alla Warner di lavorare su un progetto che faccia conoscere al pubblico più giovane i suoi brani, ma riarrangiati secondo il gusto più maturo della cantante.

Uno dei pezzi più significativi è La Solitudine riarrangiata dal Maestro Ennio Morricone. Il brano che ha fatto conoscere al grande pubblico la Pausini incontra gli ottoni dell’orchestra di Praga sotto la direzione di Morricone, e acquista un suono più orchestrale, quasi cinematografico che molto piace alla Pausini, la quale con sincera spontaneità confida: «Sembra un film, è più bella senza la mia voce sopra, il Maestro non si rende conto di che regalo mi ha fatto».

Poi aggiunge «Non siamo più negli anni ’70, riproporre e far acquistare un disco di brani che con un click si possono trovare ovunque, mi sembra scortese. Preferisco ricantare i brani con suoni più freschi e moderni, non voglio ricantarle in maniera identica».

Molti i duetti presenti, alcuni d’epoca (Paris au mois d’août con Aznavour, Surrender to love con Ray Charles, You’ll never find another love like mine con Bublè), altri nuovi come Non c’è con Marc Anthony, Io canto con Lara Fabian e soprattutto l’inedito Limpido con Kylie Minogue, “canzone a cui tengo molto, perché è un invito a essere se stessi, ad accettarsi per come si è, e mi pare importante ripeterlo in tempi di orrori come l’omofobia”.

Una delle canzoni più intense del disco è Dare to live/Vivere, brano del 1996 scritto e interpretato inizialmente da Gerardina Trovato. Dieci anni dopo è stato registrato nuovamente anche in lingua spagnola e inglese con la partecipazione di Laura. Storica è la loro esibizione nell’edizione del 2008 dei Telegatti condotta da Pippo Baudo e Michelle Hunziker.

70 milioni di copie vendute in Italia e nel mondo, centinaia di premi internazionali, 160 dischi di platino non si ottengono in poco tempo, senza sacrifici e talento. Sicuramente Laura Pausini è un‘artista autentica e musicalmente più che dignitosa. “Faber est suae quisque fortunae”, in sostanza “ognuno è artefice della propria ricchezza” dicevano i latini.

A guardare cos’ha fatto in questi anni la Pausini non possiamo, di certo, non riconoscerle il merito di aver dato vita ad una delle carriere musicali più grandi della canzone italiana.

CURIOSITA’: Il 9 febbraio 2015 viene reso disponibile su YouTube un inedito videoclip di una versione di Limpido ma incisa in versione solista da Laura Pausini con il titolo Radiant (Limpido). Tale versione, inizialmente registrata per l’album, è stata scartata per dare priorità alla versione italo-inglese con Kylie Minogue; rimarrà una rarità in regalo per i fan perché non verrà mai pubblicata e venduta al pubblico.

20 – The Greatest Hist (CD1)

  1. Laura – Ramaya
  2. La solitudine (con Ennio Morricone)
  3. Non c’è/Se fué (con Marc Anthony)
  4. Gente
  5. Strani amori
  6. Incancellabile
  7. Le cose che vivi/Tudo o que eu vivo (con Ivete Sangalo)
  8. It’s not goodbye
  9. One more time
  10. Tra te e il mare
  11. Every day is a monday
  12. E ritorno da te
  13. Surrender
  14. Vivimi/Viveme (con Alejandro Sanz)
  15. Come se non fosse mai stato amore
  16. Mi abbandono a te
  17. Prendo te
  18. You’ll never find another love like mine (con Michael Bublè)

20 – The Greatest Hist (CD2)

  1. She (Uguale a lei)
  2. Surrender to love (con Ray Charles)
  3. Io canto/Je chante (con Lara Fabian)
  4. Dare to live (Vivere) (con Andrea Bocelli)
  5. Te amaré (con Miguel Bosé)
  6. Ascolta il tuo cuore
  7. Paris au mois d’aout (con Charles Aznavour)
  8. Invece no
  9. Primavera in anticipo (It’s my song) (con James Blunt)
  10. Con la musica alla radio
  11. Un’emergenza d’amore
  12. Non ho mai smesso
  13. Benvenuto
  14. Celeste
  15. Paola
  16. Resta in ascolto/Escucha atento
  17. Dove resto solo io
  18. Limpido
  19. Se non te
  20. Limpido (con Kylie Minogue).
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