Mirko Errani e Camelot Band: “Messaggio senza parole” feat Kautar, l’inizio dell’amore, quando si resta senza parole e arrivano le farfalle nello stomaco

Mirko Errani e Camelot Band, "Messaggio senza parole"
Mirko Errani e Camelot Band

Messaggio senza parole (PMS Studio) è il nuovo singolo della Camelot Band feat. Kautar, disponibile in digitale dallo scorso 2 aprile e già pronto per diventare uno dei migliori pezzi di questo 2025. Scritto da Stefano Nadalini e Mirko Errani, il brano racconta del momento più importante dell’amore: l’inizio! Quando si resta senza parole e arrivano le farfalle nello stomaco. L’amore raccontato con delicatezza, ma anche con la volontà di trovare il coraggio per dirsi tutto senza il bisogno di dire nulla. Noi abbiamo raggiunto Mirko Errani per farci raccontare di questo brano, della Camelot Band e dei progetti futuri.

Ciao Mirko e benvenuto tra le nostre pagine. Inizierei chiedendoti dell’emozione di questa nuova uscita?

In questo periodo noi della band stiamo bene. Stiamo facendo tante belle cose e questo brano è solo l’inizio. Abbiamo in cantiere tanti progetti interessanti, che non vediamo l’ora di farli ascoltare. È un periodo in cui stiamo lavorando tanto e stiamo toccando con mano una bella crescita. Iniziano ad arrivare bei feedback e anche chiamate per fare dei live. Intorno a noi c’è una bella attenzione da chi fa musica.

Messaggio senza parole è il titolo di questo ultimo singolo. Cosa ci puoi raccontare di questo brano?

È un brano nato quasi per caso e quando le cose non si programmano escono sempre dei progetti interessanti. Per i testi collaboro con un grandissimo scrittore che è Stefano Nadalini, un amico di vecchia data e che conosco da più di trent’anni. Un giorno Stefano mi chiama e mi dice che, dopo un sogno, aveva buttato giù delle idee per un testo. Così me lo faccio mandare un po’ per curiosità e un po’ per dargli anche il mio parere. Dopo aver letto il testo richiamo Stefano e gli dico: sai che il testo è veramente bello. Potremmo lavorarci per far uscire una canzone. Così insieme ci siamo messi a lavoro e all’inizio quello che era uscito fuori suonava molto anni ’80. Al che mi sono poi messo al pianoforte per ricercare un’altra traccia melodica e diciamo che ci stavamo avvicinando alla versione finale…

Versione finale che vede anche una collaborazione con una giovane artista. Com’è nata questa partecipazione?

Durante il premio Bruno Bottiroli, che è un contest nazionale dove vengono artisti da tutta l’Italia, arriva questa artista, di nome Kautar, che con questo timbro e queste sonorità molto simili a Malika Ayane mi aveva colpito da subito. Dopo la finale, con Raffaele Montanari della PMS, l’abbiamo contattata per chiederle la disponibilità di cantare insieme pin questo brano. Alla fine, nello studio di Ravenna di Montanari, abbiamo curato gli arrangiamenti e sistemate le ultime cose, anche perché era diventato un brano a due voci e così abbiamo terminato il brano. Ecco un brano nato per caso, con un duetto nato per caso e che si spera possa però arrivare a tutti.

Mirko Errani e Camelot Band - Messaggio senza parole - Copertina
Mirko Errani e Camelot Band – Messaggio senza parole – Copertina

Questo è un brano d’amore, ma per voi è un po’ una novità. Come mai vi siete voluti cimentare in questo tipo di racconto?

Perché il tema dell’amore è un po’ troppo inflazionato nella musica italiana. È un tema che tutti cantano e toccano in un modo o nell’altro. Diciamo che noi andiamo a raccontare una sfumatura diversa dell’amore e forse su questo siamo tra i pochi ad averla raccontata. Però questo testo era così bello che mi sembrava impossibile non utilizzarlo per un brano.

In attesa del videoclip, ad incuriosire è la cover di questo brano…

Il videoclip uscirà presto e sarà in bianco e nero. Sarà molto suggestivo e non vedo l’ora di farlo vedere. La cover è merito di Luca Venturi che è un artista fantastico e un mio grande amico. L’opera si chiama Lei e Lui e questa maschera mi aveva colpito incredibilmente. Infatti, appena vista, ho chiesto subito a Luca la possibilità di utilizzarla come cover del progetto. Anche questa è stata una scelta piuttosto casuale e sono felicissimo di ciò.

Immagino che insieme alla band state già lavorando anche a come portare live questo brano…

Stiamo già lavorando, soprattutto nell’ottica estiva. Intanto posso dire che saremo nel cast del Primo Maggio di Bologna e lì porteremo live per la prima volta Messaggio senza parole. Ormai siamo degli habitué del concertone di Bologna e abbiamo condiviso il palco con tantissimi grandi nomi come Mengoli o Mingardi. Quello del Primo Maggio è un concerto speciale per noi, perché lì abbiamo presentato diversi nostri inediti e anche questa volta ci terrà a battesimo con questo singolo. È una bella emozione poterci essere.

Un passo indietro: ci vuoi raccontare com’è nata l’idea della band?

Siamo una band di sei elementi e ognuno di noi veniva già da contesti in cui suonava.  Quindi veniamo tutti da una bella gavetta. La band nasce nel 2018 e inizialmente scegliamo di essere una cover band, come accade per moltissime band che iniziano. Infatti, l’idea iniziale era di vederci per suonare insieme, poi quello che veniva era un tanto di guadagnato. Poi però abbiamo deciso di uscire dall’anonimato e di fare un qualcosa di più originale. Così abbiamo deciso di far uscire la nostra identità e scrivere qualcosa di veramente nostro. Dopo i primi brani, come Boomer, Estate o Sconfitto di successo, abbiamo iniziato ad avere un’attenzione diversa. Poi abbiamo incontrato Raffaele Montanari e da lì è partito il nostro percorso.

Mirko Errani e Camelot Band, "Messaggio senza parole" 2
Mirko Errani e Camelot Band

Quando vi siete sentiti pronti per proporre i vostri pezzi?

Quando abbiamo trovato il giusto equilibrio. All’inizio non è stato facile trovare i giusti automatismi e gli elementi giusti per la band. Il primo anno infatti è stato un po’ travagliato per noi. C’è voluto un po’ per creare un gruppo stabile e con cui condividere anche altro oltre la musica. La scintilla è scattata quando abbiamo trovato la nostra stabilità.

Negli ultimi anni avete calcato tanti palchi, scritte tante canzoni e partecipato a molti eventi. Il prossimo obiettivo?

Non ci vogliamo porre dei limiti. Abbiamo avuto la fortuna di cantare su palchi importanti e collaborare con artisti meravigliosi come il Maestro Roberto Costa (Lucio Dalla e Luca Barbarossa ndr.). Se non hai sogni non hai la spinta e la motivazione per andare avanti e quindi il nostro obiettivo è quello di crescere sempre più e portare la nostra musica a sempre più persone.

Slebo: “Power Fantasia II”,  oltre a cercare di far uscire un’altra sfumatura del loro percorso artistico, si presta ad essere un qualcosa di innovativo nel panorama italiano

Slebo - Power Fantasia II - Cover
Slebo – Power Fantasia II – Cover

Dallo scorso 11 aprile è disponibile sulle piattaforme digitali il nuovo lavoro degli Slebo, il gruppo formatosi a Perugia e composto da Daniele Giacchetti (voce, synth, pedaletti con le mani), Cristian Santori (batteria, percussioni, voci narranti) e Alessandro Angiolini (chitarra, modulari, loop, voce). Power Fantasia II (Nicotina Dischi / Ada Music) è l’ultima sfida all’orizzonte musicale italiano della band ed è anche il secondo capitolo del progetto, che, oltre a cercare di far uscire un’altra sfumatura del loro percorso artistico, si presta ad essere un qualcosa di innovativo nel panorama italiano.

Se nel primo capitolo il gruppo aveva proposto un genere più “leggero” ballabile e divertente, in questo secondo capitolo gli Slebo ci hanno proposto un contrasto tra i due progetti, e raccontandoci così un altro po’ di loro e del loro universo musicale: all’interno troviamo sonorità più cupe e ricercate ed ambientazioni più introspettive, realizzate per incuriosire e sorprendere, ma anche per confermare la loro voglia di sperimentare.

Slebo: Power Fantasia II, secondo capitolo del progetto 1
Slebo

In questo album gli Slebo ci vogliono portare nel loro mondo artistico. Mondo fatto di grunge, testi potenti e sonorità ricercate e spiazzanti, per un progetto musicale che unisce l’elettronica e la techno con la dimensione live del post-punk. All’interno di Power Fantasia II, il “Lato B” di questo fortunato progetto, troviamo una tracklist composta da due brani editi e altri inediti: “Mi vuoi”; “Sei la mia società”; “Fragile”; “Nel Respiro”; “Power Fantasia”.

Slebo: Power Fantasia II, secondo capitolo del progetto 2
Slebo

Power Fantasia II verrà presentato il 25 aprile al Covo Club di Bologna (Viale Zagabria, 1 – inizio alle ore 21.30). Il primo di tanti eventi che vedrà il gruppo girare l’Italia per portare live quest’ultimo progetto.

Noi abbiamo raggiunto Cristian Santori degli Slebo che in questa videointervista, ci ha raccontato di Power Fantasia II, degli Slebo e della loro voglia di fare musica cercando di portare avanti un percorso innovativo e poco battuto in Italia.

Paolo Mengoli, l’outsider della musica italiana artista carismatico, iconico e con più di sessant’anni di carriera alle spalle

Paolo Mengoli, l’outsider della musica italiana
Paolo Mengoli

Tra i protagonisti della musica leggera italiana troviamo il nome di Paolo Mengoli, artista carismatico, iconico e con più di sessant’anni di carriera alle spalle. Perché l’hai fatto, Ahi! Che male che mi fai, Io ti darò e Mi piaci da morire, sono solo alcuni dei brani che hanno caratterizzato la sua carriera e lo hanno reso immortale al grande pubblico. Non solo passato, ma anche attualità, anche perché Paolo Mengoli è tornato con un nuovo singolo dal titolo L’Estate dentro me (Remix) Novalis Edizioni Musicali & Starpoint International srl e produzione musicale curata da Carlo Esse. Un brano che sprizza estate da tutti i pori con una musicalità accattivante e con un testo attualissimo scritto da Emanuele Curà, Carlo Savino (Carlo Esse), Francesca Mezzadri e lo dallo stesso Paolo Mengoli

Oltre alla musica c’è di più e infatti la carriera di Mengoli è caratterizzata anche da tanta tv in programmi celebri come Mezzogiorno in famiglia, Domenica In, I Migliori Anni, La Vita In Diretta, I Fatti Vostri, L’anno Che Verrà, Uno Mattina e molti altri; inoltre, grazie alla nascita della Nazionale Cantanti, dove da portiere, è ancora un recordman di presenze, è sceso in campo per aiutare tante persone in difficoltà e tanti temi importanti e delicati.

La sua figura è legata anche all’incontro con ben due Papi: Papa Francesco e Papa Giovanni Paolo II, in particolare a quest’ultimo ha dedicato anche una canzone dal titolo Ora parlami d’amore. Inoltre, è stato insignito da parte dell’associazione Giovanni Paolo II con il sigillo testimone ambasciatore di pace nel mondo.

Paolo Mengoli da Papa Francesco
Paolo Mengoli

Noi di Musica 361 abbiamo raggiunto Paolo Mengoli per farci raccontare la sua incredibile storia e l’uscita del suo ultimo singolo.

È un onore avere con noi un gigante della musica leggera come lei. Quasi sessanta anni di carriera e ancora tanta voglia di fare e di divertirsi. Qual è il segreto per mantenersi sempre attivi?

Credo nel mio lavoro, credo in me stesso e sono innamorato di quello che faccio. Il mio mestiere lo voglio rispettare e voglio soprattutto rispettare il mio pubblico. Salire sul palco per me è sempre una grande emozione e ancora oggi è un esame per me. Sono entusiasta di quello che faccio e cerco di trasmettere questo mio entusiasmo alle persone. Perché se mi diverto io, penso che possano divertirsi anche le persone.

Di recente è uscito il suo ultimo singolo. Un brano per aprire le porte all’estate…

Con L’Estate dentro me (Remix) abbiamo anticipato la stagione estiva ed è merito di questo gruppo di ragazzi che mi hanno interpellato dopo aver visto dei miei video dove cantavo Perché l’hai fatto. Mi hanno proposto questo brano ed è stato facile convincermi, anche perché il brano è attualissimo, è un pezzo immediato. Non so se arriverà ai grandi network e non mi interessa nemmeno, ma spero che arrivi alle persone.

L’Estate dentro me è un incontro tra generazioni. Com’è stato confrontarsi con autori così giovani?

È stato appassionante, anche perché loro hanno 30/40 anni e io ne ho comunque 75 e sarei potuto essere tranquillamente il loro padre (ride ndr). Però mi sono lasciato convincere dal loro entusiasmo e così mi sono entusiasmato più di loro. Non lavorano con l’intelligenza artificiale, ma lavorano dedicandosi veramente al testo e alla musica. Lì ho sentiti appassionati. Questo brano è l’espressione della gioia e spero che la gente possa fare proprio questo motivetto.

Mi ha incuriosito la scelta del video, oggi in tanti puntano al videoclip per dare anche più enfasi al brano. Con L’Estate dentro me (Remix) vi limiterete al video già proposto o realizzerete un vero videoclip?

 Faremo un videoclip a Lignano Sabbiadoro e uscirà verso maggio e giugno. Insomma, uscirà con la stagione estiva.

L'estate Dentro Me (Remix) - Paolo Mengoli - Cover
L’estate Dentro Me (Remix) – Paolo Mengoli – Cover

Lei ha cantato tanti successi nella sua carriera, anche successi estivi ma con L’Estate dentro me (Remix) è un po’ un tuffo nel passato?

Mi sono sempre considerato un cantante estivo e questo mi ha fatto sempre tanto piacere, anche se non si vive solo di una canzone o di un solo periodo l’anno. Perché l’hai fatto è stato un successo estivo, Mi piaci da morire anche. Con questi brani, ad esempio, ho vinto manifestazioni canore e venduto dischi in tutto il mondo. L’inverno per me non è mai stato un periodo particolarmente prolifico, anche perché la mia casa discografica mi mandava a Sanremo, anche se avrei preferito fare Canzonissima.

Mi sembra di capire che il suo rapporto con Sanremo non è proprio idilliaco…

Ci sono stato tre volte e non è mai stato indimenticabile per me. Anche perché, o fai parte di una grande casa discografica o rischi di rimanere emarginato. La prima volta andai nel 1970 con un brano scritto da Toto Cutugno e Cristiano Minellono, all’epoca giovanissimi. Ecco, forse la prima esperienza sanremese mi ha reso orgoglioso perché ho tenuto a battesimo due futuri nomi della musica italiana. Il brano scritto da loro si chiamava Ahi! Che male che mi fai.

Poi tornai nel 1971 con I ragazzi come noi e poi tornai ancora al Festival nel 1992 con Io ti darò. In particolare, quest’ultimo brano piacque molto alle persone, che ancora oggi me la chiedono ai concerti. Ricordo che una volta, in un aeroporto, incontrai Pippo Baudo (conduttore di Sanremo nel 1992 ndr.). Lui mi confessò di essere rimasto basito dalla mia posizione, perché per lui il brano era assolutamente valido.

Il suo nome è legato anche alla nazionale cantanti. Infatti, lei è uno dei soci fondatori insieme a Morandi, Mogol e Baglioni, ma come nacque l’idea di una squadra di cantanti?

Un amico di Mogol aveva bisogno di un’ambulanza per la croce verde e chiese proprio a lui di organizzare un concerto per raccogliere dei fondi per l’acquisto. Mogol però era un periodo che si era appassionato al calcio e gli propose di organizzare una partita tra cantanti e attori. A partecipare doveva esserci anche il suo commercialista, per conteggiare la raccolta e giocare in campo come portiere. Alla fine, però, quando tutto sembrava pronto, il commercialista non poté più venire. Allora Mogol chiamò Morandi per trovare una soluzione per il portiere e alla fine Gianni gli fece il mio nome…

Paolo Mengoli - Nazionale Cantanti
Paolo Mengoli – Nazionale Cantanti

eh, l’inizio di un’avventura fantastica con la Nazionale Cantanti…

Sicuramente! Tra l’altro Morandi mi disse che Mogol all’inizio era dubbioso e infatti gli disse: ma non ne conosci uno più alto? Alla fine, però fui scelto. Ricordo ancora il cartellone con i partecipanti e ovviamente il mio nome non c’era. C’erano Morandi, Mogol, Il Guardiano del Faro, Renato Sabbioni de I Nuovi Angeli, Don Backy e tanti altri nomi. Ci divertimmo così tanto che decidemmo di creare la Nazionale Cantanti per dare una mano a quei progetti solidali e giocammo così a Sarajevo, Varsavia e in tanti altri posti. La cosa divertente: è che da subentrante dell’ultimo minuto, mi sono ritrovato a fare oltre 450 partite.

Insomma, un’outsider che si è rivelato fondamentale…

Tutta la mia carriera è stata una continua sorpresa. Già a Castrocaro non dovevo vincere, ma grazie a Renzo Arbore e al favore del pubblico, alla fine l’ho spuntata. Poi, da vincitore di Castrocaro avrei dovuto partecipare a Sanremo già nel 1969, ma fortunatamente, per via di un cambio alla direzione artistica, non andai al Festival e lì la seconda sorpresa, perché con Perché l’hai fatto vendetti quasi mezzo milione di copie solo in Italia. Non ero destinato alla vittoria del Cantagiro, ma alla fine, grazie al pubblico rimontai e vinsi. Anche nel programma. Una rotonda sul mare nel 1989 non partivo tra i favoriti, ma incredibilmente arrivai alla finale battendo dei mostri sacri della musica italiana. Insomma, tutta la mia carriera è stata da outsider.

Fase: “Fiamme” l’ultimo singolo, brano che esplora un teme delicato che spesso non viene compreso in tempo, come quello delle dipendenze

Fase, con “Fiamme” si raccontano le dipendenze
Fase

Dallo scorso 7 marzo è disponibile in rotazione radiofonica e nelle piattaforme digitali il nuovo singolo del cantautore Fase dal titolo Fiamme (prodotto da Marco Lamagna e distribuito da TuneCore). Il brano di Valerio Urti, nome reale di Fase, esplora un tema delicato e che spesso non viene compreso in tempo, come quello della dipendenza, dipendenza intesa come concetto ampio: come quella verso un rapporto tossico con qualcuno o qualcosa e dal quale non ci si riesce a liberare. Sentendosi incatenato a una sensazione negativa, l’artista si rivolge a una figura esterna, che potrebbe rappresentare sé stesso o un’entità superiore, chiedendo quella salvezza e quella via d’uscita che da solo non riesce a trovare.

Con questo nuovo brano Fase vuole comunicare un messaggio positivo al pubblico, invitandolo a prendere un respiro di sollievo: imparare a perdonarsi e accettarsi anche se non si è stati la persona che gli altri avrebbero voluto.

Noi abbiamo raggiunto Fase per farci raccontare del brano e di cosa rappresenta per lui.

Ciao Fase e benvenuto sulle pagine di Musica 361. Inizierei questa chiacchierata chiedendoti come va?

È un bellissimo inizio, anche perché non è una domanda scontata e spesso non interessa una risposta reale. Comunque, sto bene, è un periodo particolarmente ricco di impegni e dove vado sempre di corsa, ma quella corsa positiva che spinge a fare altre cose.

Fase - Fiamme - Cover
Fase – Fiamme – Cover

Periodo particolarmente ricco, anche grazie all’uscita di “Fiamme”. Ci vuoi raccontare questo tuo ultimo singolo?

Fiamme è nato da un racconto di un amico ed è una storia che parla di dipendenze. In questo caso mi parlava della dipendenza da psicofarmaci. Ovviamente, quando uno si approccia ad un testo, estende l’argomento quanto più possibile. Le dipendenze sono tante e in questo caso ho fatto partire un po’ la mia immaginazione e tante sono le idee che mi sono venute in mente per questo brano. Quindi non ho voluto affrontare una dipendenza specifica, ma proprio il concetto di resistenza contro ogni dipendenza. La lei che nomino nel testo è infatti la dipendenza in generale.

Un brano dove in tanti posso ritrovarsi, indirettamente o direttamente. Possiamo considerare questo singolo come un modo per condividere il dolore che c’è dietro?

Esatto, a me capita spesso, quando mi approccio ad un brano, di ricercare anche l’utilità sociale di esso. La musica è terapia e se chiunque, ascoltando questo brano, riesce a farlo proprio e a fare proprio il messaggio che voglio condividere, a me fa solo che piacere. Cerco di dare sfogo alle persone ricercando delle motivazioni profonde, andando a fondo. Cercando di realizzare un testo leggero, ma non scontato.

Raccontare un determinato tema non è sempre semplice, specie se in qualche modo ci si racconta con trasparenza e verità. Rappresentarti in questo modo è un po’ la tua cifra stilistica?

Quando ho deciso di intraprendere il percorso da solista, ho deciso di raccontare quello che ho passato e che ho visto negli anni. È diventata la mia cifra stilistica il raccontare quel qualcosa che ha ferito le mie parti più ingenue e intime della coscienza. E mi sono accorto che è anche quello che passa gran parte delle persone, ma che spesso non riescono a raccontare. Cantando puoi esorcizzare le tue paure e mi è capitato che le persone mi scrivessero perché si sentivano rappresentate e vicine anche al progetto.

 

Fase (Foto Giorgio Violino)
Fase (Foto Giorgio Violino)

Sei un artista seguitissimo sulle piattaforme e il tuo seguito tocca anche diverse generazioni. È per te una responsabilità?

Nel momento in cui scrivo un testo, nasce già la responsabilità. Nel mio approccio alla musica mi sento responsabile nei confronti di me stesso e di chi ascolterà. Perché quando riesco a scrivere qualcosa credibile per me, allora capisco che lo possa essere anche per gli altri senza guardare l’età o i gusti. Le emozioni sono di tutti e per tutti e quindi mi piace parlare a più persone possibili.

Fiamme farà parte di un progetto più ampio o ti vedremo all’opera con altri singoli scollegati tra loro?

Credo nei progetti completi e il mio background musicale viene da quel mondo. Fiamme fa parte di un percorso di crescita, che mi ha visto maturare nella scrittura e come artista. Comunque, penso che uscirà ancora un singolo ed entro fine anno uscirà un disco. I singoli mi hanno aiutato nella ricerca del sound e della cifra artistica, ma i tempi sono maturi per un concept album.

Hai fatto parte di un gruppo e ora sei solista. Come cambia l’approccio alla musica?

Cambia che ormai decido in autonomia, anche se ho un team fantastico che mi segue. Scrivo i brani da zero e parte tutto da una mia emozione che condivido con i miei collaboratori e che poi lavoriamo. Però ecco, si prendono delle decisioni che si basano su una mia volontà artistica. Con un gruppo è bello, condividi l’emozione e le decisioni, ma ogni decisione viene ponderata con i membri della band e non sempre è facile mettersi d’accordo.

Camilla Buzzetti: “Rewind”  è il nuovo singolo che esplora la sensazione di libertà che arriva dopo la fine  di un rapporto turbolento

Camilla Buzzetti, "Rewind" è l’inizio di un nuovo capitolo
Camilla Buzzetti

È disponibile su tutte  le piattaforme digitali il nuovo singolo di Camilla Buzzetti dal titolo Rewind (AltaVibe Music). Il brano, intimo e personale, esplora la sensazione di libertà che arriva dopo la fine di una relazione turbolenta, con la protagonista che ricorda al suo ex partner come l’abbia trattata, dimostrando di stare meglio da sola. Prodotto da Lorenzo Cazzaniga, Rewind mescola influenze country e pop, con sonorità italiane e americane. Noi l’abbiamo raggiunta per farci raccontare questo brano e i segreti dietro di esso.

Ciao Camilla, benvenuta tra le pagine di Musica 361. Inizierei questa intervista chiedendoti come va?

Ciao, grazie mille! Tutto bene, grazie! È un periodo molto intenso ma anche molto soddisfacente!

È un momento particolarmente importante per te, visto che è appena uscito il tuo ultimo singolo Rewind. Cosa puoi raccontarci a riguardo?

Esatto! Rewind è un brano che avevo nel cassetto da diversi anni, ma solo di recente, insieme al mio produttore Lorenzo Cazzaniga, abbiamo deciso di rispolverarlo e finalmente arrangiarlo. Nonostante ci sia voluto più tempo di quanto immaginassi quando l’ho scritto, sono felice di aver aspettato: ora ho gli strumenti giusti per valorizzarlo al meglio.

Camilla Buzzetti - Rewind - Cover
Camilla Buzzetti – Rewind – Cover

Cosa rappresenta per te questo singolo?

Questo singolo segna l’inizio di un nuovo capitolo importante nel mio percorso artistico. Direi che è il primo brano che mi sta portando in una direzione più professionale, rispetto ai progetti precedenti in cui ero ancora alla ricerca di una chiara identità musicale.

C’è anche un aspetto autobiografico in Rewind?

Assolutamente sì. Lo spunto nasce da esperienze personali, che poi ho un po’ romanzato e riadattato. Credo che un tratto distintivo dei cantautori sia proprio quello di vivere intensamente anche le situazioni più semplici, trasformandole in emozioni amplificate per raccontarle al loro apice. Questo permette anche al pubblico di immedesimarsi meglio, canalizzando i propri sentimenti attraverso la musica.

In questo brano affronti una sfaccettatura dell’amore: quella più malinconica e dolorosa, ma anche quella che porta alla rinascita e alla consapevolezza…

Sì, penso che l’amore sia un sentimento sfaccettato e che ognuno di noi lo viva sotto aspetti diversi a seconda delle fasi della propria vita. Ci tengo a trasmettere l’idea che la felicità debba partire da sé stessi, da un amore che nasce dall’autenticità e dall’autostima, senza essere per questo in contrapposizione all’amore per qualcun altro. In Rewind, la malinconia e il dolore diventano un punto di svolta per ritrovare un amore più puro ed essenziale per sé stessi, un nuovo inizio per vivere questo sentimento con maggiore consapevolezza.

Camilla Buzzetti, "Rewind"
Camilla Buzzetti

Il brano farà parte di un progetto più ampio?

L’idea c’è, anche se al momento è ancora in fase embrionale. Ci stiamo lavorando! Per ora è in programma l’uscita di un altro singolo, che potrebbe far parte di questo progetto più ampio.

Il concetto di essenzialità è centrale nel brano e si riflette anche nel videoclip. È stata una scelta ben precisa?

Sì, volevamo tornare all’essenza della canzone e all’ispirazione musicale alla base del progetto. Il videoclip ha un’estetica volutamente rustica, che pone l’accento sul desiderio di indipendenza e la necessità di ripartire dalla semplicità di ciò che sono per ritrovare la felicità.

Patrizia Cirulli, “Il Visionario” una personale interpretazione di  San Francesco D’Assisi, ci fa immergere in un mondo fatto di spiritualità, poesia e semplicità

Patrizia Cirulli: il nuovo album "Il Visionario"
Patrizia Cirulli regala all’ascoltatore un’inedita celebrazione del messaggio universale di San Francesco

Da venerdì 21 marzo, è disponibile in formato fisico e su tutte le piattaforme digitali Il Visionario (Francesco D’Assisi) (Egea Music), l’ultimo lavoro della raffinata cantautrice Patrizia Cirulli. Il progetto discografico della cantautrice, si basa sulla reinterpretazione, in chiave acustica, di “L’infinitamente piccolo”, l’album di Angelo Branduardi, nel quale il cantautore musicò le Fonti Francescane, raccolta di testi di Francesco e Chiara d’Assisi e si presenta come un omaggio intimo ed elegante al compositore e alla poetica del santo umbro.

Eseguito con profondità e delicatezza, l’album vuole creare un ponte emozionale in grado di fondere poesia e musica e dove la stessa Patrizia Cirulli regala all’ascoltatore un’inedita celebrazione del messaggio universale di San Francesco.

Anche le sonorità scelte sono alla ricerca dell’essenzialità, minimali e in armonia con il messaggio francescano di semplicità.

Patrizia Cirulli - Il Visionario (Francesco d'Assisi) - Cover
Patrizia Cirulli – Il Visionario (Francesco d’Assisi) – Cover le sonorità scelte sono alla ricerca dell’essenzialità, minimali e in armonia con il messaggio francescano di semplicità.

All’interno di questo album troviamo il chitarrista Marcello Peghin, la violinista Maria Vincentini, il batterista Paolo Zuddas e la partecipazione di musicisti e cantautori provenienti da diversi universi musicali, quali Rosario Di Bella nel brano Il Sultano di Babilonia e la prostituta, Kalika in Audite poverelle e il Coro Su Concordu e Su Rosariu di Santulussurgiu nel brano La morte di Francesco.

Insomma, un album da non perdere assolutamente e dove Patrizia Cirulli ci fa immergere in un mondo fatto di spiritualità, poesia e semplicità.

Valerio Scanu, “Solo con una parola” il nuovo singolo: è il racconto di un tassello di vita raccontato in musica

Valerio Scanu: il singolo "Solo con una parola"
Valerio Scanu (Ph. by Serafino Giacone)

Tra i grandi protagonisti dell’ultima edizione di Ora o mai più, l’iconico programma condotto da Marco Liorni, troviamo Valerio Scanu. Uno degli artisti più interessanti e chiacchierati del panorama italiano, anche grazie alla sua schiettezza, alla sua sincerità e alla sua voce (tra le più belle e apprezzate della nostra discografia). L’artista sardo è uscito dal programma di Rai1 con una nuova verve e con un nuovo singolo dal titolo Solo con una parola (NatyLoveYou/ADA Music Italy).

Con questo brano Scanu si riappropria della sua carriera e ci racconta di un percorso non facile da vivere, pieno di insidie e ricco di ostacoli, ma ci presenta anche la forza per andare avanti e superare le intemperie attraverso una parola o un abbraccio. Un racconto dove in tanti ci si potranno ritrovare e condividere la forza per superare quei momenti bui. Noi abbiamo raggiunto lo stesso Valerio Scanu per raccontarci la sua avventura nel programma di Rai1 e sul suo ultimo singolo.

Caro Valerio e benvenuto tra le nostre pagine. Inizierei chiedendoti come stai?

Sto bene, grazie! Sempre tutto di corsa e pieno di impegni, ma bene…

Valerio Scanu - Solo con una parola - Copertina Singolo
Valerio Scanu – Solo con una parola – Copertina Singolo

Prima di parlare del singolo, vorrei chiederti di Ora o mai più. Che avventura è stata per te?

È stato impegnativo… sotto il profilo più psicologico che fisico, anche perché, coordinarci con un partner non sempre è facile. Però è andata bene e col tempo abbiamo trovato la nostra dimensione.

È un’esperienza che consiglieresti ad altri artisti?

Sì, ma senza farsi troppe illusioni.

Con Rita Pavone, nonostante un inizio non facile, avete formato una coppia incredibile e che, puntata dopo puntata, si è sempre più consolidata. Una curiosità o un aneddoto sul vostro rapporto?

Secondo me inizialmente ci restò male per la mia reazione (shockata ndr.) all’assegnazione del brano Datemi un martello, poi invece abbiamo trovato la quadra con dei brani più “giusti”.

Solo con una parola, è invece il titolo dell’inedito che segna il tuo grande ritorno. Come lo presenteresti?

È un brano nato per raccontare una storia, ma non necessariamente la mia storia. Però è stato un brano profetico, perché oggi è ciò che più mi rappresenta.

Valerio Scanu: il singolo "Solo con una parola" 2
Valerio Scanu (Ph. by Serafino Giacone)

Un brano di grande forza e coraggio, per riuscire a superare gli ostacoli e a superare le intemperie. Questo è un brano dove un po’ tutti ci possiamo ritrovare. Speri di potere essere d’aiuto con questa canzone, anche solo nella condivisione del momento?

Beh, sarebbe il massimo! Perché, se la musica diventa “curativa” e di supporto nei momenti bui, è una gioia anche per me.

Cosa rappresenta questo brano per questa nuova fase della tua carriera?

È un tassello di vita raccontato in musica.

Il brano farà parte di un album o comunque di un progetto più amplio?

Assolutamente sì, è parte di un racconto.

A chi dedichi questa canzone e perché?

A chiunque ami la semplicità, a chi si è spogliato del superfluo e a chi riesce a dare importanza alle cose centrali della vita.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Henry Ruggeri: “Pictures of you” incredibile mostra fotografica interattiva che sarà una festa per rendere omaggio a Massimo Cotto

Henry Ruggeri: "Pictures of you" la mostra fotografica
Henry Ruggeri

Per la prima volta a Milano il 22 e il 23 marzo arriva l’incredibile mostra fotografica interattiva “Pictures of you”, nata da un progetto di Henry Ruggeri e Rebel House e composta da più di 50 fotografie scattate dallo stesso Henry ad artisti iconici del mondo della musica, come Pearl Jam, Foo Fighters, Rolling Stones, Ramones, Madonna e tanti altri. La mostra però non si limita alle sole, magnifiche, foto realizzate in anni di carriera da Henry Ruggeri, ma anche all’indimenticabile voce di Massimo Cotto nei racconti e nei video realizzati proprio per l’occasione. Noi abbiamo raggiunto Henry Ruggeri per farci raccontare di questa idea, del suo rapporto con Massimo Cotto e la collaborazione di Chiara Buratti e delle fotografie che saranno rappresentate in questa mostra unica.

Ciao Henry e benvenuto tra le nostre pagine. Inizierei chiedendoti come stai?

Ciao a tutti! Tutto bene dai, non mi posso lamentare.

Anche perche immagino l’emozione di portare per la prima volta a Milano, il 22 e il 23 marzo, la mostra fotografica interattiva “Pictures of you”. Ma come nasce l’idea di questa mostra?

Sono emozionato e felice di arrivare finalmente a Milano dopo tanti anni di esposizioni in giro per l’Italia. Il progetto nasce da un’incontro che ho avuto con Massimo (Cotto ndr,) tanti anni fa, dove lui diceva di voler fare un progetto con me. Ci ho messo un po’ di tempo per realizzare un progetto all’altezza del personaggio, ma ce l’ho fatta.

Henry Ruggeri: "Pictures of you" la mostra fotografica 1
Massimo Cotto e Henry Ruggeri

All’interno ci saranno più di 50 fotografie scattate ad artisti iconici del mondo della musica, come Pearl Jam, Foo Fighters, Rolling Stones, Ramones, Madonna e tanti altri. È stata complicata la scelta per le foto? Come è avvenuta la selezione?

Purtroppo, la selezione è stata “forzata”, anche perché con Massimo avevamo scelto duecento artisti diversi e dovevamo fare duecento storytelling diversi. Però, per i motivi che purtroppo tutti conosciamo, ci siamo dovuti fermare a sessanta. Così nella mostra a Milano porto tutto quello che ho fatto con Massimo.

La musica attraverso le immagini, un modo per raccontare i live e gli artisti attraverso un’istantanea. Cosa volevate raccontare attraverso questi scatti?

Per Massimo avevo un modo particolare di fare le foto dal vivo. Diceva che tutte le mie foto erano dei ritratti e dunque siamo partiti da lì; fotografare la musica non è facile, ma spero di esserci riusciti con le mie immagini e i suoi storytelling.

 Oltre alla mostra, anche diversi eventi collaterali per un’esperienza a 360°, ma cosa ci dobbiamo aspettare in particolare?

Il punto di forza della mostra sono le foto che prendono vita tramite l’applicazione, applicazione di nostra proprietà e che si chiama Notaway®, dove, inquadrando le foto, come per magia, esce fuori Massimo con i suoi fantastici racconti.

Henry Ruggeri - Pictures of you - Locandina
Henry Ruggeri – Pictures of you – Locandina

Oltre le foto anche i contributi video realizzati da Massimo Cotto e con la collaborazione di Chiara Buratti. Un modo per raccontare quelle istantanee, ma anche per ricordare e rendere omaggio ad un personaggio che ha dato uno straordinario contributo alla musica…

Massimo è sempre stato un punto di riferimento per me. Così quando ho parlato con lui del progetto, lo ha accolto favorevolmente e io sono stato la persona più felice del mondo. C’eravamo ripromessi di fare qualcosa insieme, però portare a termine un progetto del genere dopo anni è stata molto gratificante.

Cosa ha rappresentato Massimo Cotto per la realizzazione di questo evento?

Massimo è stato fondamentale, perché una volta avuto l’idea, sono poche le persone a cui mi sono rivolto; da una parte c’era Massimo e dall’altra parte, il mio partner Mattia Priori di Rebel House. Insieme abbiamo concordato che sarebbe stato figo portare a termine questo progetto di realtà aumentata. Poi, dopo che Massimo è venuto a mancare, è stata fondamentale la parte di Chiara (Buratti ndr.), perché per nostra volontà il progetto non sarebbe continuato e invece lei ha voluto che il ricordo di Massimo fosse portato avanti tramite quello che avevamo fatto fino a quel giorno. Mi sento di mandare un grande ringraziamento e un forte abbraccio a Chiara.

Ci puoi raccontare un ricordo o un aneddoto che hai su Massimo Cotto?

Il primo aneddoto con Massimo che mi viene in mente è sulla scelta del nome del progetto. Inizialmente doveva chiamarsi in un altro modo, avevamo portato avanti l’idea con quest’altro nome per diversi mesi e poi un giorno, all’improvviso, mentre eravamo ad Asti, a mangiare in un autogrill, Massimo si rivolse verso di noi e dal nulla disse: “ragazzi, il nome che avete scelto non mi piace, magari potremmo usare il titolo di una canzone di uno degli artisti che stiamo rappresentando. Non so, tipo Pictures of You (brano dei The Cure ndr.) e lo mettiamo come titolo”. All’inizio io e Mattia siamo scoppiati a ridere, ma alla fine abbiamo scelto immediatamente questo titolo e tutti insieme abbiamo continuato a mangiare.

Mattia Priori
Mattia Priori

La tua è una carriera lunghissima, ma c’è un momento al quale sei particolarmente legato?

Sono molti i momenti a cui sono legato. I primi che mi ricordo sono quelli con David Gilmour dove ho bevuto un bicchiere di vino nel backstage con lui durante un intervista a Verona o quando ho mangiato una pizza con Ben Harper al Festival di Vigevano o quando ho scambiato quattro chiacchiere con Tom Yorke poco prima del concerto degli Atom for peace a Roma. Sono le prime cose che mi vengono in mente, ma sono tanti i momenti a cui sono legato.

C’è invece una foto o un artista a cui sei affezionato?

È difficile scegliere una singola foto tra le centinaia, le migliaia e forse anche milioni, di foto che ho scattato in carriera. Forse però dico i Ramones perché è iniziato tutto grazie a loro. Nel 1988 ho fatto finta di essere un fotografo solo per conoscere loro e per puro caso, da quel giorno lì, non ho mai smesso. Una di quelle foto l’ho portata anche nella mostra.

In conclusione: ci vuoi dire perché le persone dovrebbero venire a vedere questa mostra?

I motivi per venire a Milano sono tanti: intanto non sarà una semplice mostra, ma sarà una festa di tre giorni e sarà un bel tributo per ricordare Massimo con tutti i suoi amici e poi sarà anche l’occasione per mostrare al mondo le funzionalità della nostra applicazione Notaway® che abbiamo creato e costruito non solo per i nostri progetti, ma anche per coloro che vorranno approfittare di questa applicazione. Poi, penso che fotografi e artisti dovrebbero passare anche solo per la semplice curiosità.

Alis Ray:  “Fighting Love” un invito a non arrendersi mai, anche quando tutto sembra difficile, l’amore, per sé stessi, per i propri sogni e per la vita stessa

Alis Ray - Fighting Love - Copertina
Alis Ray – Fighting Love – Copertina

Dal 7 marzo 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Fighting Love”, il nuovo singolo di Alis Ray per Altavibe Music. “Fighting love” è una canzone che si distingue per il suo stile pop rock elettronico e caratterizzato da sonorità travolgenti. Il brano rappresenta un inno di energia positiva e introspezione, un messaggio di forza e resilienza per superare le intemperie e gli ostacoli della vita. Abbiamo raggiunto Alis per farci raccontare il suo ultimo singolo e parte del suo percorso.

Ciao Alis, inizierei chiedendoti come stai?

Ciao! Sto bene, grazie. Mi sento molto ispirata in questo momento e carica di energia. È un periodo emozionante, e “Fighting Love” è solo l’inizio di un viaggio che mi sta portando a esplorare sempre di più me stessa e la musica che mi emoziona.

“Fighting Love” è il titolo del tuo nuovo singolo. Visto che è appena uscito, ce lo vuoi presentare tu?

“Fighting Love” è una canzone che nasce da un’esigenza profonda di comunicare l’importanza di credere in se stessi e di non arrendersi mai, questa è per me l’amore combattente. L’amore, inteso come forza interiore. L’amore per sé stessi, per i propri sogni e per la vita stessa. È una dichiarazione di forza, determinazione e resilienza, un invito a non arrendersi mai, anche quando tutto sembra difficile.

Alis Ray, con "Fighting Love" per superare gli ostacoli
Alis Ray

Questo brano è un inno di energia positiva e introspezione. Quanto c’è di te in questo racconto?

C’è tantissimo di me in questa canzone. Ogni parola, ogni nota è frutto di una riflessione personale. Ho vissuto momenti di incertezza e sfide, ma in ogni difficoltà ho trovato una spinta a non mollare mai. È un messaggio che voglio condividere con chi ascolta: siamo più forti di quanto pensiamo, e l’amore per noi stessi può davvero cambiare le cose.

Un singolo che dimostra anche una bella determinazione nel resistere alle intemperie e nel riuscire con forza e determinazione a oltrepassare gli ostacoli…

Esatto! È proprio questo il messaggio centrale del brano. La vita non è sempre semplice, ma la vera forza sta nel rialzarsi dopo ogni caduta, nel resistere alle tempeste e andare avanti con determinazione. Ogni passo che facciamo ci porta più vicini a diventare la versione migliore di noi stessi, ma per far questo è necessario avere degli strumenti precisi. Come farebbe un muratore a demolire un muro senza gli strumenti necessari? La stessa cosa vale per noi stessi, senza aver iniziato questo percorso, oggi non sarei ciò che sono, che non significa che il percorso sia terminato, penso che durerà fino all’ultimo respiro.

Il brano farà parte anche di un progetto più ampio o per il momento ti concentrerai solo sui singoli?

Sì, sto lavorando a un nuovo album. “Fighting Love” è solo il primo passo di un progetto più grande che sto costruendo con molta passione. Ogni singolo che uscirà nei prossimi mesi sarà parte di questo nuovo percorso che voglio condividere con tutti. Non vedo l’ora che possiate ascoltarlo nella sua interezza!

Ad accompagnare “Fighting Love”, anche il videoclip. Come nasce l’idea della rappresentazione di questa storia?

L’idea del videoclip è venuta in modo molto naturale. Volevo che il video fosse una metafora della vita, traslata nello sport della boxe. Volevo rappresentare un viaggio visivo che accompagnasse le parole della canzone, dove il contrasto tra il buio e la luce rappresentasse la lotta interiore che ognuno di noi affronta. Ho scelto dei luoghi che fossero simbolici, ma che allo stesso tempo avessero un legame forte con l’anima del brano.

Alis Ray, "Fighting Love" il nuovo singolo
Alis Ray

Anche nella scelta dei personaggi, dei luoghi e delle immagini ritroviamo qualcosa di te?

Assolutamente sì. Ogni elemento è pensato per raccontare una parte di me, dei miei vissuti. I personaggi, in particolare, rappresentano delle versioni di me stessa. I luoghi sono stati scelti per la loro capacità di evocare emozioni forti, di esprimere la bellezza del viaggio interiore che è al centro del brano.

Nell’ultimo periodo il tuo nome è stato legato anche a quello di Vasco Rossi, dove hai aperto il concerto di San Siro del 19 giugno, un’esperienza sicuramente da ricordare…

Quella è stata un’esperienza incredibile! Aprire il concerto di Vasco Rossi a San Siro è stato un sogno che si è realizzato. Vasco è una leggenda, e poter essere parte di quella magia è stato davvero emozionante. Un’opportunità che porterò sempre nel cuore e che mi ha fatta crescere tanto.

Altre sorprese nell’immediato?

Sì, ci sono alcune cose in cantiere! Non posso svelare troppo, ma sicuramente ci saranno altre canzoni con sonorità particolari, concerti e collaborazioni che mi entusiasmano tanto. Seguitemi sul sito www.alisray.com o sui social dove comunicherò presto tutte le novità!

Qualche sogno nel cassetto da voler realizzare?

Si uno! Ma ho imparato a tenere in segreto ciò che voglio proteggere. Sicuramente come artista voglio continuare a crescere, fare esperienze che mi arricchiscano e che mi permettano di portare la mia musica in ogni angolo del mondo.

Francesco Mazzola e Cori Quinn,  la musica come strumento per raccontarsi e come mezzo di condivisione tra ricordi, aneddoti e immagini

Francesco Mazzola e Cori Quinn: raccontare la musica
Francesco Mazzola e Cori Quinn

L’obiettivo di Francesco Mazzola e Cori Quinn, meglio noti grazie a questo progetto con il nome IRA, è raccontare la musica in modo semplice, ma emozionante.

IRA:L’idea nasce dalla prospettiva di portare in scena un qualcosa di semplice, ma nello stesso tempo che possa lasciare un’emozione”

La musica come strumento per raccontarsi e come mezzo di condivisione tra ricordi, aneddoti e immagini. Un progetto, quello degli IRA, innovativo e volenteroso e che si prende l’arduo compito di emozionare attraverso un viaggio in musica. Noi lì abbiamo raggiunti per una piacevole chiacchierata.

 

Francesco Mazzola e Cori Quinn: raccontare la musica 2
Francesco Mazzola e Cori Quinn

Ciao ad entrambi e benvenuti sulle nostre pagine. Inizierei chiedendovi come state?

Stiamo bene e siamo carichi di entusiasmo per il progetto che stiamo portando avanti da alcuni mesi, siamo nella fase della creazione, come se stessimo modellando una scultura che piano piano prende forma. Stiamo provando tante cose nuove, sperimentando e giocando con la musica, per poterle portare presto sul palco.

Com’è nato questo progetto?

L’idea nasce dalla prospettiva di portare in scena un qualcosa di semplice, ma nello stesso tempo che possa lasciare un’emozione. La scelta dei brani non è a caso. Ogni canzone ci racconta qualcosa, ci fa rivivere ricordi, quindi abbiamo pensato a delle sonorità acustiche, per accompagnare questo viaggio, chitarra e voce, che racconta la nostra storia.

 Avete scelto un nome d’arte un po’ particolare per il duo. Come mai??

Effettivamente sì, la scelta è piuttosto particolare. Il nome del nostro duo è IRA. Uno dei peccati capitali e quello con il quale ci siamo conosciuti.

È stato complicato mettervi d’accordo su questa unione musicale?

Assolutamente no! È stata subito questione di feeling, per fare una citazione (ridono ndr.).

Francesco Mazzola e Cori Quinn: raccontare la musica 1
Cori Quinn

Cosa rappresenta la musica per voi?

Cori Quinn dice che è l’unica cosa che non odia al mondo, perché è la sola con la quale non ha mai litigato (ridono ndr.). A parte gli scherzi, è l’ancora di salvezza che ci tiene su, soprattutto nei momenti difficili della vita, il rifugio sicuro nel quale vivere le proprie emozioni liberamente.

Dove spazierà il vostro repertorio? Avete un genere o un artista di riferimento?

Il nostro repertorio è sempre in evoluzione, partendo dal pop al rock principalmente, ma ci divertiamo ad arrangiare ogni genere in chiave acustica, come abbiamo detto prima.

Il 2025 immagino che sarà un anno importante quindi per voi?

È l’anno in cui gli Ira si presentano in duo, in questa nuova veste, in quanto fino a poco fa siamo stati sempre solisti, quindi per noi sarà una sfida importante ma nello stesso tempo affascinante che ci unisce ancora di più.

 C’è qualcos’altro che volete raccontare?

Vi aspettiamo ai nostri live!!!

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