Alessandro Colpani, con Confini un viaggio nella musica

Alessandro Colpani: “Confini” un disco ricco di sfumature, storie, racconti e riflessioni, un disco che, per l’appunto, abbatte i confini 

Alessandro Colpani, con Confini un viaggio nella musica
Alessandro Colpani (Foto Serena Groppelli)

È da poco disponibile in radio il nuovo lavoro discografico di Alessandro Colpani. Confini è il titolo del progetto e rappresenta un disco ricco di sfumature, storie, racconti e riflessioni scandite in 7 brani nati dalla collaborazione tra Alessandro e il percussionista, compositore e produttore Francesco Brianzi. Confini è un disco che, per l’appunto, abbatte i confini e al suo interno presenta una moltitudine di generi, suoni ed emozioni per un vero viaggio in musica tra il cantautorato, il folk e la poesia.

La tracklist è così composta: Due Angeli; Bambine Conchiglie; Scarpe Nere; Quante Gocce; Monte Sole; Un Confine; Guardi Il Fiume.

Abbiamo così raggiunto Alessandro Colpani per farci raccontare questo suo nuovo progetto e per scoprire qualche curiosità dietro di esso.

Ciao Alessandro e benvenuto tra le pagine di Musica 361. Inizierei chiedendoti come va?

Ciao, sono felice di parlare con voi, quindi va già benone, e poi ho da poco presentato alcune nuove canzoni di cui non vedo l’ora di parlare.

 Un turbinio di emozioni, anche perché è da poco uscito il tuo ultimo album. Ce lo vuoi presentare?

Si chiama Confini, una parola che negli ultimi anni è diventata sempre più importante, per i motivi che si possono immaginare. Negli stessi anni hanno preso forma le canzoni dell’album, accomunate da confini geografici, ma anche di altro tipo.

Alessandro Colpani (Foto di Copertina di Serena Groppelli)
Alessandro Colpani (Foto di Copertina di Serena Groppelli)

Confini vede all’interno 7 pezzi dove attraverso la musica si viaggia tra il cantautorato, il folk e la poesia. Cosa ti ha spinto in questa direzione?

Ho riunito i fili di diverse esperienze. Come solista ho sempre portato avanti il cosiddetto “cantautorato”, e fuori e dentro la musica cerco la poesia: paradossalmente nel 2013 ho vinto il Premio De André alla poesia dopo che una mia canzone non aveva passato neanche la selezione iniziale. Per rispondere del tutto, devo dire che invece il folk, che pure fa parte di me, qui ha per la prima volta uno spazio così grande.

Lo possiamo considerare un progetto in direzione ostinata e contraria rispetto al periodo musicale attuale?

Sicuramente gli arrangiamenti, scritti dall’amico Francesco Brianzi, non vanno dietro alla moda del momento, anche se intelligentemente fanno sì che l’orecchio di molti e la nostra idea di canzone si incontrino senza forzature.

Diverse le collaborazioni all’intero di questo album, come quella con Francesco Brianzi. Come nasce questo vostro incontro?

Io e Francesco ci conoscevamo, e suonavamo insieme, da prima di questo album. Dopo qualche esperimento live e in studio, è arrivata la canzone Monte Sole, con un premio vinto e qualche soddisfazione in più a darci coraggio. Quella è stata la prima pietra di questo progetto condiviso.

Cosa rappresenta per te un confine? Specie nella musica e nei suoi generi?

Avendo studiato sia in conservatorio e sia in un’accademia moderna, suonando diversi strumenti e in contesti diversi, passando dal punk al tradizionale; credo di poter confermare l’ovvio e dire che la musica è un linguaggio senza confini. Noi però siamo umani, produciamo opere d’arte anche grazie al nostro proverbiale errare “umano”, per noi il confine è uno stato naturale.

Alessandro Colpani, con Confini un viaggio nella musica 3
Alessandro Colpani (Foto di Serena Groppelli)

C’è secondo te un brano che più di tutti rappresenta l’album?

La canzone Un confine è arrivata per ultima, quando era chiara la direzione presa. Non esaurisce il tema del confine, ma esprime ciò su cui ci ha portati a riflettere e l’avere scritto questo album.

Manca sempre meno all’estate, ma stai già lavorando a come portare in giro l’album?

Sarebbe bello coinvolgere alcuni degli ottimi musicisti che hanno lavorato con me e Francesco Brianzi in studio: Davide Cignatta (mandolino), Roberto Selvatici (chitarra elettrica), Elena Brianzi (violoncello), Gerardo Gianolio (tromba), Andrea Speroni (basso).

Incredibilmente siamo già riusciti a presentare live la canzone Bambine conchiglie col coro di bambini “Le Voci Del Terzo”, presente anche sul disco e diretto dalla maestra Raffaella Fellegara.

C’è un messaggio in particolare che speri che sia colto?

Ce ne sono tanti e credo che queste canzoni possano parlare a molti e in modi diversi. Tuttavia, uno dei più importanti per me, è quello di aver concentrato il desiderio di parlare di confini in un disco che, pur attraverso la poesia e la sospensione dell’arte, proponesse in modo chiaro il sostare su questa parola e di stabilire quale rapporto avere con essa.

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Francesco Nuccitelli
Nato a Roma e cresciuto a pane e musica, oggi è uno speaker radiofonico e un blogger. Laureato in Scienze della Comunicazione alla Sapienza, ama vivere la musica in tutte le sue forme e incontrare artisti sempre diversi per raccontare le loro passioni e le loro grandi storie. Un motto? «Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni» cit. Oscar Wilde.
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