Troppi concerti dietro ai soliti schermi

Il tema dei telefonini ai concerti è un evergreen, capita sempre più spesso di farsi domande a proposito.

tema dei telefonini ai concerti
Davvero un video con lo smartphone durante un concerto è più prezioso di un ricordo emozionante?

Di recente sono stato al Mandela Forum di Firenze per il raduno del BarMario (Fan club di Ligabue, ndr), in cui il Liga ha fatto un gran regalo ai fan proponendo live tutte le canzoni dell’ultimo disco Made in Italy, più una folta scaletta di canzoni di repertorio. Ho deciso di andare nel parterre, visto che avevo voglia di scatenarmi e di stare in compagnia dei miei amici. L’alta statura non è mai stata una mia qualità e il palco del palazzetto fiorentino quel giorno era molto basso, per cui risultava davvero difficile vedere qualcosa persino per coloro di media statura. Questo prima ancora che Ligabue entrasse sul palco, perché, appena il rocker di Correggio è arrivato davanti al microfono, duecento braccia alzate con tanto di telefonini mi hanno completamente impedito la visuale. Risultato? Sono andato a vederlo in tribuna con la mia fidanzata, tanto per questa occasione i posti erano assolutamente liberi.

Mentre mi staccavo dalla compagnia dei miei  amici alti fino alla solitaria tribuna, mi sono chiesto: «Ma se fosse stato un concerto normale in cui non avessi potuto spostarmi dal settore acquistato?» In quel caso sarebbe stato un grosso problema, perché probabilmente non avrei visto nulla, oppure avrei visto tutto dallo schermo dei telefonini degli altri.

Ora, siamo a un concerto, il tuo cantante preferito si sta esibendo, capisco la foto ricordo, in cui scatti e metti via il cellulare, ma fare tanti video consecutivi veramente non lo concepisco. In primo luogo, tu, caro “regista da concerto”, sei a un evento live, con un’acustica studiata per proporti un’esperienza d’ascolto indimenticabile e pensi che il tuo video (in molti casi gracchiante) possa riprodurti la stessa empatia dei bassi che in quel momento ti stanno attraversando il corpo?

In più c’è un secondo punto da non trascurare. Viviamo le nostre vite tra computer, smartphone e altri tipi di schermi. A un concerto, in cui si può essere immersi nella pura realtà musicale da una a tre ore, c’è chi registra almeno (se non di più) tre minuti di canzone guardandola da uno schermo. Non conviene comprarsi successivamente il dvd di quel tour da rivedere comodamente a casa, fatto da professionisti delle riprese? Mi è realmente capitato di trovare persone attrezzate con videocamere particolari che stessero nel parterre a riprendere tutto il concerto, facendo ovviamente dei video mossi perché nel frattempo la folla saltava dalla gioia. Deve essere anche difficile vivere un evento musicale con la paranoia che, una volta arrivati a casa, le riprese si vedano male o l’audio sia pessimo.

Visto che dietro ad un video c’è tendenzialmente la voglia, sacrosanta, di avere un bel ricordo da tenere, mi chiedo retoricamente se sia meglio avere una bella esperienza impressa nella memoria del nostro cervello oppure un nuovo video all’interno dei nostri hard disk. Permettetemi, in questo caso, di preferire l’analogico.

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Andrea De Sotgiu
Andrea De Sotgiu
Laureato in Comunicazione, appassionato di musica e di tecnologia. Se qualcosa nasconde una dietrologia non si darà pace finché non avrà colmato la sua sete di curiosità, che sfogherà puntualmente all'interno dei suoi articoli.
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