Francesco Cavestri “IKI – Bellezza Ispiratrice”, il nuovo album ispirato alla bellezza della musica e ai suoi legami tra i generi e gli artisti

Francesco Cavestri e la bellezza ispiratrice
“IKI – Bellezza Ispiratrice”, il nuovo album di Francesco Cavestri

È uscito “IKI – Bellezza Ispiratrice”, il nuovo album di Francesco Cavestri (Early 17 Records / Universal Music Italia), tra i vincitori del Top Jazz sezione Nuovi Talenti indetto da Musica Jazz.

È un album col quale Cavestri procede nel suo percorso alla scoperta del jazz nella sua forma più libera e aperta che trae ispirazione da fonti musicali diverse e a sua volta contribuisce alla nascita e allo sviluppo di nuove musiche e stili, in un rapporto di continuo scambio e confronto con le innovazioni sonore della contemporaneità.

Mentre nel primo album Cavestri analizzava i profondi rapporti che sussistono tra due generi così apparentemente diversi come jazz e hip hop, nel nuovo progetto, “IKI – bellezza ispiratrice”, la ricerca è stata maggiormente improntata ai legami tra jazz e musica elettronica, mantenendo sempre la centralità del pianoforte nella quasi totalità delle tracce.

Nel nuovo album, vi è solamente una traccia in cui pianoforte non compare, sostituito da strumenti come tastiere e sintetizzatori.

Il legame di questo album con l’IKI, filosofia che racchiude l’essenza del pensiero giapponese, risiede proprio in questa concezione libera e multiforme che Cavestri vive verso la musica.

Commenta l’artista a proposito dell’album: «Il legame di questo album con l’IKI, filosofia che racchiude l’essenza del pensiero giapponese, risiede proprio in questa concezione libera e ‘distaccata’: l’IKI, infatti, per raggiungere la propria condizione ideale, esige un’anima aperta e disponibile al mutamento, rappresentata dal simbolo del Mitsudomoe disegnato in contrasto sulla copertina».

Questo album, formato da sei tracce originali, si apre con un brano costruito intorno al monologo di Steiner tratto da “La Dolce Vita” di Federico Fellini, e si chiude proprio con la ripetizione della parola “Distaccati”, che ritorna nel corso del brano per richiamare il tema con cui si realizza pienamente l’IKI, ovvero quel “distacco” che permette all’anima di affrancarsi dall’infondato attaccamento alla realtà.

In termini musicali, questo concetto apre alla visione del jazz come genere sempre più vicino alla modernità e meno distante ai suoni contemporanei.

Francesco Cavestri - IKI - Bellezza Ispiratrice - cover
Francesco Cavestri – IKI – Bellezza Ispiratrice – cover

Le tracce successive mantengono una dualità tra jazz e musica elettronica, con arrangiamenti ricercati (come la fusione di “Naima” di John Coltrane con “Everything In Its Right Place” dei Radiohead) e riferimenti precisi (come la citazione a “Teardrop” dei Massive Attack).

Nel secondo brano, dal titolo “Sguardo”, Cavestri cita la ritmica di brani come “Bump It” di Erykah Badu e “Growing Apart (To Get Closer)” di Kendrick Lamar, ovvero alcuni tra i più influenti artisti nella storia dell’hip hop.

Questa reiterazione di incursioni hip hop nel jazz sono un marchio di fabbrica della musica del giovane pianista e compositore bolognese, e riaffiorano in tutti i suoi lavori.

Di notevole interesse sono le partecipazioni del grande trombettista, flicornista e compositore italiano Paolo Fresu, e del batterista americano Cleon Edwards (già al fianco di stelle come Erykah Badu e Lauryn Hill, nonché Cory Henry, Shaun Martin, ecc…).

Francesco Cavestri e la bellezza ispiratrice 2
Francesco Cavestri

L’ultima traccia, che vede la collaborazione di Paolo Fresu, dà il nome all’album: si chiama “IKI – bellezza ispiratrice” e funge da anello di congiunzione di quel cerchio sonoro che ha inizio con il brano di apertura, dal titolo “Distaccati”.

Questo brano testimonia la fissazione discografica della collaborazione tra il giovane pianista/compositore Francesco Cavestri e il grande trombettista Paolo Fresu.

Il breve estratto di un’intervista di Miles Davis è un tributo a colui che più di altri ha vissuto la sua carriera artistica alla ricerca del suono del futuro, anticipando spesso i grandi cambiamenti nella musica jazz e non solo.

Pianista compositore e divulgatore (classe 2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall’età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz).

Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston.

Il suo primo album “Early17,” una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo, con 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica.

Francesco Cavestri e la bellezza ispiratrice 3
Francesco Cavestri

Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (il Bravo Caffè di Bologna, l’Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally’s Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano).

Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto “Jazz/hip hop – due generi fratelli) nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMI) e a breve uscirà anche una pubblicazione.

Al Festival “Strada del Jazz 2023” con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia-Romagna per la rassegna Viralissima.) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro.

Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album è in uscita.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

“Carolina” il nuovo brano di Alessandro Celani  è dedicato alle donne e alla loro indiscutibile forza d’animo interiore. Siamo tutti Carolina, cambia soltanto dentro a quale pelle

Alessandro Celani: una “Carolina” per tutti!
“Carolina” il nuovo brano di Alessandro Celani

Alessandro Celani giovane artista romano ha costruito un mondo musicale molto introspettivo, distante dalle mode ma vicino alle sue passioni: la lettura, il cantautorato anni ‘70 e le piccole esperienze che arricchiscono le sue giornate. La vita di provincia gli agevola l’ispirazione, immerso nei silenzi della natura e nelle gioie semplici. Ha pubblicato di recente il secondo estratto del suo prossimo album, un inno alla libertà messa sempre in bilico tra quanto accade fuori e quanto accade dentro di noi.

Alessandro, come stai e come vivi il tuo legame con la musica?

Sto bene, sono in un periodo di cambiamenti e nuove scoperte. La musica ha un ruolo centrale nella mia vita: ne ascolto molta durante il giorno, forse 3 o 4 ore al giorno, cercando di farmi influenzare sempre da quello che ascolto. È la mia più grande passione, non lo nego.

Te la sei costruita da solo o qualcuno in famiglia ti ha influenzato?

È in parte ereditaria (mio padre è un batterista, grande appassionato di musica) e in parte costruita nel tempo, grazie agli incontri musicali che ho avuto attraverso l’ascolto attivo di alcuni artisti in particolare.

Qual è lo strumento musicale che prediligi di più?

Io nasco batterista, sono passato poi alla voce, strumento questo che ritengo tra i più espressivi in assoluto. Giocare a trovare melodie con la voce, mi permette poi di passare al pianoforte e tirare giù l’armonia di una canzone con più facilità. Quindi sì, prediligo lo strumento voce.

Prima di quale band facevi parte? Come hai vissuto il passaggio dalla carriera in gruppo a quella da solista?

Facevo parte di una band ormai sciolta, i Moon Park, il cui materiale è rimasto inedito. Ho imparato molto dagli altri membri del gruppo su come scrivere canzoni efficaci. Poi c’è stato questo passaggio alla carriera solista, vissuto in maniera molto serena.

Ci racconti la genesi del tuo ultimo singolo “Carolina”? Cosa vuoi comunicare?

“Carolina” nasce in una sera di dicembre di due anni fa, avevo una melodia che mi suonava in testa da giorni e quindi ho iniziato a scrivere di getto, senza pensarci troppo. È un inno alla libertà individuale e collettiva della donna, intesa anche come accettazione del nostro universo femminile interiore.

Alessandro Celani - Carolina - cover
Alessandro Celani – Carolina – cover

Questa figura incarna un po’ la vita di tutti noi esseri umani soprattutto in età giovanile?

Sì, assolutamente. Carolina si muove nel mondo con difficoltà ascoltando, a seconda delle situazioni che le se presentano, i “buoni” consigli che le persone attorno a lei le danno. È appesantita Carolina, vorrebbe cambiare vita e spiccare finalmente il volo da sola, con le sue stesse ali.

Quale sound hai voluto abbracciare in questo brano?

Il sound che ho sposato ricalca le sonorità musicali degli anni 60, quelle dei Beatles in particolare nella loro fase matura.

Carolina, così come Marta, sono nomi inventati o sono persone che esistono realmente nella tua vita?

Sia Carolina che Marta sono persone che hanno fatto realmente parte della mia vita. Carolina è un nome inventato mentre Marta è il nome di una persona reale alla quale sono molto legato.

L’album che uscirà ad aprile 2024 che tipo di filone segue a livello di contenuto? Come sarà strutturato?

L’album che uscirà il 29 aprile 2024 si chiamerà “Anima Vita” e seguirà il filone dell’amore, nelle sue più varie sfaccettature. Il fulcro del disco sarà l’amore inteso come inafferrabile, cioè che si sfiora appena, a volte si tocca un attimo con mano ma mai si afferra. A livello strutturale sono previste dieci tracce, ognuna molto diversa dall’altra ma allo stesso tempo comunicante.

Ho letto che sei nato a Roma ma ti sei trasferito nel paese di Capena. Che sensazioni ti dà la vita di provincia? Senti sia il tuo habitat?

La provincia è un ottimo ambiente per coltivare e crescere le proprie passioni perché generalmente è calma ma allo stesso tempo stimolante. Ad oggi non tornerei mai a vivere in città, preferisco la provincia.

Per scrivere i tuoi pezzi come trovi l’ispirazione?

Cerco l’ispirazione nelle piccole cose o nei libri, ad esempio, ma spesso scrivo anche senza per puro esercizio. Il processo che seguo si basa sul costruire una sequenza di immagini, quasi fotograficamente, con le parole, accostandole a mio piacimento.

Alessandro Celani: una “Carolina” per tutti! 2
Alessandro Celani

Qual è l’ultimo libro che hai letto?

“Racconti brevi e straordinari” di Borges e Casares.

Ti è mai capitato di aprire qualche concerto o di partecipare a qualche festival o concorso? Se sì, cosa provi quando sei sul palco?

Ho partecipato a vari festival e concorsi. Sul palco mi trasformo, acquisto sicurezza e forza perché mi sento molto a mio agio e quindi riesco ad emozionare ed emozionarmi.

Che tipo di rapporto hai con il tuo pubblico? Interagisci spesso con loro?

Col mio pubblico preferisco avere un contatto diretto, non filtrato. Mi è capitato spesso di essere fermato nel mio paese da persone, anche sconosciute, che mi hanno fatto complimenti per la mia musica.

Tra quelle che hai pubblicato finora, qual è la tua canzone manifesto?

“Sogno 0” è il mio manifesto musicale e artistico.

Scegli 3 aggettivi per descrivere la tua discografia…

Vintage, nuda, colorata.

Che programmi hai in concreto per il futuro?

Continuare la mia carriera con la stessa determinazione avuta fino ad ora.

Se non avessi fatto il cantautore cosa avresti fatto nella vita?

Atleta, il salto in lungo.

Qual è il tuo più grande sogno musicale?

Rimanere nella memoria delle persone.

Articolo a cura di Simone Ferri

Etta: il nuovo singolo “Britney” che tratta il tema della salute mentale: viviamo in un mondo dove la salute mentale non è considerata una priorità

Etta: “Britney” il nuovo singolo, per riflettere

Nel panorama alternativo degli artisti emergenti spicca Etta, inquieta e irriverente utilizza il rock per veicolare messaggi che il più delle volte denunciano criticità, soprusi e violenze subite da donne; sul palco del Primo Maggio romano (edizione 2023), durante l’esibizione lancia degli assorbenti per stimolare una riflessione sulla condizione della donna nel lavoro.

I suoi testi parlano di emancipazione, malessere psicologico, discriminazione ma soprattutto di quanto ancora sia difficile essere donne emancipate e indipendenti.

Il 2 febbraio (settimana precedente il Festival di Sanremo) Etta è usciata con il singolo “Amadeus”, un brano che parte dal Festival di Sanremo e dal suo direttore artistico per raccontare che il più delle volte alle donne sono riservati ruoli marginali il cui fine ultimo è quello di agevolare e sostenere l’uomo di turno.

Il 23 febbraio 2024   viene pubblicato “Nervous” il primo singolo di Etta legato all’album  si ispira al personaggio “Jason Voorhees”, protagonista della saga horror venerdì 13.

Il Jason 2.0 di Etta è un personaggio sociopatico, aggressivo e totalmente privo di empatia, ma allo stesso tempo colorato e autoironico. È un paziente insofferente che trasforma i piccoli inconvenienti quotidiani in tragedie senza precedenti

Venerdì 8 marzo esce “Pornostar”, singolo sull’emancipazione femminile e ennesima provocazione lanciata da Etta. L’intento è, ancora una volta, riflettere su tutti quegli aspetti che, ancora oggi, fanno sì che una donna non possa disporre liberamente del proprio corpo senza subire discriminazioni, violenze, soprusi e molestie.

Venerdì 22 marzo esce “Game Over”, Il brano descrive la volontà di ribellarsi ad un sistema che ci vuole persone non pensanti.  “Game Over” è rappresentato da un personaggio che, come per i precedenti due singoli, conosceremo meglio sui profili social di Etta.

Etta - Britney - Cover
Etta – Britney – Cover

Venerdì 5 aprile esce “Britney” il nuovo singolo di Etta che tratta il tema della salute mentale: viviamo in un mondo dove la salute mentale non è considerata una priorità, dove parlare di servizi psichiatrici è più un obbligo dettato dal “politically correct” che da una reale volontà di portare avanti progetti di prevenzione e di tutela dei soggetti più deboli. Etta denuncia, come già avvenuto con il brano “Mille Pare”, l’indifferenza della società e la solitudine di chi è affetto da disturbi della personalità.

Mi racconti la tua evoluzione musicale?

La mia evoluzione musicale è stata più a livello di esigenze piuttosto che a livello di ascolto. Quando mi sono approcciata alla musica, venivo da un mondo pop e cantautorale nel quale adoravo artisti come Battisti e Dalla. Quando ho iniziato a scrivere, mi sono concentrata su questo tipo di scrittura.

Successivamente, mi ha affascinato il mondo dell’urban, e ho iniziato a dirigermi verso il mondo del rap perché ho sentito che le donne non avevano il loro giusto spazio e volevo entrare in un mondo dove venivano discriminate.

Agli inizi, con l’urban, le mie esigenze si spingevano un po’ all’estremo e sentivo che musicalmente non ero appagata.  All’improvviso ho voluto mettere nei miei pezzi qualcosa di più forte, fino a quando non ho fatto “WOman”, il pezzo con il quale ho vinto Area Sanremo, dove ho usato il rap e delle distorsioni, creando un genere che ho definito l’extreme pop.

Era un qualcosa non etichettabile e non collocabile in una determinata categoria musicale, che da un lato mi piaceva tanto perché avevo creato un connubio di generi, dall’altro lato è stato un problema perché il mercato musicale mi richiedeva di collocarmi in un determinato genere.

Ho iniziato a pensare che mi sarebbe piaciuto suonare in una band, così ho scritto un pezzo che ho passato al mio produttore V_Rus: dopo 2 ore me l’ha prodotto e in quel momento ho pensato che avevamo scoperto un nuovo mondo.

Sentivo la voglia di aiutare gli altri che, non riuscivo ad esprimere con il pop e l’urban, e ho voluto avvicinarmi al rock e i miei ascolti si sono evoluti per queste esigenze.  Questo percorso è avvenuto in maniera inconsapevole.

Etta: “Britney” il nuovo singolo, per riflettere 1

Come nascono le tue canzoni? Testi e musica e arrangiamenti?

Io compongo spesso quando sono in macchina, dove nascono le mie melodie. L’auto mi dà un senso di libertà. A volte, invece, mi metto in studio davanti al microfono, anche se non so di cosa voglio parlare e mi cresce un’idea.

A volte è il mio producer che fa qualcosa e me la gira.  In altre circostanze gli mando la linea con cui lui costruisce qualcosa. Siamo molto aperti e non abbiamo una modalità standard.

Generalmente creo la linea melodica, aggiungo le parole e spesso ho in mente cosa voglio raccontare.  Come accade nell’arte contemporanea   è molto più importante il gesto   e non l’opera in sé.

Mettermi davanti a un microfono e cantare, mi permette di imprimere dentro di me delle emozioni e di trasmetterle a chi ascolta le canzoni. Il testo è il coronamento delle emozioni che sono state messe nella musica.  È il mio percorso di scrittura, anche se sono aperta a tutto e non mi pongo dei limiti.

Io suono un po’ di tutto, sono affascinata dagli strumenti ma sono molto incostante nello studio. Nel canto ho una costanza maggiore, perché il mio approccio verso gli strumenti è molto da autodidatta e  non si saprei accompagnare in un live.

Su YouTube c’è un bellissimo video “Studio live session” dove mi ha colpito il pezzo “Fuck your mama”, un brano con contaminazioni dei Red Hot Chili Pepper.

 https://www.youtube.com/watch?v=Q12Dakto1Z8

“Fuck your mama” è il primo pezzo che ho scritto – come ti accennavo – e il mio produttore ha curato la produzione.  È il mio primo brano rock, nato in una fase in cui stavo cercando la mia direzione musicale.  Per me era importante conoscere e studiare tutto quello che girava attorno alla musica per la mia crescita professionale.  In questa fase mi sono affezionata al new metal legato ai gruppi degli anni ’90.

Hai una voce molto melodica, ma canti pezzi molto rock dove emerge il tuo lato arrabbiato. Così non rischi di mettere un po’ da parte la parte calda della tua voce?

Io cerco di mettere assieme le due cose, ma spesso quando faccio musica sono “incazzata con il mondo” e quindi per me MUSICA non vuole dire solo essere melodica.  In questo mondo, noi donne, siamo sempre la parte melodica, anche per la figura femminea e romantica. Io, invece, mi sento di appartenere a un altro mondo. Nel disco sul quale sto lavorando, ci saranno tante parti di me, però, quando voglio esprimermi cerco il modo più irriverente e fastidioso, e devo puntare i piedi per terra.

Nei tuoi testi sollevi problematiche sociali importanti   che sono raccontate nei video molto forti. Esempio nel video dalla cover “Mi piace perchè”, c’è donna con il sangue sul viso, ma ce ne sono diversi con altri personaggi. Questo aspetto teatrale dove nasce?

Sono stata sempre molto appassionata di arte e cinema e ho frequentato l’Accademia delle belle arti. Ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente, in cui si parlava di arte a tutto tondo e non solo di musica. Ci vuole un po’ pazzia in quello che faccio, ma ho un team che ha mia stessa indole, mi supporta con un grande lavoro sulla parte visiva. Solitamente mi nasce l’idea e loro curano lo sviluppo.

Hai raccontato che le esperienze a X-Factor e Area Sanremo sono state formative. Cosa ti ha lasciato cantare sul palco del Concerto del 1° Maggio nel 2023?

Mi ha trasmesso la conferma di quello che sto facendo. Quando sono salita sul palco mi sono sentita a casa. È stata una sensazione di pancia potente, perché ho sentito quello che volevo fare da sempre.

Mi sono sentita me stessa e l’ho vissuto su quel palco dal primo all’ultimo momento.

Io credo che si debba essere in pace con la propria musica, e quando si è se stessi, non ci saranno più le ansie che ci frenano.

Quando sono stata a X-Factor e Area Sanremo mi ricordo di questa ansia perché fatico a ripercorre ricordare la performance: era molto tesa davanti a 4 persone, mentre di fronte a 300.000 persone durante il concerto del Primo Maggio è stato diverso.

Per me fare musica era un sogno di riscatto. Ora mi sento appagata per quello che faccio assieme alla mia band ed è modo per aiutare gli altri. Tutto questo prima non mi era chiaro e per me è stato importante il percorso che ho fatto.

Etta: “Britney” il nuovo singolo, per riflettere 2

A breve ci sarà un disco e alcuni live. Come saranno?  

Il disco uscirà il 3 maggio e conterrà tutti i singoli che sono collegati tramite una psichiatra che mi psicoanalizza nei vari personaggi. L’album sarà il finale di questa storia. Non mancherà anche una cover con un arrangiamento particolare

I live saranno un’esplosione di tutto questo mondo.  Abbiamo diverse date, tra le quali il 10 maggio a Torino, l’11 maggio a Milano e il 18 maggio a Roma.

Nella data milanese ci sarà un’artista giovanissima che aprirà il mio concerto: si chiama Greta Grida, fa rock e mi rende felice scoprire delle ragazze che prendono spunto da me.

Nel mondo dei social dove c’è una tendenza allo scatto dove scoprirsi per attirare, tu sei spesso molto vestita, quasi in controtendenza con gli outfit moderni.   Cosa ne pensi di questo “sistema”?

Nella mia indole non mi piegherò mai al sistema o all’algoritmo. Io mi sento sexy come sono e sono più sensuale di un’artista come Elodie, non a livello fisico, ma perché faccio dei movimenti molto più provocatori con una maglietta e un pantalone largo, ma se lo facessi con minigonna risulterei volgare.

Se Elodie o Annalisa sono a loro agio mostrando la loro bellezza è giusto che lo facciano. Mi spiace se hanno questi atteggiamenti solo perché vengono richiesti dal mercato.

Nell’ultimo Sanremo Big Mama si è mostrata nella sua piena sensualità e come si sentiva. È

stata molto criticata ma è stata coerente con sé stessa. Occorre combattere lo stereotipo in base al quale ci deve essere un modello di donna o di abbigliamento.

Articolo a cura di Raffaele Specchia

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Si intitola “Troppe Cose” il nuovo singolo di Romeo, in uscita per Leave Music. Fuori in primavera anche il primo EP solista

"Troppe Cose" il nuovo singolo di Romeo (Foto di Luca Putaggio)
“Troppe Cose” il nuovo singolo di Romeo (Foto di Luca Putaggio)

Romeo è un artista romano di origine siciliana. Si è fatto conoscere nel 2022 per il percorso a Sanremo Giovani, al fianco di Drill. Nel 2023 ha inaugurato la sua carriera da solista con “Occhi Nuvole” (Leave Music /distr.ADA Music Italy), inserito fin da subito nella playlist Scuola Indie di Spotify, dov’è rimasto per diverse settimane e a cui sono seguiti nel 2024 i singoli “Il Cielo di Londra” e “Troppe Cose”.

“Troppe Cose” è un brano pop dedicato alla consapevolezza. Affronta il delicato momento in cui ci si rende conto di non star più bene con una persona e si decide di prendere in mano le redini della propria vita.

Quella descritta da Romeo è una relazione complicata: il protagonista vorrebbe vivere una nuova storia d’amore, dove non ci sia dolore o sofferenza, ma sembra essere intrappolato in un vortice di sentimenti contrastanti: c’è il desiderio di allontanarsi (“Non voglio più tuffarmi nei tuoi occhi blu”) e allo stesso tempo la difficoltà nel lasciar andare (“Saremo solamente un ricordo di una serata alcolica / E finiremo a letto senza una logica”).

Allora non rimane che prendere ancora un po’ di tempo e riflettere sulla propria felicità, facendo i conti con il desiderio di rimanere a galla e l’impossibilità di fingere che vada tutto bene.

Ancora una volta, Romeo adotta un sound allegro e leggero per parlare di sentimenti intensi e pervasivi, una scelta in contrasto per raccontare che, anche quando dentro esplode il caos, possiamo cantare le nostre sofferenze con quella speranza che, alla fine, ci permette di guardare sempre al futuro, incerto ma pieno di possibilità.

Patrizio Romeo, in arte Romeo, è un artista originario di Messina. Cresce a Roma, dove conosce Mr.  Brux, con cui inizia fin da subito un importante sodalizio artistico.

Romeo - Troppe Cose - Cover
Romeo – Troppe Cose – Cover

Nel 2019 la strada di Romeo si incrocia con quella di Francesco Manfredi, in arte Drill: esordiscono a dicembre dello stesso anno con il brano Chissenefrega, trovando fin da subito una profonda sintonia musicale e umana. Dopo alcune pubblicazioni, a dicembre 2021 inaugurano la collaborazione con Leave Music, con il singolo “Sono ancora morto”.

Nel 2022 Romeo & Drill lavorano a nuovi progetti, seguiti sempre da Mr.Brux: sono ospiti di Radio2 Social Club, dove presentano dal vivo gli ultimi singoli, si esibiscono in Sicilia, entrando nella line-up dell’Indiegeno Fest, e partecipano al concerto di Flaza di Halloween a Cinecittà World, durante il quale salgono sul palco anche Noyz Narcos e Ketama126.

I loro brani vengono trasmessi da decine di radio fm, tra cui Radio2 Indie. A novembre 2022 vincono Area Sanremo con il brano “Giorno di Scuola” e vengono scelti per partecipare alla finale di Sanremo Giovani trasmessa in diretta tv il 16 dicembre.

Romeo, “Troppe Cose” da raccontare
Romeo (Foto di Luca Putaggio)

Il 9 giugno 2023 pubblicano “Disastro”, il loro primo e ultimo album in studio, con la produzione artistica di Mr.Brux e il contributo di Nuovo Imaie.

Il 7 luglio 2023 Romeo dà il via alla carriera solista con un primo emozionante singolo, “Occhi Nuvole” (Leave Music /distr.ADA Music Italy), inserito fin da subito nella playlist Scuola Indie di Spotify, a cui seguono “Il Cielo di Londra”, il 19 gennaio 2024, e “Troppe Cose”, l’8 marzo.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Nino Bruno e le 8 tracce e il nuovo lavoro “Utop-ia-o”, un album ricco di sfumature e suonato alla vecchia maniera, per un incontro intenso con il moderno e l’attualità

Nino Bruno e le 8 tracce e il nuovo lavoro “Utop-ia-o”
Nino Bruno e le 8 tracce

È uscito “Utop-ia-o”, il quinto lavoro discografico del gruppo Nino Bruno e le 8 Tracce, fuori per Goodfellas Edizioni.

La band, formata da Giulio Fazio (tastiere), Nino Bruno (chitarre e voce), Peppe Sabbatino (batteria), Massimiliano Sacchi (fiati), Zaira Zigante (voce), torna con un “surreale” nuovo capitolo musicale affiancato dalla produzione artistica di Marco Messina (99 Posse) che ha curato il missaggio e la produzione artistica.

In “Utop-ia-o” si parte leggeri, con poche sovrastrutture, si sorride a mostri seriosi (“Mamma mia che brutte facce”) e si flirta impunemente con una grande sconfitta nazionale, attraversata a passo di on’nagata come fosse un’occasione da non perdere (“Viva Caporetto”).

Un album ricco di sfumature e suonato alla vecchia maniera, per un incontro intenso con il moderno e l’attualità. Un quinto lavoro che si discosta dai precedenti e che regala nuove emozioni e nuove sonorità. Studio, passione e lavoro nel nuovo progetto della band.

Partirei con una domanda semplice e che può sembrare anche banale: come stai?

Siamo riusciti a portare a termine questo album e a farlo uscire. Quindi mi sento bene e felice, anzi, ci sentiamo bene e felici. Oggi non è scontato riuscire a portare a termine un progetto così. C’è un bel senso di soddisfazione. Poi, saremo ancora più felici quando capiremo le sensazioni e le considerazioni di chi ascolterà questo progetto.

Nino Bruno e le 8 tracce e il nuovo lavoro “Utop-ia-o” 1
Nino Bruno e le 8 tracce

Fare un album completo è un gesto quasi rivoluzionario in un momento, come quello attuale, dove si fanno solo singoli per le piattaforme…

Non è sicuramente semplice proporre oggi un album completo. C’è bisogno di una motivazione solida alla base, anche perché, per completare un progetto come questo, devono allinearsi determinati tasselli e bisogna trovare anche la giusta alchimia e i pezzi adatti. All’interno, infatti, sono presenti quei pezzi che in qualche modo si completano tra loro, per la musica o per il messaggio da mandare.

Com’è nato però questo progetto, perché in “Utop-ia-o” proponete generi e sonorità diverse rispetto al passato…

Nasce dal gusto della sfida e di provare a percorrere una strada nuova. Il cambiamento nasce dall’esigenza di sperimentare un qualcosa di nuovo. Di uscire dalla nostra comfort zone e confrontarci con le evoluzioni del pop degli ultimi anni. Volevamo confrontarci con l’attualità.

Qual è l’esigenza che si porta dietro questo album?

Nasce da un’esigenza di vita e di musica. Questo album è figlio di un percorso ad ostacoli, tra motivi personali e di scelte. Un album in salita, ma che spero possa regalarci tante soddisfazioni. La nostra grande gioia è stata portare a termine questo progetto.

Qual è stato invece il brano che vi ha ispirato?

“Mamma mia che brutte facce”, questo brano è uscito come singolo trainante, ma stavamo già pensando all’album.

Nino Bruno e le 8 tracce e il nuovo lavoro “Utop-ia-o” 2
Nino Bruno e le 8 tracce

L’estate è alle porte, ma state ragionando anche ad un tour per portare “Utop-ia-o” in giro per l’Italia?

A maggio, all’auditorium di Napoli, ci sarà la prima data di presentazione dell’album. Per le altre date, siamo ancora in attesa, ma appena possibile, le comunicheremo a tutti.

Cosa ci si deve aspettare da un vostro live?

Che non sarà mai lo stesso concerto! Ogni serata avrà elementi e parti diverse. Ci si può aspettare quindi di tutto. Ogni live non sarà mai uguale al precedente.

Articolo a cura di Francesco Nuccitelli 

Grace: “In bilico”, nuovo singolo, inno della Gen Z che esplora la tensione tra il desiderio di autonomia e le aspettative sociali

Grace: “In bilico”, nuovo singolo, inno della Gen Z
“In bilico” il nuovo singolo Grace

GRACE reduce da un 2023 strepitoso che ha segnato il suo ritorno trionfale sulle scene con “Origine e Schemi” – brano che ha conquistato le playlist editoriali di Spotify debuttando nella New Music Friday e rimanendo per ben 4 settimane consecutive in Caleido -, GRACE inaugura il 2024 con “In bilico” (Keyrecords/Altafonte Italia), il suo nuovo singolo che esplora la tensione tra il desiderio di autonomia e le aspettative sociali.

Dopo aver affascinato il pubblico con la dolcezza sensuale di “Vanilla sky”, aver aperto le porte a sonorità più urban con un “Passepartout” di ritmo e introspezione ed aver consolidato la sua evoluzione artistica con la profonda considerazione sulla paura e l’anelito a sfuggire ad un cammino predefinito di “Origine e Schemi”, GRACE continua a distinguersi come una voce importante nel panorama musicale italiano, rendendo la sua musica un vero e proprio simbolo di rottura con le convenzioni.

Prodotta da Andrea Castelli, questa nuova release è un viaggio emotivo nell’attualità del nostro Paese, una narrazione dell’esperienza collettiva italiana che cattura l’essenza di una società costantemente “In bilico” tra sogni e concretezza.

GRACE, con la sua voce penetrante, istantaneamente riconoscibile, e le sue parole incisive, delinea uno scenario interiore che risuona con chiunque si sia mai trovato a fare i conti con decisioni di vita difficili e con il peso del giudizio, delle strade già tracciate; un’intensa riflessione sull’equilibrio tra aspirazioni personali ed esigenze pragmatiche.

La dicotomia tra passato e futuro che ben si evince nell’emblematico passaggio «passato nella mente, futuro alle spalle», apre una finestra sulle inquietudini interiori di un’intera generazione.

Parole che esprimono un senso di stallo, in cui i ricordi di ciò che è stato persistono, mentre i passi da compiere avanzano su un orizzonte sfuggente e sempre più incerto. In questo contesto, GRACE affronta la realtà della sua generazione, spesso percepita come sospesa tra le tradizioni ed incognite tipiche di un avvenire imprevedibile.

Ma il testo di “In bilico” punta i riflettori anche sulla «paura di arrivare» e su quell’invisibile ma importantissima «linea sottile di fama e di fame» in cui si esprime la lotta per l’identità e il successo in un mondo dove le opportunità sembrano sempre più sfumate. GRACE, con l’incisività della sua penna e il suo carisma interpretativo, tocca un tema universale: il conflitto interiore tra perseguire la propria passione e adattarsi ad una realtà spesso meno accogliente.

Grace: “In bilico”, nuovo singolo, inno della Gen Z 1
Grace

Ed è nel cuore del ritornello, «Maneggiata a vita, ma che vita sarà? Non mi va, no non mi va» che si innalza un grido di ribellione contro un destino preconfezionato. GRACE rifiuta l’idea di una vita condizionata da forze esterne, esprimendo il suo desiderio di autenticità e di autodeterminazione.

Questo passaggio chiave è un inno alla libertà personale e alla resistenza contro le pressioni di un mondo all’interno del quale, molto spesso, non ci si sente accolti, capiti, accettati.

Il videoclip ufficiale che accompagna “In Bilico”, realizzato da Chiara Bettiga e Mirko Salvagnin, montato da Goldeneye shooting e presentato in anteprima nazionale su Sky TG24, è ambientato nella surreale città abbandonata di Consonno (LC), la celebre “città fantasma” della Brianza.

Questa location, sospesa tra le sue intrinseche bellezze naturali e lo stato di desolazione dovuto all’eccesso di fama e successo dell’imprenditore piemontese Mario Bagno, diventa una metafora visiva dell’instabilità e dell’abbandono, con GRACE che si muove tra le rovine come simbolo della lotta interiore contro le avversità.

La pioggia che cade nel video aggiunge un ulteriore livello di simbolismo, rappresentando l’oppressione, ma al tempo stesso la catarsi e la rinascita che generano le sfide e i conflitti interni.

Grace: “In bilico”, nuovo singolo, inno della Gen Z 2
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GRACE, al secolo Graziella Garassino, è una cantautrice italiana classe 2000. Energia, sensibilità, empatia ed un desiderio irrefrenabile di comunicare sono i suoi tratti distintivi. La sua missione è quella di creare, attraverso la sua musica, un rifugio emotivo per chi l’ascolta.

Con la sua arte, GRACE invita gli ascoltatori ad immergersi in un mondo di ritmi avvincenti e racconti di vita, semplici ma profondamente evocativi, offrendo un’esperienza unica che sfugge dal quotidiano e al contempo permette una profonda identificazione nei testi.

La sua passione per la musica è radicata nell’esigenza di esprimere sensazioni oltre le parole. In un’epoca in cui farsi ascoltare è sempre più complesso, GRACE trova nel pianoforte e nella narrazione di storie personali e autentiche il mezzo perfetto per condividere le sue esperienze e i suoi sentimenti.

Fin dall’infanzia, dimostra un forte interesse per la musica, iniziando ad esibirsi come cantante e intrattenitrice in vari contesti, dalle navi da crociera ai matrimoni, passando per serate musicali e party band. Questa varietà di esperienze affina la sua capacità di connettersi con un pubblico diversificato, rendendola un’artista versatile e carismatica.

Grace: “In bilico”, nuovo singolo, inno della Gen Z 3
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Determinata a perfezionare le sue abilità, GRACE intraprende un percorso di studi formali in musica, culminato con il conseguimento di una laurea triennale in Canto e Musica Pop. Questa formazione accademica, unita alla sua esperienza pratica, contribuisce a forgiare una visione artistica unica e una solida tecnica vocale.

Nel corso degli anni, GRACE dedica tutta sé stessa alla carriera musicale, trasformando la sua passione in un vero e proprio impegno professionale. Questo percorso, la porta a diventare un punto di riferimento per la sua generazione, una vera e propria portavoce delle emozioni, delle speranze, dei sogni, delle difficoltà e delle esperienze che molti giovani sentono e vivono.

La sua musica diventa così un ponte tra l’individuale e l’universale, un medium attraverso cui innumerevoli ascoltatori trovano risonanza e comprensione. Le sue release sono molto più di una semplice sequenza di note e parole: sono un viaggio introspettivo, un’esplorazione dell’anima umana e un invito a connettersi con le proprie sensazioni più profonde.

Con ogni nuova uscita, Grace continua a dimostrare il suo talento eccezionale, guadagnandosi un posto d’onore tra le voci più promettenti e influenti del suo e del nostro tempo.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

SOLO:  “The importance of words” l’album di debutto, un mix di influenze in cui si bilanciano sperimentazione e orecchiabilità, tematiche sociali e testi più intimi e riflessivi

SOLO - The importance of words - Cover
SOLO – The importance of words – Cover

È uscito lo scorso 16 marzo l’album d’esordio di SOLO “The importance of words (songs of love, anti-capitalism and mental illness)”.

Dopo la pubblicazione di 5 singoli tutti diversi l’uno dall’altro, cosa che gli permette di avere una ampia copertura mediatica che va da Rai Radio 3 a La Stampa, passando per Metal Hammer fino a importanti riviste estere di settore quali Prog, It’s Psychedelic, Baby e Post-Punk.com, l’eclettico artista decide di racchiudere i brani già precedentemente pubblicati più altri 5 inediti in un album che è un melting pot di generi, ma allo stesso tempo coerente, con un occhio sempre puntato alla sperimentazione, all’art rock, alla psichedelia.

«Sono un ascoltatore onnivoro, sono davvero pochi i generi musicali che non rientrano nei miei ascolti. Quindi per me è naturale essere influenzato, di volta in volta, da generi musicali differenti. Al contempo, sono sempre stato molto affascinato dagli album eterogenei. In particolare, penso al “White album” dei Beatles: 30 brani, 30 generi musicali che si susseguono lasciando l’ascoltatore, di volta in volta, basito».

I Beatles, ma non solo, fra le influenze di SOLO, che vanno dal rock al pop, dal punk all’art rock, non disdegnando incursioni nell’elettronica sperimentale dei 50’s o nelle marce bandistiche da fanfara.

«Se dovessi elencare gli artisti che mi hanno più influenzato (e da cui ho rubato idee) nella stesura dei brani che compongono “The importance of words (songs of love, anti-capitalism and mental illness)” naturalmente dovrei citare prima di tutto i Beatles.

Poi i Pink Floyd, i Muse del primo periodo e i Radiohead più chitarristici, i Nirvana, Karlheinz StockhausenPierre Schaeffer, Edoardo Bennato, fino a compositori di marce bandistiche, che sono stati per me influenti nel periodo in cui suonavo il sassofono nelle fanfare.

E Terry Gilliam e i Monty Python. In molti, nelle recensioni dei singoli, hanno notato attinenze con Suede, Gong, The Cure, Blossom Toes, Daft Punk e tantissime altre band che magari non ho neanche mai ascoltato: è il bello della musica e dell’arte in genere, arrivare a soluzioni affini da ascolti affini».

«Le tematiche principali trattate in “The importance of words (songs of love, anti-capitalism and mental illness)” sono di sicuro di carattere politico-sociale, in particolare legate a quella che è la nostra società dei consumi, di un libero mercato incontrollato, di un capitalismo preponderante che influenza le nostre vite.

E non di certo in maniera positiva. Influenzato dalla lettura di Pier Paolo Pasolini, Naomi Klein, Noam Chomsky, sono sempre stato molto critico verso la società e di come questa ci influenzi, anche nel nostro profondo: le “mental illness” del titolo, sono convinto, sono dovute in buona parte anche a come i costrutti sociali che ci impongono e ci auto-imponiamo ci influenzano. Quindi è tutto collegato. Anche il modo in cui proviamo amore, a chiudere il cerchio».

SOLO, “The importance of words” l’album di debutto 1
SOLO

Particolare attenzione, all’interno dei brani che compongono “The importance of words (songs of love, anti-capitalism and mental illness)”, è stata data anche ai suoni, sia in fase di creazione/registrazione, sia in fase di mixaggio.

«Nei miei brani, oltre all’attenzione nello scrivere degli arrangiamenti quanto più particolari possibile, cerco sempre di aggiungere quel qualcosa in più sperimentando con i suoni. Ho migliaia di euro di pedali per chitarra e basso, che mi diverto a miscelare fra loro a creare suoni e paesaggi sonori.

Ho usato molte modulazioni, ambienti particolari, anche sulle voci, fino ai synth. A questo proposito, ci tengo a dire che tutti i synth dell’album sono suonati con chitarra e basso, e non con tastiere, mentre gli arpeggiatori sono stati realizzati nota per nota al PC e gli strumenti bandistici sono stati scritti sotto forma di partitura e poi digitalizzati.

Molta attenzione è stata data anche alla spazializzazione: importante è l’ascolto in cuffia, per poter apprezzare al meglio alcuni suoni che si spostano da un canale all’altro, in alcuni casi in binaurale, creando un effetto 3D, ad “avvolgere” l’ascoltatore».

All’album partecipano anche Nobody e Alidavid alle voci, rispettivamente sui brani “Something (you don’t need)” e “What’s the topic of the day? (forget the rest)”.

«Devo molto alla loro partecipazione, perché hanno colto alla perfezione l’essenza dei brani. Per “Something (you don’t need)” volevo una voce femminile che non fosse di quelle canoniche (come, del resto, non lo è la mia): la volevo sottile, un po’ bambinesca.

SOLO, “The importance of words” l’album di debutto 2
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La cercavo, ma non riuscivo a trovarla. Una sera, ubriachi in un bar, sentii cantare Nobody (che è anche la bassista della The Bordello Rock ‘n’ Roll Band): l’avevo trovata! “What’s the topic of the day? (forget the rest)” è uno spoken word sopra le righe che scimmiotta la propaganda degli anni ‘40 (pubblicità che avevano già di per sé dei vocalist alquanto “peculiari”).

Pensando ai Monty Python (in particolare allo sketch di Terry Gilliam “International Communist Party of China”) avevo provato a registrarla io, ma la mia interpretazione era pessima. Quindi ho chiesto ad Alidavid di provarci lui. Devo dire che è impressionante il modo in cui è riuscito a ricreare quella che era la mia idea, senza che abbia avuto il bisogno di dargli chissà quante indicazioni: chapeau!».

L’album uscirà su pendrive, con molti contenuti inediti che non saranno reperibili online, fra cui due bonus disc (contenenti versioni alternative, remix e bootleg), video e immagini.

L’album, mixato da Edoardo Di Vietri presso l’Hexagonlab Studio, è stato masterizzato da Carl Saff, già a lavoro con artisti quali Sonic Youth, Mudhoney e Daniela Pes.

Voci, chitarre, bassi, elettronica e programmazioni sono di SOLO; batterie di David Garofalo e Nico Saturno (su “Hypocrisy (it’s all I see)”).

Video intervista a cura di Domenico Carriero

Musu, “Bam shabalam” il nuovo singolo enigmatico ed esoterico racconta momenti di verità  senza espedienti e compromessi

Musu, “Bam shabalam” il nuovo singolo
Musu, “Bam shabalam” il nuovo singolo. (Foto di Marco Carotenuto)

Già in radio “Bam shabalam” il nuovo inedito di musu, prodotto da Luca Rustici, disponibile in digitale (L’n’R Productions/Universal). Fuori anche il video.

«In questo brano, che definisco enigmatico ed esoterico, scritto con Ivan Brunacci e Luca Rustici, descrivo quello che si prova quando si vive una relazione che non funziona, che diventa tossica, e quanto sia fondamentale essere onesti con sé stessi, anche se fa male.

La canzone – racconta musu – è nata a febbraio 2023, e il titolo è stata una scelta naturale, si può dire che il termine “Bam shabalam” sia nato prima della canzone: lo canticchiavamo in studio per cercare la melodia».

Il video, per la regia di Salvatore Maiorano, mostra 3 momenti, quello centrale si sviluppa in una stanza quasi onirica, con i mandala sullo sfondo a simboleggiare la presa di coscienza, le lampadine che come animate si muovono tutto intorno: è lì che viene pronunciata la formula magica “Bam shabalam”, d’improvviso la scena viene spezzata dall’immagine di due demoni danzanti, a simboleggiare forse le paure, i sensi di colpa, il caos interiore e come avvolto da un sortilegio, anche il protagonista si trasforma in uno di loro, in un vortice che sembra non avere fine. La regia è di Alessandro Musumeci, noto con lo pseudonimo musu, è nato il 1° maggio.

Ha trascorso un’infanzia serena e felice, immerso nella musica grazie al padre, che un tempo conduceva un programma radiofonico locale, riempiendo la casa di dischi.

Fin da giovane, si è appassionato al canto, scatenandosi sulle note di “Thriller” di Michael Jackson e scoprendo la sua vocazione ascoltando i Queen, in particolare la potente voce di Freddie Mercury.

Musu, “Bam shabalam” il nuovo singolo 1
musu (Foto di Marco Carotenuto)

Durante gli anni delle medie, ha divertito sé stesso e i suoi compagni battendo i pugni sui banchi a tempo mentre cantava “We Will Rock You”.

A 16 anni ha composto il suo primo brano e ha formato una band, trovando nella sala prove il suo mondo. Con la band Warped Minds ha vissuto l’esperienza dei primi live, esibendosi con musica hard rock e mostrando una grinta indiscussa.

La sua abilità vocale attirò l’attenzione di un chitarrista di un’altra band, coinvolgendolo in un progetto di inediti rock italiani. Successivamente, ha vissuto un periodo ricco di esibizioni a Milano e nell’hinterland.

Dopo una pausa e alcune difficoltà economiche, ha acquistato un impianto audio con un amico, proponendosi nei locali per intrattenere il pubblico.

Musu, “Bam shabalam” il nuovo singolo 2
musu (Foto di Marco Carotenuto)

Nonostante non fosse la sua aspirazione, questa attività gli permise di far fronte alle spese mensili. L’incontro con Davide, chitarrista della band Ondaretrò, ha segnato una svolta nella sua carriera. Insieme hanno composto e registrato l’album “I Labirinti Delle Muse” nel 2016.

Nel frattempo, ha ottenuto il diploma in canto professionale presso la NAM di Milano. Durante la pandemia, la necessità di esprimere qualcosa di personale lo ha spinto a scrivere “Hai Scelto Me“, che nel 2022 gli ha conferito un posto tra i primi 10 concorrenti del Premio Mia Martini.

Questo successo è stato la spinta per pretendere di più dalla sua musica, cercando un suono e un’immagine diversi. Inizia così la collaborazione con il produttore Luca Rustici, dando vita a nuove canzoni scritte in collaborazione con Ivan Brunacci. Nasce così un nuovo capitolo nella sua carriera artistica sotto il nome d’arte musu.

Video intervista a cura di Vincenzo Salamina

Nitidi: “Energia”  il nuovo singolo del gruppo porta innovazione e freschezza nella scena rap-indie italiana, con una melodia che prende il controllo dei sensi

Nitidi: il nuovo singolo “Energia”... allo stato puro! 1

Nitidi, la giovane band, formatasi a Bologna, è un mix di contaminazioni di origini differenti e per questo la diversità diviene un punto di forza. La musica è la loro miglior terapia per superare le difficoltà della vita, irradiano un’energia vibrante che trasmette positività, gioia di vivere e libertà d’espressione.

Tiziano, come si è formato il vostro gruppo? Come vi siete incontrati?

Il nostro gruppo è nato a Bologna, si è creato durante la pandemia, poco prima della fine quando c’era ancora il coprifuoco, ci siamo incontrati per caso per le vie della città. Loro erano lì a festeggiare e noi, io e Gaetano – l’altro frontman – sentendo cantare da lontano, ci siamo avvicinati. Senza neanche presentarci eravamo un po’ tutti su di giri, ci siamo divertiti cantando strofe diverse. Da lì in poi abbiamo messo su la prima cosa insieme e ci è piaciuta subito. Il giorno dopo eravamo già in studio per registrare il primo pezzo.

Quante persone fanno parte della vostra band?

Siamo in quattro, io, Gaetano, Ilja il chitarrista e Lenny il batterista. Prima di incontrarci eravamo già immersi dentro la musica, ognuno con il suo percorso. Io mi trovavo dentro il rap, inventavo melodie ed è quello che faccio tuttora nei Nitidi.

Il vostro nome d’arte com’è venuto fuori?

Un giorno ci siamo messi a tavolino per scegliere un nome e ho pensato ad una canzone che avevo scritto e che avevo appena rivisitato con loro, si chiama “Luce” e si può trovare nel nostro primissimo album che si chiama appunto Nitidi. È l’ultimo brano del disco in cui c’è una strofa che dice “la luce è quasi nitida”; quando questa parola mi è balzata in testa ho subito esclamato davanti a tutti “Nitido”! Ci abbiamo ragionato su e abbiamo capito bene il significato vero del termine che ci è piaciuto all’istante.

Nitidi - Energia - cover
Nitidi – Energia – cover

Vi state specializzando in un genere ben preciso?

Direi di sì, ci siamo orientando sempre più verso il Rapbossa. Ad oggi la sua definizione è la migliore che identifica ciò che ha fatto nascere questo gruppo e di quello che facciamo. Siamo stati uniti da un’energia, il ritmo bossa nova che teneva Lenny, la chitarra di Ilja, io e Gaetano abbiamo costruito il rap sopra queste basi. La nostra musica però non è solo Rapbossa, ci stiamo lavorando per non risultare troppo settoriali. A livello di rap Clementino mi ha un po’ influenzato.

Come vivete la contaminazione di etnie dei vostri componenti? Il vostro gruppo è ben amalgamato?

È il fattore che rende magico il nostro gruppo, ci siamo trovati tutti a Bologna, ognuno con le proprie origini ed esperienze. Al di là della musica, il livello di umanità che abbiamo tra di noi ha contribuito a creare un legame forte, è stato un elemento cardine. Questa contaminazione è bellissima ma porta comunque tante difficoltà proprio perché ognuno di noi è distante dall’altro; a livello di linguaggio comunichiamo in inglese ma la vera impresa è vedersi fisicamente, dato che uno sta in Germania, l’altro in Toscana, io e Gaetano siamo qui a Bologna. Ci sentiamo spesso via Telegram per questioni di lavoro, ma ci vediamo veramente poco. In 4 anni diciamo che ci siamo visti un anno intero in modo sparpagliato. La musica ci ha salvato e ci aiuta a colmare le distanze, quando stiamo insieme ci divertiamo ed esprimiamo il meglio di noi stessi.

Ci racconti com’è nato il nuovo singolo “Energia”?

“Energia”, lo dice parola stessa, tratta di vibrazioni positive. La storia parla di come si attraversano le difficoltà nella vita e infatti è un brano che vuole trasmettere unione. Quando una persona vibra al suo interno diventa contagiosa per chi gli sta intorno; è una sensazione magica che ti fa sentire umano, ti rende vivo. Siamo tutti uguali, ma ognuno si esprime come vuole. Vogliamo portare la nostra energia positiva in giro e regalarla a tutti perché fa bene sia a noi che a chi ci ascolta. Il compito della musica è trasportarti in una dimensione più leggera, quando premi il tasto Play e parte una canzone cambia il proprio umore.

Per voi la musica è catartica?

Assolutamente sì, ci aiuta soprattutto a superare le difficoltà, ci dà una mano. La musica sta con noi e noi stiamo con lei, ci viviamo a vicenda.

Nitidi: il nuovo singolo “Energia”... allo stato puro!
Nitidi

L’idea di girare il videoclip a Bologna è stata una scelta spontanea?

Bologna è la città di partenza, è emblematica per la storia del nostro gruppo, è il posto dove ci sentiamo più a casa. Inoltre, la maggior parte delle persone che oggi ci seguono sono bolognesi, quindi si respira un’aria di familiarità.

Come nasce la collaborazione con la vostra etichetta?

La collaborazione con la “Red&Blue” nasce in modo molto spontaneo. Ilja si è sempre occupato di comunicazione, stampa e quanto altro e un giorno ci propose questa etichetta. Ci siamo fidati fin da subito e abbiamo fatto benissimo perché abbiamo incontrato gente affidabile ma soprattutto ci siamo trovati molto in linea con le idee di marketing e non solo.

Quando scrivi canzoni come trovi l’ispirazione?

Scrivo a sentimento, quasi non lo decido io. Magari durante le giornate mi appunto qualcosa sulle note del telefono che successivamente vado a riprendere. È una sensazione strana, è una presenza che ti entra dentro e devi solo tirarla fuori. In questo momento sto lavorando sul modo in cui far uscire quello che sento e l’unica via è seguire il mio istinto.

Come vivete il palco? Cosa provate quando siete in live?

Durante un live siamo super concentrati, forse anche troppo. In 4 anni abbiamo suonato solo un anno insieme, quindi stare sul palco è il raggiungimento dell’obiettivo. In quel momento sappiamo di dover dare il massimo, senza farsi distrarre. A volte ci capita qualche problemino tecnico però riusciamo a superarlo con la nostra spigliatezza. Nessuno di noi ha paura di sbagliare e questo è un approccio fondamentale. Il nostro batterista Lenny ci ha insegnato moltissimo; una volta ci disse: “se devi sbagliare devi fare il grande errore e farlo fatto bene”. Questo è uno dei consigli più preziosi che mi sia mai stato dato. Mi ha aiutato a scrollarmi di dosso paure e insicurezze che mi portavo dietro.

Che rapporto avete con il pubblico?

Meraviglioso! Non abbiamo mai avuto un pubblico moscio proprio perché, come spiegavo sull’ultimo singolo, noi siamo energici. Portiamo questo singolo dentro ogni brano e ci viene naturale vibrare insieme. Le persone percepiscono tutto ciò, si divertono insieme a noi e si è creato un ottimo rapporto.

Nitidi: il nuovo singolo “Energia”... allo stato puro! 3
Nitidi

Scegli 3 parole per definire la vostra musica…

Energia, vibrazione e unione.

Per il futuro state già lavorando su qualche progetto?

Sì, abbiamo tanta carne sul fuoco e vi aspettiamo affamati.

Cosa ti piacerebbe fare nel tempo libero?

Una marea di cose, vorrei prendere lezioni di sax, a casa ho anche un pianoforte, una tromba e una chitarra. Vorrei riuscire a suonare tutto per avere una formazione completa sugli strumenti.

Qual è il vostro più grande sogno musicale?

Fare un concerto in piazza Plebiscito.

Articolo a cura di Simone Ferri

Primogenito con il nuovo brano  “Pierclaudio” continua l’ascesa del giovane cantautore romano, è un pezzo pop con richiami al cantautorato

Primogenito - Pierclaudio - Artwork
Primogenito – Pierclaudio – Artwork

È uscito lo scorso 13 marzo il nuovo brano “Pierclaudio (vengo dalla strada)” dell’artista Primogenito per Tuttomoltofresco e distribuito da Universal Music Italia.

Simbolo per eccellenza di un cantautorato ancora attivo in Italia specialmente nelle nuove generazioni, Primogenito torna dopo il grande successo del precedente singolo “Mario (alla tua età)” che ha riscosso in poco tempo più di 282 mila ascolti su Spotify.

Il brano è stato presentato live all’Alcazar di Roma quando, a seguito di una potente strategia su Tiktok, la  folla intonava a memoria il brano già a poche ore dall’uscita.

“Pierclaudio (vengo dalla strada)” è un pezzo pop con richiami al cantautorato nonché quarto singolo del progetto sugli stereotipi della società moderna.

Il brano descrive in maniera ironica la vita lussuosa e sregolata del tipico “figlio di papà”, un eterno adolescente che ostenta la sua ricchezza tra feste dispendiose e viaggi sostenendo con fermezza di averla ottenuta grazie ai suoi sforzi ed alle sue idee imprenditoriali infallibili.

Le tematiche sociali protagoniste del progetto di Primogenito sono: mancanza di una sufficiente empatia nella società dovuta alla digitalizzazione e omologazione causata dall’industrializzazione culturale a sua volta determinata dalla globalizzazione.

Nei brani ogni soggetto è descritto con un linguaggio molto semplice, esattamente come vengono visti e generalizzati dalla società, ove il giudizio si basa interamente sull’apparenza, dando vita così allo stereotipo.

Primogenito il nuovo singolo PierClaudio
Primogenito

Ogni brano porta nel titolo un nome proprio di persona e una rappresentazione stilizzata volta ad enfatizzare le caratteristiche somatiche del personaggio descritto.

Primogenito utilizza Tik Tok come network principale, dove pubblica con costanza e continuità. Spiccano i contenuti di natura artistica, dove l’artista suona la chitarra e canta canzoni inedite con argomentazioni attuali. Tra questi, il 24 settembre pubblica un video di critica sul programma Amici che viene diffuso dai giornali e testate del settore.

Primogenito, pseudonimo di Gabriele Tosti, è un artista diciannovenne proveniente dalla periferia romana. Si approccia al mondo della musica relativamente tardi pubblicando i suoi primi singoli “Sentimenti astemi” e “1 euro e mezzo” entrambi alla fine del 2022, per poi pubblicarne altri tre nel 2023 tra i quali “Potassio” pezzo in cui Primogenito parla per la prima volta della sua vita in maniera semplice e schematica.

Video intervista a cura di Domenico Carriero

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